@ellymidg

Metamorphomagus

❤️ Likes
show all
Helkor’s Profile Photo kidoscopegray’s Profile Photo darkyaxley’s Profile Photo waressence’s Profile Photo Harveyhp’s Profile Photo HebertFleetHP’s Profile Photo gossipskeeter’s Profile Photo HpLucyWeasley’s Profile Photo creepylieutenant’s Profile Photo

Latest answers from Metamorphomagus

ma quindi eloise adesso la muovi ad hogwarts oppure è un pg a parte?

[Diciamo che la role con Anthony la considero una cosa a parte, era un’idea mia e del player. Volevo solo sviluppare qualcosa di diverso da solito, ma Eloise è tecnicamente ancora ad Hogwarts.

Scream ━ Role to: @AlexanderTGoldstein (2)

(...)
Mi avevano trovata. Stavo per morire. Lui poteva vedermi. Piangevo e non riuscivo a smettere di farlo.
Un secondo dopo, al fianco dell'uomo, apparvero altri cinque di loro. Tutti mi fissavano, dritta negli occhi, potevo sentire i loro sguardi che mi ferivano il corpo, potevo sentire la luce verde abbagliarmi gli occhi e porre fine alla mia esistenza.
Eloise Midgen, tu stai per morire. Sei scappata a lungo, ma ormai è finita. I miei capelli presero le tinte del nero.
L’urlo più straziante che avevo mai lasciato uscì dalla mia gola, graffiandomi le corde vocali.
“ANTHONY”

Scream ━ Role to: @AlexanderTGoldstein

Mentre guardavo gli occhi stanchi di Anthony, non pensai ad altro che non volevo più scappare. Nelle notti fortunate, sognavo di avere una vita tranquilla ad Hogwarts, e forse in un altro universo era così. Purtroppo, invece, eravamo finiti in quello dove le cose si mettevano male, male davvero. Lo guardavo come a volergli dire ‘ti prego, torniamo a scuola, torniamo a casa’, ma tutto ciò che vedevo di risposta era uno sguardo spento. I suoi occhi erano freddi, sempre da quando lo avevo conosciuto, e forse lo erano anche i miei. La verità era che la paura sovrastava il crearsi di ogni altro sentimento, e i nostri sguardi ne erano testimoni. Sospirai profondamente, girandomi, avviandomi verso lo spiraglio di luce che era l’uscita della mia -nostra- tenda. Appena misi piede fuori, un’ondata di aria fresca invase i miei polmoni, e mi concessi qualche secondo per respirare e guardare la flora attorno a noi. Eravamo in un bosco in Romania, pieno di abeti folti; faceva tanto freddo che credevo che sarebbe potuto nevicare da un secondo all’altro. Mi sgranchii le gambe camminando attorno alla tenda, prima di sentire il mio corpo irrigidirsi d’improvviso. Due occhi gialli mi stavano fissando.
‘Non è possibile’, mi dissi, ‘ci sono gli incantesimi di protezione’. Evan Rosier mi stava guardando dritta negli occhi. Mi avvicinai, lentamente, silenziosamente, all’uomo in piedi una decina di metri davanti a me. Le lacrime avevano già cosparso il mio viso. ‘Non può vedermi, mi avrebbe già uccisa’, e invece era li, immobile, che mi guardava. Uno dei migliori amici di mio padre, migliori in effetti è un eufemismo, era li. Sapevo che era uno di quelli che mi inseguiva, ma credevo di aver sentito che fosse finito ad Azkaban. Che ne fosse scappato? Come poteva avermi trovata lì?
Mi avvicinai tanto da ritrovarmi di fronte a lui, a un metro di distanza. Vedevo le nuvolette di fumo uscire dal suo naso. Continuai a guardarlo dritto negli occhi. Non poteva essere, eppure ero convinta che riuscisse a vedermi. Eravamo sempre molto cauti con gli incantesimi di protezione, potevano non essere stati abbastanza? Egli era, in effetti, uno dei più potenti e spietati Deatheaters conosciuti. Non sentivo il freddo, ma il sangue mi si era gelato nelle vene. Alzai con lentezza che mi parve infinita il braccio, avvicinando la mano a quello che sarebbe dovuto essere il limite agli incantesimi che ci chiudevano a bolla; mi sembrava di soffocare nelle mie lacrime. La mia mano, sempre dentro la barriera, arrivò dritto davanti al suo volto, e li l’impossibile successe. Un piccolo sorriso, un ghigno, prese forma dalle labbra di Rosier.
“Anthony”, biascicai indietreggiando, inciampando nella sterpaglia. Ero terrorizzata. Il giovane Corvonero non sapeva del perché fossi in fuga, non doveva sapere, eppure non riuscii a pensarci al momento.
(...)

