Eri Bailey

Kaede diceva tante parole e io agitavo la testa, con gli occhi carichi di emozione: ma sono una bambina e i bambini sono come delle pecorelle che seguono il gregge... lo zucchero filato si rivelò essere la cosa più buona e più bella del mondo. Lo scelsi rosa, grandissimo, così grande che non riuscivo a tenerlo in mano e ogni volta mi finiva sulla faccia e ogni volta mi riempivo di zucchero, mi appiccicavo e il piccicume mi portava inevitabilmente ad allungare le mani verso Kaede per essere pulita – tuttavia, anziché venire pulita, mi scacciava via deliberatamente perché ‘’appiccicosa’’. Eh, lo so anche io di essere appiccicosa, MI DEVI PULIRE.
Zero, nessuna sintonia tra di noi. Pessimo eroe per bambini.
Mi arresi e rimasi con lo zucchero sparso sulle mani, sulla faccia, tra i capelli... che, in un’altra situazione lo avrei trovato divertente, ma come faccio a catturare il cattivo così? Capii che non era stato un incidente, forse... forse era il mio super potere, ecco perché orco gigante K non voleva pulirmi, perché non poteva! *badum tss*
Ennesima trovata - errata - e mi convinsi sempre di più che eravamo sulla buona strada. Riuscii a concentrarmi sul giro dello zoo, su quegli animali che non avevo mai visto, su tutti quei dolci che non avevo mai provato e fu amore per tutti, anche per orco gigante K, che orco non era più ma eroe gigante K sì. Soddisfava tutte le mie richieste, ero come la bambina più felice del mondo! Poi, davanti a noi si palesò la ruota più grande del mondo; oh, che paura all’inizio, l’idea di salire su su in altissimo da poter toccare il cielo, mi fece battere fortissimo il cuoricino; ma io ero tra le braccia di eroe gigante K, non poteva succedermi niente. Seppur titubante annuii. Non sapevo se ero veramente pronta - come fanno i bambini a sapere di essere sicuri di qualcosa? - e ringraziai il momento pausa: che anche lui se la stesse facendo sotto come me quando papà mi ha lasciata a casa sua? Anche lui ha paura di quella grandissima ruota? Sola soletta sul muretto, improvvisandomi una scalatrice - ho scalato tantissime rocce io, con la mamma! - scesi per osservare più da vicino la gabbia di... boh, mica so leggere! (ndrp: sarebbero dei pinguini) e mi innamorai seduta stante si quelle stupidissime creature. Le manine poggiate sul vetro e il visino schiacciato su di esso per poterli vedere quanto più da vicino possibile. Perché su Gaia II non esistono? Io li voglio, li voglio... dovevo convincere eroe gigante K a farmi portare via quegli_ animali. Ma quando mi voltai, ero circondata da taaaaantissima gente e in me subentrò il panico. Dov’era Kaede? Dov’è il bagno dov’ero prima? ...mi sono persa?
«Ho... paura. Ho paura. Ho paura. Ho paura!» pigolai, scoppiando disperatamente a piangere. Un uomo mi si avvicinò, mi porse la sua mano dicendomi di non piangere, che tutto sarebbe andato bene, che avremmo ritrovato la mamma e il papà. Ma come? Loro non sono qui...

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[parte due]

