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₵uρidσ

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Recapat del Mese di Maggio? #daysmemories#Ig#ask#bestmoment#

Nel leggere questi tuoi messaggi (tanti, quelli che ultimamente ricevo) non faccio che convincermi del fatto, anon, che tu sappia chi sono. Non qua, sia chiaro; fuori, dove ho un nome, un cognome, un volto ed una vita. Sempre avuto la sensazione, e le tue curiose richiese cadono sempre - troppo - a pennello. Birbante.
Tempo al tempo. Tiepide notizie in arrivo.🤍👀

L'amore non è:

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Premura; tra le altre cose.
Vedersi attaccare il cavetto di carica al pc mentre, assorta, non mi accorgo della batteria che soffre. Sono quelle piccole cose che scaldano il cuore e ci fanno sentire protetti.
E mentre scrivo mi rendo conto che chiedevi il contrario. Ho la mente in pappa, tra le nuvole e le stelle di mille colori aaa. Che dire, il bello della live.
L'amore, a mio avviso, NON comprende limiti, e per limiti intendo ostacoli all'essere. Mai fidarsi di chi ci accoglie con i “se” ed i “ma”. Sta a noi decidere le condizioni del nostro esprimerci nel mondo, certo, negli [unici] limiti del rispetto altrui: l'onestà prima di tutto, la sincerità alla base di qualsivoglia compromesso. In amore si deve essere liberi di sentirsi autentici, senza alcun tipo di pressione.

Com'è la tua voce? Prova a descriverla.

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Ogni volta che sfioro questa domanda provo a fuggire ma non senza immaginare una risposta. Credo sia impossibile poter offrire una risposta senza risultare di parte, e c'è da considerare che la voce, normalmente, rappresenta credo una delle componenti che tendiamo ad apprezzare meno di noi stessi. Almeno, con me funziona in questo modo.
Sforzandomi di non screditare le mie corde, ti direi che la mia voce è [semplicemente] mutevole: riflettendoci adesso ha senso, e in effetti non sapri trovare descrizione migliore. Varia, si adatta al contesto, evolve in base allo stato d'animo e alle esigenze del momento, come per tutti del resto. La mia voce si esprime con me, con i miei sentimenti: se mi agito e finisco sotto pressione, ecco che ogni tanto si inceppa, inciampa sui suoi stessi passi; talvolta, corre veloce, precipitosa di raggiungere il traguardo. Quando la spendo nel canto, partono note e forse acuti che spesso dimentico di avere; cantare in inglese, invece, mi rende piacevolmente intonata: credo, almeno, a me vedi non dispiace. Quando rido, la senti che parte in crescendo, tocca le vette più alte del suono, poco discreta ma sincera quando quel ridere vien dal cuore e risulta spontaneo. Quando sussurro, compare dolce e cade liscia come una carezza; similmente, quando ho a che fare con i bimbi, la voce si modula, si cosparge di miele e squilla ove si presenta meraviglia, ma bada: presta ben attenzione a non risultare irritante. Quando gode - sì, proprio quando gode - ecco che si fa suadente, setosa, come petali vellutati sui polpastrelli. È generosa, al contrario di quando si piange, che povera affaticata trova la sua fine in fondo alla gola, spesso stretta dalla morsa di un accumulo d'ansia. Nel quotidiano presenta invece i suoi umori, i suoi accenti variegati: dal sardo allo spagnolo, ecco che il passo si fa breve [e chi la capisce la gente]. Sorrido. E quando sorrido? Uh, ecco che spesso partono i mugolii, parole inespresse - riassumibili in “mh!” e “mhmh” - che, timidi, vogliono a loro modo donare un contributo alla conversazione.
Di solito, questa voce si trattiene ben poco: ha sempre qualcosa da raccontare, fin troppo direbbe qualcuno: vuoi il tipo di lavoro che faccio, vuoi il piacere della condivisione, mettici la repulsione per il silenzio, aggiungi il mancato dono della sintesi. Ecco che nell'aria si sente se manca; quando accade, probabilmente mi trovi a scrivere da qualche parte. 🗨️

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Hey cupido puoi rivelarci il luogo del tuo posto del cuore?

La mia mente viaggia spesso ultimamente - “ultimamente” - ma il cuore l'ho tenuto fermo in qua; si tiene in caldo nella graziosa Manarola.
🔒💘
Hey cupido puoi rivelarci il luogo del tuo posto del cuore

vorrei chiederti una tua opinione: se ti piacesse un ragazzo e volessi conoscerlo, inizieresti la conoscenza facendogli un regalo o mai nella vita?

Le attenzioni non si comprano; non l'interesse, non la simpatia, non il rispetto. Usa la sincerità, senza troppi fronzoli, che questo consumismo io non la comprendo. Fatevi bastare le parole, il tempo condiviso e le vostre doti di persona. Abbiamo un universo dentro, usatelo. I beni materiali sono soltanto aggiunte di circostanza.
Fidati di Cups.

