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Astrid Reonhato

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levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
*Astrid era sempre stata coscienziosa. O almeno ci provava. Il suo cuore e la sua anima erano un bel giardino rigoglioso di sentimenti. Li coltivava con le sue mani, sebbene avesse la consapevolezza di essere vittima di sofferenze. Non voleva demordere, credeva che le emozioni e i sentimenti navigassero a braccetto in acque cristalline e perdersi una tale vista era solo da sciocchi. Sulla sua barchetta di legno, teneva il posto per Levi, da sempre. Finalmente era riuscita ad invitarlo e mostrare anche lui almeno una piccola parte del suo incantevole mondo; avevano tanto tempo davanti e ancora molteplici posti da visitare insieme. Non si dava fretta, non gli dava fretta. Avevano appena cominciato il loro viaggio e mostrargli tutto in poco tempo avrebbe rovinato la magia. Levi doveva imparare a godere del momento, e Astrid avrebbe goduto di / quel / momento. In fondo ognuno ha i suoi tempi, ognuno ha i suoi modi. Non poteva rimproverarlo né biasimarlo oltre. Adesso erano insieme, null’altro contava più.*
- smettila di dire che ho il sedere grosso.
*Gli rammentò, con una vocina infastidita tanto quanto capricciosa a livelli infantili. Si tirò la coperta fin sotto il collo e si lasciò sopraffare dal buio: incuteva una tremenda paura ma al suo fianco aveva Levi, sapeva che così, in ogni modo, in qualunque circostanza, sarebbe stata protetta lo stesso. Gli strinse la mano ma senza rispondere alla provocazione: apprezzava il modo con cui il fratello si prendeva cura di lei. Nonostante siano gemelli, Astrid si sentiva piccola tra le sue braccia, era una sensazione che non voleva venire meno ma ad essere onesta - con sé stessa più che altro - le andava bene così, poteva gaiarsi delle attenzioni del corvino. Lo sentiva... il suo calore, il suo amore; sentiva ogni parte di lui legarsi a lei. Le dita giocavano: non si era mai resa conto di quanto la pelle di Levi fosse tanto morbida quanto ruvida. Segnava la sua virilità e al contempo la sua delicatezza. Quelle erano mani che Astrid avrebbe voluto toccare per il resto della vita.*
- buonanotte~
*Mormorò e chiuse gli occhi.
Il cuore le batteva nel petto precipitosamente. Si sentiva sopraffatta da quel vorace movimento. Prendere sonno le era impossibile, temeva che così facendo avrebbe dimenticato il tocco delle loro mani. Aprì appena gli occhi: intravedeva la sagoma di levi tra le tenebre. Sembrava rilassato avvolto nell’oscurità e per un istante, si chiese se fosse quella la sua appartenenza: Levi e Astrid, i due poli opposti; giorno e notte, luce e oscurità, sole e luna. Sembravano appartenere a due mondi differenti, e allora com’è che ora coincidevano perfettamente? Si incastravano come se plasmati per congiungersi senza lasciarsi mai più. Erano solo sue fantasie, ma vederlo rilassato in quel modo... avrebbe tanto voluto accarezzare quel viso pacifico e non corrugato dalla vita pesante e dai fardelli quotidiani. Voleva solo alleggerirgli il cuore almeno un po’.*

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🌸 vola, vola, vola l'ape Maia 🐝

astridreonhato’s Profile PhotoAstrid Reonhato
- Tao! Sono Astrid e prometto che non parlerò per sempre..
*Promessa che sarebbe meglio non mantenere, ma non ci si può far molto. Astrid era così. E a modo suo – prometto, comprensibile – vi racconterà ciò che ne é di lei, di chi vorrebbe essere e chi sarà.*
- La mia mamma e il mio papà sono molto famosi, come quei cantanti che vedo spesso alla tv. Loro non sono cantanti ma il mio papà é un eroe come quelli delle favole mentre la mia mamma é una bellissima principessa che viene salvata dal papà.
*Meglio non dirlo troppo spesso, mamma Laia é una principessa particolare.*
- ho un fratello. Non é più grande di me e neanche più piccolo. Noi siamo uguali.
Mamma e papà dicono che siamo gemelli ma non perché uguali ugualissimi ma perché siamo nati insieme!~
*Ed é felicissima di avere un fratello~*
- Mi piace mangiare. Mi piace guardare i cartoni e mi piace che la mamma e il papà mi leggano le storielle. Mi piacciono i baci del mio papà e gli abbracci della mia mamma. Ah, il mio nome é come una stella.
Mi piace colorare. Mi piacciono la nonna e il nonno e la zia e lo zio Jay e l'altro zio Alec.
Voglio trovare una zia per lo zio Alec, yup!~
Ah, mi piace dire " yup!~ " , é una parola super mega fantasticosa bellissima.
*E alzó le manine al cielo, perché é bello esultare per una parolina, massì.*
- Ah. Aspettate, aspettate: a volte mi piace fari gli scherzetti a mio fratello, di quelli che fanno un sacco sacchissimo ridere.
*Sembra Ned Flanders quando si diletta in un simpatico quanto fastidioso " salve salvino caro vicino ".*
- Umh… da grande farò la dottoressa. La principessa. Quella che va sulla luna ma non so come si dice perché ha un nome difficile. Il militare come papà e nonno. La modella. La cantante - Levi dice che non so cantare ma lui é geloso come mamma quando papà guarda le ragazze in tv e gli fa lo scherzetto facendolo dormire sul divano -. La salvatrice degli animali.
*Insomma. Astrid vuole fare tutto, essere tutti, ma chissà chi o cosa diventerà domani.*
- It's me, Mario.
Ah no, sono Astrid.
Taaoo!~ Yup!~
*E con un gran sorriso a trentadue denti – per modo di dire –, salutó tutti i suoi ascoltatori, lettori, visionari. Tutti coloro che hanno interesse, ad amarla o a odiarla. Comunque sia, tutti coloro che anche solo per caso sentiranno il suo nome. Perché diciamocela, il nome di " Astrid " almeno una volta nella vita lo sentirete.*

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vola vola vola lape Maia

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levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
*E proprio quando l’aereo si alzò in volo, ogni vibrazione di Astrid partì dal suo corpo per trasmettersi a quella di Levi, il quale fu chiaramente coinvolto dalla negatività angosciante della gemella. Aveva provato a tenere nascosta la sua paura, ma parliamo pur sempre di lui; non si lascia sfuggire più niente.*
- tranquillo, sto bene. Mi passerà..
*Mormorò. Stringergli la mano l’aveva aiutata più di quanto sembrasse, e rimanere così per altri dieci minuti l’avrebbe senz’altro giovata. Perciò non si sdegnò a intrecciare le dita tra quelle del fratello, ignorando ogni sua eventuale necessità.
In quel momento era lei ad avere bisogno, ed egoisticamente era affianco a lui che voleva stare. Appoggiò la testa sulla spalla del corvino, finché l’aereo non prese stabilità nel cielo. A quel punto, gli occhi di Astrid si spostarono fuori dal finestrino, ad ammirare la distesa di nuvole bianche sotto di loro.*
- è bellissimo, non trovi?
Anche se siamo comuni esseri umani abbiamo la possibilità di volare nel cielo e godere di una tale meraviglia.
*In quei momenti non le importava di essere una semplice ragazza priva di capacità ultraterrene. Poteva godersi la sua vita anche in quel modo, al fianco del suo_ amato fratello. Chissà cosa penserebbe leggendo i suoi pensieri. Proverebbe vergogna o ne sarebbe felice?
Gli lasciò la mano ma gli concesse un dolce sorriso.
Il comandante pronunciò gli annunci dall’alto parlante, affermando ai passeggeri che potevano slacciarsi le cinture. Così fece Astrid e mettendosi comoda, si godette il viaggio – il quale passò per lo più dormendo. Una fortuna per Levi, che non dovette subirsi i piagnistei e il chiacchierio continuo della sorella.
Finalmente dopo ore, atterrarono. Altra agonia per la povera Astrid. Solitamente gli atterraggi sono più bruschi del decollo, ma torturando la mano del fratello, riuscì ad uscirne inerme – non so la mano di Levi.*
- aaah che bello! Possiamo scendere.
*Disse, sgranchendosi le gambe indolenzite. Lo fece quasi come a voler dare la colpa al corvino. Presero le valigie e una volta usciti dall’aeroporto, si subirono un’altra ora di viaggio in macchina fino a giungere - finalmente - a destinazione. Un parto sarebbe stato meno faticoso, ma almeno ne è valsa la pena.*
- Levi, Levi. La nostra vacanza ha inizio!
*Esclamò mentre gli picchiettava entrambe le mani contro il petto e trascinandolo con sé dentro l’hotel, si fece dare le chiavi dalla receptionist e si fiondò su fino in camera, e senza alcuna esitazione si gettò a capofitto sul letto.*
- uaaaah! Che meraviglia! Com’è comodo!
Vieni stupido Levi e rilassati un attimo. Goditi la freschezza delle montagne e di questa lussuosissima camera pagata dai nostri amati genitori, ignari di tutto.
*Onestamente non saprei dire se stesse ironizzando o meno, ma il suo tono e il suo viso erano tremendamente felici.*
- forse avrei dovuto prendere una sola camera. Senza di me non puoi mica vivere~

