@risatedicarta4676

merak

Ask @risatedicarta4676

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Vorrei che ask tornasse quello di una volta: c'erano domande intellettuali e non so chi di voi si ricorda "i days". Saresti interessat* a ricevere giornalmente delle domande interessanti? 🌿 Fammi sapere cosa ne pensi ✨

Asdfghmiao22’s Profile PhotoViolet.✖️
Son sempre aperta ad iniziative finalizzate a riportare in auge la piattaforma! u.u D'altro canto, essendo io approdata in un periodo ormai ben distante da quella che fu l'epoca d'oro Askiana, non mi spiacerebbe affatto assaporare un accenno di ciò che hanno avuto la possibilità di esperire gli utenti iscritti in quel rigoglioso periodo. Ben vengano, quindi, nuovi quesiti innovativi e stimolanti – anzi, nella piatta e desolante omologazione che predomina il panorama della nostra bacheca domande, costituiranno una piacevole ventata di aria fresca, e andranno ad aggiungersi a quei pochi ma validissimi contributi rimasti ad impreziosire il sito!
Per quel che mi riguarda, benché purtroppo non possa garantire alcuna costanza sulle mie risposte, avrò lo stesso piacere a ricevere quotidiani spunti di riflessione su cui ricamare ragionamenti.~

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Buonasera.

Santi numi! Cosa veggono le mie fosche pupille? Un raro esemplare di anon che, nel suo palesarsi all'utenza, non si è affidato alla barbosa consuetudine delle uscite di natura casuale, prive di senso logico, sopra le righe, oppure intenzionalmente provocatorie, imbarazzanti, lesive – nei riguardi del prossimo e/o del nostro povero e bistrattato idioma madre – o inopportune? Esordendo, per giunta, con pacata educazione e secondo le basilari norme di una conversazione svolta in termini civili? Cielo... dov'è il WWF?! Qui parliamo di una specie a rischio d'estinzione!

Buongiorno ☀️ qual'e il primo pensiero appena ti svegli? ✍️

Vanessa_lombardi’s Profile PhotoStupidaAnimaFragile
In questo periodo specifico, a perforare la mia mente al pari di una trivella vi è un solo il ferreo monito che mi intima di dover studiare per un esame imminente. Il pensiero successivo è una sua diretta conseguenza, e recita più o meno così: «Oh, gosh... che darei per prendermi una vacanza dall'università – anzi, facciamo direttamente da questa vita – e sollazzarmi per qualche mese alle Bahamas/Hawaii/x meta del mondo ristoratrice e sufficientemente distante dal tugurio in cui vivo». Sai, una vocina al mio interno mi sussurra che potrebbe corrispondere alla panacea di tutti i miei mali. Peccato che io sia costretta a dover seguire i dettami della seconda, che mi rammenta il come gli unici viaggi che al momento le mie finanze mi possono concedere siano di natura mentale; a quel punto mi limito a sospirare di sconforto, a trascinarmi a forza giù dal letto e a soffocare la mia insoddisfazione dietro la consolante promessa di un caffellatte riparatore.

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Buongiorno! Oggi mi sento di "riciclare" una domanda che sicuramente hanno fatto anche a te quand'eri bambin*, perciò ti chiedo: chi vuoi essere da grande?

Thomaszanche’s Profile PhotoThomas
Una persona felice. Serena, stabile, appagata da ogni aspetto della propria vita e in pace con se stessa. È l'unica risposta salda, concreta, che posso vantare di stringere fra le dita incerte dopo aver rovistato fra le tasche scomposte della mia realtà, districandola dalla presa sinistra delle incognite accumulate contro la stoffa. Il resto verrà da sé.

