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Storia?

Seguiteci per avere altre storie<3
- Pronto?
- Andre mi senti?
- Si Giulia, cosa succede?
- Non lo so Andrea, non lo so
- Stai piangendo?
- Sto per morire Andrea
- Ma cosa diavolo stai dicendo? Giulia dove sei?
- Sono sul terrazzo Andrea e fa freddo
- Che ci fai lì? Torna dentro
- Voglio finirla qui Andrea, finire tutto
- Giulia, non dire cazzate! Dove cazzo sei, cosa cazzo fai?
Non smettevo di piangere. Era la prima volta che lo chiamavo, la prima volta che lui sentiva la mia voce e viceversa.
- Hai una bella voce Andrea
- Giulia rispondimi!
Non so del perchè l’ho chiamato, so solo che lui avrebbe capito. E che era davvero l’ultima persona che volevo sentire.
Fa freddo, e il vento passa attraverso i miei capelli.
- E’ alto sai?
- Giulia, ti prego, cosa stia facendo?
- Sia, Andrea, ho sempre avuto paura delle altezze. Eppure eccomi sul cornicione e sotto ho il vuoto. Andrea, non sono affatto forte e lo sai, come sai che ho sempre voluto volare. Ed il vento oggi vuole darmi questa possibilità
Ero con le lacrime agli occhi, e con il pianto silenzioso. Lui così troppo lontano da me.
- Giulia ti prego, torna indietro! Cazzo Cazzo!
Lo sento imprecare, ma tanto cosa vuole fare? E’ lontano 455km da me. Non può salvarmi
- Non puoi fermarmi
- Si che posso cavolo ti prego. Domani ti prometto che vengo da te ok? Prendo il primo treno e vengo da te, ti abbraccio e ti salvo ok? Tu però torna indietro
- NO!
Una si affaccia alla finestra e mi fissa. Urla al figlio di chiamare i carabinieri e l’ambulanza
- Hey ragazza, cosa hai intenzione di fare?
Non rispondo, le lacrime mi stanno annegando.
- Perchè Andrea? Perchè il mio futuro è solo uno stupido sogno? Sono stanca di essere invisibile, stanca di essere giudicata. Stanca di essere me. Sono stanca di lottare e di perdere sempre. Sono stanca di stare in piedi.
- Ti prego Giulia, ragiona
- Ci penso da troppo, troppo tempo. Voglia andare via, magari così rivedo il mio nonnino lassù e poi posso proteggerti. Insomma, guarda il lato positivo, mi avrai accanto
- Giulia, guarda il lato negativo. Niente più amore, niente più vita
- E questo è il negativo? Per me è un sogno
- Non avrai più me, ed io non potrò più tenerti con me. Parlarti, baciarti Giulia.
- Oh Andrea, una signora mi fissa. Ma io non ce la faccio. Qui fanno altro che puntare il dito. E poi, sono troppo grassa, troppo brutta, troppo inutile per esistere. Un errore ecco, un aborto mancato
- Ma cosa cazzo dici! Dove sono i tuoi?
- Non ci sono - sorrido felice
E sento il vento aumentare, fa freddo e questo vento mi entra nelle vene. Vedo opaco e il mio viso si congela ad ogni lacrime. Faccio un respiro profondo, poi un altro. Voglio davvero finire tutto il dolore, tutto questo marcio.
5 anni che lotto, che resisto. 5 anni che sono invisibile, 5 anni che mi giudicano e mi prendono in giro. 5 anni che fingo 5 anni che sono sola. 5 anni, la mia adolescenza deve finire presto.
- Ragazza, ti prego ragiona!
- Ascoltala!
- Sei giovane, con un futuro

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continua la storia*-* troppo bella☺

Ecco la seconda parte,per altre storie basta chiedere<3
- Sei giovane, con un futuro e con dei sogni.
- Giulia ascoltala!
- Diventerai madre e troverai l’amore. Ragazza, non fare idiozie. Tu meriti il meglio, e di vivere
- Giulia meriti di meglio ed io voglio te!
- Ragazza, ti prego, levati da lì!
- Salvati Giulia!
- Sei una ragazza così carina!
Mi fermo, “carina” ecco cosa sono. Un abbastanza per la sufficienza, un nono abbastanza per essere la sufficienza.
- Sono carina
- Giulia
- Sono carina per te?
- Si, ragazza sei carina
"Carina" io? Lo sono sempre stata, quella cosa "carina" sinonimo di diverso, che significa non adatto, non abbastanza. "Carina" e il cuore si calma, "carina" e prendo l’ultimo respiro.
- Giulia…Giulia! Giulia!
- Carina
- No, nonono, sei bellissima Giulia bellissima!
- Carina, grazie signora, mi ha fatto capire che non vado bene neanche per essere salvata
Chiudo gli occhi e mi giro, metto play l’mp3 e volo.
“Carina” urlo.

