@katherineisabeljane

Katherine I.J. Bailey

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Il lento e lontano ricordo di una canzoncina, dolce come il miele sul pane tostato. Una mano grande e liscia, calda, ad accarezzarle il viso, a svegliarla in quella giornata di pioggia. Gli occhi strizzati, giusto qualche piccolo versetto assonnato, un leggero stiracchiamento e poi, infine, a rivelarsi il viso di Jared, sempre sorridente, sempre rivolto alla sua amata Katherine. Non esiste sensazione migliore del venire svegliati dalla persona che si ama, nel calore dell’armonia, ceduti ai ricordi di un passato non così lontano, che avrebbe potuto ripetersi in un eterno esistenziale. Katherine guardava il corpo del padre martoriato, privo di vita: alle spalle del corvino - giaciuto a terra, inerme - Damon. Ah.. era così che voleva giocare JJ? Il suo cuore venne toccato, come una goccia di pioggia che cade su uno specchio d’acqua; soave tintinnio che riesuma tutti i suoi sentimenti. Conosceva bene quella sensazione di frenesia, la lotta contro sé stessi, l’incomprensione, la confusione... Katherine amava suo padre più di quanto avrebbe mai potuto amare in generale una persona, ma Damon era sempre stato il suo cavillo, il suo onii-chan, le spine di una rosa che ne proteggono l’essenza. Lo amava, ed era per questo che alla visione della sua morte tutto cessò di esistere, insieme lei. Il peggio si era compiuto, l’Apocalisse esplose, sbranando nella bocca dell’inferno le anime. A carponi, Katherine si trascinava con le unghie, speranzosa di venire inghiottita – arriverà la fine, ma non sarà la fine. Le parole dell’albino si scaricavano contro di lei veementemente, forando il corpo giovane della fanciulla, pënëtrandø irruentemente nella sua anima: fredda, oscura, zelante. La neve attecchiva sul terreno, mai più alcun fiore sarebbe sbocciato. Mio l’afferrò da terra, lanciandola ai piedi di JJ. Sentiva la sua potenza schiacciarla, insetto strisciante, aberrazione, inietto del mondo.. i vulcani eruttavano il sangue delle vittime, esondazioni e devastazioni diroccavano sulla Terra, palesando la giustiziera verità alla minore. Che cosa poteva fregargliene degli altri? La sua giovane essenza sprofondò, arresasi alla realtà dei fatti, a quella famigerata verità che mai avrebbe voluto toccare con le dita.
Nessuno avrebbe bussato alla porta del suo cuore, che sempre era rimasta aperta per accogliere qualcuno. I suoi occhi, il suo amore, avevano avuto ragione di vivere unicamente per il suo Daddy: il suo ikigai. Allorché avrebbe perito accanto al corpo, violandø esso ancora una volta; un ultimo bacio, un ultimo atto d’amore: Romeo e Giulietta. Ma JJ non lasciò più vincita al suo egoismo, squarciando il velo che stringeva affettuosamente i due corpi. Lambì il suo collo - stretta morsa della biscia - sollevandola da terra; peso piuma, sofferenza: soccombere dinanzi a quanto lei stessa aveva creato. Oh!, il diavolo danzava su questo prelibato scenario, un ristoro da tre stelle Michelin per il re dell’inferno, fosca dannazione.
[🥀]
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Parte II - @dfmyt

katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
[...] radicalmente da un giorno all’altro.
Le dita affusolate della minore giocavano attorno alla clavicola del biondo, delineando l’ossatura spessa con il polpastrello, un delicato tatto da essere ëccitäntë. Lei era ammaliata, estasiata, ipnotizzata da lui: pendeva dalla sua mera esistenza. Una goccia di ossessione, possessione, che la incalzava ad avere Liam ogni secondo, una sete che seccava la gola tanto da togliere il fiato.
⟪Che dici.. mi porti a scoprire il / tuo / mondo?⟫ pigolò infine, tirandosi appena su, verso il suo viso, lasciando combaciare dolcemente le loro labbra. Intrufolò la lingua e subito venne accolta, rapita, in una passionale e ardente danza da far perdere i sensi e dimenticare ogni attimo. Rise sulla sua bocca, beandosi del profumo che emanava. Le mani intrufolate tra quei ciuffi biondi, tirati leggermente indietro, in una perfetta acconciatura, ed ella li scompigliava, rivelando un’espressione nuova di Liam. ⟪Chissà cosa penseranno le altre donne ora che non sei più libero ehehehe∼ anche se... nel tuo caso, saranno certamente gli uomini a gossippare. Già li immagino: ‘’il capo aveva una figlia? Si tengono mano per mano e si baciano? Ma che cos’avrà, quindici anni? Bhe con quelle tëttë chi non se la farebbe?’’⟫ Katherine Isabel Jane, donna del momento, perfetta lingua tagliente: l’ha toccata piano!

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Parte II  dfmyt

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dfmyt’s Profile PhotoLiam "white devil" Allen
Il corpo è caldo. Famelico. Il desiderio carnale istiga la mente ad agire, a bramare, a impossessarsi di ogni centimetro di membra, a ristorare insaziabilmente su di un banchetto servito su d’una tavola d’argento, a incorniciare un quadro dipinto su tela, a render protagonisti una natura morta.
Nessuno dovrebbe - né potrebbe - assistere ad un amplessö contorto come il loro, due corpi che si fondono, che si divorano, bestie affamate: e non era il lupo che mangiava la pecorella, erano due dominatori in piena lotta, due divinità che si sfidano: Apollo e Venere.
Le mani di Katherine sfiorarono quel corpo idilliaco. Caldo e marmoreo. Lo sentiva cucirsi addosso, ogni parte di Liam le apparteneva e mai si era sentita protetta da due braccia che l’avvolgono, da due occhi che la desiderano, da una bocca affamata di lei. Una bramosia antica, scritta solo nei testi sacri degli dei, appartenuta solo alle fiamme dell’inferno.
Lui era la rappresentazione carnale delle sue voglie, dei primordiali istinti con cui era stata plasmata, vaso di ceramica, modellato a piacimento da mani esperte ma da menti illuse.
Il corpo della giovane mostrava una perfetta e sinuosa silhouette, sdraiata con la schiena sul materasso, le gambe leggermente piegate, il respiro affannoso mostrava i sënį gonfi e prosperosi, divenire l’ipnosi migliore a cui si possa assistere. Gli rivolse un dolce quanto appagato e malizioso sorriso, abbelliva il viso infantile, tutt’altro mondo rispetto a quegli occhi da donna matura: era il perfetto contrasto, confondeva le menti maschili, le soggiogava – e Liam era la preda migliore che potesse avere.
Schioccò genuinamente la lingua al palato, abbandonandosi in mosse fanciullesche, rotolando su quel grande letto fino a raggiungere il suo appoggio preferito: il corpo del biondo. Poggiò le braccia conserte sul suo petto e vi poggiò il capo, senza distogliere l’attenzione da lui.
⟪Sai.. stavo pensando che.. mmh∼⟫ il suo parlare era tutto un dire. Katherine non pensava, Katherine agiva. Se voleva una cosa se la prendeva – era proprio questo suo lato sbarazzino che andava in contrasto con la quotidiana genuinità ingenua della corvina, a rendere mistico il suo mix.
⟪Voglio conoscerti meglio!⟫ esordì decisa. Non vi era alcun significato nella sua richiesta, non andava alla ricerca di qualche scoperta matura, una risposta a domande che balenavano nella sua mente. Semplicemente, voleva vivere Liam in tutta la sua essenza, divenire parte integrante della sua vita, quella perseveranza umana da cui si era sempre sottratta – dando per certo che la sua esistenza fosse limite alla vita del padre. Aveva così tanto da scoprire e imparare, cose che nel tempo trascorso con lui aveva già iniziato a fare scorta. ⟪Voglio sapere cosa fai, cosa mangi, chi sono le persone che frequenti... cose così⟫ più che una scoperta, sembrava uno stalkeraggio – ma era ovvio che Kathe avesse tanto da imparare e Liam non poteva essere il tipo di persona da cambiare [...]

