Ingmar Bergman, uno dei registi più celebri nella storia del cinema.
Grande sperimentalista che non indietreggia alla messa in scena di paure, alienazione e verità scomode.
I suoi film sono lo specchio dell’animo umano, oscuro, fragile. E l’animo umano diventa il sale dei suoi film.
È un’impresa difficile amarlo se non lo si comprende a fondo.
Perugina?
Sì, lo sono.
L’attrazione per l’intelletto e l’avere una stessa visione del mondo e vederlo dalla stessa ‘prospettiva’ è fondamentale per me.
È importante un alto livello cerebrale.
Grazie.
Tutti sognano un posto ideale?
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L’autenticità e il saper usare il cervello.
Chiaramente se queste ci sono.
Carino.
È ovvio che non puoi.
Faccio la frangia quando ho voglia.
Un giorno sì, un giorno no.
Un giorno ho i capelli corti, un altro li ho ricci.
Vado dove mi porta il capello.
La gente, molto spesso, mi chiede se credo nell’amore.
Prima di tutto: cos’è l’amore?
Dopo il prima di tutto: esiste almeno e ancora l’amore?
I social fanno perdere definitivamente la fiducia nell’altro. Non c’è cosa più disgustosa quanto normale.
È tutto in vetrina e tutti possono guardare.
Ragazze illuse e ragazzi poco credibili.
Ci si dà e si viene resi comuni.
E io rispondo: no, non ci credo.
È da un po’ di tempo che studio il meccanismo di un altro social ed è imbarazzante.
Sarei curiosa di vedere ragazzi che non mettono like a tutte le ragazze, ma restano fedeli con gli occhi e coi fatti solo alla propria ‘amata’.