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levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
*Se Astrid fosse stata dapprima a conoscenza di questo radicale cambiamento - lei non vede altro fuorché un cuoco personale, al momento - da parte del fratello, si sarebbe messa in moto fin da subito, senza dover attendere le giuste tappe. I suoi occhi vedevano solo cibo e il suo olfatto e la sua bocca si deliziavano di esso.*
- tra tutte le tue doti, mio caro fratello, quella di cucinare è la migliore!
*Esordì – Astrid non si parla con la bocca piena!
Per lo meno aveva già carburato, a modo suo, e la sua mente aveva iniziato a viaggiare per il lungo e il largo. Non c’è niente di meglio dell’iniziare una giornata con una buona e abbondante colazione. A quel punto, riprese la situazione in mano, focalizzandosi sulla proposta che lei stessa aveva intavolato e che sembrava incuriosire anche il corvino.*
- montagna.
*Rispose immediatamente. Amava il mare, ma l’imbarazzo di mettersi in costume continuava a turbarla – sebbene il suo fisico supplicava di metterlo in mostra.*
- so dove la mamma e il papà tengono i soldi.
*Asserì – maledicendosi immediatamente. Se le parole di Levi potevano avere un minimo di veritiero, voleva dire che ora i genitori sapevano del suo segreto, e papà ci avrebbe messo niente ad entrare in casa e nascondere la busta. Saettò con gli occhi a destra e sinistra ma decise di calmarsi immediatamente e di fingere che tutto fosse solo una mera illusione. Era meglio organizzare i loro prossimi giorni.*
- dobbiamo scegliere una meta intelligente.
Senti sapientone, un luogo di montagna che sia facilmente raggiungibile e che non mi costringa a improvvisarmi scalatrice?
*La montagna aveva molteplici pregi - più del mare - ma l’unico difetto era piuttosto difettoso: e no, non era camminare, bensì scalare. Non tutte le montagne, chiaramente, richiedevano questa peculiarità e il mondo è pieno di luoghi di montagna che possono essere visitati senza dover avere alcuna esperienza – insomma, da persone normali. Mica ce la vedo Astrid scalare una montagna, a stento è capace di fare una capriola.*
- sicuramente c’è da prenotare il volo, in treno mi sparerei un colpo in testa.
*Ah.. perché in aereo no? Non l’hai mai preso.
Il panico si insidiò in lei, ma cercò - chissà se con qualche risultato - di nasconderlo al fratello. Preferì continuare a divorare il cibo e scolarsi il succo, dato che il suo amato caffè latte era giunto al termine.*
- e poi, guardiamo il lato positivo.. non dobbiamo nemmeno preparare una valigia dato che non abbiamo vestiti..
*Sopraggiunse una risata isterica – voleva dire che avrebbero dovuto scegliere un posto minuto di negozi. Stava iniziando a diventare un’impresa più che una gitarella fuori porto.*
- sarà il caso di cercare su internet, non c’è mezzo migliore attualmente. Almeno che tra le tue tante abilità non hai qualche super potere che ti permetta di organizzare un viaggio stile Siri.

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kaelgod’s Profile PhotoKaede Bailey
*In qualche modo, l’ira che Astrid aveva permesso di manifestarsi, aveva portato i suoi frutti. Si era liberata di un peso ben più grande delle conseguenze che avrebbe subito il suo simpatico scherzetto. Non credeva di essere capace di perdere le staffe in maniera così spropositata – si stava affezionando a Kaede e insieme ne avevano passate tante, lui l’aveva salvata più di una volta e così Renesmee; era il turno di ricambiare, ma in che modo?
Non le servì a nulla pensare: suo papà, più di una volte le rammentava che un potere assopito sta solo alla base della forza di volontà – e Astrid, in questo caso, era carica di ogni emozione. I suoi ricordi erano offuscati, era accaduto tutto così velocemente che quando riaprì gli occhi sembrava non essere successo nulla; solo Kaede dava la prova che tutto, finora, era successo veramente. La minore rimase in piedi, stanca e stordita dall’accaduto, ma in piedi e subitamente anche Kaede riprese conoscenza. Renesmee tacque per tutto il tempo: era visibile l’agognata vicissitudine sul suo volto, come se il susseguirsi degli eventi l’avesse segnata e turbata più di tutti.*
- s..state.. bene..
*Mormorò Astrid, sospirando.
Kaede nel frattempo le si avvicinò. Era stranamente strano. Mostrava un’insolita calma; alla castana vennero i brividi. Sentiva un’atmosfera pungente, strana. Era un suo sesto senso, qualcosa di brutto stava per incombere su di loro – o meglio, su di lei. Era Kaede stesso o era soltanto la quiete prima della tempesta? Astrid si sforzava di sorridere, di fingere... ma il suo scherzetto non aveva fatto lo scacco matto che sperava (forse è il caso di smetterla con i giochetti di logica e intelligenza. Non fanno per te Astrid); semplicemente Kaede le rigirò la patata bollente. Non riuscì a dire nulla, né scusarsi né riderci su. Avrebbe voluto chiedergli come avesse fatto a scoprirlo – doveva essere opera di Renesmee, Kaede non poteva essere così intelligente da arrivarci.
Spostò lo sguardo sulla rossa: un movimento che si pentì di aver fatto dopo aver visto l’espressione della cugina. Il cuore le balzò in gola, desideroso di fuggire via dal petto. Era lei la tempesta: la sua aura urlava / rabbia / da tutti i pori. Astrid ebbe paura. Una vera paura.*
- io...
*ma non sapeva come giustificarsi, cos poter dire per redimersi. Doveva essere uno scherzetto innocente, come erano giunti a quel punto?*
R: «Hai la più pallida idea di quanto / io / mi sia preoccupata? Ma che cosa avete entrambi nel cervello?»
*Quello sguardo...
Quella rabbia...
Dovevano essere i geni comuni dei Bailey, mischiati con la pungente perfezione di nonna Yuna, veniva fuori ciò che rappresentava ora Renesmee: non esistono parole in grado di descrivere, ma i suoi bellissimi occhi verdi mutarono il colore nel medesimo rosso fiammeggiante della sua chioma. Era letteralmente rossa di rabbia.*
R: «Adesso riflettete bene sulla vostra incoscienza. Tu Astrid in primis. E non risparmiarti anche tu, Kaede!»

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musicofspirit’s Profile Photoмузика
*Astrid era aggomitolata da un ciclone di emozioni e sensazioni. Pervadevano il suo corpo e ancora non era avvenuto niente. La tensione era dura da sorreggere ma in qualche modo Myenka riuscì a metterla a suo agio. Non riuscì a proferire nulla, era totalmente abbandonata a lui. Le gocce dell’acqua salata imperlavano le sue membra rosate e avvolgendo totalmente il corpo del maggiore, si ritrovò distesa in un comodo letto, a fissare il soffitto candido della stanza. Non aveva nemmeno la forza di sorprendersi, tanto che quel momento era importante e stravolgente. Non riusciva a placare il cuore impazzito e lo stomaco sottosopra la distraeva da ogni percezione esterna. L’odore dell’oceano permeò sui loro corpi e avvolta dalle braccia di Myenka, si inebriava di quel sentore. Acquistò una certa pace e chiudendo gli occhi, alleggerì il suo corpo, permettendogli interamente il suo corpo. Il respiro affannato scivolava pesante e rumoroso dalla sua bocca, mischiato ai sospiri goderecci incalzati dalla sensuale maestria del ragazzo. Ogni carezza la eccitava, ogni tocco la destabilizzava. Era tutto nuovo. I tocchi afrodisiaci si pitturavano sulla sua pelle e Astrid li manifestava intonando il suo piacere. Stropicciava con forza le lenzuola sottostanti e spingeva il bacino con audacia, inarcando la schiena e invitando il maggiore a farsi spazio nel suo piacere.
Trattenersi era quasi uno sforzo. Il suo viso esprimeva tutte le sensazioni fino allora alimentate.
E sebbene tutto fosse nuovo, Astrid teneva il ritmo di quella danza, addentrandosi in un’avventura ignota: quando il ballo incominciò, la sua Grazia ebbe un’esplosione di piacere e tutto il suo corpo esplose in un eruzione di calore. Ardeva di piacere e di eccitazione, i suoi occhi verdi raffiguravano una famelica prestazione e boccheggiava ogni singolarità sino a giacere d’un piacere assoluto, estremo e incognito.
Non si era mai sentita tanto adrenalinica, effondeva euforia e vitalità da tutti i pori. Sorrise, un gesto istintivo ma nonostante questo, non riuscì a sostenere particolarmente lo sguardo su Myenka. Conscia dell’inesperienza, non sapeva da che parte volgere, come reagire o comportarsi. Abbandonò la morsa dalle lenzuola per cingere il collo del maggiore e tirarlo a sé per cedergli un bacio.*
- cosa posso fare per te?
*Sussurrò sulle sue labbra.
Sulla propria bocca le era rimasto un gusto sconosciuto, il suo sapore. Era questo ciò che si provava? Il cuore batteva ancora ma meno di prima e lo stomaco, seppur aggrovigliato, non la opprimeva più. La testa era finalmente libera da ogni senso di colpa. Sentiva leggerezza e armonia, un fiore appena sbocciato nel mezzo del deserto; un’insolita freschezza navigava nel suo corpo.*