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Parte III - @dfmyt

katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
Smosse appena il bacino su di lui. Erano nella perfetta posizione. Il gioco si era concluso. Lo scenario della pena capitale cominciò: Katherine era sua in tutto e per tutto, sottomessa e seviziata, il maggiore cominciò a sbät.tërlä, a possedere barbaricamente quel formoso corpo, a risucchiare tutte le sue fantasie, a palesare ogni recondita impurità che fioriva in lei. La giovane gattina aveva abbandonato quei soavi miagolii, lasciando posto ad un insaziabile sgomento, ad una sorpresa che scandiva gödi.mëntï e non sapeva più come rilasciarli. La bocca aperta, änsïm.ävä, dominata da una bestia feroce, il padrone che aveva sempre sognato, la sua anima gemella. Sentiva mancare il respiro, e non sapeva se era per via dell'ãmpl.ëssø o della cravatta che Liam andava via via a tirare sempre di più. ⟪Sono la tua gattina.. ah! s-sì sì!⟫ le parole sfuggivano dalla mente, mentre i fiori sbocciavano sulla sua pelle, e la calda intimità sfociava in una ebrezza arcaica e idilliaca. Gli occhi si inumidirono, un mix di piacere e sofferenza, quel mä.sø.chi.smø radicato in lei e che finalmente poteva prendere il libero sfogo. Ogni parte di lei viveva, il corpo marchiato, segnato dalla brutalità di Liam che al contempo gustava di amore unicamente per lei. Si sentiva crogiolare, cedere alle inesorabilità del maggiore e la voce acuta scivolava via. Il letto spingeva contro il muro; sarebbe potuto crollare tutto, un terremoto nato dai loro soli corpi. L'afferrò per la testa con una mano, con l'altra tirò la cravatta e finalmente potè gustare quel viril turgore nella sua bocca, grosso e gonfio pulsava; le schizzò in gola tutta la sua essenza. Gli occhi lucidi e corvini di Katherine ammirarono l'effige di estasi del maggiore, mentre le sollazzava in bocca, donandole l'apice che aveva innaffiato durante l'atto. E Katherine, dolcemente, lo accolse tutto, ingøiändølø e lap.pan.dølø ancora, la punta delicatamente prima e poi come una femme fatale tutto quanto fino in fondo, sentendo la gola raschiare, sentendo il virile muscolo pulsare. Lo scoccò, leccandosi l'angolo della bocca, rivolgendogli un ghigno viziato. Strusciò il visino su di lui e la belva tornò micia.
⟪Miao∼ sono stata una brava gattina?⟫ mormorò, gattonando verso di lui, sedendosi sulle sue gambe e giocando docilmente, con le dita affusolate, attorno al suo collo.
⟪...perchè tu mi hai scø.pätä proprio come una vera bambolina⟫ parolacce, ma che pronunciate da lei sembravano il fiore più roseo di tutto il giardino. Si rubò i baci che credeva le appartenessero in principio, nascondendo le mani nella chioma bionda e morbida del maggiore. ⟪Non dai proprio l'impressione di essere... un dominatore, Liam⟫ gli mormorò all'orecchio, lambendogli con i denti il lobo, per poi scendere sul collo, ove lasciò una scia di saliva con la lingua. ⟪...e sai proprio di buono, di /uomo/⟫ sussurrò infine. Gli prese la mano, adagiandosela sul së.nö, così sodo da essere un ristoro. [pt.3]