Ti ho persa e mi manchi

Premesso che al 90%, in situazioni di questo stampo e maturata un certo tipo di esperienza all'interno di questi lidi virtuali, non nascondo di nutrire la brutta impressione che dietro tale dichiarazione si celi un troll – e probabilmente la mia natura guardinga e sospettosa assumerà un peso di rilievo nelle mie considerazioni –, lascio comunque uno spiraglio di dubbio aperto: se le tue parole fossero sincere e avessi semplicemente timore a mostrarti, qua su Ask, con un'identità in grado di consentirmi di riconoscere chi si cela dietro la loro stesura, ti invito a contattarmi privatamente su IG, così da illustrarmi la situazione in esame. Questo poiché son davvero rari i casi in cui scelgo di troncare di netto un legame: solitamente, se arrivo a propendere per un'opzione tanto definitiva, è per via di episodi di una gravità tale da portarmi a ritenere il suddetto rapporto oramai irrecuperabile (e le basi su cui si fondava irrimediabilmente compromesse dalla vicenda), altrimenti in genere non ho problemi a riallacciare i contatti con persone con cui mi sono trovata bene. Può capitare, al massimo, che talvolta diradi - o interrompa per brevi periodi - la frequenza con cui si conversa per via di impegni pressanti che gravano sulla sfera personale, ma non arrivo mai a cancellare dalla mia vita quel determinato soggetto: in breve, salvo casi eclatanti, son sempre favorevole ai riavvicinamenti.

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La solitudine è il teatro dei risentimenti?

Non vi è niente di più neutro della nuda solitudine, a mio avviso, modellabile dal nostro cuore a seconda dei sentimenti che crepitano al suo interno. Se quel cuore cova pace, se è sospeso nell'equilibrio e nella soddisfazione più placida, il silenzio della solitudine non assumerà mai il peso di un macigno, bensì si intaglierà in una leggerezza consapevole di chi è a posto con se stesso. Molto ambita, come tipologia di solitudine – ed altresì la più rara, lol, la più ricercata –, poiché non corrisponde a una tragica conseguenza, e il ritrovarsi a tu per tu con la propria persona è vista come occasione per un dialogo costruttivo e pacato.
Se quel cuore è vittima dell'odio, invece, se nella sue pareti giace indelebile, a fuoco, un nome scritto con precisione rabbiosa, la solitudine sarà uno spazio soffocante, sarà sdegno, sarà rancore bieco e affanno, sarà veleno. Il teatro risulterà vuoto, ma il petto ingombro e saturo spasimerà la libertà di un applauso, e pregherà di abbandonare le assi instabili di quel palco che mai per un istante si è sognato di calcare.

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Siete più da videogiochi o un buon libro?

lenticchie99’s Profile Photoelisa
Entrambi, in verità. Benché in misure e modalità che differiscono, non ho potuto fare a meno di notare che ogni composizione di stampo creativo smuove e funge da nutrimento ad una specifica radice del mio essere; e se il mio debole è l'altro, la sua storia, mi verrà naturale ricercarla fra i meandri di quella intessuta dalle sue dita e che ci ha tenuto a narrarmi – o che io stessa recepisco, a seconda di ciò che in quel momento necessito di sentire. Insomma, studiare la mano dell'autore fra le righe, carpire i suoi intenti (vuole stupire l'audience? Scandalizzarla? Scuotere le coscienze? Cerca un confronto, da parte nostra? Una smentita?) nel dialogo senza voce che si crea tra donatore e ricevente - d'altro canto, non è proprio l'opera in sé a vestire i panni di un ponte di contatto fra il rispettivo fautore e il pubblico a cui è somministrata?
Per quel che concerne la prima forma di intrattenimento, a seconda del genere per cui è stata elaborata, ne ho sempre usufruito al fine di sfogare le mie energie, anelare una pausa dall'uragano di pensieri da cui cercavo di far ritorno il più tardi possibile, oppure, nel caso della mia tipologia prediletta di tali prodotti, lasciare che mi catturasse la trama e i molteplici sviluppi in cui si diramava, nonché i personaggi che quest'ultima l'avrebbero esperita, e poi modellata – tramite le scelte che noi avremmo attribuito ai loro temperamenti.
Dietro i libri, invece, ero solita rifugiarmi e osservare il mondo dal loro angolo di carta, quello più protetto. Quello che maggiormente mi limitava, segregata, com'ero, in seconda linea. Ora che nell'arena della vita ho fatto anche io la mia comparsa, però, non ho più la minima intenzione di farne utilizzo come scudo, né tantomeno in qualità di arma. Non renderebbe loro giustizia. Forniranno una nuova chiave di lettura tramite cui interpretarla – che sia rabbonirla lievemente laddove serva stemperare l'amarezza, oppure ravvivarla con del pepe negli intermezzi di forzata staticità.