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https://ask.fm/musicofspirit/answers/166826489420

musicofspirit’s Profile Photoмузика
*I pensieri di Astrid erano un convoglio confusionario. Non sapeva bene cosa fosse successo ma aveva coscienza che lo avesse trovato piacevole: un bacio, un gesto che tanto stava aspettando e per quanto appagante sia stato.. in fondo mancava qualcosa. Era inutile cercare di salvarsi chiedendosi se sia giusto o meno, d’altronde oggigiorno quale ragazza o ragazzo agisce con sentimento? Basta l’attrazione e se Myenka, se uno come lui si è tuffato a capofitto tra le labbra di Astrid, in fondo è perché qualcosa anche in lui è scattato. Perciò, quale ragazza di stupida indietreggerebbe con lui?
Tuttavia, Astrid mancava di esperienza e coraggio. Mancava di tante cose nonostante potesse avere tutto, in primis la fiducia e la stima di sé stessa. Voleva concedersi ma tremava al pensiero. Le sue parole cercavano conferma tra quelle di Myenka. Voleva ben chiare le intenzioni del maggiore, per tentare almeno di disciogliere i suoi sentimenti e le sue emozioni: per adesso le bastava convincersi che non doveva, per alcun motivo, lasciarsi abbindolare dalla lucentezza degli occhi del ragazzo e limitarsi ad ascoltare l’istinto animale che si stava svegliando in lei.
Lo guardava entrare nell’acqua, nuovamente nudo. Ma questa volta guardava i lineamenti della sua schiena, i muscoli muoversi al di sotto della pelle mulatta.
Dopodiché giunse la fatidica richiesta. Sapeva che prima o poi sarebbe toccata anche a lei quella punizione. Aveva ben forte e chiaro il messaggio di Myenka. Si era insidiato nel suo stomaco e la tormentava dall’interno. Ormai era caduta nella trappola del topo – ma ancora aveva qualche asso nella manica, concedendosi il privilegio di dirigere, per quel che poteva, il gioco in suo favore.*
- e va bene, entrerò!
Però non devi guardare. Perciò girati.
*E così lui fece. Si girò (E LO DICO IO) permettendo alla castana di prendersi i suoi tempi e i suoi spazi. Respirò profondamente un paio di volte prima di spogliarsi completamente.
Non aveva mai fatto il bagno di notte né tantomeno da nuda e ancor meno con un ragazzo che voleva a tutti i costi farLO con lei. Oddio! Si stava davvero per concedere ad uno qualunque?
No no, non esageriamo ora.*
- cazzo! È fredda!
*Esclamò. Era per lo più agitata dalla situazione, ma almeno l’acqua fredda l’aiutava. tenersi un po’ di lucidità e stare con i piedi per terra. Dove si trovava Myenka l’acqua arrivava giusto fino al collo di Astrid, così da coprire ogni sua grazia.
Era ancora presto per quel passo.*
- yo! E..eccomi.. qui
*Farfugliò, chiamando a sé l’attenzione del maggiore.
Un po’ balbettava per via dell’acqua fredda, un po’ tentava di distrarsi dal battito incessante del suo cuore. Non lo sentiva battere così velocemente da un sacco di tempo.
Per via dell’imbarazzo faticava a guardare Myenka in faccia, perciò si concentrò sulla sensazione dell’oceano, sul chiarore della luna e tutti quei dettagli che solitamente ignorerebbe.*
- vuoi fare sesso, vero?
*Ma allora sei scema, eh!*

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levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
*Levi era quel tipo di ragazzo che non si riusciva a soddisfare tanto facilmente. Non avrebbe saputo dove sbattere la testa Astrid, ma gli doveva riconoscere questo suo allegro sforzo. Sembrava più accondiscendente e interessato del solito e ciò le suscitò un’allegra felicità. Ci mise poco la castana a prendere il telefono e cercare come una disperata, mentre su un foglietto a parte, annotava appunti vari. Il Trentino, una meta piuttosto ambita soprattutto se si parla di montagna – a farle concorrenza solo la Valle D’Aosta. Andava di fortuna che, avendo due tipologie di montagne diverse, non avevano nulla di cui spartire. Adesso c’era solo l’imbarazzo della scelta e a Levi sembrava andargli bene qualsiasi cosa, a condizione della pace – il resto poteva sceglierlo lei tranquillamente.
Sembrava essere entrata in modalità turista . guardate bene signori e signore, perché questo è un evento più unico che raro della storia! Astrid era proprio al settimo cielo.
Rimase in silenzio per dieci minuti abbondanti : lo sguardo serio e selettivo. Si poteva benissimo notare la luminosa scintilla scoccargli negli occhi smeraldo.
Poi, ad un certo punto si fermò, alzò la testa verso Levi e con un gran sorriso esclamò:*
- trovato !
*Non vi poteva essere soddisfazione più bella nel vederla così felice. E Astrid lo era principalmente alla singolare idea di passare del tempo con suo fratello. Dapprima prenotò il volo aereo, dopodiché dovette impegnarsi anche alla ricerca di un Uber – o insomma! qualcosa di simile che potesse accompagnarli fino al parco prescelto. Infine prenotò il loro alloggio. Il più era fatto.*
- bene bene ! Ho fatto tutto.
Destinazione: un parco naturale a Paneveggio. Saremo circondati dalle Pale di San Martino, una delle catene più famose del Trentino. A bearci avremo laghi, boschi, montagne e animali.. avremo praticamente tutto, Levi~
*E sebbene potesse sembrare stupida come scelta - dato che principalmente passavano il più del tempo in un bosco - Astrid sperava di poter regalare al gemello un’esperienza diversa, più umana, lontani da ogni fardello. O almeno lei sperava di viverla così, come ragazzi normali.
In ogni caso, un po’ di relax inspirato da dell’aria differente avrebbe fatto bene a entrambi, indipendentemente dal pensiero adottato.*
- bene mio caro fratellino, abbiamo ancora un tre ore prima del volo. Possiamo fare con calma.
*Sì, quella era la stagione perfetta. E la montagna era il luogo adatto a tutto. Già sognava ad occhi aperti le loro giornate, immersi nel colore della natura, l’aria fresca ad accarezzargli, la brezza del lago a inebriarli e il sospiro degli animali a cullarli e infine... l’effetto sorpresa! Che si sarebbe tenuta per sé fino al momento dello svolgimento : sentiva l’eccitazione formicolarle in tutto il corpo e trattenere l’entusiasmo le fu davvero dura.*
- per sicurezza lasciamo un biglietto. Ci manca solo che mamma denunci la nostra scomparsa !

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https://ask.fm/musicofspirit/answers/166714232396

musicofspirit’s Profile Photoмузика
*Finalmente quel bellissimo, meraviglioso corpo scolpito di muscoli sottili ma perfetti, prese a muoversi: ah, non era morto! Sarebbe stato un peccato altrimenti.
Ma cosa vai a pensare...?
È ovvio che il pensiero era un altro – certo, come no!*
- puzzi tantissimo di alcol.
*E anche di altro, ma Astrid non era certa di aver riconosciuto l’odore – e per non incriminate a caso, preferì orientarsi sulla certezza. Il tizio steso a terra era sicuramente ed estremamente ubriaco, ma per lo meno era vivo. Non avrebbe saputo come reagire altrimenti. Ora però c’era un altro dettaglio da curare: oltre ad essere estremamente ubriaco, lo sconosciuto era anche estremamente nudo, come mamma lo aveva fatto – e se in un primo momento l’interesse di Astrid era quello di aiutarlo, una volta saputo vegeto, la sua attenzione si spostò proprio su / quello /.
Fu una reazione involontaria, non voleva realmente far cascare gli occhi in quel_ punto. La colpa era, senza ombra di dubbio, del ragazzo: lei era rimasta accovacciata mentre lui si era alzato e dato che non aveva a che fare con un nano, facendo due più due, accadde ciò che accadde. La povera Astrid non solo si imbarazzò, non solo il cuore le balzò dal petto procurandole un profondo squarcio, e non solo divenne rossa come un pomodoro - casualmente illuminata dalla luna, come a voler mostrare il suo stato pietoso - ma in più rimase a bocca aperta, scioccata dalla suprema supremazia che l’organo genitale maschile è in grado di prendere forma: aveva già visto un pene, sui libri di biologia ed educazione sessuale, in qualche film un po’ spinto... MA MAI TANTO VICINO – perciò caro sconosciuto, perdonala.*
- ma che cazz !! Damn!! Metti via quel coso.
*Indipendentemente da ciò che accadde dopo, la reazione volontaria di Astrid fu quella di coprirsi – gesto pudico, un po’ di riservatezza nella vita, va bene essere spontanei e libera, ma fino ad un certo limite. Era ancora una povera verginella inesperta, in tutti i sensi. Si mise una mano sul petto, intenta a calmarsi e a riacquistare la sua lucidità, e tolta la mano dal viso, lo sconosciuto era vestito. Come? Non c’erano vestiti vicino a lui – e ne era più che sicura.
Qualcosa di lui la disturbava, e non era più il nudismo.*
- mmh non ti ho detto come mi chiamo.
*Asserì, alzandosi in piedi.
Nonostante le distanze che aveva assunto per precauzione, Astrid gli accennava un sorriso amichevole. Non era sua intenzione giudicare dalla copertina, ma il suo corpo sembrava volerla avvisare di qualcosa, ma di che cosa?
C’era di tanto familiare in lui quanto di sconosciuto – chi potrebbe mai dimenticarsi di un gnocco del genere?
Suvvia, non facciamo i moralisti qua, se si incrociasse il cammino di un ragazzo del genere, che fai te ne privi? E certo che no! Avrà anche i suoi gusti la mia Astrid, e non sono mica male.*
- mi chiamo Astrid..
*Disse poi, ampliando il suo sorriso.*
- tu invece come ti chiami?