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Ma io dico, che ingiustizia è mai questa? Perché io, me medesima, bellissima tra le bellissime, devo essere piatta come un'asse da stiro, e poi tipe oche come questa devono avere un permesso speciale per andare in giro con due cocomeri del genere? -Dammi le tue boobs. Le voglio!- daiiiiii dammeleeee

magane2018’s Profile PhotoMagane Chikujōin
⟪Le mie... boobs?⟫ ripetè confusionariamente Katherine, piegando leggermente la testa di lato, puntando gli occhi interrogativi sulla figura sconosciuta, mentre si palpeggiava le /boobs/ in attesa di conferma.
⟪Non ti darò le mie boobs, queste mi servono!⟫ e per far cosa, non si può dire ad alta voce.
Ma io dico che ingiustizia è mai questa Perché io me medesima bellissima tra le

- EHI EHI EHI. Ma lo sapete che un kilo di tonno è una tonnellata mentre un kilo di marmo non è una marmellata? - *Sba dum dish!!*.

The_Show_of_Nik’s Profile PhotoNikolai
⟪Ma se io mi metto la camicia di Lino, poi Lino che si mette?⟫
*balle di fieno che svolazzano*
*...*
EHI EHI EHI Ma lo sapete che un kilo di tonno è una tonnellata mentre un kilo di

Parte IV - @dfmyt

katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
⟪Ti è piaciuta la musica che hai creato mentre mi föt.tëvį? Guarda, ho il sëdërinø tutto rosso..⟫ pigolò, come se la sua affermazione fosse un vero dispiacere ma nel mostrargli - demone tentatore - il fondo schiena arrossato, scivolò nuovamente su di lui, incastonando i loro sës.sï; sussultò sorpresa, fingendo lo stupore dell’incidente – che attrice mancata che sei, Katherine! ⟪Oh∼ oh no! Guarda cosa è successo qui…⟫ pigolò, accennando qualche versetto ansante. ⟪Ne vuoi ancora, Liam?⟫ lo provocò, con le parole e con i movimenti. Si muoveva piano su di lui e piano sempre gli rubava a scatti qualche bacio, senza mai distogliere gli occhi dai suoi. Lo voleva ancora: era ubriaca di Liam.
⟪Miao∼⟫ senza più nessun indugio, Katherine iniziò a muoversi, ignorando le gesta o i voleri del maggiore, ella anima ribelle e impura, si prendeva quello che voleva, come e quando lo voleva – e lui era diventato il suo nuovo amore, la sua nuova droga, il desiderio, il frutto proibito del giardino dell’Eden. E così facendo scatenò nuovamente la bestia, risvegliando la creatura in lei dormiente. ⟪Lo voglio ancora.. dammelo Liam, dammelo tutto, fino in fondo. E questa volta--⟫ si scostò vicino al suo orecchio e ansimando concluse la frase: ⟪--questa volta vienimi sulle tët.të⟫ e si lasciò prendere, si lasciò pøssė.dërë, senza ritegno né volontà, un ämpl.ëssø rubato, fugace, veloce, per la sola bramosia di affannarsi nuovamente a quel contatto. Si lasciò trasportare dalla virulenza e aggressività delle movenze di Liam, mentre lei urlava disumanamente tutta l’adrenalina che la trepidazione del maggiore scorreva in lei, fino a raggiungere l’apice. ⟪Oddio sì, vë.ngø.. oh Liam io vë.ngø. AH!⟫ e lo ammirò, in tutta la sua maestria, in tutta la sua arte: e se ne innamorò, con gli occhi pieni di lui.

