Ciao Meta!
Bellissima domanda a cui penso sia complicatissimo dare una risposta concreta per una miriade di fattori sociali di cui io in primis non sono a conoscenza.
Ad ottobre circa ho iniziato pure un percorso di psicoterapia proprio perché stavo passando un periodo di grandi cambiamenti e di conseguenza il mio approccio alla vita era di completo smarrimento.
Non sapevo né chi fossi, né chi volessi diventare e nonostante ciò le giornate scorrevano ad un ritmo per me insostenibile, a tal punto da raggiungere il burnout, ma questa è un'altra storia.
L'esperienza mi ha insegnato tante cose, sicuramente la più importante è che cercare di rispettare le aspettative "altrui" ti porta inevitabilmente a perderti. Purtroppo la società di oggi non aiuta alla scoperta di sé, ogni giorno veniamo bombardati da un'idea di successo ben specifica, prettamente materialistica e per moltissimi irraggiungibile.
Specialmente in Italia, dove superati i trent'anni devi assolutamente sapere cosa vuoi fare nella vita, vivi nella pressione di dover dare risposte sul tuo futuro anche se non sai cosa vuoi fare, ma soprattutto chi sei e cosa vuoi diventare.
Nietzsche diceva: "Diventa ciò che sei" io credo che la chiave per poter vivere una vita dignitosa sia questa, a prescindere dall'idea di successo che la società ti impone indirettamente.
Allontanare le persone che non credono in te e nella tua visione delle cose, ma senza stare col paraocchi.
Io personalmente ambisco a scoprire chi sono, lontano dalle idee che sono radicate in me e che mi fanno (ancora) stare male.
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