View more

I wanna go home ━ Role to: @alexanderTGoldstein (2)

(...)
Dormivamo insieme, in un sacco a pelo sgualcito dentro la mia tenda, le bacchette strette in mano e l’udito vigile. Non sapevo da cosa scappasse lui, e lui non sapeva da cosa scappassi io. Andava bene così.
Mi sedetti a terra, spalancando le braccia e aspettando che il biondo si sedesse a sua volta accanto a me così che potei stringerlo a me ed accarezzargli i capelli. Restammo li in silenzio, a guardare il disastro che ogni giorno per quattro mesi avevamo creato, nel tentativo di allenarci e tenerci pronti. Una lacrima scese veloce lungo il mio viso quando sentii il desiderio frequente di tornare a casa; ma quando pensai che la cosa più vicina a casa che in quel momento avevo fosse tra le mie braccia, i miei capelli si tinsero di rosa.
❝Dobbiamo sistemare questo casino.❞
Tutto andava bene.

View more

I wanna go home ━ Role to: @alexanderTGoldstein

Lo ricordo come fosse ieri, il giorno in cui incontrai di nuovo Anthony Goldstein. Era una notte fredda, in un bosco a caso; era il mio settimo mese in fuga e da sola. La paranoia data dalla mancanza di sonno non mi lasciava dormire, sentivo rumori che ero quasi del tutto convinta fossero solo frutto della mia immaginazione. Non potevo immaginare che nella mia latitanza avrei trovato un volto conosciuto, uno per lo meno che non aveva l’intenzione di uccidermi.
Eravamo soli entrambi, credo sia per questo che abbiamo deciso di accettare la convivenza. Sembra banale, ma il silenzio fa più male alle orecchie rispetto a una folla di gente urlante, e lo dico io che non sono certo un mostro della socializzazione. Pian piano la convivenza è diventata allenamento, poi proteggersi le spalle l’uno con l’altro; era bello sapere di avere qualcuno che avrebbe combattuto per te, e qualcuno per cui combattere. Potevamo passare ore nel silenzio, ma insieme. L’aspetto fisico del nostro rapporto, invece, credo fosse anch’esso dovuto alla solitudine. Era successo una volta, poi la seconda, e poi altre ed altre. Era bello non sentirsi in dovere di mettere un’etichetta, di non dover dare un bacio come fosse un obbligo ma solo se sentito. Era bello lui. Non credo avrei mai minimamente immaginato una cosa del genere quando eravamo entrambi sotto il tetto di Hogwarts, ma ora sembrava quasi la cosa più giusta. Alle volte litigavamo tanto pesantemente da lanciarci cose, altre passavamo la giornata a parlare tra un bacio e l'altro. Era strano, qualcosa che non sapevo definire. Sapevo solo di essere spaventata dall'idea di svegliarmi e non trovarlo più accanto a me. Non volevo tornare alla solitudine, al silenzio che assorda, alle notti insonni e alle giornate passate a pensare di voler mollare, di cedere, di lasciare che prendessero la mia vita così da far finire quel lungo, interminabile incubo.
Quando l’ho trovato, Anth era un ragazzo a pezzi. Quando lui ha trovato me, ero una piccola ragazza spaventata e paranoica. Incredibile come dormire vicino ad un altro essere umano potesse essere rassicurante, non era nulla che avessi mai provato prima. Non ero innamorata, o almeno non lo sapevo, ma sentivo che se fosse andato via la mia sanità mentale lo avrebbe fatto insieme a lui. Era l’unica cosa che mi distraeva dall’imminente pericolo di venire uccisa a 17 anni, e quasi mi viene da ridere perché mi sentivo molto più grande e vecchia, e stanca. Quando mi ha trovata, pesavo una decina, forse di più, di chili in meno rispetto a quando avevo lasciato la scuola, avevo le ginocchia distrutte dalle ferite, le mani tagliate, ma ciò che più mi faceva soffrire era il mio cervello. Mi sentivo pazza, alle volte. Poi, Anthony mi aveva trovata, e con ogni abbraccio sentivo di recuperare un briciolo di umanità in più. Spesso piangevo, e lui non mi chiedeva nulla. Lasciava che lo facessi, poi si avvicinava a me e mi stringeva forte.
(...)