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Storia pt. 3

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"Singhiozzai guardandolo, e lui mi sorrise, quando li vidi altre lacrime rigargli il viso spontaneamente lo abbracciai e piangemmo insieme su quella panchina nel cuore della notte. Mi resi conto solo allora di averlo conosciuto il vero lui. Quel ragazzo alto dallae spalle larghe, quel ragazzo al quale scompigliavo i capelli alzandomi in punta di piedi perché ero molto alto... mi aveva mostrato la parte piú fragile di lui e contemporaneamente mi aveva protetta.
Infine lui si alzò, porgendomi la mano:
"-Fa freddo, ti accompagno a casa... Grazie."
Fu come se fossi ritornata a prendere aria dopo aver trascorso un lungo momento in apnea, quindi gli sorrisi dolcemente prendendogli la mano per alzarmi e poi finalmente mi guardò con il suo solito sorriso scherzoso.
"-Sai che facciamo? Se a trent'anni ne tu, ne io avremo trovato la felicità ed il vero amore, allora ti sposerò. "
Credo che quella proposta mi fece diventare rossa, ma stavo sorridendo sorridevo a quel ragazzo che pochi minuti prima stava piangendo e ora stava ricominciando a lottare ed a tener testa al mondo.
" - Affare fatto! " Poi ci avviamo insieme verso casa mia scherzando e ridendo come facevamo da bambini.
Si, ci amavamo, il nostro era amore fraterno, un legame che va oltre l'amicizia e il sangue, qualcosa che ci avrebbe legato per la vita." - A
Mi scuso per aver scritto tanto, ma trovo che una storia debba trasmettere anche delle sensazioni. ❤

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Ho visto una storia tra un migliore amico e una migliore amica ma non mi piaceva molto te ne sapresti una?

Sai ci ho pensato un pò prima che mi venisse in mente, ma eccoti la storia di un'amicizia tra ragazzo e ragazza ☺ Storia pt. 1 spero ti piaccia.
"Conobbi il mio migliore amico quando eravamo abbastanza piccoli, la tipica amicizia nata tra i banchi di scuola. Da allora avevamo condiviso tutto. Quando eravamo piccoli era sempre lui ad affrettarsi a mettermi un cerotto sui graffi che mi procuravo cadendo e mi consolata facendomi ridere anche quando non volevo. Quando doventammo piú grandi ed io piangevo per un ragazzo c'era ancora lui che mi abbracciava, dandomi un colpetto sul naso e mi sorrideva mentre mi asciugava le lacrime, come se fossi ancora una bambina piccola. Lui invece non piangeva mai, non amava mostrarsi debole, ma spesso assumeva quell'aria malinconica che solo io ero in grado di riconoscere. Una notte d'autunno ricevetti una sua chiamata, era tardissimo ma sapevo che mi avrebbe voluto raccontare com'era andato l'appuntamento con la sua ragazza. Risposi.
"- Ciao, credevo ti fossi addormentata... "
C'era qualcosa di poco convincente nella sua voce, una sfumatura di gelo, che mi colpí come se qualcuno mi avesse gettato un secchio di acqua addosso.
"-Hey, che ti prende? È successo qualcosa? La tua ragazza? "
Mi era presa il panico, non sentendo la sua voce rispondere, ma poi lo sentí prendere un profondo respiro e parlare come se quelle parole li facessero male.
" - Lei se ne andata due ore fa e io sono ancora al parco... "
" - Che?? Sei impazzito?! Fa un freddo cane fuori. Rimani dove sei, ti raggiungo subito! "
Ero consapevole di aver alzato la voce, ma cosa avrei potuto fare? Avevo paura per lui e sentivo le lacrime bruciarmi in fondo alla gola. Non avevo avuto il coraggio di chiudere la conversazione cosí la lasciai aperta tutto il tempo, persino quando mi infilai quello che capitava addosso, e anche quando correvo per strada per raggiungerlo, cercando di confortarlo, quando invece quella che aveva piú bisogno di essere calmata ero io. - A

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Pubblica altre storie, ti prego, sono stupende

