Diede prima un colpo, poi due, tre, quattro. Crescevano di intensità, così come il calore improvviso all'altezza del bassoventre. Mi avvicinai alla controparte, afferrandole il viso tra le mani. 〈 Bravissima, così ti voglio. Sono fiera di te. 〉ciò detto, la baciai con maggior trasporto.
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Fu soddisfacente colpire quella macchina. Sentì tutta l'adrenalina e la rabbia repressa dentro uscire di colpo, sentendosi più leggera. Era stato terapeutico, anche se non credeva lo avrebbe rifatto più. Questo colpo di testa era bastato ed avanzato, lei di temperamento era abbastanza mite.
Ricambiò quel bacio di Chris, le labbra erano leggermente salate complice la salsedine e le lacrime che le avevano bagnato le labbra. Fece slittare la lingua dentro, sfogando tutte quelle emozioni che quella strana gita fuori porta le aveva dato ed afferrando i suoi capelli biondi.
« Ti senti meglio adesso? » mormorò ad un centimetro dalle sue labbra.
un modo per stabilirsi qui. Ti ringrazio, mi amor. 〉mi sporsi dal tavolo per darle un bacio a stampo, sulle labbra. Tempismo perfetto: il cameriere era appena arrivato con i nostri ordini.
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Ricambiò il bacio, imbarazzandosi un po' visto che proprio in quel momento era arrivato il cameriere con le loro ordinazioni. Audrey per quanto amasse la sua Chris era parecchio riservata. Fece un sorso della famosa sangrìa che aveva ordinato la sua fidanzata, un po' per aiutare a stemperare la situazione. Ora che ci stava ragionando: avrebbe avuto suo suocero sempre vicino, le metteva un po' d'ansia.
« Sarà strano avere il proprio suocero sempre vicino... » addentò uno dei nachos, che fame.
conveniente lavorare col proprio padre: se diventasse troppo invadente? ⟩
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« Glielo diresti. Metteresti dei limiti che lui dovrebbe rispettare e, immagino, anche tu i suoi. Al momento credo sia l'unica ipotesi ragionevole. » la sua mente cominciò a formulare diversi scenari e nessuno era meglio, anzi sia mai fosse venuta un'altra come la giumenta o più bella di lei che le avrebbe portato via Chris.
« Questo devi deciderlo tu, insieme ai tuoi fratelli ovviamente. » per quanto le piacesse Trent e fosse entusiasta all'idea di partecipare attivamente ad un pezzo di vita così importante per la sua fidanzata, non voleva essere egoista.
« Tuo padre è molto competente. Sa il fatto suo e di certo conosce molto bene questo ambito, ma è pur sempre tuo padre. Ti va bene lavorare con lui? O ti dà noia? » cercava di farla ragionare in quel senso li, aiutarla a capire i pro e i contro.
una strategia diversa da quella che aveva in mente lei. Vabbè, in parole povere: vorrebbe diventare lui il mio manager. E nel caso io accettassi la proposta, vorrebbe coinvolgere anche te in alcuni progetti degli Halestorm. 〉
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Tirò un sospiro di sollievo a sentire quella notizia visto che si era già prefigurata il peggio. Tuttavia, dopo aver disteso i nervi, le venne naturale assumere una faccia perplessa ed anche un po' divertita.
« Tuo padre ne sa molto nel suo campo, potrebbe essere un valido sostituto di quella giumenta. Tuttavia, non so quanto potrei essere utile. » anche perché non voleva che Chris potesse sentirsi a disagio con lei attorno, le stava bene stare nelle retrovie.
dita alle sue, abbozzando un sorriso. Era così bello vedere la mia Audrey libera, sicura di sé: mi stava tenendo le mani in pubblico senza avere più paura. 〈 La cosa di cui ti devo parlare riguarda mio padre. 〉
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Il fatto che si trattasse di Trent subito la fece scattare, corrucciando la fronte in un'espressione interrogativa. In primis perché teneva molto all'uomo, dopotutto era stata la figura più vicina allo zio che aveva e poi si trattava pur sempre del fidanzato della sua Chris.
