Buongiorno ❀ oggi vi propongo un giochino simpatico trovato per caso su Ask. Vi chiedo di scrivere un elenco di 5 cose su di voi nascondendo tra queste una cosa falsa, non vera. Vediamo se qualcuno riesce a trovarla e quindi a smascherarvi!

camillalilla23’s Profile PhotoCami
In ritardo ma ci siamo, copio il bed boi @Pippo2018 e attendo i voti, rido.
1. Ho ereditato il pollice verde di famiglia, finora non ho ucciso nemmeno una pianta, tanto da prendere "in cura" quelle dei miei amici quando loro sono assenti.
2. Ho platinato soltanto tre giochi su ps4, anche se tendo a seguire le guide per i trofei.
3. Pre pandemia, andavo in una palestra di roccia almeno una volta a settimana, e ho fatto la mia prima ferrata a 9 anni.
4. Ho cambiato scuola superiore dopo il primo anno, latino era meglio di economia aziendale.
5. Capodanno in ospedale è una mezza costante, ne ho passati 5 lì dentro sia come paziente che accompagnatrice.
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Quante volte sei stato innamorato/a?

lookingatherhurt’s Profile PhotoMarta
Oh Marta, tante quante sono le onde direi, e allo stesso modo si confondono tra loro, passandosi sopra l'un l'altra. Alcune invece sono come le rocce che ne vengono accarezzate: immobili, seppur sprofondando un poco.
Ottobre di ormai non so quanti anni fa, occhiate su occhiate tra un autobus e l'altro, ci credi che non ci siamo mai parlati? Ricordo una volta in cui correva verso ogni linea, pensando fosse la mia, e mi viene ancora da ridere. L'ho rivisto a Pasqua, suonava il violino, e aveva le dita coperte d'inchiostro.
Aprile di una primavera che sapeva di libertà, una fredda notte bianca in cui sorsi di birra si alternavano a risate, finché una non si è trasformata in un bacio. Mi ha scaldato le mani fino all'estate, improvvisando sui miei accordi, dimenticandosi di dirmi che già sapeva di dover partire ancora prima di conoscermi. Anni più tardi, mi sono sorpresa a sperare di incrociarlo nella stazione della città che ormai deve contenere la sua vita, mentre io ero solo di passaggio, ma il treno è ripartito in un perfetto silenzio nordeuropeo.
Agosto, fugace come la stella cadente che gireresti di aver visto con la coda dell'occhio. Probabilmente lei lo sapeva più di me, così come ogni altra cosa, di stelle e di spartiti e di letture. Di suo mi è rimasta la gerusalemme liberata, con una dedica che tengo in un cassetto in fondo al cuore.
Aprile, di nuovo, ma con più consapevolezza, forse. Stavolta gli accordi erano su due tonalità diverse, ma insomma, ormai avrai capito che m'innamoro sempre di persone musicali. Questa è la volta che riapre la crepa su cui pensavo di aver gettato abbastanza cemento, ma i denti di leone spuntano dappertutto. Ammetto di sentirmi ancora in colpa, citandolo ad esempio del perché non riuscirò mai a superare niente in tutta la mia vita.
L'ultima è cominciata a gennaio di due anni fa, anche se soltanto la primavera ci ha dato coraggio, e prosegue prosperando ancora, fiorendo in un amore che sa di casa.

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Cosa non ti perdoni?

Scomodo’s Profile PhotoBlume
Ahh blume, la risposta è sempre la stessa, anche dopo due anni e nove mesi e tredici giorni. L'afa di una giornata in apnea, le mani perennemente fredde sulla ringhiera e una telefonata piena di vuoto, non come quelle brevi e concise con papà. Trovo ironico il fatto che me l'abbia detto lei, ti avrei detto. Sei la sua luce e ancora non lo sai, avresti risposto. Chissà se sai che ci litigo ancora, che non è cambiato niente anche se mi ha detto di non farmene una colpa, pur sapendo che non ne sono capace (o forse solo tu lo sapevi, lei non ancora). Chissà se sai che porto ancora fuori il tuo cane e che tuo padre mi mette sempre la panna nel caffè, senza che io dica nulla. Chissà se sai che il nipote che non conosci ha i tuoi stessi occhi e la stessa indole da spaccaballe. Chissà se sai che G. porta sempre una birra in più che ci tocca smezzare, un po' controvoglia, un po' per darti fastidio anche da qui, perché in fin dei conti quasi te lo meriti, quasi no.