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levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
*A modo suo Astrid riuscì a dormire serenamente.
Oserei dire che, invece di essersi lasciata abbindolare dalle braccia di Morfeo, aveva ceduto alle moine del gemello, permettendosi sogni onirici che mai prima d’ora aveva sfoggiato. Quello era uno dei momenti più intensi che aveva vissuto con Levi e così sarebbe rimasto. Domani sarà un nuovo giorno e anche se tutto tornerà alla normalità, allo stesso tempo Astrid aveva coscienza che sarà un normale diverso.
Il suo cuore non trepidava più, nemmeno la testa.
Al mattino seguente la luce filtrava dalla finestra: perché mai? Ma Levi non tira giù le tapparelle? Non chiude le tende? Che sia già sveglio? Provò a muoversi, a buttarsi giù dal letto, a reagire in qualche maniera, ma diversamente dalla sua testa che era - più o meno - attiva, il suo corpo non voleva saperne di spostarsi, non accennava a mezzo movimento.
Si convinse che, per ora, poteva andare bene così.
Questa illusione fu stroncata subitamente con l’arrivo del gemello, che in tutta cordialità - mpf quando mai - tentò di scrollare in tutti i modi : che so, vuoi anche provare a suonare la marcia marsigliese con le pentole, Levi?
Astrid aprì un occhio, poi l’altro e nel mettere a fuoco la vista riuscì soltanto ad intravedere il corvino lasciare la stanza – fortuna che il richiamo al cibo l’aveva portata sugli attenti.*
- sono sveglia! Sono sveglia!
*Annunciò, più a sé stessa.
Si trascinò giù dal letto: prima una gamba, poi l’altra. Si tirò su, si strofinò gli occhi e nel dirigersi in cucina, si dilettò negli sbadigli più grandi e rumorosi che potesse fare. Infine si sedette a tavola, senza badare molto al resto – come ai suoi capelli, ad esempio. Non erano disordinati, erano l’ingarbuglio totale.*
- che mangiamo?
*Chiese malamente. La voce uscì rauca, le conseguenze del sonno si facevano ancora sentire. Tutto su di lei urlava ancora ‘'FATEMI DORMIRE’’.*
- non ho voglia di fare niente.
*Non che fosse una novità. Quando mai si è sentito dire - nemmeno per scherzo - che Astrid Reonhato avesse voglia di fare qualcosa? Gene sicuramente ereditato dal padre. Un pignone tuttofare. Lei era solamente pigra, non si era ancora evoluta come un pokemon.*
- mi hai fatto il caffè latte?
Hai notizie di mamma e papà? Ho il timore che possano fare irruzione con manette e sedia elettrica per friggerci.
Spero che mi concedano la mia ultima colazione.
*Certo che per essere una sveglia da poco sei piuttosto attiva mia cara Astrid.*
- né né! Ma perché in camera tua entra la luce?
*Domanda stupida, stupidissima.
Era il caso di fare colazione : prese tutto ciò che c’era sul tavolo e iniziò a ingozzarsi – la sbronza di ieri si era fatta benché sentire. La testa faceva male, fischiava. Era un caos unico - come la sala - e i ricordi, seppur vividi, erano al contempo frammentati. Ma ciò che riteneva importante lo custodiva lì, nel cuore.*
- hai programmi da qui a non so quando?
Ci facciamo una vacanza?

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pt.2 🍓 @levireonhato

astridreonhato’s Profile PhotoAstrid Reonhato
*Finito in quel negozio passarono a quello dopo, quello dopo e quello dopo ancora e da ognuno di essi uscivano con almeno un sacchetto – ebbene sì, Astrid è una spendacciona. Levi, se ci tieni, fermala.*
- l’ultimo, lo giuro !
*Ah Astrid, non giurare il falso.
Entrarono in un negozio di intimo, avevano bisogno anche di quello. Lui reparto uomo, lei reparto donna. Ecco l’imbarazzo piombare su di lei. Aveva sempre avuto la madre ad aiutarla e chiedere l’aiuto della commessa avrebbe potuto attirare l’attenzione del fratello. No, non c’era bisogno di crollare in certe paranoie. Fortuna volle che quel negozio vendeva anche i costumi per le terme. Scelse felicemente un tema colorato e con i brillantini – altrimenti non sarebbe lei se non preferisse qualcosa di simpaticamente infantile. Dopo quella mezza odissea, finalmente terminò la sua spesa.*
- stupido fratello, ti sei ricordato il costume, non è vero? Perché alle terme ci andiamo proprio adesso, sì sì.
*Esclamò e i suoi occhi già brillavano dall’eccitazione.*

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pt2  levireonhato

https://ask.fm/levireonhato/answers/166743798265

levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
*Levi era insopportabilmente sfacciato e di tutti i suoi lati negativi, era tuttavia questo che Astrid più adorava. Sostenendo che egli non avesse lati positivi - in realtà se ne ricorda solo quando è nel mood arcobalenoso - doveva necessariamente apprezzare i suoi contro, e la sua sfacciataggine aveva sempre fatto breccia nel cuoricino della gemella. E purtroppo questo non le permetteva di agire nel giusto dei modi. Si ritrovava costantemente a fronteggiarlo e un po’, sadicamente, si divertiva anche a perdere, e più lui si comportava così più sapeva di avere la sua totale attenzione. Ciò non voleva dire che se ne stava ferma e zitta, ma in una giornata come quella non voleva rovinare niente con le sue sciocchezze e perciò si limitò ad una smorfia – a dire il vero sono entrambi stati salvati dalla cameriera che stava in un via vai a portare le ordinazioni, l’acqua, il pane, il formaggio...
Quel pranzo lo si poteva dire cascato a pennello e le gote di Astrid si tinsero di rosa imbarazzo quando Levi se ne uscì con quel commento, che per quanto innocente fosse aveva smosso qualcosa in lei. Mangiò di fretta, incalzando il corvino a fare lo stesso. Dopo di ciò non disse più nulla, in realtà. Non era certa di cosa si stesse capovolgendo dentro di lei. In un modo o nell’altro era successo tutto piuttosto velocemente e contenere emozioni di quel genere non era per nulla facile. Non voleva propriamente mostrarsi per quella sempre emotiva, capace di esternare esclusivamente i propri sentimenti. Ma quando in gioco c’era il suo rapporto con Levi, i pensieri di Astrid diventavano una fitta selva oscura dalla quale era pressoché impossibile uscire. Perciò si convinse che tenersi occupata non l’avrebbe indotta a pensare cose impossibili. Quindi, una volta terminato il pranzo - squisitamente delizioso - fece mettere il prezzo sul conto dell’alloggio e nuovamente si trascinò dietro il fratello a quel famoso pomeriggio di shopping – in un modo o nell’altro voleva immergersi in quel bagno termale naturale. Per fortuna, a soli dieci minuti a piedi, si ergeva una graziosa piazzola circondata da negoziati e bancarelle che vendevano lo stretto necessario per le attività del posto; non sono certamente i primi a fare viaggi così all’ultimo minuto.*
- ah guarda Levi ! Siamo proprio fortunati !
*Esclamò la ragazza, entrando nel primo negozio. Lo avvisò subito che avrebbero girato tutti quelli presenti e senza accettare obiezioni – tanto a pagare non sono loro.*
- direi di partire con delle magliette a maniche corte e una a maniche lunghe e poi anche una giacchetta a vento. È vero che qui fa caldo ma quando cammineremo attorno alla montagna, più in alto andremo più l’aria tirerà.
*Astrid, ragazza acculturata e saggia!
Detto ciò prese su delle magliette, lasciando il povero fratello in balia di sé stesso; col cavolo che gli avrebbe fatto da mammina. Lo ritenne più che capace di scegliersi le cose da solo. Finché si tratta di magliette, giacche e pantaloni.*

