━Conta fino a tre…━
Sebbene il mio respiro fosse affannato, cercavo di mantenerlo il più silenzioso possibile. Nascosta dietro un alto mobile, gli occhi vigili e la bacchetta alla mano, mi preparare al conto.
━Uno…━
All’interno dell’ampia tenda dove vivevo, i mobili erano distrutti a terra come fosse passato un uragano; i miei capelli, al momento viola per la tensione, erano tutti scompigliati, e un graffio mi pizzicava il sopracciglio. Il sangue colava lungo il mio viso, ci era andato davvero vicino. Quasi mi mancava la tranquillità di Hogwarts, la compagnia delle amiche, i pasti completi e regolari, l’accoglienza. Da quando avevo dovuto abbandonare gli studi per fuggire, non un giorno era passato senza che avessi pensato di tornarci, ma la posta in gioco era troppo alta ed ormai i tempi della scuola mi sembravano lontani, sbiaditi.
Era risaputo, i Deatheaters non accettavano un no come risposta. Da quando mio padre mi aveva promessa in palio, erano riusciti ad arrivare a me persino all’interno della scuola. La guerra era vicina, e loro necessitavano di giovani reclute, tanto determinate e piene di odio quanto deboli e incapaci di rifiutarsi di partecipare. Purtroppo per loro, non ero nessuna delle due cose, ed essendo a conoscenza di luoghi di ritrovo e segreti troppo importanti per essere svelati non avevo scelta se non di nascondermi. Già più di una volta mi avevano trovata, e mi ritenevo abbastanza fortunata da riuscire a scampargli nuovamente; ciò significava discrezione, solitudine, spostamenti continui. Ogni notte prima di dormire quel poco, mi ritrovavo a pensare che la guerra finale fosse sempre più vicina, ma la mia vecchia radio -ora rotta sul pavimento- era l’unico metodo di informazione che avevo, e a parte omicidi vari non vi erano segni di un conflitto decisivo. Se fossi andata a combattere per il bene, mi avrebbero uccisa per prima. Se l’Innominabile avesse vinto, mi avrebbero uccisa per prima. Dovevo restare rintanata per il mio bene, ma non volevo; inoltre, per la mia natura di Metamorphomagus, la Trasfigurazione, per quanto ben fatta, non nascondeva il colore dei miei capelli.
━ Due…━
Ormai mi ero -quasi- abituata alla vita da vagabonda. Ero dimagrita parecchio, ma mi sforzavo di procurarmi cibo e di tenermi allenata e in forze il più possibile. Dormire, sebbene all’inizio fosse dura per la preoccupazione, era diventato ormai necessario per lo sfinimento; ma ciò che preferivo fare era allenarmi, e studiare da quei libri che mi ero decisa a portarmi dietro. Non avevo ancora abbandonato l’idea di tornare a studiare, se Hogwarts non fosse stata distrutta da Lui, ovviamente.
Era quasi il momento, i millisecondi passavano e il mio respiro non accennava a farsi più regolare. Strinsi forte gli occhi e la bacchetta, così potentemente da sentire le mie unghie affondare nella carne. Mi sforzai di prendere una boccata d’aria tanto profonda da farmi male ai polmoni, e con un sussurro pronunciai il numero.
(...)
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