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Ultimo giorno, ultima citazione. Pubblica una citazione che ti piace

Ila_cre’s Profile PhotoIla♥️
«Beh, Shinj, io non posso fare altro che starmene qui ad annaffiare. Però, quanto a te, quanto a quel che non puoi fare che tu, per te qualcosa da poter fare dovrebbe esserci. Ma non ti costringerà nessuno: pensa da te stesso, decidi da te stesso, che cosa adesso tu stesso debba fare. Beh... che tu non abbia rammarichi.»
*
Non appartiene a un lungometraggio, è vero, tuttavia tale gemma di Cannarsiana memoria splendeva talmente di inenarrabile e trashosa bellezza, che come mi sarei potuta esimere dal riportarla?

Sei una filosofa per me

Malgrado mi ritrovi a volteggiare di sovente in riflessioni di stampo esistenzale – ricami di pensiero che puntualmente, di seguito, sono solita propinare ai malcapitati che inciampano sul mio profilo –, quella da te menzionata non è una veste in cui, personalmente, mi riconosco, ma ti ringrazio ugualmente per il termine lusinghiero.

Dicono che lo specchio ci mostri 5 volte più belli di quello che siamo. E se esistesse uno specchio che rivela il vero mostro dentro di noi? Come sarebbe questo mostro interiore?

TheLastMattoUrlante’s Profile PhotoTheLastMattoUrlante
Per quanto mi piacerebbe affermare di non conoscerlo affatto – e in fondo non corrisponderebbe del tutto a una menzogna, la mia –, io so per certo, e lo so senza la necessità – né il coraggio – di guardarlo, che il sorriso di rassegnata mestizia che si affaccia dall'altro lato della barricata di vetro corrisponde esattamente al mio. E così gli occhi, incrostati della agitazione più nuda e di febbrile insicurezza, e il cuore che è rabbia repressa, insoddisfazione, e mente che è radice di dubbi e spasimi di stabilità latente. I capelli, le labbra serrate. Le fattezze son le mie. Mie e mie soltanto. Perché sono io il mio mostro, il mio nemico, e sono al contempo anche la mia salvatrice. Mio aiuto, mia debolezza, mia condanna e mio perdono. Non potrebbe essere altrimenti, perché è alle mie membra che il riflesso combacia con una precisione che odio, ed è sempre sotto la mia pelle che talvolta smuove anima e carne alla furiosa ricerca di una libertà che sarei ben lieta di riservargli, se solo fossi a conoscenza, io in primis, della sua ubicazione. E se è vero che quest'ultima corrisponde ad una fasulla illusione, poiché da da sé stessi, si sa, non si può scappare, beh, allora la sfida maggiore è indubbiamente rappresentata dal riuscire ad accettare questa forzata e definitiva convivenza; accettare il proprio riflesso, con tutto ciò che ne consegue. AccettarSi, accertarsi davvero, malgrado la consapevolezza che dall'altro lato si sporga la parte di noi con cui non si desidera ricongiungersi. Ed è un passo che io, per il momento, non dispongo della sufficiente forza di portare a compimento. Non voglio ancora incontrare il riflesso dall'altra parte dello specchio, perché non riuscirei a sostenerne lo sguardo.

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Foto tua?

Nella piattaforma di Instagram può verificarsi, benché con cadenza piuttosto saltuaria, che ne piazzi qualcuna di straforo nelle storie, delf- a-ehm, anon curioso/a, ergo, se nutri la necessità di porre fine al profondo arcano che permea le fattezze della mia figura, ti rimando alla via di cui sopra. Su questi lidi, invece, preferisco incentrare il focus esclusivamente su fotografie di parole ed istantanee di pensieri, ognuna delle quali da affiggere alla sconclusionata bacheca di questo ancor più sconclusionato profilo. Corrisponde a quanto di più intimo e riconducibile alla mia persona potrai mai rinvenire qui sopra, e ti assicuro esserlo addirittura in misura maggiore rispetto a una qualsivoglia immagine della sottoscritta.