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«Io lo tapeboo!!» esordii, puntando il ditino verso la sua figura e il piedino infossato sul pavimento, a palesare quanto credessi alle mie parole. In realtà, io non sapevo proprio nulla, ma trasportata dall’enfasi del momento, fu come se ogni verità del mondo - troppi cartoni animati fanno il lavaggio del cervello - mi fosse stata rivelata. «Kaede tupernbnvjfbcjsncj eroe» ci provai a ripetere il suo nome da eroe, ma ahimè, mi inceppai subito, e così uscirono solamente parole mangiucchiate ma che alle mie orecchie, ovviamente, sembrò tutto corretto. Non potevo essere più fortunata di così: papà non mi aveva lasciata da un orco gigante bensì da un super eroe – e come i cartoni dimostrano, loro devono tenere nascosta l’identità. Bravissimo orco gigante K.
Diventare l’assistente di un eroe del suo calibro elettrizzava tutto il mio corpo e forse forse anche lui si era gasato, come una bottiglia di coca-cola agitata. Ci preparammo super velocemente e noi, in quanto eroi del mondo, uscimmo alla ricerca dei cattivi della città. Mi strinsi tra le sue braccia mentre camminavamo per chissà dove: gli eroi che pattugliano le strade non hanno una meta, attendono solo il cattivo... ma io volevo il mio costume da eroe. Perché non ho il costume? E perché nemmeno lui? Per un attimo pensai che fosse tutto una farsa; fortunatamente mi venne in mente l’episodio di poc’anzi, ove uno degli eroi più fortissimi dell’universo indossava il suo costume / solo / quando sconfiggeva il nemico. Niente costume per noi eroi! Magari apparirà da solo – o magari devo solo capire chi voglio essere.
Mentre orco gigante K alias ''Kaede fjcnjcbhcnjd eroe’’ sbrigava le sue faccende, io mi persi nel mio mondo ancestrale, immaginando che tipo di eroe e costume potesse indossare uno come lui: sembra così tanto un orco ma gli eroi devono essere belli altrimenti chi vorrebbe essere salvato da un mostro? Era proprio bravo a nascondersi.
Poi, la parolina magica: ‘’zoo’’ – e che cosa sarebbe uno zoo? Una parola segreta? Una tana per scovare il cattivo? Euforica, io acconsentii, ma mica posso sapere che cos’è uno zoo.
Dopo un po’ di camminata, una scatola gigante che si muove chiamata autobus e altri minuti di camminata, arrivammo al famoso ‘’zoo’’. Scoprii in seguito essere la casa degli animali. Io amo gli animali ma su Gaia II ce ne sono così tanti... ma appena vidi i leoni... vedete, su Gaia II mica ci sono i leoni – bhe, non dovevo vivo io almeno!
Sembrava tutto così magico... proprio come nei cartoni animati che stavo guardando. Mi ero innamorata che scordai di essere lì per acciuffare i cattivi, in quanto noi super eroi. Catturata dalla serietà del maggiore, mi immedesimai nella parte, ascoltandolo proprio come ascolto la mamma – e per un minuto e mezzo gli rivolsi tutta la mia attenzione, però come faccio ad ascoltarlo mentre lui è così noioso e lì ci sono dei super gigantismi gatti con capelli che fanno ‘’aaarrrrgh’’?!
L’importante era non piangere – e perché mai dovrei?

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[…]

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Ci lavammo anche, pensa che bravi che siamo stati. Questo orco gigante è come un orso che abbraccia tutti, non è veramente cattivo. Come gli orchi delle favole, è brutto sicuramente e fa paurissima quando si arrabbia, però quando gioca e si diverte con me è molto bello.
Belli lavati, asciugati, profumati, vestiti, mancava solo una cosa.. «I capelli» dissi, muovendo la mano su e giù, intendendogli che volevo che mi spazzolasse i capelli. Sono una femminuccia, i miei capelli devono essere perfetti.
Mi fece sedere sullo sgabello. Io dondolavo i miei piedini, lui borbottava però che bravo, li spazzola proprio bene i capelli. Mi ero innamorata come ci si innamora di un giocattolo in vetrina – e io sono molto capricciosa, quando voglio una cosa... che, la mamma dalla disperazione me la prende e poi dice che sono come lei, ma meglio non ripetere la parola che usa, è pericolosa e dice che nemmeno papà lo deve sapere. E allora cosa la dici a fare, che ne so!
Finita la spazzolata arrivò finalmente l’ora della merenda: latte con cacao e biscottini con le gocce di cioccolato. La TV - wow! Una scatola dove posso vedere cose strane che si muovono - e per me il tempo più bello del mondo. Potevo vedere gli eroi sconfiggere i cattivi.
Pum! Pum! E mimavo i gesti dei pugni e dei calci, ridevo e mi divertivo. Poi, chissà perché, l’orco gigante si sedette vicino a me per dirmi il suo nome e per dirmi che sono sua cugina (?). Sì, lo so già che siamo cugini, quella parola, l’hanno detta anche il papà e la mamma, come se io ne conoscessi il significato. «Tu non sei cugino, tu sei orco gigante K. Il tuo nome è diffitile. Orco K, tu sei un tuuuper eroe come loro?» chiesi, indicandogli la TV con il ditino. Bhe, lui è un orco, non poteva essere un supereroe e se invece lo fosse? In segreto, come loro? «Boglio dibentare un tuper-eroe!» dissi, con gli occhi a cuoricino. Dai, dai, dai. Diventiamo super-eroi.