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🌼 pt.2 🌸 @levireonhato

astridreonhato’s Profile PhotoAstrid Reonhato
*Presero posto a tavola e il cameriere portò loro il menù del giorno. Ah.. era così invitante che solo i nomi mettevano già l’acquolina in bocca.*
- io devo assolutamente provare il risotto coi funghi. È come se fossero nell’aria, mi stanno chiamando.
Tu cosa ordini stupido fratello?
*Molto probabilmente avrebbe trascorso la restante giornata a insultarlo senza riguardi.*
- né senti, dopo andiamo in esplorazione?
Il nostro itinerario ha inizio domani, oggi abbiamo il pomeriggio libero e poi, contando le ore di volo, non sarei in brado di muovere mezzo muscolo. Ci compriamo le attrezzature che ci servono e poi so che qui c’è una sorgente termale naturale..
*Astrid la sapeva stranamente più lunga di quel che voleva ammettere, come se già avesse programmato tutto. E come ammiccò per quella sorgente termale!
Infine ordinò il suo risotto e una bottiglia di acqua naturale e si godette il meraviglioso panorama montano.*

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pt2  levireonhato

https://ask.fm/levireonhato/answers/166705812985 🐍 https://ask.fm/levireonhato/answers/166717591801

levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
*Si maledì seduta stante di essersi concessa la libertà di usare del veleno su Levi, quando sapeva bene che certe maledizioni su di lui non funzionano nemmeno se è il diavolo a lanciarle. L’espressione corrucciata sul viso di Astrid, palesava ogni suo stato d’animo ed era pronta ad assalirlo se non fosse stato per le parole del fratello, le quali la colpirono in pieno petto; e fu subito imbarazzo, che si manifestò al posto della rabbia e prendendo il sopravvento ammutolì la castana. Aveva perso la sua battaglia ma non la guerra – e probabilmente Astrid avrebbe passato l’eternità a dichiarare guerra al fratello, finché non fosse stato lui a morire di imbarazzo. Averlo così vicino le provocava strani effetti e ringraziò di essere quasi volata giù dal letto, almeno non doveva rendersi partecipe del respiro controllato e delicato del corvino. Ogni cosa di lui le piaceva e si sarebbe volentieri lasciata cullare come onde del mare, tuttavia ancora una volta, Levi ebbe la meglio su di lei e sottolineando la pigrizia della sorella, la costrinse a mostrarsi più attiva e indifferente che mai. Ed era pronta all'arrembaggio, ma tutto accadde talmente tanto improvvisamente che non ebbe alcun modo di ribellarsi dalla morsa del gemello – il quale sembrava parecchio divertito.*
- cosa stai facendo razza di stupido?
METTIMI SUBITO A TERRA !
*Ah, ma non sembrava voler sentire ragioni quell’idiota di un Levi. Gliel’avrebbe fatta pagare! – mpf Astrid, dovresti smetterla di pensare a certe vendette. Più lei decideva di affrontarlo, più lui le dava ragione di non essere abbastanza furba. E questa constatazione giunse con la pacca sul sedere da parte sua, senza farsi mancare le inguaribili paroline di conforto : ah! questo fu troppo per chiunque. Astrid era rossa di rabbia e di imbarazzo, allibita e sconcertata. Si congelò, e quando fu finalmente rimessa con i piedi per terra, nonostante le invitanti parole del gemello - sa sempre come corromperla - era comunque ben visibile l'espressione esterrefatta. Lo guardava e nella sua mente era calato il vuoto totale.
Si potrebbe dire la quiete prima della tempesta.
Schiuse le labbra : era pronta a scagliare la freccia.*
- Levi Reonhato, giuro solennemente che io ti ammazzo.
*Farfugliò. Il tono serio e lo sguardo che non concedeva null’altro se non la prova delle sue parole. Era estremamente drammatica come ragazza, aveva sempre ingigantito ogni piccolezza e Levi questo doveva aspettarselo. Come e quando, solo il tempo glielo saprà rivelare. Alla fine, gli prese con forza la mano e ancora una volta lo trascinò con sé fuori dall’hotel, ove affianco ergeva un grazioso ristorantino con vista sulle montagne. Solo ora Astrid potè veramente bearsi di quella vista magnifica, dimenticandosi della sua minaccia pronunciata poco fa. Aveva la capacità di distrarsi molto facilmente, ma con una vista mozzafiato come quella, ogni problema sembra scrollarsi magicamente di dosso.*
- che meraviglia, davvero!
//pt.1

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https://ask.fm/musicofspirit/answers/166876380236

musicofspirit’s Profile Photoмузика
*Astrid aveva paura. Temeva per la scelta che stava andando a fare e non tanto per pentirsene un domani, quanto per potersi sentire derisa e rifiutata una volta ricevuta risposta alla sua domanda. Il maggiore si avvicinò a lei, e lesto la afferrò per le mani e trascinandola sé, la obbligò - in un modo o nell’altro - a legare i loro corpi. Astrid poggiò le mani sul petto lineo di Myenka mentre con le gambe gli cinse la vita, permettendo un insistente contatto visivo. Si sentiva il viso andare a fuoco. Il cuore batteva nel petto a grande velocità e l’imbarazzo non faceva altro che scompigliare drasticamente l’equilibrio della giovane. Voleva fuggire. Fuggire per l’imbarazzo. Non era ancora in grado di sopportare una tale emozioni e se avesse potuto avrebbe piacevolmente coperto i suoi occhi, rimanendo all’oscuro delle espressioni e azioni di Myenka.
Ma nella posizione in cui era incappata, era obbligata a sorreggere lo sguardo e ad essere protagonista delle intenzioni del maggiore. La sua voce, tuttavia, riuscì in qualche modo a consolarla e proferendo parole dolci, il velo della quiete si posò su di lei: era insicura, insicura da / morire / ma allo stesso tempo, dentro di lei, era stata covata una grande curiosità che ora voleva essere soddisfatta_*
- io... ecco...
*Non sapeva cosa rispondere o come rispondere a Myenka.
Trovava sì strano che uno come lui potesse desiderare una come lei – considerando che Myenka, sia a bellezza sia a carattere aveva tanti tantissimi perché; diversamente da lei che si paragonava ad una patata lessa. Ma non aveva le capacità di controbattere, non in una situazione come quella. L’atmosfera era stata creata e attorno a loro gli ormoni scoppiettavano come fuochi d’artificio a capodanno.
Astrid, per quanto provava a trattenersi, espirava aria calda e si teneva stretta al corpo di Myenka, intenta a studiare - silenziosamente - ogni piccola parte di lui. Erano le attenzioni che aveva sempre cercato e bramato con tutta sé stessa. Le gambe tremavano e sentiva ben salde le dita attorno alle sue membra. Era un pesce in trappola, ma in una trappola in cui lei sola aveva deciso di raggiungere e di soggiornare.
Giunse presto la riprova dei voleri lussuriosi di Myenka e di nuovo senza permesso, si ritrovò la bocca violata dalla lingua abile e vogliosa del maggiore. Era sottomessa alla sua persistenza eppure accoglieva il suo sapore e lo seguiva, coinvolta e sedotta dalle sensazioni che i tocchi del ragazzo le provocavano. Istintivamente portò la mano tra la lunga chioma di lui e lo scatto del corpo di Astrid - in risposta alle fameliche attenzioni di Myenka - condusse il suo bacino a scontrarsi contro il suo, cosicché potesse realmente capire fin dove era stata capace di tirare la corda. Lo sentiva: era pronto per lei.
Sciogliendosi da quel bacio ansimò; teneva lo sguardo basso ma il restante corpo concedeva a Myenka ogni tipo di permesso.*
- sono pronta..
*Labbreggiò.*
- però.. solo.. fai piano