Se avessi solo una scelta, chi sceglieresti per cantare le sigle dei cartoni animati fra Giorgio Vanni e Cristina D'Avena?

zirobnum’s Profile PhotoZirobnum
Urca, son questi gli schieramenti che portano a conseguenze del calibro di Civil War.
Ad ogni modo, non me ne voglia la divina, ma come potrei mai privarmi permanentemente del caratteristico timbro graffiante del Giorgio nazionale sulle note di quel gioiello formato sigla di “Yu-Gi-Oh!”? Al di là di altri suoi contributi sonori di eccezione che soggiornano in un cassetto della memoria di tutti gli appassionati, il corrispettivo italico dell'opening di cui sopra gode, da parte mia, di un ricordo affettuoso e grato, di stampo agrodolce, per via del suo aver costituito uno dei - seppur limitati - appigli sereni nel dedalo di chiaroscuri in cui si è tradotta la mia travagliata adolescenza. Risulterò quindi di parte, ma non c'è storia: quel pezzo appartiene a lui e lui soltanto, e non riuscirei mai a figurarmelo soppiantato da un'altra voce. *sospiro nostalgico*

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Il ragazzo con cui mi sento mi ha fatto spesso scenate di gelosia, dice che esco con altri, se non rispondo subito si infastidisce (mentre lui può fare quello che vuole) e in tutto questo non vuole niente di serio... Perché fa così? Mi fa stare male

Non starò qui a dilungarmi sulle plausibili cause – sulle quali lo scrupolo di interessarsi e indagare dovrebbe porselo, al massimo, il diretto interessato (e preferibilmente per mezzo dell'ausilio di un professionista), della cui consapevolezza in merito alle problematiche che scatena il suo modus operandi ho ragione di nutrire profondi dubbi, così come sul fatto che la questione lo impensierisca in qualche maniera –, ritengo invece che il quesito su cui interrogarsi sia un altro: come mai, sulla base di tale fritto misto di atteggiamenti discutibili e sgradevoli, tu seguiti a dilapidare il tuo tempo, le tue energie e la tua salute, sia fisica che mentale, dietro un individuo di tale risma? Per quale ragione gli consenti il perpetuo sbocco fra le pieghe della tua vita e il conseguente rilascio di spore inquinanti, anziché sigillare ogni passaggio e rifilargli il benservito?
Per quanto tu possa essere coinvolta a livello sentimentale, costui non ha esattamente dato prova di incorporare il tipo di persona, equilibrata e matura, da volere al proprio fianco, o mi sbaglio? Per carità, io ignoro l'assetto di valori e caratteristiche che ricerchi in un potenziale fidanzato, ma ho come il sentore che, data la tua comprensibile insoddisfazione, il tale in esame ne incorpori diverse distanti anni luce da quelle desiderate in un ideale compagno di vita, e il fatto che non sia per nulla intenzionato ad impegnarsi costituisce, per quel che mi riguarda, il primo campanello d'allarme. Sempre che tu non voglia una frequentazione sullo stesso piano, beninteso, ma in quel caso dovreste sentirvi legittimamente ambo liberi di vedervi in leggerezza e di organizzare uscite con altri possibili partner, senza che questa persona si permetta di stabilire che le regole non valgano per entrambi. Insomma, a prescindere di quale sia la vostra situazione nello specifico, ci guadagneresti in misura maggiore a troncarci i contatti e a far spazio a qualcuno più meritevole delle tue attenzioni.

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Capelli lunghi o corti?

