Credo sia semplicemente un meccanismo di autosabotaggio. Spesso, quando ci capita qualcosa di bello, iniziamo a pensare di non meritarlo, incominciamo a chiederci dove sia la fregatura e finisce che ci mettiamo il bastone fra le ruote, pensando di non essere degni di provare una tale felicità.
Generalmente si tratta di meccanismi di auto-difesa che sorgono in relazione a traumi passati. Ma, a mio avviso, finché siamo in vita, non è mai tardi per nulla, quindi sei sempre in tempo per provare a recuperare qualsiasi rapporto tu ti sia fatt* sfuggire. Nel peggiore dei casi ti becchi un visualizzato o un “vai a quel paese”, nel migliore dei casi invece avrai la possibilità di ripristinare il tuo tentativo di essere felice. Forza e coraggio.
Buongiorno. ☀️
Io credo fortemente nella legge di compensazione, la quale prevede che se una quantità di energia viene a mancare in un determinato luogo, questa comparirà in un altro ripristinando così la condizione di equilibrio generale. A mio avviso le persone sono dunque obbligate ad essere grate e a benedire il male come il bene perché entrambi arrivano solo per elevarle ad un livello spirituale superiore. Inoltre, sono convinta del fatto che nessuna anima venga sovraccaricata di un peso che quest’ultima non riesca o sappia sopportare. Perciò, per me, il bene e il male vivono l’uno all’interno dell’altro e proprio per questa ragione non esiste un periodo positivo o negativo. Se imparassimo a guardare le cose con occhi diversi, trasformando ogni periodo della nostra vita in un’opportunità volta a fare meglio, saremmo tutti molto più maturi e sereni…
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Come tutti d’altronde, chi non merita la felicità?
Quanto a me, sono solo una fra le miliardi di anime erranti su questo pianeta. Niente di speciale mi contraddistingue rispetto agli altri: non ho poteri soprannaturali, non sono eterna né possiedo saperi illimitati. Sono un essere finito, fatto della stessa materia degli altri.
In realtà mi piacerebbe assai dedicarmi all’arte dell’insegnamento. Sarebbe bellissimo provare a trasmettere il mio amore per la conoscenza agli altri, soprattutto se il fine è quello di stimolare giovani menti al ragionamento. Tuttavia non credo di avere tanta pazienza per riuscire a rapportarmi nel migliore dei modi con gli alunni🤷🏻♀️. Trovo i giovani di oggi alquanto maleducati nonché privi di interesse per lo studio. Ci troviamo in un’epoca in cui le menti sono profondamente anestetizzate e paralizzate, troppo pigre per pensare 💭. So che è possibile fare la differenza, ma per me sarebbe un po’ come versare acqua sulla sabbia… Inoltre, in tutta onestà, chi prenderebbe a lavorare una professoressa con il hijab? Io almeno non ne ho mai vista una in Italia.
This one.
Audi rs7.
Sarebbe perfettamente ordinata, colma di libri disposti l’uno accanto all’altro per grado di colore. Sarebbero presenti una quantità infinita di quadri, dei vasi ripieni di rose finte profumate bianche e rosse, come a voler stimolare una sorta di calma che però risulta solo apparente. Ci sarebbe una grandissima terrazza, la stessa che simboleggia il luogo della mia mente in cui mi rifugio tutte le volte in cui mi sento soffocare, annegare in me stessa, che adornerei con qualche piantina, come a voler emanare tranquillità, e delle lucine colorate in grado di distogliere l’attenzione dal buio che ho dentro.
All’interno della stanza non mancherebbero delle candeline profumate, le uniche capaci di donarmi armonia quando ne ho bisogno. Il parquet sarebbe rigorosamente in legno per via della sua estrema resistenza alla pressione esterna e al passaggio di corrente elettrica rappresentati dalle mie saltuarie crisi nervose.
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Magari così rende meglio il senso.
Credo che Alla sera, sonetto di Foscolo ricco di ossimori, parli di me.
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all’universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Amo profondamente cantare e disegnare, ma ciò che amo ancor di più è osservare quadri/sculture, anche di artisti sconosciuti, ed elaborare opinioni mie. Questo mi permette costantemente di crescere come persona, di sviluppare ed accumulare pensieri, talvolta estranei alla mia età, e di conseguenza rinnovarmi come persona, di mettermi in discussione.
Credo che senza l’arte sarei persa.
Hey Betty. Oggi ho voglia di farti leggere una poesia che ho scritto e in allegato puoi trovare il disegno corrispondente che ho fatto.
Un occhio
personificazione di tristezza,
perdita.
Un corpo
in preda allo scioglimento
al cospetto del dolore.
L’ala del passero
presso all’occhio lacrimante
si raccoglie
in un sentimento d’abbandono.
Nell’occhio
riflessi di colori chiari:
gioia e speranza.
In penombra arde il rosso
Simbolo di dolore,
sangue.
Perché il dolore si nota più della speranza e della gioia?
Perché il dolore, che così silenziosamente s’avvicina,
sembra sempre
il rumore più assordante che esista?
https://youtu.be/wro5CLy3cvk