Ho iniziato a scrivere nel 2019 ed ho finito nel 2020, poi basta. Un anno intero di banalità, il resto, mediocrità. Mi è sempre piaciuto scrivere, sia chiaro, ma non lo facevo, ci pensavo e basta, senza mettere per iscritto quei pensieri, che poi si perdevano e sparivano nei meandri di una mente caotica. Non li scrivevo perché temevo diventassero reali, temevo di diventarlo io, ma esattamente cinque anni fa ho incontrato una persona, e me ne sono perdutamente innamorato. Era la persona giusta al momento sbagliato, nel posto sbagliato, in un amore sbagliato, in un casino sbagliato, tutto era maledettamente sbagliato. Ma questa è la magia dei vent'anni, uno sconsiderato ottimismo che rende tutto giusto, una lunga strada dritta in salita, per la curva di un sorriso. Non ho dimenticato quell'amore, semplicemente non lo provo più, da anni ormai, com'è giusto che sia. Vedo le ferite che ha lasciato, ma non ricordo il male che facevano quando sanguinavano. Mi ha reso più forte, forse, nessun altro amore, per quanto intenso, mi ha tormentato tanto, e forse è per questo che anche i miei versi sono addirittura peggiorati, manca quel agrodolce universale tormento, provato da tutti, almeno una volta nella vita. Stavo pensando a lei questa sera, con affetto, mi chiedo se stia bene, se stia vivendo l'avventurosa viva che cercava, con quel coraggio che le ho sempre invidiato. E la tua domanda mi è sembrata capitare a fagiolo, temo di non aver risposto però, perdonami. Con una così lunga (noia e inutile premessa) potresti pensare che quindi la risposta sia di si e che la persona in questione sia lei, ma non è così, il passato è passato e così deve restare, per questo non ricontatterei nessuno, altrimenti, l'avrei fatto già.
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