Durante l'infanzia beneficiai di un visetto che, nel suo essere piuttosto tondo e pienotto come una mela matura, era dotato di sufficiente delicatezza nei lineamenti da reggere – e addirittura essere risaltato da – anche tagli più corti e affilati. Insomma, potei sperimentare di tutto: dalla chioma gemella della zazzera di Raperonzolo alle capigliature all'epoca comunemente definite “alla maschietta”, riuscendo ad apparire graziosa in ogni caso.
Bene, questo superpotere si volatilizzò decorsi gli otto anni d'età. Attorno ai tredici me ne infischiai ugualmente e, spinta anche dalle esortazioni mia madre, abbandonai anni di comfort zone composti da schiere di code di cavallo, e sperimentai l'ebbrezza del classico caschetto (con tanto di frangia voluminosa volta a fagocitarmi parte di quel volto già microscopico di suo, giusto per rendere lo sfacelo completo). Inutile dire che il risultato fu qualcosa di disastroso, e passai i mesi successivi a camuffarne la forma come meglio potevo, nonché a pregare ardentemente che quelle infauste punte mutilate ricrescessero il prima possibile, così da porre riparo a uno degli errori più madornali che commisi nella mia vita.
C'è da dire che la mia famiglia non è nuova quanto ad episodi traumatici insorti dal parrucchiere, poiché la stessa sorte si abbatté funesta sulla psiche di mia sorella non molto tempo dopo la mia dimenticabile esperienza – e lei fu talmente sconvolta dal taglio che si rifiutò categoricamente di farsi sfiorare dalle lame delle forbici per diversi anni.

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Fondiamo un piccolo club virtuale di askers dove l'unico obbligo è fare qualche domanda interessante o sensata o diversa dal solito? Quando volete ovviamente, nessuna pretesa.

Neanche a farlo apposta, giusto ieri @longlostintheink mi aveva accennato qualcosa, a riguardo, e non posso che essere dei vostri! La trovo un'iniziativa davvero carina, quella di preservare la parte sana e stimolante di Ask radunando quei pochi superstiti ancora disposti a servirsi della piattaforma per lo scopo principale per il quale era stata creata (e che persino i suoi medesimi sviluppatori sembrano ormai aver perso del tutto di vista, sob), e, malgrado i tempi biblici che sono soliti scandire l'incostante frequenza di postaggio dei miei papiri di risposta – soprattutto in un periodo in cui dispongo a malapena delle energie per maledire mentalmente questa piaga afosa –, sarei ben felice di fornire il mio contributo a questo simpatico progetto!
Dov'è che si firma? u.u

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Semplicemente “come va?”

Va che... non lo so, in effetti. Non so nemmeno se sia effettivamente felice. So che sono molto confusa ed eccitata, in compenso, frastornata, malgrado oramai sia trascorso un giorno esatto da quella stordente proclamazione, e ci sono molte cose che devo ancora realizzare, prima fra tutti le dosi di resistenza che credevo di non avere.
Nella corsa ad ostacoli che era diventata la mia vita da diversi mesi a questa parte, nell'ultimo tratto che anticipava il fatidico traguardo, avevo cominciato ad arrancare, provata; ero stanca, sfiduciata, e sapevo che le mie forze e la mia sanità mentale stessero giungendo al limite, al punto che avrei davvero voluto fermarmi a qualche passo dalla linea di arrivo e riposare prima del previsto.
Ancora adesso non ho idea da dove diamine abbia tirato fuori la mia ultima riserva di energie, so solo che fra le mani che la cercavano, febbrili e arse dalla fatica, vi figuravano anche quelle delle persone che più mi erano rimaste accanto in quei momenti, e che credevano in me più di quanto probabilmente sarò mai in grado di fare io stessa. Avevano l'odore più buono del mondo, quello della fiducia. Quello dell'amore. «Non cedere, sei arrivata. Non cedere proprio ora.»
So che è stato strano. Non ho pianto, se non prima che tutto ciò si consumasse, nel mio essere divorata dall'ansia e dalla paura più nera, con i postumi di una notte quasi completamente in bianco alle spalle. So solo che il dopo è stato un turbine di sorprese ed abbracci, di foto – che l'emozione non mi ha reso indigeste come in qualsiasi altra occasione –, di congratulazioni, di gioia ed eccitazione che si imprimevano in quell'aria così piacevole ed estranea alle tremende note torride dell'estate a cui sono avvezza. Me l'hanno resa più tollerabile.
Sai cosa? Forse in fondo un po' felice lo sono, finalmente.