View more

Count to three ━ Role to: @AlexanderTGoldstein (2)

(...)
━.Tre.━
Uscii con rapidità da dietro il mobile, ma di sorpresa mi ritrovai la figura davanti come un’ombra. I biondi capelli e il sorriso maligno del ragazzo mi fecero inarcare le sopracciglia, prima che un piccolo sorriso furbo prendesse il controllo delle mie labbra, che meno di un secondo dopo erano premute alle sue. Il bacio durò poco, giusto il tempo di respirare profondamente e puntare la bacchetta sotto il suo mento.
❝Mi dispiace tesoro, oggi l’allenamento l’ho vinto io. Mi sa che devi essere più attento la prossima volta, Anthony, o la prossima volta potresti essere già morto.❞

Count to three ━ Role to: @AlexanderTGoldstein

━Conta fino a tre…━
Sebbene il mio respiro fosse affannato, cercavo di mantenerlo il più silenzioso possibile. Nascosta dietro un alto mobile, gli occhi vigili e la bacchetta alla mano, mi preparare al conto.
━Uno…━
All’interno dell’ampia tenda dove vivevo, i mobili erano distrutti a terra come fosse passato un uragano; i miei capelli, al momento viola per la tensione, erano tutti scompigliati, e un graffio mi pizzicava il sopracciglio. Il sangue colava lungo il mio viso, ci era andato davvero vicino. Quasi mi mancava la tranquillità di Hogwarts, la compagnia delle amiche, i pasti completi e regolari, l’accoglienza. Da quando avevo dovuto abbandonare gli studi per fuggire, non un giorno era passato senza che avessi pensato di tornarci, ma la posta in gioco era troppo alta ed ormai i tempi della scuola mi sembravano lontani, sbiaditi.
Era risaputo, i Deatheaters non accettavano un no come risposta. Da quando mio padre mi aveva promessa in palio, erano riusciti ad arrivare a me persino all’interno della scuola. La guerra era vicina, e loro necessitavano di giovani reclute, tanto determinate e piene di odio quanto deboli e incapaci di rifiutarsi di partecipare. Purtroppo per loro, non ero nessuna delle due cose, ed essendo a conoscenza di luoghi di ritrovo e segreti troppo importanti per essere svelati non avevo scelta se non di nascondermi. Già più di una volta mi avevano trovata, e mi ritenevo abbastanza fortunata da riuscire a scampargli nuovamente; ciò significava discrezione, solitudine, spostamenti continui. Ogni notte prima di dormire quel poco, mi ritrovavo a pensare che la guerra finale fosse sempre più vicina, ma la mia vecchia radio -ora rotta sul pavimento- era l’unico metodo di informazione che avevo, e a parte omicidi vari non vi erano segni di un conflitto decisivo. Se fossi andata a combattere per il bene, mi avrebbero uccisa per prima. Se l’Innominabile avesse vinto, mi avrebbero uccisa per prima. Dovevo restare rintanata per il mio bene, ma non volevo; inoltre, per la mia natura di Metamorphomagus, la Trasfigurazione, per quanto ben fatta, non nascondeva il colore dei miei capelli.
━ Due…━
Ormai mi ero -quasi- abituata alla vita da vagabonda. Ero dimagrita parecchio, ma mi sforzavo di procurarmi cibo e di tenermi allenata e in forze il più possibile. Dormire, sebbene all’inizio fosse dura per la preoccupazione, era diventato ormai necessario per lo sfinimento; ma ciò che preferivo fare era allenarmi, e studiare da quei libri che mi ero decisa a portarmi dietro. Non avevo ancora abbandonato l’idea di tornare a studiare, se Hogwarts non fosse stata distrutta da Lui, ovviamente.
Era quasi il momento, i millisecondi passavano e il mio respiro non accennava a farsi più regolare. Strinsi forte gli occhi e la bacchetta, così potentemente da sentire le mie unghie affondare nella carne. Mi sforzai di prendere una boccata d’aria tanto profonda da farmi male ai polmoni, e con un sussurro pronunciai il numero.
(...)

View more

@swayfalls

[GRAZIE PER AVERMELO FATTO SCOPRIRE mi sono innamorata ciao. E poi Ramsey uhuhuhu adoro. Tu, preparati ad essere stalkerato.
Fangirlaggio a parte, mi piace molto lo stile di scrittura quanto l'originalità. Lo vedo come un pg tutto da scoprire.

Language: English