“Ci sto riuscendo. Non ti penso più la mattina. Né dopo mangiato. Né la sera. Non ti sogno più. Qualche volta ritorni, ma concedimelo. Qualche volta si, mi manchi. Ma mi sto abituando. E sto combattendo. Qualche volta annego nei ricordi, ma sto imparando a nuotare. Qualche volta voglio vederti. Qualche volta mi faccio filmini mentali, penso a come sarebbe stato, a cosa è stato. Ma ho capito che devo guardare avanti. Cazzo è difficile, sai? Però ci sto riuscendo. Forse ti dimentico.”
“Vorrei potermi svegliare una mattina e vederti al mio fianco, così ti bacio sulla fronte e ti sussurro buongiorno, e ancora in pigiama mi alzo e preparo la colazione, così che quando ti svegli è già pronta. Vorrei poterti salutare la sera e abbracciarti sotto le lenzuola, non lasciarti andare a casa nelle tue coperte fredde, che ti scalderei solo io.”
“Io lo voglio testardo, che mi tiene testa fino alla fine, orgoglioso quanto basta. Lo voglio geloso da morire, ma di quella gelosia morbosa che lo manda fuori di sé. Voglio che mi mandi a fanculo per tutto il giorno e la sera se ne esce con qualcosa di dolce per rimediare. Voglio che mi stia con il fiato sul collo, che accetti il mio caratteraccio, che ci scanniamo dalla mattina alla sera per poi fare pace e magari trovarmi un messaggio con scritto: “Sei una stronza e non ti immagini quanto ti odio, ma senza di te non ce la faccio.”. Vorrei poterci scherzare tranquillamente. E voglio che mi ami da morire. Lo voglio come me.”