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https://ask.fm/levireonhato/answers/166607889913

levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
*Levi era così, ne dava la riprova ogni volta. Tutto subito, altrimenti c’era la scongiura di capitare in qualche dramma. Sembrava, più che altro, che le maledizioni se le scagliasse da solo. Astrid era più una alla mano, le cose le faceva con calma, non curante del dopo. Viveva un presente che andava a rilento, sebbene la prima ad essere caratterialmente frenetica fosse lei. Non potendo obiettare più di tanto, dopo aver espresso la sua opinione in un sospiro amareggiato, seguì le leziose pretese del gemello e si andò a lavare e preparare, presentandosi infine più bella e raggiante che mai. Il suo sorriso sornione illuminava la casa e i suoi occhi verdi erano un delizioso dipinto da ammirare ininterrottamente. In attesa del fratello, Astrid si curò di prenotare dapprima i biglietti aerei e sottrarre una bella cifra di denaro dal cassetto ‘’segreto’’ della mamma – in fondo sapeva che il padre aveva fatto apposta a rivelare la posizione ad alta voce; era a conoscenza che, a quel tempo, Astrid origliava anche la minima cosa. In qualche modo sapeva che quel momento sarebbe giunto. Quando tornò in cucina, alzò gli occhi al cielo alla vista linda e immacolata; era un maniaco della pulizia e sebbene trovasse fastidioso questo suo lato, al contempo non poteva che riconoscerlo ed esserne grata, lei che avrebbe tranquillamente vissuto in un porcile per finire ad incendiare tutto una volta raggiunta l’esasperazione.
Accertatasi di aver preparato tutto adeguatamente, i due fratelli poterono partire per la nuova avventura. Raggiunsero i confini della città, chiamarono un taxi e diedero l’aeroporto come destinazione.*
- sono super eccitata, Levi. È la prima volta che prendiamo un aereo, o almeno io! Ho un po’ paura...
*Avrebbe avuto paura anche degli animali se non fosse merito delle conoscenze del padre, che talune volte se ne saltava fuori con qualche animale. Come dimenticare quella volta che se saltò fuori con un alpaca; la mamma lo scuoiò vivo – a papà, chiaramente!
La sua agitazione era palpabile, muoveva su e giù load gamba in un fastidioso tremolio. Per fortuna il viaggio non durò molto, o sarebbe potuta finire anche lei scuoiata, dal fratello. Pagò il tassista e si diressero per il check-in.*
- i biglietti ce li ho io sul telefono, vedi di non partire per la tangente!
*Rammentò. Anche se sembrava inaffidabile il più delle volte, tra i due era quella che si preoccupava di più.
Dall’altoparlante chiamarono il numero di volo dei due gemelli. Astrid gli afferrò la mano e tutta felice lo trascinò con sé. Mostrò i biglietti e i documenti alla hostess, attraversarono il lungo corridoio e infine presero posto. Il sorriso stampato sul viso della castana era fulgido e gli occhi, ancora una volta, manifestavano pienezza e contentezza.*
- aaaah!~ sono così felice!
*Esclamò, battendo le mani. I posti si riempirono e in poco tempo il mezzo si mosse a tutta velocità. Astrid stringeva forte la mano del gemello. Infine l’aereo decollò totalmente.*

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🌼 parte due 🦋 @musicofspirit

astridreonhato’s Profile PhotoAstrid Reonhato
Sentiva la pancia invasa da quelle famose farfalle, il cuore batteva, sarebbe potuto saltare via dal petto. Era stordita e confusa, come biasimarla! Effettivamente questo era il suo primo e vero bacio! Quando si sciolse da lui, le mancava il fiato. Lo guardava confusa e si chiedeva perché mai lo avesse fatto.
Non si chiede prima il permesso...?
Questo cosa voleva dire?
Non doveva correre, viaggiare e farsi strani filmini mentali. Ma si tratta pur sempre di una ragazza, una ragazza insicura. Sei certo di voler andare ben oltre, Myenka?*
- io.. ecco..
Di me? E.. e come.. ?
*Sinceramente temeva la risposta ma al contempo era curiosa di conoscerla. È questo che significa essere adulti?*
- non è che stai ancora male?
*Ingenua come sei Astrid, c’è la possibilità che prima che tu capisca, sia troppo tardi.*

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parte due  musicofspirit

https://ask.fm/musicofspirit/answers/166781494604

musicofspirit’s Profile Photoмузика
*In quel momento Astrid si sentì una specie di salvatrice dell’umanità. Era sempre stata molto altruista ma in quel momento seppe di aver conquistato un rispetto ben diverso dal solito. Anche se questo suo altruismo era un po’ misto all’egoismo - d’altro canto, come biasimarla... come se esistesse veramente un essere umano in grado di essere pienamente e ciecamente altruista, senza torna conto, che sia astratto o concreto, il fine è comunque lo stesso.
Ma la legge dice: finché non si reca danno ad alcuno, si è liberi di fare ed essere chi si vuole, ed Astrid sotto questo punto di vista, poteva davvero sembrare una buona samaritana. Sentì che la sua curiosità stava diventando un buco nero. Capita fare cilecca e non poteva davvero sperare che le coincidenze potessero esistere su così larga scala - povera ingenua fanciulla! Ma le storie dei tuoi parenti non ti hanno insegnato nulla? Si sa... si sa perché sembra quasi tutto predestinato. È un po’ ciò che sognano tutti gli esseri umani, poter rincontrare quella persona che ha lasciato il segno e quel famigerato Myenka il segno, in lei, lo aveva lasciato eccome. Di fatti, se per le forze maggiori il finale era scontato, per Astrid fu una rivelazione: quando tutto salì a galla, i suoi occhi verdi brillarono dall’emozione.
Capì di non essere tanto tonta come credeva! - o come le davano a credere. La società, che ti parli o meno, è capace di schiacciarti anche solo con un respiro e uno sguardo e Astrid più e più volte era incappata in questi drammi illusori.*
- ah avevo ragione!
Sì sì sono io, A s t r i d.
*Scandì bene il suo nome. Era felice che fosse davvero / quel / Myenka, ma non era carino essere chiamata CBCR. Che poi cosa caspita voleva dire? Ci sono cose che è meglio non sapere, cara Astrid.*
- ehehehe sì~
Sono cresciuta..
*Ripetè imbarazzata, grattandosi la nuca per deviare l’attenzione dalla sua palese timidezza; le gote si erano colorate di un rosso acceso e nel chiarore della luna, gli occhi scintillavano ancor di più. Ma non solo lei era cambiata, anche lui nel suo aveva fatto un bel mutamento. Incredibile come, anche piccoli dettagli, possano rivoluzionare il viso di qualcuno. Ora che lo guardava meglio.. ora che sapeva che era lui.. tutti i punti distorti, si erano finalmente ricollegati, dando un senso a quel filo illogico.
Sorrideva, vivamente felice.
E colta dalla circostanza, fu presa alla sprovvista e circondata da un fatale abbraccio : sembrava, più che altro, la famelica morsa di un serpente con la sua preda. Piccola mia... sei ancora un agnellino fresco e succulento, e lui è una bestia adulta e affamata. Ci mise poco a palesare la sua voglia, una bramosia per niente casta ma che, tuttavia, non raggiunse interamente Astrid; ingenuamente si lasciò coinvolgere. Era totalmente sottomessa da quel bacio, un’evoluzione più focosa da quello che fu un tempo. L’assalì una manifestazione di sensazioni ignote. Chiuse gli occhi e tutto si amplificò.
//parte 1

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https://ask.fm/musicofspirit/answers/166737158220

musicofspirit’s Profile Photoмузика
*Astrid non era mai stata fulminea nel comprendere le circostanze. Ci impiegava il suo tempo ma alla fine, in un modo o nell’altro, giungeva sempre al risultato sperato.
Questa situazione le sapeva di surreale. se dapprima guardava quel pezzo di muscoli come fosse il diamante più prezioso esposto in vetrina, ora lo guardava con circospezione: nella mente la balenavano mille quesiti per i quali non trovava risposta – alcune aveva solo ipotesi, per altri il nulla più totale. Non riusciva. avvenire a capo e questa cosa la disperava totalmente; e così passò tutto il tempo a stare zitta, rispondeva solo a monosillabi. Voleva assolutamente uscirne vittoriosa dal grande dilemma di nome Myenka. Myenka... un nome che aveva già masticato prima e ripetendolo a mente sentì smuoversi qualcosa dentro.
Quando era più giovane aveva conosciuto certi individui... e ripensando a quella figura non poteva negare che avessero una certa somiglianza, ma poteva essere davvero lui?
Era assorta nei suoi pensieri e ricevuto il comando ‘’seguimi’’, sebbene dapprima sentisse un certo indugio, alla fine si mosse per inerzia, un po’ perché non era certa che stesse davvero bene - non voleva trovarsi con un peso sulla coscienza - e un po’ perché voleva venire a capo di quella storia. Tuttavia, non essendo sicura del personaggio, non poteva certo saltarsene fuori all’improvviso chiedendo se davvero fosse / quel / Myenka. D’altronde, del conoscente del suo passato, sapeva ben poco. Ai tempi lei era solo una ragazzina ma lui l’aveva fatta sentire speciale.
No, certo che non poteva uscirsene così. E ripensandoci, se fosse stato davvero Lui, una volta pronunciato il proprio nome avrebbe dovuto riconoscerla. Per davvero? D’altronde anche lei era cresciuta – e date le sue attuali circostanze era già tanto se riusciva a reggersi in piedi e parlare come una persona normale. Lo vedeva, si muoveva a stento e ci mise poco a fermarsi per riprendere fiato.*
- vuoi dell’acqua?
*Gli chiese, sospirando.
Gli stava bene! Se l’era cercata lui. Non c’era bisogno di raggiungere un limite così instabile – o forse c’era?
Non voleva saperne di queste cose. Aveva troppi pensieri per la testa! Il suo status, però, sembrò attanagliare l’interessato stesso. A questo punto quante possibilità aveva di fare una marcia indietro? Prese un bel respiro, decidendo di rivelare - senza indugio - i propri dubbi.*
- ecco vedi... tu mi ricordi una persona che ho conosciuto tempo fa e anche il nome è uguale. Insomma, Myenka non è che sia un nome tanto comune anzi. Anche nell’aspetto un po’ lo ricordi, sol che non ne sono sicura e se davvero fossi tu, avresti dovuto riconoscermi, no?
*Il ragionamento di Astrid poteva avere senso ma c’era da tenere in considerazione che da adolescente era passata ad essere un’adulta fin troppo velocemente – un fattore che non poteva spiegare alla leggera. Eppure.. quella sensazione provata prima in spiaggia, le aveva fatto intendere che anche lui non era ‘’normale’’.*