Che belva si sente nella vita?

Una affamata d'arte, di bellezza, di energia luminosa; quella che cerco negli altri, anche quando spesso non ve n'è. Certe volte - tipo spesso - mi torna lampante questa cosa, come una sete che sento di poter saziare soltanto quando nelle cose che mi appartengono e riguardano, nel quotidiano, ci porto nel mezzo un colore sempre nuovo, un dettaglio, un ingrediente che possa dar vita a qualcosa di originale, di inebriante. E come spiegarlo? La linfa della musica ad esempio, la voglia di strafare quando - in qualsivoglia contesto - ho voglia di sporcarmi le mani, la spinta vomitativa - io la definisco in questo modo, seppur poco elegante - che mi spinge a voler letteralmente buttar fuori le mie idee, quella voglia di esprimermi che non saprebbe sfogare neppure si trattasse di platonici org@smi col cosmo. Sono una belva camaleontica, insaziabile di vita.
🎨

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Com'eri da bambino?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Felice. Davvero felice e felice per davvero.
Mi viene spontaneo rispondere in tal modo, dato che l'infanzia ha rappresentato per me un periodo dorato, come quello che ogni bimbo dovrebbe poter avere. Potessi - e soprattutto sapessi - rappresentarlo su carta, sarebbe per me come una bolla dai toni arcobaleno, ove ogni essere somiglia al buono ed ogni azione conserva del bene. L'ingresso nella prima adolescenza [in parole povere > scuole medie] ha rotto l'illusione in maniera piuttosto brusca, violenta per certi versi. Ho scoperto che la bontà non sempre basta, che l'altruismo rappresenta virtù di pochi, che la sincerità spesso taglia, che sognare in grande non attutisce i colpi di una società che ci vuole grandi possibilmente subito, e che esistono maschere che vanno ben al di fuori di quelle usate in teatro, in un semplice carnevale o in quelle favole che tanto mi piaceva leggere.
Ero una bambina magica - l'avevo forse raccontato, che ero convinta di possedere i superpoteri - col sorriso sempre in volto; l'amica di tutti [veramente di tutti], che apprezzava le cose semplici - una crocchetta offerta da zia al banco del supermercato quando passavo a salutarla, le pesche tagliate a fette da nonna in spiaggia, le scarpe luminose, le monete da un euro con cui potersi procurare le palline sorpresa dalle macchinette - quella che se ne stava spesso a colorare, a riempire pagine bianche di nastrini ed adesivi. Che tempi. Ma non sono cambiata, a dirla tutta; quella bambina ancora [re]esiste, ma resta protetta tra le viscere, lontana dallo schifo del mondo, dal dolore - ove possibile - dai torti che un tempo hanno provato a scalfirla. L'anima mia vi fa da scudo.
🤲❤️

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Comeri da bambino

La follia più grande che hai fatto?

SimoSk33051’s Profile PhotoSimo
Da sarda, innamorarmi di un veneto. E quaanto bello [🏼].
🔥💧
Ma voi, giusto in proposito, l'avete mica mai visto Elemental?
La follia più grande che hai fatto

Se tu dovessi spiegare ad un bambino come ci si sente ad avere il cuore spezzato, cosa diresti?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Sorrido nell'immaginare il pezzo con i miei bambini, come tante altre volte in cui, pazientemente, mi sono ritrovata a spiegare loro la funzione delle cose più semplici ed i loro occhietti sempre addosso, come fossero carta e matita delle immagini che a parole stavo esprimendo.
Precisazione: bambini non miei, non ancora; parlo dei miei amici del nido, quelli che mi fanno le feste, che mi ascoltano e che usano il mio nome a metà: _ A _ _ [❤️].
Senza troppi giri di parole - che tante non ne servono con i bambini - direi loro che avere il cuore spezzato significa sentire un peso proprio sopra al petto, dove si respira. Proprio come quando si riceve una botta e quello stesso punto poi fa male, spiegherei loro che avere il cuore spezzato somiglia a ricevervi una botta. Ci si lamenta, si piange un poco, ma poi passa; piano piano passa, magari con una coccola, una carezza, una bella promessa oppure un bel gioco con cui distrarsi. Suppongo potrebbero capire e, conoscendoli, accompagnerebbero alla consegna un bell'abbraccio stretto.
Mi sciolgo.

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Cupido che stumento musicale suoni?

Neanche uno, pensa che ciofeca. Al massimo posso cantarti una canzone [cit.]. Dovessi scegliere, però, opterei per la chitarra. Mi piacerebbe un sacco ma al solito la mia anima si divide nella curiosità per quella classica e melodica, da un lato, e per quella elettrica e strimpellante dall'altra. Mi ci immagino in entrambe le versioni. Un pochino hippie, un pochino rocker. 🌸🤘

Language: English