Ecco,mi raccomando ricordate di seguire e mettere mi piace<3
“Era lei.
Era la ragazza col sorriso finto. Come le persone.
Le persone che non provavano nulla nei suoi confronti.
Le persone passive.
Lei c’è? Ah ok.
Lei non c’è? Ah va bene.
Era la ragazza che non riceveva messaggi chilometrici.
Era la ragazza che la notte piangeva sotto le coperte.
Era la ragazza stupida.
Era la ragazza fuori luogo. Era la ragazza che smise di mangiare per sentirsi accettata.
Era la ragazza che sfogava la sua rabbia su se stessa con una lametta.
Era la ragazza con la felpa lunga.
Era la ragazza che voleva essere salvata.
Era la ragazza che nessuno vorrebbe salvare.
Era la ragazza che è salita sul tetto di casa.
Ora è la ragazza che piace a tutti.
È la ragazza che manca.
È la ragazza che riceve fiori sulla tomba.
È la ragazza che riceve lettere che non leggerà mai.
È la ragazza per cui tutti piangono.
È la ragazza che tutti amano.
È tutto ciò che voleva essere.
Amata.

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Storia pt. 2

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Quando lo trovai seduto su una panchina a testa bassa, quasi mi cedettero le ginocchia. Lui alzò lo sguardo su di me, mostrando un sorriso triste che scomparve in un instante. Doveva smetterla di cercare di essere sempre forte!
Mi sedetti accanto a lui, non avendo il coraggio di parlare, quindi aspettai che fosse lui il primo ad aprire la conversazione, e poi sentí la sua voce, rauca e stanca:
"-Mi ha lasciato... Capisci? Mi ha lasciato, dopo tutto... "
Abbassai lo sguardo sulla sue mani vedendo che erano bagnate, bagnate di lacrime, mentre tra un sospiro e l'altro continuava a parlare con voce smorzata:
" - Io la amavo, anzi la amo ancora, ma ciò che mi chiedeva era troppo. "
Ero confusa, ma chi se ne importava, ero là per lui e giuro avrei dato l'anima pur di non vederlo piú in quello stato.
" - Ti prego non rimproverarmi per ciò che sto per dire, ma é una stronza. Non so cosa ti abbia detto, ma se ha rinunciato a un ragazzo come te... "
" - Mi ha lasciato per te. "
Quello fu come una pugnalata al cuore, sentivo gli occhi inondarmi di lacrime. Io ero la causa di quel dolore e mi sentivo in colpa fino alle ossa, anche se l'unica colpa che avevo era quello di volergli bene.
" - Per me? No! È assurdo! Tra noi non c'é niente di quel tipo! Ti prego fammela chiamare, voglio risolvere le cose." Ero scossa e piangevo, credevo di morire. Ma poi lui mi guardò negli occhi per la prima volta da quando ero arrivata: avevo gli occhi lucidi ma aveva smesso di piangere.
"-Se me ne avesse dato il tempo l'avrei lasciata io per primo. " Disse allungando una mano per asciugarmi le lacrime.
" - Mi avevo detto di scegliere tra te e lei, e io ho scelto te. "
" - Ma perché avrei capito il problema, non avresti dovuto... "
" - Perché chi mi ama non mi impone di rinunciare a una parte di me. E come se mi avesse chiesto di strapparsi un braccio o una gamba, come se mi avesse chiesto di smettere di respirare. " - A

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Storia sulla distanza pt. 3

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"Un giorno però ricevetti una sua chiamata. Mi tremavano le mani nel premere il tasto per rispondere, ed ero consapevole che risposi con la voce di una bambina spaventata.
"-Pronto? " fu come se mi strapasserò quelle parole dal petto.
Ci fu un lungo silenzio durante il quale lo sentí respirare affannosamente e poi.." -Mi dispiace." il suo respiro si era fatto piú corto come se stesse soffocando. " - Perdonami."
"-Io.. " riuscì solo a dire presa dal panico della situazione, ma lui mi interruppe e continuò." - Non avrei dovuto reagire cosí, lo so. Ho rifiutato i tuoi sentimenti, quando invece... Dio, che stupido che sono."
Finalmente riuscì a parlare, stavo piangendo: " - Non dire cosí, non sei stupido, sono stata io ad essere impulsiva. Quel ti amo é stato un errore, io..."
"-Non chiamarlo errore perché no lo era"... Aveva cambiato timbro di voce, era dolce ma sicura. "-Ora affacciati alla finestra."
"-Non sarai mica... "
" - Fallo. "
Si, é vero mi aspettavo quello che sarebbe successo, ma mi sorprese comunque: aprí la finestra facendo entrare il vento freddo dell'inverno, e con esso un " Ti amo. " gridato da sotto casa mia. Si. Lui era lí. Con Le guance rosse, gli occhi lucidi e il petto che si abbassava e si rialzata in respiri frenetici. Lo guardai sconvolta e con un ultimo sguardo mi precipitati sulle scale, e corsi fuori in pantofole, provocando il rimprovero di mia madre. Ma lui era lí ed io ero pronta per tuffarmi tra le sua braccia, e cosí fecí, ci abbracciamo per un lungo momento trattenendo il fiato poi lui mi bacio con la stessa tenerezza con la quale le sue parole mi avevano fatta innamorare."
Spero che vi sia piaciuta. - A