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https://ask.fm/musicofspirit/answers/166660036940

musicofspirit’s Profile Photoмузика
*Diversamente dai normali giovani che abitano il pianeta Terra, Astrid aveva qualcosa che nessuno – se non pochi – avevano : la distorsione della realtà. Conduceva una vita normale e lei era normale, peccava solo il restante – per nulla normale – della sua famiglia. Ma se Clark Kent è riuscito a portare avanti due vite – e non da serial killer – avrebbe potuto farcela anche lei. Doveva solo evitare di cacciarsi nei guai e incontrare strane persone – come ultimamente stava accadendo.
Nulla in contrario all’avventura, ma era giunta alla sana conclusione che non era fatta per quella vita sfrenata ed ringraziò di essere nata priva di tutto, normale. Si è soliti a invidiare chi nasce con un super potere, si sogna di poter diventare degli eroi o cose del genere... Astrid desiderava solo mangiare senza ingrassare ed essere ricca – super ambizione.
Non aveva pretese.
Ecco, forse la sua unica pretesa era quella di potersi fare una cerchia di amici. Dopo l’improvvisa crescita era stata costretta a lasciare la scuola e quel paio di amiche scolastiche che si era abbindolata, aveva dovuto lasciarle al loro destino, rimanendo sola. Non doveva essere poi tanto difficile farsi degli amici – non per lei, almeno. Vivace, carina e solare : i requisiti adatti.
Al che, seguendo il consiglio della rivista ‘’cento modi per diventare popolare’’, si intrufolò ad una festa in spiaggia e diede inizio alla sua brodaglia.*
- sarà un fallimento !
*Si disse tra sé e sé dopo dieci minuti.
Erano solo le nove di sera e lei già sperava di poter fuggire da quell'abominio. Le persone pensavano solo a bere, ballare e ancora bere e bere e bere e poi tutti che toccavano tutti – forse era stata contagiata da Levi. Sta di fatto che decise di allontanarsi da tutti il più possibile e il prima possibile, specialmente! Ma prima si preoccupò di procurarsi un bicchierino di coca-cola e qualche stuzzichino. Di buono c’era solo la spiaggia fresca, la brezza marina e una luna cheti specchiava interamente nell’acqua.
Astrid passeggiava tranquillamente, fischiettando di tanto in tanto qualche melodia di sana pianta.
Si godeva semplicemente il momento, ammaliata dal piccolo quanto intenso panorama che le si parava davanti.
Si rese conto che, mai come prima, aveva prestato tanta attenzione alla natura. Diversamente dai suoi conoscenti, dava la natura per scontata: le piacevano i fiori – a chi non piacciono i fiori? – ma in essi non vi vedeva nulla se non per quelli che erano; e così come per tutte le restanti cose.
Il suo passeggiare si era prolungato tanto che le ore erano passate a velocità della luce e la realtà di ciò che stava facendo le si spiattellò in faccia – in questo caso, direi meglio, a terra. Era un morto quello disteso ai suoi piedi o no? Doveva urlare?
Pianifichiamo: punto numero 1. URLARE.
Punto numero 2. CONTINUARE A URLARE.
Punto numero 3. assicurarsi che non sia morto.*
- ehm... mi scusi... tutto bene?
Toc toc c'è nessuno in casa?

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/Sorry..ban/ 1. https://ask.fm/musicofspirit/answers/167063622732 2.https://ask.fm/musicofspirit/answers/167029666124

musicofspirit’s Profile Photoмузика
*Giunta alla conclusione che il suo quesito sapesse più di una simpatica burla e non di una seria preoccupazione alla quale assumere precauzione, decise bene di agire come consigliato dal maggiore. Una bella dormita l’avrebbe senz’altro appagata dopo quella sua / prima volta /, allontanandola dai loschi pensieri che avrebbero mangiato la sua mente debole. Si sarebbe senz’altro interrogata riguardo a problemi inesistenti, e al costo di darsi un tormento, avrebbe inventato situazioni senza capo né coda. Gli sorrise prima di voltarsi, chiudere gli occhi e addormentarsi – nella speranza di non russare. Non si sa mai come può reagire un corpo quando non è a casa sua.
Dormì sonni profondi, senza sosta e piacevolmente; d’altronde la nottata era stata piuttosto turbolenta e il corpo ne aveva risentito la stanchezza – Astrid non è conosciuta per compiere movimenti estremi; quella notte la si potrebbe considerare come sport a livello agonistico, altro che temeraria!
Ma il mattino seguente, alle / non / prime luci dell’alba, il risveglio fu piuttosto drammatico : caro Myenka, sei molto molto simpatico oltre che molto molto bello, e sebbene la qui Astrid Reonhato non abbia i postumi di una sbornia, svegliarsi con un canto idilliaco_ come il tuo, ha sicuramente le sue conseguenze. E per l’appunto, ignorando i possibili - inesistenti - sentimenti del maggiore, la castana preferì coprirsi con il cuscino pur di fuggire da quella voce assordante che echeggiava nella stanza. Fortunatamente, le parole che seguirono quella tremenda sinfonia, giunsero come il richiamo soave di una sirena, e ipnotizzata da esse, ne seguì la bramosia, al punto da non render particolare dettaglio a quel bacio stampato tanto velocemente da troncare sul nascere ogni tipo di pensiero. Indossò la veste prestatale da Myenka e si diresse da lui, laddove un grazioso tavolo era imbandito di ogni tipo di leccornie per la colazione. I suoi occhi brillarono deliziosamente.*
- aaaah buongiorno !~
*Pigolò, stropicciandosi gli occhi come una bambina. Prese posto a tavola, si versò il suo amato caffè latte, tagliò una brioche vuota e la farcì con burro e marmellata, si servì con della spremuta e mangiò, leccandosi la bocca come farebbe un bambino con una ciambella zuccherata. La colazione era il pasto più importante della giornata e avere una nonna come Yuna capace di preparare ogni tipo di pietanza, ti permette di viziarti il più possibile – anche se la mamma spesso e volentieri la rimproverava a riguardo; come biasimarla! Mentre lei faceva colazione, Myenka proferì i piani della giornata, o meglio dire del weekend. Ancora Astrid non aveva realizzato di essere lì con lui, di aver fatto quello che aveva fatto... non per cattiveria, non poteva nemmeno più tornare indietro e nemmeno voleva pentirsi ma si sa, le prime volte devono avere sempre un resoconto, no? Nemmeno si aspettava che avrebbe continuato a trascorrere il suo tempo con lui.
E se avesse deciso di rapirla?
//parte 1

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https://ask.fm/musicofspirit/answers/166952930636

