Naso di Voldemort

Oggi parliamo del miglior amico dell'uomo. No, non è il cane, sto parlando del sonno!

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1) Secondo uno studio dell'Università del Bedfordshire, i sogni e gli incubi più bizzarri prendono forma a notte fonda. Durante l'esperimento, ogni partecipante è stato svegliato per 4 volte a notte e costretto a raccontare i sogni.
Questa curiosità Nasica fa sorgere spontanee due domande:
- Che genere di sogni fate? Riuscite sempre a ricordarli oppure al mattino vi svegliate con la sensazione di aver fatto un bel sogno che proprio non riuscite a ricordare?

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- Se qualcuno vi svegliasse mentre state dormendo profondamente, quale potrebbe essere la vostra reazione?

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2) Tutti abbiamo passato una notte in bianco. In pochi conoscono l'origine di questo modo di dire. Si riferisce al rituale per diventare cavaliere nel Medioevo.
La sera prima della cerimonia, l’aspirante cavaliere veniva vestito di bianco e condotto in una cappella dove trascorreva un’intera notte in preghiera osservando il digiuno.
La prima menzione di questo "modo di dire" la abbiamo nel Visconte dimezzato di Italo Calvino.
- Quali sono le cause delle vostre notti in bianco?

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3) Madame Campan, prima cameriera della regina, nelle sue "Mémoires" racconta che a Versailles, il cerimoniale fosse fondamentale anche soltanto per infilare la camicia da notte.
“E’ una sera d’inverno. Maria Antonietta, già tutta svestita in una camera non sufficientemente riscaldata, aspetta di indossare la camicia da notte. La cameriera la tiene già spiegata, quando entra nella stanza la dama d’onore. L’etichetta vuole che sia essa a porgere la camicia alla regina, dopo essersi tolta i guanti, naturalmente. Maria Antonietta ha freddo, ma attende paziente. La dama d’onore prende la camicia, ma si affaccia alla porta la duchessa d’Orleans. Ora è suo il privilegio di porgere la sospirata camicia. La duchessa si toglie i guanti e avanza per prenderla dalla cameriera che nel frattempo l’ha riavuta dalla duchessa. Sopraggiunge però la contessa di Provenza, cognata della regina. Ora l’onore è suo. La regina ormai è un pezzetto di ghiaccio. Vista la situazione, la contessa fa uno strappo all’etichetta, non si toglie i guanti, afferra la camicia e la infila alla regina”.
- La domanda è: Qual è la vostra tenuta notturna? Preferite la camicia da notte o un bel pigiamone caldo? Siete più a favore dei mille strati di coperte o preferite qualcosa di più leggero?

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cosa pensate ne sarà del suo ecosistema? Si riuscirà mai a porre fine alla deforestazione? Come immaginate il mondo tra 40 anni, se essa dovesse sparire?

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Secondo la mia modestissima opinione di naso profano in materia è che il problema non risiede solo nella deforestazione. Ci parlano sempre del "polmone del mondo" i danni relativi al taglio degli alberi si ripercuotono non soltanto sulla flora e sulla fauna ma su tutta una serie di fattori.
Per esempio la produzione di carbonio. Il Brasile è al quarto posto nella classifica dei paesi emettitori a livello globale. Quando un'area viene disboscata, il suolo subisce un cambio d'uso radicale e per velocizzare il tutto, vengono utilizzate le fiamme, il 75% delle emissioni del paese. il 59% della produzione di carbonio è data dagli incendi nella regione amazzonica.

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I suoli non vengono adibiti solo ad uso agricolo (che per inciso la cenere rende fertile il terreno per un lasso di tempo estremamente breve per l'utilizzo intensivo che ne viene fatto quindi è necessario, una volta esaurito quel terreno, crearne uno nuovo con un nuovo disboscamento lasciando così quel terreno sterile e inutilizzabile)

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Altro motivo della deforestazione è l'allevamento dei bovini l’Amazzonia conserva tra 80 e 120 miliardi di tonnellate di carbonio. Se queste riserve di carbonio venissero distrutte, si emetterebbero in atmosfera una quantità di gas serra pari a cinquanta volte quelle prodotte dagli Stati Uniti in un anno.

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La deforestazione e l'utilizzo sconsiderato dei terreni portano ad una serie di sconvolgimenti che coinvolgono più fattori.
L'emissione di carbonio, quindi l'effetto serra, la diminuzione di risorse per le popolazioni autoctone, la distruzione di un ecosistema e dell'habitat delle specie che popolano quelle terre, desertificazione, tagliando gli alberi non si hanno più le "barriere naturali" che impediscono le erosioni, le frane e gli smottamenti nei territori piovosi e collinari con il conseguente dilavamento delle acque e l' inquinamento degli ecosistemi acquatici.

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Insomma, fra 40 anni forse non saremo ancora riusciti a distruggere il mondo, ma sicuramente riusciremo ad aggiungere nuovi tasselli.

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