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Parte IV  dfmyt

Parte II - @dfmyt

katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
⟪Miao∼⟫ fu la sua risposta alla domanda. Era stata la prima ad ammettere che doveva essere punita – e per una natura come quella di Katherine, l'attesa era la punizione perfetta.
Ma lei era insistente e questo suo carattere doveva essere messo in riga: Liam la scaraventò sul letto, i së.ni sö.di balzarono, impattando agli occhi del maggiore e le mani affusolate della corvina s'adagiarono sui colli, giocando con sé stessa e con la bramosa mascolinità dell'uomo, frutti che qualsiasi maschio ostenta l'assaggio. Oh... quanto voleva vederlo tuffarsi su Esse, sentire la lingua, i denti e tutta la bocca läpp.ärlë come frutti della passione. Ma lui era più vorace, più resistente, uomo di esperienza – sottovalutava il suo padrone e peccando di superbia, i suoi desideri vennero infranti. Ritrovatasi a pancia in giù, divenne la schiena la protagonista dei dipinti di una bocca affamata, una lingua libertina che delineava famelicamente la sua pelle diafana, mentre il fondo schiena veniva viölatö squisitamente dal viril mëmbrö. La sua durezza le fece pensare che avrebbe potuto spezzarla in due e ciò accrebbe la passione che fomentava in lei. Le sue grosse mani, ora tastavano quella pelle liscia, tonda perfettamente, compatto së.dë.rë tutto da provare: ''fatti un giro su quel girovita.'' Era un invito, e le parole vennero accentuate dal movimento dei fianchi, dallo scuotimento, dal terremoto: il preludio alla tempesta. Giunse il primo colpo: la punizione. Le dita si marchiarono sulla candidezza della pelle, una seconda volta sull'altro lato e così via. Più aumentava il colpo più i gë.mįtï scivolavano acuti dalla bocca di Katherine, brandendo veementemente il lenzuolo tra le dita, la testa gettata all'indietro, con la chioma corvina a ricadere sulla schiena, a solleticarne il tessuto. E infine fu veloce la morte che con un bacio sulla bocca la fece rinascere: il piacere incontrò la sua mente, la sua anima e infine il corpo. La maestria nel quale Liam si dilettava là sotto, ad appagare le sensazioni di Katherine, a stimolare sempre più focosamente, fogosamente, ad accrescere lo spolmonarsi di libidine che riempiva le mura. Era la sua intonazione ai titilli esotici ch'egli le causava, finché spruzzò su di lui il nettare della passione, della giovinezza, freschezza idilliaca d'un ërö.tis.mö letterario.
Katherine giacce stremata e questa sua impulsività incitò Liam a riprendere le redini e la gattina, ulteriormente a guinzaglio, s'incastonò perfettamente a lui. La cascata inglobò la sua virilità, la quale scivolò in lei dolcemente, procurando un nuovo armonico suono. Katherine gëm.ëttë, soffocando l'improvvisa reazione, sgomento incontrollato. Il corpo fremette e trasalì, le mani si avvinghiarono sulle gambe del maggiore, conficcando le unghie nella sua carne.
I due amanti passionali ghignarono; fu l'atto che concitò la fine del mondo, l'inizio di un nuovo big bang.
Lo sconquasso di Liam raggiunse Katherine, il che la mandò fuori di testa.
[parte due]

