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Non appena la maggiore, ricambiando le sue gesta amorevoli, chiuse quel cerchio fraterno, il tempo sembrò andare a fermarsi, scandendo le lancette andando a ritroso nel tempo, quando poco più che ragazzini i due passavano ore insieme. Non molte ad onor del vero. Maria Antonietta e Aegon seguivano precorsi di crescita differenti, e questo vide i due fratelli viversi in maniera incostante, ma nel cuore del minore, e nella sua testa, la ricerca della maggiore era una costante perenne. Non solo cercava la sua approvazione, ma cercava le sue premure, le sue attenzioni, perché nonostante i genitori non gli avessero mai fatto venire meno il proprio amore, ciò che Maria Antonietta riservava lui era un qualcosa di totalmente diverso, un frutto esotico di un altro mondo, un qualcosa che più lo si assaggiava e più lo si desiderava. Erano piccoli e spensierati, e se Aegon mostrava già cenni di superiorità nelle agilità fisiche e nelle abilità magiche, Maria Antonietta dimostrava una maturità fin troppo sviluppata.
Più volte il minore, nella sua purezza e nella sua ingenuità infantile, immaginava un futuro da regnante, su questo aveva le idee molto chiare, così come sul fatto che, la figura femminile che avrebbe seduto al suo fianco sul trono del regno, altre non fosse che Maria Antonietta. La maggiore, seppur divertita, più volte aveva elargito chiare intenzioni di voler amare e sposare un uomo che non fosse suo fratello, ma si sa, i fratellini sanno essere petulanti ed esasperanti, e così, persino una paziente come la principessina dovette cedere e, in un giorno di primavera, allo sbocciar dei primi fiori, si promise in sposa al futuro re di Gottwald.
Il tempo passò, inesorabilmente, e mentre il principe cresceva ed accresceva la sua forza, la sua fama e l'intero regno di Gottwald, la principessa, pur rimanendo ancorata a quel regno, cresceva ed accresceva l'amore nel suo cuore, un'amore puro e sincero per un giovane e potente uomo, ma che non portava il nome di Aegon I Gott.
-Sai benissimo, che le uniche attenzioni che mi importano sono le tue, sorella mia. Nessuna donzella saprà mai capirmi o conoscermi quanto te-
E quanto erano vere quelle parole. Certo, se forse il giovane principe permettesse alle altre donzelle di avvicinarsi un po' di più, superando il limite del "sotto le lenzuola", forse qualcuna degna di nota l'avrebbe anche incontrata. Ma per lui non c'era fretta alcuna. I genitori stavano bene, il regno era al sicuro, non c'era nessuna fretta di salire sul trono reale. E di fretta non v'è n'era nemmeno ora, ora che finalmente, di ritorno da mesi di battaglie cruenti, poteva godersi la pace di casa, e le premure della giovane donna più bella di tutto il regno.
Furono minuti di silenzio, il suo silenzio. Beato come un gatto a cui si fanno i grattini, ci mancavano solo le fusa a completare quello stato di sublime divinazione.
-E dove sta scritto, che solo i bambini hanno bisogno di premure amorevoli-
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Più volte il minore, nella sua purezza e nella sua ingenuità infantile, immaginava un futuro da regnante, su questo aveva le idee molto chiare, così come sul fatto che, la figura femminile che avrebbe seduto al suo fianco sul trono del regno, altre non fosse che Maria Antonietta. La maggiore, seppur divertita, più volte aveva elargito chiare intenzioni di voler amare e sposare un uomo che non fosse suo fratello, ma si sa, i fratellini sanno essere petulanti ed esasperanti, e così, persino una paziente come la principessina dovette cedere e, in un giorno di primavera, allo sbocciar dei primi fiori, si promise in sposa al futuro re di Gottwald.
Il tempo passò, inesorabilmente, e mentre il principe cresceva ed accresceva la sua forza, la sua fama e l'intero regno di Gottwald, la principessa, pur rimanendo ancorata a quel regno, cresceva ed accresceva l'amore nel suo cuore, un'amore puro e sincero per un giovane e potente uomo, ma che non portava il nome di Aegon I Gott.
-Sai benissimo, che le uniche attenzioni che mi importano sono le tue, sorella mia. Nessuna donzella saprà mai capirmi o conoscermi quanto te-
E quanto erano vere quelle parole. Certo, se forse il giovane principe permettesse alle altre donzelle di avvicinarsi un po' di più, superando il limite del "sotto le lenzuola", forse qualcuna degna di nota l'avrebbe anche incontrata. Ma per lui non c'era fretta alcuna. I genitori stavano bene, il regno era al sicuro, non c'era nessuna fretta di salire sul trono reale. E di fretta non v'è n'era nemmeno ora, ora che finalmente, di ritorno da mesi di battaglie cruenti, poteva godersi la pace di casa, e le premure della giovane donna più bella di tutto il regno.
Furono minuti di silenzio, il suo silenzio. Beato come un gatto a cui si fanno i grattini, ci mancavano solo le fusa a completare quello stato di sublime divinazione.
-E dove sta scritto, che solo i bambini hanno bisogno di premure amorevoli-
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