« È successo qualcosa? » non sapeva neanche lei a cosa pensare, se qualcosa di positivo o negativo.
Mostrò una faccia fintamente risentita per quella presa in giro, lo sapeva anche lei che non reggeva niente.
« Va bene, ma un piccolo sorso lo faccio. » bofonchiò, finché non venne la cameriera a cui indicò tutte le ordinazioni. Finalmente, quando furono libere, prese la mano di Chris e la strinse delicatamente, intrecciando le dita.
mano di Audrey e ci dirigemmo, insieme, dentro al Salsa&Salsa. Il cameriere ci portò verso un tavolo vuoto, al quale ci sedemmo. 〈 Ho una gran voglia di fajitas. Tu? 〉domandai, porgendole il menù. Era meglio procedere per gradi, prima di sganciare la notizia-bomba.
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All'interno di quel locale, così come alla Llorona, Audrey si sentiva a casa; quella vera, non di Toronto. Era cresciuta con la madre che le insegnava passo per passo le ricette culinarie del Venezuela e con la sua \ abuela \ parlare a telefono di strane tradizioni che ogni anno ripetevano a casa loro, nonostante la distanza. In quel momento, le parve quasi geniale portare Christine nella sua terra natia. Sì, i suoi parenti sarebbero stati sicuramente più clementi di sua madre, ma non voleva metterle fretta. Stavano solo da due mesi insieme e non voleva spaventarla, fare il passo più lungo della gamba.
« Prenderò una quesadilla e sicuramente i nachos, ti va di dividerceli? » avrebbe preso volentieri anche la sangria, ma reggeva poco e niente.
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scoccandole un'occhiata tenera. 〈 È una cosa bella. Avevo bisogno di tutto questo. 〉
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Afferrò la sua mano e scese anche lei dalla moto, mettendo il casco nell'apposito posto. Tuttavia non si aspettava quell'ammissione romantica da parte della rockstar. C'era da dire che da quando avevano cominciato a fare sul serio, ancora prima che si fidanzassero, aveva notato un cambiamento positivo in Christine: era diventata più tenera, più dolce, la bambina di cui era sempre stata perdutamente innamorata. Però ancora non si era abituata a quei momenti, a quegli occhi grigi traslucidi di affetto che aveva per lei. Le ricambiò lo sguardo tenero, dandole un piccolo bacio sulle labbra.
« Ed io di te. » le afferrò poi la mano fino all'ingresso del locale. Era il loro primo appuntamento da donne "libere", non c'era più nessuna manager che ostacolava il loro rapporto.
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O da Burger Prince. Quale preferisci? 〉
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« Mh, andiamo da Salsa & Salsa, da un po' che non ci vado. » Christine era l'unica distrazione che si concedeva in quel periodo, anche perché in generale non aveva molto da fare. Audrey non amava particolarmente uscire, era piuttosto casalinga, anche se grazie al coming out aveva stretto nuove amicizie. Quindi, quando aveva un momento libero, preferiva passarlo con la sua fidanzata..che strano solo a pensarci.
raggiunse, le porsi il casco, non senza prendermi volentieri quel bacio sul naso. 〈 Tutto bene? ... Dai, salta su. 〉e feci ancora una volta rimbombare il motore, prendendomi gli accidenti di tutti i ragazzi che erano alla Warner probabilmente. Ero troppo contenta di uscire con Audrey dopo quelle settimane infernali; non vedevo l'ora di raccontarle della proposta di mio padre.
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A quell'amore della mia vita il cuore di Audrey sobbalzò e di colpo le guance si arrossarono di poco. Sentì la piccola Audrey nella sua testa mormorare un "hai capito come ci ha chiamato" saltellando di gioia.
Sbuffò una risata, ancora imbarazzata, prima di sistemarsi il casco e mettersi sulla moto. A pensare che prima voleva nascondersi da tutti per vivere la sua relazione, mentre adesso non le fregava più di nulla a parte della loro felicità che non avrebbe permesso a nessuno al mondo di rovinare.
« Dai smettila...alcuni stanno studiando. » le diede un colpetto sulla spalla, prima di attaccarsi al suo corpo poggiando la testa su di lei.
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