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Storia sulla distanza pt. 2

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"Un giorno decisi di dirgli quello che provavo, il mio fu un semplice "Ti amo" sussurrato al telefono con voce emozionata, mentre lui rideva, ma quella risata ricade in un silenzio che non riuscivo piú ad animare. Lo sentí respirare a fatica, quindi con tutta la buona volontà che avevo gli dissi di dimenticarsi di quelle parole, di non farci caso, ma lo sapevamo entrambi che era troppo tardi. Lo senti poco nei giorni a seguire, e io avevo il cuore in una morsa: piangevo di notte, piangevo rileggendo i nostri vecchi messaggi e mi odiavo per ciò che avevo fatto, ero stata stupida, era passato troppo poco tempo e forse io non lo conoscevo bene come credevo. Arrivò Natale e anche esso passò, tra risate che non avevo e sorrisi che non provavo. Mi dissi che dovevo dimenticarlo, ma il cuore fa sempre come preferisce, quindi non ci riescí. " - A

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Storia sull'amore a distanza?Complimenti per la pagina!

Storia sulla distanza pt. 1
"Certo che l'amore é strano, ti colpisce come una folata di vento. Ma cazzo se ci stai bene, le semplici giornate, quelle che ti sembravano noiose diventano improvvisamente splendide. Si, io un giorno mi innamorai, non dei suoi occhi, ne del suo sorriso o della sua voce, ma delle sue parole, il modo in cui riuscivano a sfiorarmi il cuore, dolcemente, proprio come in un sogno, proprio come uno dei baci piú teneri.
Era inverno, lo ricordo ancora. Le strade erano ricoperte dalla candida neve e l'atmosfera festiva si stava facendo sentire sempre di piú. Rinchiusa nella mia camera lontana dal freddo invernale stavo osservando le notizie sulla bacheca di Facebook. Una pagina in particolare risultò ai miei occhi, una pagina ricca di disegni, disegni magnifici che esprimevano sentimenti intesi, i sentimenti di qualcuno che sembrava incompreso. Conoscevo quella sensazione, la sensazione di vuoto dentro, della solitudine che ti divora, i mille pensieri che ti salgono alla gola e cercano di soffocarti. Sentí uno strano impulso di solidarietà, quindi gli scrissi in messaggio: "Ehi, scusa l'impertinenza... Prendimi pure per pazza, ma credo che io e te siamo veramente simili. I tuoi disegni esprimono ciò che io non riuscirei ad esprimere a parole... Insomma se hai bisogno, puoi sempre parlarmi."
Mi sentí terribilmente stupida. Passò un giorno, poi due e poi tre, nessuna risposta. Avevo cominciato a pensare che mi aveva preso seriamente per pazza quando con un tuffo al cuore vidi che finalmente mi aveva risposto, e giuro non dimenticherò mai quelle parole: "Sai ho pensato molto a come risponderti, credo di aver ripensato a queste parole migliaia di volte... Grazie. Non so ti conosco, ma quelle poche parole mi hanno fatto capire che non sono solo, che c'é qualcuno come me, che può capirmi. Mi farebbe piacere parlare ancora con te." Avevo trattenuto il respiro leggendo quel messaggio e credo che nei giorni a susseguire fu un accumularsi di emozioni. Parlammo di noi, dei nostri sogni, delle nostre paure come un fiume in piena, quelle parole sembravano cosí fugaci ma erano piene di sentimento, rancore.. Amore. Si, lo amavo, nonostante la grande distanza che ci separava, lo amavo, amavo il modo in cui mi faceva sorridere di fronte ad un telefono, il modo in cui il mio cuore accelerava quando pensavo a lui, a lui che un giorno, ne ero sicura, avrei incontrato anche a costo di farmeli a piedi quei chilometri.
-A

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