Probabilmente c'è una spiegazione scientifica.
Però, un po' a logica un po' a sensazione, ti dico la mia opinione.
Credo che alla base ci sia la necessità insita nell'essere umano di avere certezze.
Tra l'altro mi sono accorta che questo concetto è applicabile a un sacco di comportamenti umani a ben vedere.
In questo caso comunque, accade che al buio, cioè in assenza di luce, ciò non sia possibile. Perché appunto, non vediamo.
O perlomeno non esattamente.
Quindi cerchiamo di aggirare questo limite immaginando ciò che nell'oscurità possa esserci.
E qui penso entri in gioco un altro aspetto del bisogno di certezze. Cioè che laddove una cosa non è "certamente" o buona o cattiva, la immaginiamo a noi sfavorevole o avversa.
Non so dirti perché la mente metta in moto un meccanismo negativo e non viceversa uno più rilassante. Magari è per un istinto ancestrale, per prepararsi al peggio e fronteggiarlo senza farsi cogliere in contropiede.
Però per mia esperienza so che la paura nasce in me solo se ci penso. E che più ci penso più cresce.
Altrimenti non temo.
E siccome io il buio non lo percepisco come ostile, raramente mi innesca questi pensieri.
Anzi.
Per me è decisamente "bene". I miei ragionamenti migliori sono sempre nati dopo il crepuscolo.
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