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Ero in treno, e per fortuna oggi non c’era nessuno con me. Quindi mi sono seduto con il mio libro in mano e mi sono messo a leggere. Solo che a un certo punto ho sentito uno sguardo su di me. Mi sono girato e una bambina mi stava sorridendo. Avrà avuto cinque o sei anni, gli occhi e i capelli scuri, un viso dolce, come quello di tutti i bambini.
-Ciao!
Mi ha salutato. Allora le ho sorriso anche io e ho fatto lo stesso.
Sua madre ha sbuffato:-cristina, lascia stare il ragazzo. Non vedi che sta leggendo?
la bambina se ne è fregata allegramente e si è avvicinata a me:-Cosa leggi?
-Niente di molto interessante.
-Come stai?
Il suo sorriso era troppo contagioso, giuro.
-Bene, grazie. E tu?
-Bene, grazie.
La mamma ha sbuffato per la seconda volta:-cristina, basta, ho detto. Smettila di dargli fastidio.
-Non mi da nessun fastidio, signora, davvero.
Lei mi ha sorriso:-Scusala, è un po’ fastidiosa ultimamente. Sta cercando il fidanzato perché è l’unica tra le sue amichette a non averlo!
cristina ha abbassato la testa, le guance improvvisamente rosse.
-Non sei un po’ piccola per pensare ai ragazzi?
-No.
-D’accordo. E come lo vuoi questo fidanzato?-Bello e gentile.
le ho sorriso:-Mi sembra giusto.
-Dai cristina, ora basta. Tra poco dobbiamo scendere- sua madre si è alzata per mettersi la giacca.
la bambina mi ha sorriso, raggiante:-Vuoi essere il mio fidanzato?
-cristina, basta! E poi lui avrà già la sua fidanzata, no? Smettila adesso.
Lei mi ha guardato incuriosito:-Sei già fidanzato?
Mi sono messo a ridere:-No.
-Allora puoi fidanzarti con me! Vuoi?
Sua madre ormai era disperata.
-Certo che lo voglio.
A quel punto cristina ha sorriso a sua madre, tutta soddisfatta:-Adesso anche io ho il fidanzato, mamma.
Lei mi ha guardato, prendendo per mano sua figlia:-Scusala, davvero. Mi dispiace tanto.
-Ma di cosa? Non si preoccupi, è una bambina dolcissima.
-Dai cristina, saluta il tuo fidanzato che dobbiamo scendere.
Mi ha mandato un bacio con la mano e mi ha lasciato un ultimo sorriso prima di salutarmi e scendere dal treno.
E giuro che mi sembrava di essere in un film. I bambini sanno essere così dolci e carini a volte, così spensierati e diretti, forse dovremmo tornare a essere schietti come loro. cristina mi ha lasciato lì a pensare, e mi ha tirato su di morale in una giornata non troppo entusiasmante. Quando ho riaperto il libro, non sono più riuscito a concentrarmi.

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come stai oggi?

ieri l’ho vista. Era bellissima. Era seduta su una panchina e aveva il cellulare in mano. Non sembrava molto felice. Forse stava messaggiando con il suo ragazzo. Sono passati tre mesi ormai da quando ero io, il suo ragazzo. Mi manca.
Ho sentito che si stanno lasciando.
Ma io non voglio. Come faccio a vederla triste? Ho sentito che non sta molto bene. Beh, nemmeno io sto tanto bene. Ma questo non importa. Importa il fatto che oggi l’ho vista. E non ho visto il suo sorriso. Se ne stava lì, con il cellulare in mano e lo sguardo basso. E io non ho potuto fare nulla, ho dovuto andare avanti a camminare, fare finta di niente. Avrei voluto andare lì. Chiederle cosa c’era che non andava. Domandarle se ogni tanto ci ripensa, a noi. Avrei voluto dirle che io ci penso sempre, anche se ogni tanto riesco a distrarmi e non ci penso per qualche ora. Avrei voluto rivelarle che io li rileggo ancora i vecchi messaggi, con le labbra che tremano e gli occhi che bruciano.
Avrei voluto dirle di fare pace con lui, per non fargli passare quello che ho passato io. Perché lei lascia il segno e non si dimentica facilmente. le avrei detto di non mandare tutto a puttane, che tanto poi tutto può essere risolto. le avrei detto di non fare la stupida, che non poteva perdere uno come lui.
E l' avrei pregata di pensare a me di tanto in tanto, di scrivermi anche un “ciao, come stai?”, tanto per ricordarmi che non mi ha dimenticato, che non mi ha rimosso completamente, che si ricorda di tutto quello che abbiamo fatto e che rimpiange tutto quello che non faremo mai.

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