https://ask.fm/levireonhato/answers/166424269817
*Astrid era sempre stata coscienziosa. O almeno ci provava. Il suo cuore e la sua anima erano un bel giardino rigoglioso di sentimenti. Li coltivava con le sue mani, sebbene avesse la consapevolezza di essere vittima di sofferenze. Non voleva demordere, credeva che le emozioni e i sentimenti navigassero a braccetto in acque cristalline e perdersi una tale vista era solo da sciocchi. Sulla sua barchetta di legno, teneva il posto per Levi, da sempre. Finalmente era riuscita ad invitarlo e mostrare anche lui almeno una piccola parte del suo incantevole mondo; avevano tanto tempo davanti e ancora molteplici posti da visitare insieme. Non si dava fretta, non gli dava fretta. Avevano appena cominciato il loro viaggio e mostrargli tutto in poco tempo avrebbe rovinato la magia. Levi doveva imparare a godere del momento, e Astrid avrebbe goduto di / quel / momento. In fondo ognuno ha i suoi tempi, ognuno ha i suoi modi. Non poteva rimproverarlo né biasimarlo oltre. Adesso erano insieme, null’altro contava più.*
- smettila di dire che ho il sedere grosso.
*Gli rammentò, con una vocina infastidita tanto quanto capricciosa a livelli infantili. Si tirò la coperta fin sotto il collo e si lasciò sopraffare dal buio: incuteva una tremenda paura ma al suo fianco aveva Levi, sapeva che così, in ogni modo, in qualunque circostanza, sarebbe stata protetta lo stesso. Gli strinse la mano ma senza rispondere alla provocazione: apprezzava il modo con cui il fratello si prendeva cura di lei. Nonostante siano gemelli, Astrid si sentiva piccola tra le sue braccia, era una sensazione che non voleva venire meno ma ad essere onesta - con sé stessa più che altro - le andava bene così, poteva gaiarsi delle attenzioni del corvino. Lo sentiva... il suo calore, il suo amore; sentiva ogni parte di lui legarsi a lei. Le dita giocavano: non si era mai resa conto di quanto la pelle di Levi fosse tanto morbida quanto ruvida. Segnava la sua virilità e al contempo la sua delicatezza. Quelle erano mani che Astrid avrebbe voluto toccare per il resto della vita.*
- buonanotte~
*Mormorò e chiuse gli occhi.
Il cuore le batteva nel petto precipitosamente. Si sentiva sopraffatta da quel vorace movimento. Prendere sonno le era impossibile, temeva che così facendo avrebbe dimenticato il tocco delle loro mani. Aprì appena gli occhi: intravedeva la sagoma di levi tra le tenebre. Sembrava rilassato avvolto nell’oscurità e per un istante, si chiese se fosse quella la sua appartenenza: Levi e Astrid, i due poli opposti; giorno e notte, luce e oscurità, sole e luna. Sembravano appartenere a due mondi differenti, e allora com’è che ora coincidevano perfettamente? Si incastravano come se plasmati per congiungersi senza lasciarsi mai più. Erano solo sue fantasie, ma vederlo rilassato in quel modo... avrebbe tanto voluto accarezzare quel viso pacifico e non corrugato dalla vita pesante e dai fardelli quotidiani. Voleva solo alleggerirgli il cuore almeno un po’.*
- smettila di dire che ho il sedere grosso.
*Gli rammentò, con una vocina infastidita tanto quanto capricciosa a livelli infantili. Si tirò la coperta fin sotto il collo e si lasciò sopraffare dal buio: incuteva una tremenda paura ma al suo fianco aveva Levi, sapeva che così, in ogni modo, in qualunque circostanza, sarebbe stata protetta lo stesso. Gli strinse la mano ma senza rispondere alla provocazione: apprezzava il modo con cui il fratello si prendeva cura di lei. Nonostante siano gemelli, Astrid si sentiva piccola tra le sue braccia, era una sensazione che non voleva venire meno ma ad essere onesta - con sé stessa più che altro - le andava bene così, poteva gaiarsi delle attenzioni del corvino. Lo sentiva... il suo calore, il suo amore; sentiva ogni parte di lui legarsi a lei. Le dita giocavano: non si era mai resa conto di quanto la pelle di Levi fosse tanto morbida quanto ruvida. Segnava la sua virilità e al contempo la sua delicatezza. Quelle erano mani che Astrid avrebbe voluto toccare per il resto della vita.*
- buonanotte~
*Mormorò e chiuse gli occhi.
Il cuore le batteva nel petto precipitosamente. Si sentiva sopraffatta da quel vorace movimento. Prendere sonno le era impossibile, temeva che così facendo avrebbe dimenticato il tocco delle loro mani. Aprì appena gli occhi: intravedeva la sagoma di levi tra le tenebre. Sembrava rilassato avvolto nell’oscurità e per un istante, si chiese se fosse quella la sua appartenenza: Levi e Astrid, i due poli opposti; giorno e notte, luce e oscurità, sole e luna. Sembravano appartenere a due mondi differenti, e allora com’è che ora coincidevano perfettamente? Si incastravano come se plasmati per congiungersi senza lasciarsi mai più. Erano solo sue fantasie, ma vederlo rilassato in quel modo... avrebbe tanto voluto accarezzare quel viso pacifico e non corrugato dalla vita pesante e dai fardelli quotidiani. Voleva solo alleggerirgli il cuore almeno un po’.*