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Parte II  dfmyt

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dfmyt’s Profile PhotoLiam "white devil" Allen
Le mani di Liam divennero fuoco che ardevano la pelle di Katherine, marchiando ogni parte di lei che veniva sfiorata. Si sentiva sbrattare con la mente, un gioco funesto che non credeva possibile: aveva sottovalutato la preda, ignota creatura, l’essere umano che si trasformò in dio. Era il suo guerriero, la personificazione dei desideri reconditi e golosi che solo una mente - e un corpo - come quello di Katherine sapevano creare. Sentiva la gola fremere dalla fame, la lingua impastata voleva essere dissetata e in un batter d’occhio, la minore si ritrovò preda di colui che credeva sottomesso. Schioccò la lingua e il sorriso si incurvò in un gaio ghigno.
La gattina, a carponi sul pavimento, gattonò fino al suo padrone, strusciando il bel visino contro la coscia calda del biondo, così possente e muscolosa.. ma i suoi occhi famelici puntavano la virilità sorprendente, pronta per essere lambita. Si leccò le labbra, emettendo fusa. Ogni suo desiderio divenne limpido al maggiore e ciò gli permise di giocare / con / lei e / su / di lei. Il guinzaglio lo teneva lui.
Era chiaro chi fosse il dominatore.
Si ritrovò succube, ammaliata, incantata dalla sfrontatezza e dall’audacia con cui Liam si burlava di lei, stuzzicando ogni fantasia della minore, stremando la mente, l’anima ed il corpo che volevano unicamente essere sconquassati. Il viril mëmbrø delineava il bel visino della gattina, il suo profumo di uomo marchiava le gote arrossate, la boccuccia pulsante, e più ella schiudeva la bocca per accoglierlo, più lui tirava il guinzaglio, impartendo ordini che Kathe si divertiva ad ignorare e disubbidire. Ed era certa che questo suo comportamento ribelle divertiva Liam – lo intuì dal sorriso che le rivolse, dalla calda voce che la fece trasalire, dall’ęccitä.zïønë che sgorgò dalla sua femminilità. Il calore pervase tutto il suo corpo, e un caldo änsi.mö abbandonò la sua bocca, riempiendo l’aria viziata dei suoi ørmøni.
Fu lesto e incalzante il movimento del biondo, obbligandola a scontrare il musino contro il suo ventre, le mani adagiate sui fianchi e la brezza le si dipinse sulla pelle, sbocciando come gigli in primavera. Miagolò, docilmente. Strusciava il visino, giocava di fantasia, mentre Liam dava sfogo alle sue, percorrendo quel corpo divino ed afrodisiaco, sino a giungere ai giardini esotici, ricchi di prelibatezze e leccornie. Tastò frutto dopo frutto ma senza deliziarsene ancora, semplicemente sollevò la minore e i loro copri combaciarono perfettamente, incastonati come un puzzle, viso a viso.
Le gambe della giovane cingevano la vita dell’uomo, le braccia al di là del suo collo e la lingua lasciva che gustava la pelle del biondo, stuzzicando e solleticando la sua psiche. Lei lo desiderava più di lui, probabilmente, e gli condivise questa frenesia, dilettandosi in caute movenze, riversando l’ardente calore che la sua femminilità emanava, su quel viril mëmbrö, non ancora suo prigioniero.
[parte uno]