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Quale ferita non hai ancora guarito?

Scomodo’s Profile PhotoBlume
Per una volta, potrei dirti che è quella che mi attraversa l'addome, poco più corta di una spanna, che ha smesso di sembrare un millepiedi da poco più di un mese, che farà la sua bella figura per il resto dei miei anni, e che puoi ben vedere con i tuoi occhi, ma temo sarà una storia per un'altra volta. Quella che non si lascia intravedere, invece, quella che tu intendi, si trova poco più su e poco più sotto. Ora che ci penso, potrebbe passare tranquillamente per una continuazione invisibile del visibile, nonostante sia più antica. Da un lato, credo sia comune a tutti, dall'altro, ognuna di esse si differenzia leggermente. La mia è riemersa proprio oggi, anche se s'era già fatta sentire il mese scorso, ricordandomi che non si è ancora chiusa del bene e forse non lo farà mai, perché in giorni come questo ho l'impressione di sentire tutto troppo e una gabbia toracica che fatica a contenerlo, mentre la testa si arrovella su ciò che è stato e su ciò che avrebbe potuto essere, sugli errori mascherati dalla nostalgia e su pensieri che dormivano un sonno piuttosto leggero. Non so se guarirà mai, ma non credo che quello che mi suggerisce di fare sia giusto per entrambi.

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Che tempo fa oggi nella tua testa?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
"November 1: A wet, fresh air, grey skies", scriveva Plath una cinquantina d'anni fa, e sorprendentemente ci ha preso anche quest'anno, pioggia compresa. La torta di mele profuma d'infanzia, sempre più mele che torta, e non dimenticare il tè che si raffredda, forse per quella tazza di qualcuno che non ti appartiene più (scelta tua o sua? Forse ci sarà tempo per capirlo, forse no, ma nel dubbio sotterrala tra le altre domande). Accendi una candela che le bollette sono care, e ricordati che infine si tratta di perseveranza o morte.

Qual é il vostro libro preferito?🌻

Time_makes_love_pass__’s Profile PhotoA poet has to write❄➰
π mi ha chiesto di lasciargli qualche libro da leggere finché me ne starò rintanata nel non-poi-così-profondo nord, lasciandomi carta bianca, di mio invece ponderando cosa potrebbe piacergli di ciò che mi piace. Tre libri in italiano, due in inglese, uno al mese per sentirsi più vicini, forse, preferibilmente scarabocchiati e segnati in matita leggera, quelli che "sanno più di te". A caccia tra le librerie di casa, il bottino comprende i miei preferiti, cinque libri che involontariamente riportano lo stesso tema, a cui ho fatto caso solo ora. Fair play della Jansson, due anziane donne convivono in una casetta su un isolotto roccioso. Oceano mare di Baricco, letto soltanto qualche mese fa, ripescato in una soffitta in strada. History of the rain di Williams, a sua volta libro preferito di un'amica conosciuta vent'anni fa, la prosa densa di riferimenti bibliografici. Lei di Targhetta, forse un po' tirato, ma c'è la piscina. Infine, il mio amore più grande, three men in a boat (to say nothing of the dog) di Jerome, quel navigare tra l'umorismo più sottile e le riflessioni più esistenziali in perfetta armonia. Ho barato e sono cinque, ma sai qual è il lato divertente? Fino alla prima elementare, avevo una fobia tremenda dell'acqua.

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Parlami di te

DavidFernandoPenna’s Profile PhotoIl Giannizzero Nero
Pensavo a quanto la città sull'acqua (e nell'acqua e all'acqua, come dice w.) mi faccia sentire sicura, nonostante siano passati anni. Forse perché è stata la prima, perché ero più giovane, perché era casa lontana da casa, una casa profondamente diversa. Arrivare a conoscere ogni angolo di santa croce san polo dorsoduro e sapere dove trovare il miglior soufflé caffè cous cous. Essere ricordata da persone ai margini e parlare per la prima volta con volti antichi di lingue ormai morte (ma è davvero morta se già la parliamo in due, anche se è solo l'incipit di un poema che conosciamo con il cuore?). Mi sembra di lasciare un pezzo di cuore in ogni città e chissà quanti ancora me ne restano, l'ultimo se lo tiene stretto la medicea con i suoi cieli così grandi e così puri e la pioggia che scende troppo forte. Fa ridere perché da vent'anni w. vive in tre città in tre continenti quasi contemporaneamente e ha detto la stessa cosa, il mio tedesco è verbesserungsfähig ma il sentimento è lo stesso, con meno parole.