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Mamma, papà... che cosa avete fatto, perché mi avete abbandonata da un orco verde che urla? Mi mangerà , io lo so che mi mangerà e non voglio essere mangiata.
Quindi scusa se continuo a piangere.
Scusa se ti ho fatto la pipì addosso.
Ma sei tu che mi fai tanta tantissima paura.
Io di smettere di piangere non ne volevo sapere, era il mio modo per dimostrargli i miei sentimenti. Che il gigante orco avesse intuito le mie emozioni? Mi propose una merendina a patto che io smettessi di piangere e così feci, mi piace fare la merenda. Ancora con gli occhioni pieni di lacrime, annuii al suo accordo: mamma mi chiama ‘’lacrime di coccodrillo’’, non che io sappia cosa voglia dire, ma i coccodrilli sono forti e fanno paura, quindi deve essere sicuramente qualcosa di bello. L’orco gigante mi portò al piano superiore - aspetta aspetta! Avevi detto che avremmo fatto la merenda, dove stiamo andando? - aaah ma era per fare un bagnetto. Mi piace tanto fare il bagno, con le bollicine, le paperelle e i miei giocattolini. Ah! Però mi sono dimenticata i miei giochini a casa – no Eri non piangere, non puoi, altrimenti si arrabbierà ancora e niente più merenda. Così gonfiai il più possibile le mie guanciotte, trattenendo il respiro e ingoiai le lacrime da brava bambina adulta quale sono! papà mi farebbe le coccole, me le fai anche tu orco gigante? E cercai di guardarlo con gli occhi da cerbiattino ma mi sa che non recapitò il mio messaggio visto che venni snobbata e abbandonata in un angolino. *sniff sniff*
Mi spogliò - baka guardone! - non mi guardare che mi imbarazzo! E timidamente mi coprii il corpino con le braccia; per fortuna che non fa freddo! Brr, la mattina a casa mi viene tutta la pelle d’oca, dura durissima con i puntini. La mamma dice che mi renderà forte, però cavoletti fa comunque freddo! Qui invece si sta bene, e magari stavo facendo talmente tanto la brava che l’orco gigante mi premiò permettendomi di mettere il sapone nell’acqua. La mia mamma non me lo fa mai fare, dice che farei solo un casino enorme. Macché io?!? È successo soltanto una volta, perché stavo pensando ad altro. Giuro che questa volta farò attenzione.
Così presi il sapone, rovesciai il tubetto e iniziai a spremere come si fa con il ketchup sulle patatine, a destra e sinistra, qua e là.
«Yaaaay!! Bieni bieni, bieni a bedere quanta chiumaa! Puah!» effettivamente c’era tantissima schiuma, come quella volta con papà quando si era fatto prendere dal panico e la mamma lo aveva picchiato fortissimo da aver spaventato anche Rex. Si arrabbierà anche l’orco gigante?
«Guadda! Ah sei tonnato! Guadda quanta chiuma ahahahahah dochiamo intieme occo!!» era divertente. Super divertentissimo e mi stavo divertendo così tanto che speravo non si arrabbiasse con me come fa la mamma. Avrei potuto piangere veramente, di nuovo e addio merenda. Dai verde orco gigante, gioca con me e con la schiuma. E sì, alla fine anche lui cedette e giocò con me. A fare lo squalo, a nascondino, babbo Natale...

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[pt. 1]

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Ci trovammo di fronte ad una casa graaaandissima. Tanto grande quanto il mio amore per il mio papà. Ehehehe davvero grande! Bussò alla porta e *gasp* un tipo mostruoso, con la faccia brutta come la mamma quando si arrabbia, aprì la porta. Papà iniziò a dire cose assurde, talmente assurde che ero scioccobasita, scioccoallibita, scioccoebasta.
Alla fine della fiera - dell’est - mi ritrovai tra le braccia di questo mostro che ringhiava quasi quanto ringhia T-rex quando si avvicinano bestie strane e mi guardava come se la bestia strana fossi io. Mamma, papà, perché mi avete abbandonata qui? Questo tizio mi fa paura..
«Come chi tono ... chi tei tu» questo è proprio un tontolone. Come si sono permessi di abbandonarmi ad un giullare come questo qui? Ve la farò pagare, capricci per un mese intero.
«Io pallo la tua lingua, mica tono tema..» ah, adesso che non ci sono i miei genitori posso dire tutte le parolacce che mi ha insegnato lo zio Jay.
«Piuh piuh! Io tono Eriiiii. Tu chi Tei? Un mottro?» eppure assomigliava tanto tantissimo ai miei genitori e ai miei zii. Quindi, con le mie manine paffute, gli toccai tutta la faccia, gli tirai i capelli, poi il nasino, poi le guance.. Niente, non si smuoveva proprio. Allora è come me!!!
«Boglio docare! Ah.. mi cappa la pipì. MI CAPPA LA PIPIIIIIIììì»
*DANGER DANGER DANGER*
Quando mi scappa la pipì non riesco proprio a trattenerla, non sono ancora capace. Dobbiamo correre in bagno o me la faccio addosso. Dai, dai, dai mostro corri in bagno. Stringevo più che potevo le gambine ma sentivo che mi stava per uscire. Non ne posso proprio più, io la faccio qui.
E così gli feci la pipì addosso. Ehehehe ben ti sta.. o così credevo. Aiuto... nemmeno la mia mamma fa così paura quando si arrabbia – e credetemi, mamma Stella fa un saaaaaacco paura!
Cosa credete che abbia fatto? Sono scoppiata a piangere come una fontanella, del tutto disperata. Mi sono fatta la pipì addosso e questo mostro ora mi mangerà.
Mamma, papà.. cosa avete fatto *😫*
«Tei tato tu.. NON MI MANDAREEEEEEEEE, NON BOGLIO NOOOO, UÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉÉ»

