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Abitudini di merda dei giovani?
respirare
Il mondo si è appena addormentato. Il tempo e morto, tutto è immobile, ed ogni persona è come una calda statua di cera. Il tempo ferma persino la gravitá, tutto sará uguale a se stesso per una settimana. Cosa farai?
Rimuginerò sul significato intrinseco dell'aberrazione cromatica
"Ero nel cielo ed ho perso le ali, cosa farò?"
Cadrai ineluttabilmente
Quale animale credi ti rappresenti?
Il Narvalo Nino.
Usate questo spazio per postare quello che volete.
Stasera gradirei che mi associaste una poesia, magari spiegandomi anche il perché. Se vi annoia o semplicemente non vi va, siete liberi di cestinare o di utilizzare questa domanda per scrivere ciò che preferite. Vi abbraccio.
Mi chiedi di fare qualcosa che va al di là delle mie competenze, purtroppo! Non ti conosco abbastanza per associarti ad un componimento in particolare, per cui condividerò semplicemente con te questa poesia di Baudelaire:
PiĂą su di stagni e valli,
di monti e boschi, di nuvole e mari,
oltre l’etere e il sole, oltre i confini
delle sfere celesti
o mio spirito, agilmente ti muovi e come
un nuotatore a suo agio tra le onde
solchi la fonda immensitĂ , godendo
indicibili e maschie voluttĂ .
Via, via dall’insidioso fetore!
va’ a purificarti nell’aria superiore
e a bere il secco nettare che colma
gli spazi trasparenti puro.
Dietro di sé le noie, i vasti orrori
gravanti sulla brumosa vita, felice
chi con robuste ali saprĂ
slanciarsi verso campi di luce e sereni
e ogni mattina, come le allodole, s’alza
nei pensieri con libertĂ nel cielo
e si libra ben alto sulla vita e non fa
fatica a intendere i fiori e le altre cose mute!
PiĂą su di stagni e valli,
di monti e boschi, di nuvole e mari,
oltre l’etere e il sole, oltre i confini
delle sfere celesti
o mio spirito, agilmente ti muovi e come
un nuotatore a suo agio tra le onde
solchi la fonda immensitĂ , godendo
indicibili e maschie voluttĂ .
Via, via dall’insidioso fetore!
va’ a purificarti nell’aria superiore
e a bere il secco nettare che colma
gli spazi trasparenti puro.
Dietro di sé le noie, i vasti orrori
gravanti sulla brumosa vita, felice
chi con robuste ali saprĂ
slanciarsi verso campi di luce e sereni
e ogni mattina, come le allodole, s’alza
nei pensieri con libertĂ nel cielo
e si libra ben alto sulla vita e non fa
fatica a intendere i fiori e le altre cose mute!
Pubblicate una bella poesia.
Urlate urlate urlate urlate.
Non voglio lacrime. Urlate.
Idolo e vittima di opachi riti
Nutrita a forza in corpo che giace
Io Eluana grido per non darvi pace
Diciassette di coma che m'impietra
Gli anni di stupro mio che non ha fine.
Una marea di sangue repentina
Angelica mi venne e fu menzogna
Resto attaccata alla loro vergogna
Ero troppo felice? Mi ha ghermita
Triste fato una notte e non finita.
Gloria a te Medicina che mi hai rinata
Da naso a stomaco una sonda ficcata
Priva di morte e orfana di vita
Ho bussato alla porta del Gran Prete
Benedetto: SantitĂ fammi morire!
Il papa è immerso in teologica fumata
Mi ha detto da una finestra un Cardinale
Bevi il tuo calice finché sia secco
Ti saluta Sua SantitĂ con tanto affetto
Ho bussato alla porta del Dalai Lama.
Tu il Riverito dai gioghi tibetani
Tu che il male conosci e l'oppressura
Accendimi Nirvana e i tubi oscura
Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama
Ho bussato alla porta del Tribunale
E il Giudice mi ha detto sei prosciolta
La legge oggi ti libera ma tu domani
Andrai tra di altri giudici le mani.
IniquitĂ che predichi io gemo senza gola
Bandiera persa qui nel gelo sola
Ho bussato alla porta del Signore
Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare
Chiamami in cielo o dove mai ti pare
Soffia questa candela d'innocente
Ma il Signore non dice e non fa niente
Ho bussato alla porta del padre mio
Lui sì risponde! Figlia ti so capire
Dolcissimo io vorrei darti morire
Ma c'è una bieca Italia di congiura
Che mi sentenzia che non è natura
E il mio papĂ piangeva da fontana
Me tra ganasce di sorte puttana.
Cittadini, di tanta inferta offesa
Venga alla vostra bocca il sale amaro.
Pensate a me Eluana Englaro
Non voglio lacrime. Urlate.
Idolo e vittima di opachi riti
Nutrita a forza in corpo che giace
Io Eluana grido per non darvi pace
Diciassette di coma che m'impietra
Gli anni di stupro mio che non ha fine.
Una marea di sangue repentina
Angelica mi venne e fu menzogna
Resto attaccata alla loro vergogna
Ero troppo felice? Mi ha ghermita
Triste fato una notte e non finita.
Gloria a te Medicina che mi hai rinata
Da naso a stomaco una sonda ficcata
Priva di morte e orfana di vita
Ho bussato alla porta del Gran Prete
Benedetto: SantitĂ fammi morire!
Il papa è immerso in teologica fumata
Mi ha detto da una finestra un Cardinale
Bevi il tuo calice finché sia secco
Ti saluta Sua SantitĂ con tanto affetto
Ho bussato alla porta del Dalai Lama.
Tu il Riverito dai gioghi tibetani
Tu che il male conosci e l'oppressura
Accendimi Nirvana e i tubi oscura
Ma gli occhi abbassa muto il Dalai Lama
Ho bussato alla porta del Tribunale
E il Giudice mi ha detto sei prosciolta
La legge oggi ti libera ma tu domani
Andrai tra di altri giudici le mani.
IniquitĂ che predichi io gemo senza gola
Bandiera persa qui nel gelo sola
Ho bussato alla porta del Signore
Se tu ci sei e vedi non mi abbandonare
Chiamami in cielo o dove mai ti pare
Soffia questa candela d'innocente
Ma il Signore non dice e non fa niente
Ho bussato alla porta del padre mio
Lui sì risponde! Figlia ti so capire
Dolcissimo io vorrei darti morire
Ma c'è una bieca Italia di congiura
Che mi sentenzia che non è natura
E il mio papĂ piangeva da fontana
Me tra ganasce di sorte puttana.
Cittadini, di tanta inferta offesa
Venga alla vostra bocca il sale amaro.
Pensate a me Eluana Englaro
Qual è l'ultimo libro che hai letto?
last but not least "Il Castello di Zampaciccia Zanzamiao"
Come vorresti risvegliarti domattina?
imbalsamata
Qual è la tua attività all'aria aperta preferita?
3Fe + 4H2O → Fe3O4 + 4H2