Vicky Silve

Quelli nell’ala orientale dell’edificio,proprio quelli vietati!Il mio compagno d’avventura a quattro zampe si fermò davanti a una porta in fondo al corridoio più stretto e oscuro di tutti e appoggiò l’orecchio come per ascoltare,la stessa cosa che aveva fatto sul mio cuore.Evidentemente aveva sentito qualcosa:grattò alla porta con la zampa,guarda caso la stessa che mi aveva messo sul petto.Mi si acquattò accanto.La porta si aprì e ne uscirono tre giovani.Ero sbalordita.Due elegantissimi valletti,nei quali riconobbi l’Amico Cesso e l’Indefinibile,erano al fianco di uno splendido principe con pantaloni bianchi,giacca nera con bordi d’oro e colletto rosso e una lunga spada dorata infilata nella cintura.Quel ragazzo era il Bel Tenebroso.Ci stringemmo la mano e mi disse di essere il principe Ruslan di Kiev.Ci schiacciammo la punta del naso l’una contro l’altra e ci baciammo sulle labbra,mentre l’Amico Cesso e l’Indefinibile facevano finta di non vedere."

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Principalmente cani e gatti,ma m'intrigano anche i lupi *.* guarda questo sogno che ho fatto:
"Era quasi sera.Nella taiga tutto era bianco di neve.Io camminavo tra gli alberi.Vedevo ben poco:gli occhiali mi si stavano appannando dal freddo e il colbacco mi cadeva sugli occhi.Ad un certo punto un lupo mi si avvicinò.Da principio ebbi un sussulto,ma capii che non aveva cattive intenzioni.Mi annusava in mezzo alle gambe,ma lo feci smettere accarezzandolo sulla testa.Voleva giocare con me;si lasciava coccolare come se fosse un cane o un gatto.Finché non scoppiò una bufera;io mi sdraiai su quel candido tappeto e l’animale mi poggiò la testa e una zampa sul petto,come per ascoltare il palpito del mio cuore.Stavo pensando al Bel Tenebroso;sentivo che era vicino.Il lupo si alzò e mosse la testa in avanti,come a farmi cenno di seguirlo.Camminammo fino alla fine della taiga per poi percorrere metri e metri di steppa.Nella tormenta si sentiva la malinconica musica di una balalaika,pensai che fossero i cosacchi che avevano un accampamento lì vicino.Finalmente io e il mio nuovo amico arrivammo davanti a un cancello tutto arrugginito con una scritta in cirillico consumata dal tempo.Provai a leggerla,ma ci rinunciai perché con quella terribile tempesta non si vedeva nulla,comunque io conosco abbastanza bene l’alfabeto cirillico.Il cancello era semiaperto ed entrai,sempre seguita dal lupo.In fondo a un viale c’era un grosso portone di legno.Bussai e si aprì da solo,forse per una folata di vento.Facemmo appena in tempo ad entrare che si chiuse alle nostre spalle.Mi guardai intorno:ero in un posto stranissimo!Buio e tetro;illuminato solo da alcune candeline molto sottili sparse qua e là.Appese alle pareti rivestite in legno vi erano delle icone dorate raffiguranti vari santi.Nell’aria oleggiava un profumo d’incenso e si sentivano dei canti religiosi in lingua russa:capii che ero in un luogo sacro e mi venne in mente il monastero dei “Fratelli Karamazov”.All’improvviso dalla lunga scalinata centrale,tutta in legno ricoperta con un tappeto rosso,scese un anziano uomo a passi strascicati che reggeva in mano un candelabro.Lo osservai bene:aveva una lunga barba bianca e due occhi gentili.Indossava un lungo mantello nero e al collo aveva un crocifisso.Mi tese la mano chiedendomi chi fossi.Io mi presentai e lui mi disse che ero capitata nel Monastero Tecnico-Ortodosso Badoskij,di cui l’uomo era staretz.Mi fece fare un tour in mezzo a bui corridoi stretti e intricati,sempre col lupo che ci veniva dietro.Non ci portò nell’ala orientale dell’edificio,in quanto c’erano i giovani monaci che per un certo periodo di tempo non avrebbero potuto avere contatti col mondo esterno… Rimasi attonita.Il vecchio staretz,dopo avermi risposto che era stato deciso così perché considerato giusto,si congedò da me e tornò nel suo ufficio.Andato via l’uomo,il lupo mi fece ancora cenno di seguirlo per dei corridoi ancora più tenebrosi di quelli visti prima.Quelli nell’ala orientale dell’edificio

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