La sua inesperienza per te non è un problema, non lo è mai stata. Non pensi che abbia qualcosa in meno ad un uomo più esperto. Paradossalmente preferisci anche che sia così. Temi che con un uomo già "avviato", tutte quelle tenerezze che normalmente ci sono tra di voi non ci sarebbero state. Almeno
non così tante. Vorresti anche continuare quei movimenti intrisi di libidine e desiderio, ma appena infila la mano oltre la biancheria, ti perdi in un bicchiere d'acqua. Sei già bagnata, impaziente di averlo, di unirti a lui non solo mentalmente parlando. Sofføchi un gemitō e poi un altro ancora, prima di prendere le distanze dal membrō. Lo fai solo per sbarazzarti definitivamente del reggiseno e anche dei pantaloni, che fai scivolare lungo le gambe. « Neanch'io voglio più aspettare. » sentenzi, baciandolo di nuovo sulle labbra, mentre con una delle mani prendi a tirare giù le mutandine. Se lui è impaziente, tu lo sei più di Jean.
༻✦༺ ༻✧༺༻✦༺
Aveva preso coraggio. Cercava di imporsi su Celeste per farle capire che, malgrado l'inesperienza, la voglia di imparare c'era ed era schizzata alle stelle; andava di pari passo con l'eccitaziōne e il desiderio di prendere possesso di quel corpo sinuoso e candido. E pensare che, quando l'aveva conosciuta, neanche ci aveva fatto caso: aveva sempre guardato altro. Come l'intelligenza, ad esempio. E il carattere. Amava la vena peperina di Celeste: stuzzicava la sua fantasia e pertanto si chiedeva se fosse così anche sotto le lenzuola, oppure se avesse una natura più mite, in contrasto con quella che mostrava di solito. In fondo aveva capito che quella mostrata dalla McPherson alle persone fosse solo una maschera: con lui diventava un'altra persona. Gli piaceva da matti questa cosa. Continuò a massaggiarle il sësso con indolenza, concentrandosi sul clitoridë madido fino a che non la vide spogliarsi completamente.
« Dio, sei perfetta. Vorrei scolpirti. »
Disse a bassa voce, prima di impossessarsi nuovamente di quelle labbra. Poteva sembrare una frase romantica la sua (e in parte lo era), fatto sta che era serio: gli sarebbe piaciuto scolpire Celeste. Gli ricordava la Venere che era esposta al Louvre, solo che con entrambe le braccia. Nel frattempo, il membrö sbatteva come un ariete contro la fëmminilità di lei.
༻✦༺ ༻✧༺༻✦༺
Aveva preso coraggio. Cercava di imporsi su Celeste per farle capire che, malgrado l'inesperienza, la voglia di imparare c'era ed era schizzata alle stelle; andava di pari passo con l'eccitaziōne e il desiderio di prendere possesso di quel corpo sinuoso e candido. E pensare che, quando l'aveva conosciuta, neanche ci aveva fatto caso: aveva sempre guardato altro. Come l'intelligenza, ad esempio. E il carattere. Amava la vena peperina di Celeste: stuzzicava la sua fantasia e pertanto si chiedeva se fosse così anche sotto le lenzuola, oppure se avesse una natura più mite, in contrasto con quella che mostrava di solito. In fondo aveva capito che quella mostrata dalla McPherson alle persone fosse solo una maschera: con lui diventava un'altra persona. Gli piaceva da matti questa cosa. Continuò a massaggiarle il sësso con indolenza, concentrandosi sul clitoridë madido fino a che non la vide spogliarsi completamente.
« Dio, sei perfetta. Vorrei scolpirti. »
Disse a bassa voce, prima di impossessarsi nuovamente di quelle labbra. Poteva sembrare una frase romantica la sua (e in parte lo era), fatto sta che era serio: gli sarebbe piaciuto scolpire Celeste. Gli ricordava la Venere che era esposta al Louvre, solo che con entrambe le braccia. Nel frattempo, il membrö sbatteva come un ariete contro la fëmminilità di lei.