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Semplicemente come va

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Perché una rosa come foto? Mi ha colpito, scusami la curiosità ahahah

mvdask’s Profile Photomvdask
Ciao, non ti preoccupare! ^^
L'ultima cosa che troverei fuori luogo, in un social improntato sulle domande, è la curiosità –
se non quella invasiva di certi anon molesti, ma sorvoliamo –, e sono ben felice di avertela destata tramite questa mia scelta. Proprio per tale ragione, auspico di non smorzare il tuo entusiasmo rendendoti noto il come, in verità, non vi figuri chissà che ragione recondita dietro la suddetta: semplicemente, mi garbava. Più che il fiore in sé – a cui da sempre, comunque, conferisco un certo fascino maestoso –, ad avermi intrigata è stata la particolarità degli accostamenti cromatici, molto suggestiva, assieme all'effetto nostalgico ed enigmatico che mi sembravano evocare, come muto di una malinconia trattenuta. L'atmosfera che ne traspariva, per intenderci. Mi colpì, quando la scovai per caso, e ai tempi venni invasa dalla consapevolezza che niente avrebbe mai potuto rappresentarmi meglio di come avrebbe fatto lei, nel periodo in cui mi rituffai su Ask in groppa a un secondo profilo nuovo di zecca.
Tuttavia, ad onor del vero, mi tocca ammettere che anche il protagonista stesso dell'immagine può essere accomunato alla mia persona, in fondo! Non per via del portamento distinto, intendiamoci, lontano anni luce dall'impacciataggine della sottoscritta, bensì osservandolo da una prospettiva puramente simbolica: dietro un groviglio di spine figlie di insicurezza e diffidenza, infatti, in loro custodia rinveniamo uno stelo morbido e delicato – a testimonianza del fatto che, a dispetto dei confini che delimito fra me e l'altra persona al fine di tenerla a distanza, in particolar modo i primi tempi, mi caratterizza la fragile tendenza ad affezionarmici, ahimè, con disarmante facilità.
Ti ringrazio per la domanda e auspico le mie delucidazioni ti abbiano fornito un quadro più chiaro sulla questione!

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Tornata l'ispirazione ahahah Sono un frullato di idee

Giuseppe_Mansi03’s Profile PhotoGiuseppe Mansi_Apollyon
Buono a sapersi! Vorrà dire che, nel momento in cui ti appresterai a pubblicare la tua bambina – da quel che ho inteso – sulla piattaforma di Wattpad, sarà mia premura zompare a buttarci un occhio. ;)
Per il resto, come già ribaditoti da mi' moglie, se necessiti di ulteriori dritte e consigli sai dove trovarci! u.u

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Secondo te, esiste una definizione alternativa ditradimentoche va oltre quello sessuale? Se vuoi, amplia 😋

ZeroPage’s Profile PhotoJim
Esiste, sì, e Dio solo sa in quante forme. Quello da te citato è senza dubbio il più riconosciuto, in virtù del suo costituire altresì il maggiormente eclatante. Poi ce n'è un altro, che mi preme particolarmente, e che si lega in maniera inevitabile al primo - anzi, potrebbe essere considerato una sua diretta conseguenza, o forse il padre di tutti i sottogeneri: il tradimento della fiducia. Spezza il legame fin alle sue fondamenta, lo lacera e lo deteriora fino a sbriciolarlo. Ne consegue che la base di appoggio non sia più solida, indebolita dall'impatto, e che non regga più il peso del resto, dello shock, del dolore, del risentimento, del rancore feroce, dell'angoscia, di quell'amore tanto incondizionato che muta in veleno e che ci ritroviamo incapaci di convertire in odio, per quanto vorremmo. Rimangono solo cocci, e il silenzio che li accompagna impiegherà un po' a ripulirsi del ricordo di quei pezzi che vanno in frantumi.

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Cosa faresti se un mattino ti svegliassi e ti accorgessi che la tua vita è stata tutta una finzione e che tutto ciò che hai vissuto non era reale?🙂🤨👁️

alexandro7558’s Profile PhotoAlisandro
Ti dirò: in questi giorni, lo pregherei, lol. È un periodo in cui la mia vita si può riassumere come un pendolo che oscilla fra brevi intervalli quieti di riassestamento e lunghi crolli brutali in grado di farmi franare a terra. Nel mezzo vi sono io, ormai stanca, provata, che mi sforzo di non cedere e arranco quasi del tutto priva di forze e fiato.
Insomma, si prospettano una serie di settimane a dir poco deliziose, per il mio equilibrio psichico! ✨

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