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Di che colore ti senti oggi?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Grigio chiaro, lo stesso di una testa che pare scoppiare, tanto male fa. Lo stesso del micio che mi fa compagnia, accoccolato ai miei piedi da quando è iniziata l'era della febbre, un po' per compagnia, un po' perché a momenti sono più calda dei termosifoni. Lo stesso del pigiama perenne, senza dirvi da quanti giorni lo porto. Lo stesso del cielo che immagino sia sopra la città in cui dovevo dare un esame, per cui il destino o la salute o chissà cosa ha deciso per me, lasciandomi come sempre un senso di colpa che non ho.

(Non trovo il tasto per rispondere, l'hanno tolto?) Ti sei spiegata bene. Vorrei chiederti: che senso ha/può avere socializzare? Mi viene difficile considerare "lasciarsi andare" in mancanza di un orizzonte su cui sia ragionevole proiettare le figure. Forse per questo tutto appare informe in testa

(Può essere? Onestamente non ho ben capito come e perché hanno deciso di cambiare alcune funzionalità, e perdona il ritardo) Forse è proprio questo? La ricerca di una finalità che molto spesso non c'è, come invece la si ritrova in altre cose. Per come la vedo io, socializzare può rendere più leggero o accettabile qualcosa, sia un evento, un corso, il turno che ti tocca o chissà che altro, semplicemente alleggerire qualcosa che di per sé potrebbe essere pesante anche a livello mentale, la base potrebbe essere questa. Poi c'è lo scambio di pareri e di storie, gli interessi in comune, battibeccare su varie cose, raccontarsi dritti e rovesci e condividere ricordi, qualcosa che va oltre la superficie e finisce per alleggerire la vita stessa, al di là di vantaggi fisicamente tangibili. Forse la finalità è questa, realizzando allo stesso tempo che non tutte le persone avranno lo stesso ruolo nella tua vita.

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Ehi Fox, non so chi altri chiedere. Mi è stato detto che la mia difficoltà sociale è dovuta al fatto che "penso molto" -- che normalmente le persone si fanno meno domande. Mi sembri una persona che pensa molto e -magari sbaglio- mi sembra anche tu ci sappia fare. Vorrei sentire la tua.

Onorata di dare quest'impressione, rido, ma diciamo che è qualcosa che (come tutto, a pensarci bene) si fa sul campo. È vero che penso molto, a volte anche troppo, ed è vero che la maggior parte delle persone tende a pensare meno, o almeno così sembra. Da un lato a forza di scontrarti impari a soffocare parte di quelle domande, non a pensare meno, ma a selezionarne un'altra parte, perché tutte insieme finiscono solo per confonderti e sì, questo inevitabilmente finisce per limitarti, per mostrare a sua volta una parte di te, ma è quello che le persone riescono a "reggere" (non trovo parola migliore al momento), è facile a dirsi ma in un certo senso devi lasciarti andare, imitarle, e cercare di viverla con un minimo di leggerezza, ed è ciò che ti tocca fare la maggior parte delle volte. Dall'altra si tratta di trovare persone affini, te l'avranno ripetuto miliardi di volte, ma esistono anche le rarità che pensano tanto quanto te e con cui ridi della quantità di domande che affollano entrambe le vostre teste pensanti, e che poi si alleggeriscono un po'. Non so se mi sono spiegata bene, ma spero sia un minimo d'aiuto, e resto qui.

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"e ricorda che tutto è per la prima volta", cosa intendi?

Ricordi Eraclito ed il suo "non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume"? In un certo senso deriva dall'oscuro, in fin dei conti niente si ripete esattamente come prima, ci sarà sempre una differenza, immensa o appena percepibile, in se stessi o altrove, e a volte è necessario ricordarlo, ricordare che tutto è in perenne mutamento, compresi noi stessi, e prendere atto della labilità che pervade il tutto.

Language: English