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S: amore avanti, non fare tante storie. Facciamo il bagnato e andiamo a conoscere una nuova persona. Ti starà simpaticissima!-
No, no e ancora no. Perché la mamma voleva abbandonarmi in mezzo alla strada? A crescere tra dinosauri e creature mostruose? Cosa siamo, nel libro della giungla? Che cosa si sarà bevuta? Mica è latte quello che starà cercando di darmi, sono sicurissima che sia una pozione magica creata nel laboratorio nascosto, che ovviamente sto cercando!
Ah mi presento, io sono Eri. Nome piccolo e buffo, proprio come me *faccina immaginaria che sorride* ma la mamma dice che da grande diventerò super mega potente come lei mentre il papà mi chiama sempre principessa. Adoro quando lo fa, le guanciotte mi diventano tutte rosse rossissime e mi viene da ridere: sono innamorata del mio papà.
Ma oggi stanno cercando di cacciarmi da casa ma io voglio stare qui e giocare con i miei giocattoli, con T-rex che è depresso in giardino e andare a disturbare i vari spiriti al tempio. Ecco perché sto facendo i capricci.
«Io non boglio! Mamma cattiba!»
S: non si dice questo alla mamma! Non sono cattiva, è proprio perché sei bellissima e bravissima che voglio farti conoscere una persona-
Mamma Stella è furba. Eh sì, in questi quattro - fasulli - anni della mia vita, ho imparato a capire la mamma. Come quando ti dice ‘’vieni quiiiiiiiiiii’’ e tu vai lì ma poi te le dà di santa ragione--- no ma che dico, la mamma mica mi dà le botte. Però mi fa mangiare le verdure schifose *bleah* già la sento nei miei pensieri che mi rimprovera perché ho detto questo piuttosto che l’altro. Miiiii mamma ma almeno nei miei pensieri lasciami stareeee – la mamma fa paura.
Così corsi disperatamente tra le braccia del papà, sicuro che mi salverà, come ha sempre fatto.
A: devi ascoltare la mamma!-
*Gasp*
Cosa dici papà, sei vittima anche tu delle stregonerie della mamma? «Non mi amate piuuuuuuùù»
S: come sei tragica. Deve aver preso da te-
A: no, da te-
Ma che fanno ora, bisticciano anziché prendersi cura di me? Ma che razza di genitori mi sono capitati?
A: senti amore del papà, principessa mia. Ti porto io da questa persona. Vedrai che ti piacerà sicuramente-
Come posso protestare il suo bel fascino e i suoi bei occhietti? Ehehehe mamma ti capisco benissimo *👍🏼*
Mi lasciai vestire dal papà, mentre mi canticchiava la canzoncina che tanto amavo. Mi ha vestita come una principessa, chissà se piacerò a questa persona qui.
S: saluta il mio nipotino-
Nipotino? Che cos’è un nipotino? Una specie di animale?
La mamma mi lasciò un bel bacetto sulla fronte, dicendomi che mi ama tantissimo e raccomandandosi si fare la brava. Tra le braccia del papà, ci avviammo.. sulla Terra? Ah, non sono mai stata sulla Terra, non che io ricordi.
(ndrp: ci è stata sulla Terra, ma era piccola. Non si ricorda cosa ha fatto ieri a momenti. Come tutti i bambini).
Il viaggio fu breve in realtà. Il mio papà è fortissimo da poter viaggiare qua e là come un supereroe, il mio.

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[parte uno]

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