musicofspirit’s Profile Photoмузика
*Emozioni. Sensazioni.
Il sangue ribolliva, si concentrò nel suo basso ventre.
Ogni muscolo formicolava. Il corpo era in preda agli spasmi.
Una morsa allo stomaco aggrovigliava gli organi all’interno.
Il cuore batteva impazzito nel petto. Le mancava il fiato.
Gemeva, ansimava. Aveva appena provato qualcosa di nuovo e indescrivibile. Le sembrò di aver conquistato il mondo, di essere sfinita e al contempo capace di raggiungere la vetta più alta.
Le gambe tremavano, infervorite.
Al culmine di quell’esperienza giunse l’atto finale.
Myenka fu gentile e delicate. Ma Astrid era imbarazzata e impaziente. Si coprì il volto con il braccio, respirava profondamente. Lo_ sentiva entrare dentro di lei, audace ma cordiale e lei, divaricando le gambe più che poteva, lo invitò, lo incalzò e suadente lo accolse. Era grosso e pulsava. Le venne istintivo muovere il bacino e questo suo atto temerario la obbligò ad emettere uno stridulo acuto che spezzò la danza di ansimi impazienti. Il viso di Myenka esprimeva la sua bramosia. Quello di Astrid avvampava. Il sudore imperlava i loro corpi.
Iniziò la danza. Lui si muoveva selvaggiamente ma donando un tocco sbarazzino ed elegante. La coccolava e al contempo la divorava senza riguardi, con sentimento e passione e senza real dolore. Fu un fastidio iniziale ma con la conoscenza del maggiore, l’eccitazione osò e per la castana si aprirono nuove porte brillanti. Una musica soave sembrò prendere a suonare nell’aria. V’era odore di buono e di piacevole.
Si aggrappò alle spalle di Myenka, si avvolse completamente a lui e si abbandonò ai movimenti intrepidi del ragazzo sino a sentirsi stanca, sino a sentirsi sovreccitata tanto da chiamare il suo nome, tanto da scaldare ogni angolo del suo corpo.
Prima di godere completamente, scoprì il selvaggio, la stretta morsa al collo e comprese un piacere sconosciuto, che fino ad allora aveva solo osservato nei film.
Era come persa e disorientata.
Finalmente raggiunse l’apice e contraendosi, esplose in un urlo soave e appagato. Gli occhi lucidi, il cuore batteva in gola. Le orecchie fischiavano e si sentì morire per poi rinascere.
Il maggiore crogiolò su di lei e Astrid osò carezzargli la chioma liscia. Dentro di sé sorrise e chiuse gli occhi, gaia del momento.*
- è stato bello..
*Pigolò. Il petto si muoveva su e giù e capì che l’imbarazzo e la ti mitezza erano una fonte secondaria quando di mezzo avveniva un’opera ben più grande. Quanto in là poteva spingersi il sesso? Quante sfumature esistono di questo atto?*
- credi che rimarrò incinta così?
*Cento punti ad Astrid per saper distruggere totalmente i momenti di pura quiete.
Domanda più che dovuta eh!
Ci sono momenti e momenti comunque.*

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⚾️ pt.2 🥎 @kaelgod

astridreonhato’s Profile PhotoAstrid Reonhato
«È sveglia!»
*Esclamò la rossa, gettandosi ai piedi di Astrid, la quale si alzò lentamente da terra, palesemente confusa.*
- cosa è successo?
*Sussurrò.*
- mi fa malissimo la testa. Dove siamo?
«Stai tranquilla. Riesci ad alzarti? Ti porto in casa»
*La castana si alzò, aiutata dal corpo della rossa.
Non ricordava molto, quasi niente. Tutto dei suoi ricordi era offuscato. Incrociò la figura di Kaede e inclinò appena la testa di lato, guardandolo con circospezione.*
- tu chi sei?
«Non ti ricordi di lui? È Kaede»
- Kaede? Io non conosco nessun Kaede. Mai visto in vita mia.
*Panico.*
pt2  kaelgod

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kaelgod’s Profile PhotoKaede Bailey
*Nonostante le dicerie su Kaede, Astrid non aveva mai smesso di credere in lui e se avesse assistito a quella scena, avrebbe iniziato a saltellare come un canguro, pavoneggiandosi per aver sempre avuto ragione. Ma Renesmee era diversa, credeva in Kaede e sapeva che il suo carattere burbero e maleducato era solo una maschera ma se nasci quadrato non muori rotondo ; aveva accolto le sue parole con gratitudine e gli sorrise ma non era per nulla d’accordo, lei non era come lui la stava descrivendo. Si trattava solo di un sentimento dettato dal momento, avevano superato insieme qualcosa di stratosferico ma lei... lei non aveva fatto niente se non curare quelle poche ferite sul corpo di Kaede – dal suo canto, non era nemmeno riuscita a salvare veramente Astrid e ringraziare con dovuta attenzione Saber.
Ciò nonostante, l’imbarazzo dovuto alle parole di Kaede, era ben visibile sul suo viso.*
«Dovresti credere di più in te stesso e non sopravvalutarti e nemmeno sopravvalutare me. Ho scelto di condurre questa vita perché so, so che se mi addentrassi in questa oscurità non ne uscirei viva e non voglio!»
*Stava ammettendo di essere codarda. Ammirava la sua famiglia ma non la invidiava nemmeno un po’. Correre i rischi giorno dopo giorno è da stupidi ma se si tratta di una scelta personale, Ness è la prima a sostenere il prossimo ma non sosterrebbe mai sé stessa. Conosce i suoi limiti e ne aveva avuto la riprova. Si sentì comunque orgogliosa e affiancò il biondo, ascoltando le parole del drago sullo stato di salute di Astrid.*
K: ‘’Starà bene, è una ragazza davvero forte. Anche se gli umani sono più deboli di creature come noi, dentro la giovane Astrid arde una grande fiamma di vita ed è così intensa da non spegnersi per così poco. È solo turbata dai problemi di un qualsiasi umano, se le starete vicini andrà tutto bene. Il mio compito qui si è concluso. Giovane Renesmee, giovane Kaede.’'
*Terminate le parole, Kilgharrah si congedò con un inchino e spiccando il volo, diede nuova riprova della sua maestosa bellezza e maestosità. Ancora Ness si sorprendeva ad averlo al proprio fianco. A riportarla alla realtà fu, ancora una volta, il biondo; si sentiva oppressa dal suo sguardo, ancora nella testa rimbombavano le sue parole e il rossore da imbarazzo non voleva andare via dalle gote. Era congelata e più lui le si avvicinava, più non riusciva a muoversi; temeva per sé stessa, temeva che sarebbe accaduto il peggio e invece era stata solo la sua mente a immaginare tutto - davvero? - quando Kaede voleva solo... solo... sussurrarle altre parole da brivido. Ogni centimetro del corpo di Renesmee cessò di respirare. Gli occhi verdi scintillarono e il cuore iniziò a battere vertiginosamente nel petto: cosa stava succedendo? La gola era secca ma non aveva sete. Non riusciva a parlare ma cosa dire? Anche se avesse avuto la voce, le parole non c’erano.*
- R..Rene..Renesmee
*La voce di Astrid uscì flebile, salvando lo stato di imbarazzo tra i due.*
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kaelgod’s Profile PhotoKaede Bailey
*Era iniziato uno scambio di dibattiti di cui Astrid ancora faticava a comprendere. Le girava la testa, forse più dal gesto di gentilezza di Kaede che dalla reale botta che aveva preso. Aveva tana domande nella testa ma date le circostanze, lei in primis aveva compreso che non c’era tempo per chiacchierare. Ancora una volta era finita per causare problemi, essere il peso di troppo. Sia Renesmee che Kaede si stavano dando da fare per uscire da lì e per proteggere la sua incolumità; da sola non poteva fare niente e se davvero era diventata ‘’master’’ perché il suo servant non era apparso? Decise di sottostare - silenziosamente - ai voleri del biondo e anche Ness - che di solito è la prima a obiettare le decisioni del minore - fece lo stesso. Stavano affrontando un qualcosa di nuovo, di sconosciuto... sembrava come di stare all’interno di una realtà virtuale ma dove in gioco non c’era un personaggio bensì la propria vita vera. È vero che il mondo è strano, ma com’è che queste cose sembrano più surreali che possibili? Doveva essere una buffa barzelletta, una candid camera – avanti, uscite le telecamere!*
R: «Ancora non capisco quale sia lo scopo di questa fantomatica ‘’guerra’’»
*Esordì Renesmee, sbuffando. Si trattava di una situazione che non metteva in vantaggio nemmeno la rossa. Lei che di buon animo odiava la violenza fatale, lo trovava così illogico. Una situazione che nessuno aveva scelto; buttata su due piedi, l’unico a trarne vantaggio - e chissà, divertimento - era Kaede.*
X: non c’è bisogno che tu e tuoi compagni capiate. presto sarete morti.
*Una piccola figura sbarrò il loro cammino. Saber si posizionò davanti alla sua master per proteggerla, sfoggiando la sua arma nobile; Astrid invece, poteva semplicemente non recar fastidio a nessuno e rimanere in disparte - mi raccomando non troppo. Apparentemente il loro avversario sembrava così piccolo... come poteva una bambina pronunciare parole così crudeli? Come poteva una bambina parlare di morte?*
S: ‘’non lasciatevi ingannare. È una classe Assassin, la peggiore’’.
X: ma no, cosa dici...
*Gli occhi della piccola figura esprimevano un qualcosa di tetro. Si erano posati sul viso innocente di Astrid, la quale ingenuamente ne ricambiava lo sguardo, mostrando la più nobile quanto misera delle pietà. Nella sua testa frullavano pensieri unicamente giustificabili; non aveva imparato nulla perché nulla aveva da imparare... e anche quando si è normali l’esperienza può fare da padrona mentre qui, di esperienza, niente e nessuno ne aveva. Ma farneticare non avrebbe portato alcun risultato, e la prima temerari a mostrar alcun indugio fu Renesmee che ordinò al suo servant di attaccare – era lei la prima a voler portare tutti in salvo e Astrid lo sapeva che si stava facendo carico di un problema non suo. Saber attaccò Assassin, sfoggiando la sua amata spada. Lottarono e per un po’ Saber riuscì a tenerle testa, finché l’attacco scorretto di Assassin l’atterrò.*
X: Debole. Il prossimo?

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