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HumanJudar’s Profile PhotoJudar
Katherine si ritrovò genuinamente divertita di fronte ai comportamenti sbizzarrini dell’individuo. Sembrava essere uscito da un qualche disegno storico e come idea non la trovò nemmeno tanto assurda considerando come viaggia la sua mente e quante cose al di fuori della norma succedono – lei in primis ne era un esempio. Ma quante probabilità poteva avere di incontrare un soggetto uscito da un disegno?
Forse poteva esserci un barlume di verità nel suo pensiero ma anziché indagare, preferì accantonare l’immaginazione per poterne tenere integra la fantasia.
Tuttavia, lo sconosciuto non aiutò affatto lo sforzo che Katherine ripose nel cercare di vederlo come una persona comune: estrarre dai propri indumenti una bacchetta magica che puntando al cielo compì una magia... cosa mai doveva pensare? Fu subito un’etichettare farfalloso quello di Kathe, la quale come una bambina, iniziò a saltellare, credendo di avere a che fare con qualche fata dei boschi – aveva sbagliato, sotto ogni fronte, ma finché rimane tutto nella sua campana di vetro, perché scoraggiarsi? Optò al divertimento.
⟪wooow∼ Tu sei una fata!⟫ esclamò sorniona e cinguettante, puntando infantilmente gli occhi sulla bacchetta.
In aggiunta, le parole che lo sconosciuto pronunciò a seguire, alimentarono ancor di più l’immagine - sfasata - ch’ella si era fatta di lui. E ingenuamente, Katherine confermava le sue parole – non che avesse mai nascosto la sua natura ma non andava nemmeno a sbandierarla ai quattro venti.
Di tutto petto - ma solo per essere accettata da lui - gli diede al cento per cento la conferma: non è una comune mortale.
⟪In effetti io... sono diversi dagli altri.
Ma non sono una fata come te!⟫ e ciò la rammaricava moltissimo, tanto che dai suoi occhi plumbei sgorgava la tristezza ed il rammarico per non essere speciale come lui. Oh povera Kathe, quando si ficca in testa qualcosa, non esiste nulla che la possa smuovere.
⟪Judar? Che bel nome! Dà l’idea di essere molto importante. Sei una fata importante? Che tipo di fata sei?⟫ ed ecco il via alle mille mila domande no-sense – nemmeno avessi cinque anni che ti riduci a porre domande che non stanno né in cielo né in terra. ⟪Io sono Katherine Isabel Jane, ma puoi chiamarmi semplicemente Kathe⟫ pigolò dolcemente, rivolgendogli un educato quanto amichevole sorriso.
Era fortunata da questo punto di vista, la sua natura socievole la rendeva cristallina e inevitabilmente le persone attorno a lei si sentivano attratte – nonostante la sua natura.
Tutt’al più Kathe, desiderava veramente diventare amica di Judar e scoprire il mondo fatato di cui mai è stata messa a conoscenza; le fate sono un po’ come Dio... mistiche creature.
⟪Come mai sei nel mondo degli umani? Ti sei perso? O hai una missione da fata super importante da svolgere?⟫ mi spiace per te caro Judar, ormai il danno è fatto!

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Parte II - @dfmyt

katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
si sfilò via le calze, poi gli indumenti, lasciando che l’intimo coprisse quanto più un uomo possa desiderare. La pelle libera raccontava avvenimenti passati, regalava un profumo coinvolgente e travolgente. La pelle liscia come quella di una bambina, le gambe magre ma ben sode invitavano un ristoro, invitavano ad essere lambite, lasciando lividi evidenti ma per nulla dolorosi. Katherine si toccava, si accarezzava perché sapeva come far perdere la testa ad un uomo ma non aveva la benché minima idea di chi fosse il suo avversario.
Credeva di dominare, ne era certa. E scioccamente - forse - non teneva in considerazione che anche dentro di lui avrebbe potuto celarsi una bestia ben più forte della sua; dopotutto lei, ha sempre giocato come la dominata.
⟪Sai.. con me devi essere un po’ rude Liam. Io.. io sono una bambina che deve essere punita senza ritegno.⟫ la sua testolina sognava fantasie erøtiche che non possono essere pronunciate ad alta voce, inorridirebbero persino il diavolo.
Si spinse verso di lui, inginocchiandosi sul morbido materasso. Le mani adagiate sul suo viso, il pollice gli carezzava la bocca inumidita. Occhi negli occhi a confidarsi le fantasie l’uno dell’altra: ora le loro anime sanno cosa vogliono, non c’è più bisogno di concessione. Scese con le dita a zampillare lungo il suo collo; il cuore batteva e le vene ben evidenziate pulsavano. Chiuse gli occhi, ansimando velatamente. Gli sbottonò la camicia, disfandogliela. Un corpo marmoreo, quanto volte lo aveva visto? Eppure mai fu più eccitante come in quel momento.
⟪Toglimi il reggiseno e toccami, Liam⟫ un ordine, che accese l’indole virile dell’uomo. La vide la scintilla attraversargli gli occhi e ora, il dominatore tirerà fuori il frustino per la sua piccolina. ⟪Oh..⟫ il sorriso le si dipinse, carico di pura malizia, benzina sul fuoco.

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Parte II  dfmyt

Language: English