Michele

1. Shingeki no Kyojin
2. Sasha
3. Petra
4. Eren. Non per altro, ma perché mi scatena proprio l'istinto di pestarlo a sangue.
5. Mmmh, non ci ho mai pensato, mi piacciono tutti, ma presumo: Hanji, Erwin e il generale pelato di cui non ricordo mai il nome. Quello che vuole farsi masticare da una "conturbante titano femmina".
6. Sembra strano, ma non odio praticamente nessuno in quella serie. Mi piacciono tutti in maniera assurda XD.
7. Non ne ho idea. Non frequentando il fandom non so quali sono i personaggi iper-odiati. Penso Mikasa però.
8. JeanMarco e LeviPetra. Pari merito.
9. Facebook mi aveva inondato la home con post sull'argomento. L'ho ignorata e, alla fine, ho letto il manga in un momento di noia da una mia amica. E ci sono entrato in fissa.
10. Non riesco a concepire minimamente qualcosa come le LeviJean, ma non è odio: è indifferenza totale.
11. Io non riesco a deprimermi con Shingeki. Rido dal primo minuto di puntata all'ultimo, facendo battutacce idiote su eventuali contenuti della cantina... Se devo sceglierne uno, direi il pezzo della patata di Sasha.
12. Per quanto mi riguarda, la morte di Petra.
13. Idem come sopra.
14. ...Mikasa, smetti di fare la stalker e bacia Eren. Guarda che quello da solo non ci arriva.
15. L'inno nazionale tedesco.
16. Mh... mi piace da impazzire il titano che si mangia Ilsa*-*.
17. Con il mio fisico e le mie abilità...1) finirei mangiato; 2) finirei calpestato; 3) finirei ucciso in qualche altro modo.
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18. Un mondo bello e interessante, se le persone sono educate e civili. Altrimenti è la cloaca dell'inferno.
19. E' la cloaca di cui accenno sopra.
20. NaruHina. Oh, non riesco proprio a mandarla giù. Non ci riesco.
21. Non saprei dire, quando io non seguo la serie, non conosco minimamente neanche i personaggi.
22. A steadfast tin soldier, su sailor moon.
23. David, ma lui appartiene al mio fandom personale sui personaggi da GdR XD.
24. Nessuno di nessuna opera, al momento. Potrei dire Raistlin di Dragonlance, ma mi manca la sua costanza.
25. ...non riesco a farmene venire in mente nessuno di specifico, purtroppo.
26. "Lo sai qual è il bello del Caos? E' equo" (Batman il cavaliere oscuro)
27. Il finale della quinta stagione di Supernatural, il finale di Partner, il finale di Shigurui.
28. Il primo episodio di Once Upon a Time.
29. "Carry on" dei Kansas (supernatural)
30. Se una scena mi fa piangere o mi commuove, in automatico viene cestinata dalle mie preferenze.
31. Stai parlando con un tipo ansioso che vive di spoiler e che, se prima non sa esattamente cosa succede in una serie, episodio per episodio, non la guarda. Posso avere un Cliffhanger preferito, con queste premesse? Sarebbe uccidermi da solo per lo stress.
32. Quella di Fred in "I doni della morte". Non riesco ancora a riprendermi.
33. Robin Williams
34. Julia Roberts.
35. I'm sorry, ma non penso di riuscire a rispondere. In ogni caso, penso che il cast che hanno scelto per X-men, sia a dir poco perfetto per le somiglianze.

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Il "per sempre" non è un'utopia: è un modo di dire e di pensare sbagliato, in quanto ci proietta nella prospettiva dell'eternità.
Niente dura per sempre, per il semplice fatto che, in quanto esseri umani, non possiamo avere neanche la concezione dell'eternità. Se avessimo la possibilità di approcciarci ad essa, impazziremmo di fronte alla piccolezza della nostra vita.
Pertanto, figuriamoci quando il "per sempre" viene associato a un sentimento potente e distruttivo come l'amore. E ora immaginiamo di accosarci all'idea di un amore "infinito", "eterno". Ci distruggerebbe anima e corpo.
L'amore non può essere per sempre, così come nessun altro sentimento.
Può essere logorante, gioioso, massacrante... ti distrugge e ti ricrea e, per quanto mi riguarda, è accompagnato dall'odio in maniera inscindibile.
Però credo nel "per tutto il tempo che ci è stato dato", inteso come "il tempo che in qualche modo è destinato alla nostra relazione". Oppure nel: "Per tutta la vita", se davvero si è trovata la persona giusta. Tuttavia sono molto restio, al momento, a dire queste parole in qualsiasi campo relazionale (amicizia, amore...). Troppe volte vengono abusate.

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Mi sono perso tante di quelle volte e talmente tanto a lungo che, quando finalmente mi sono ritrovato, mi sono riscoperto totalmente diverso da chi pensavo di essere. Letteralmente un'altra persona, era come se improvvisamente fossi tornato bambino e dovessi affrontare, di nuovo, tutte le fasi della crescita.
Al momento, non mi sento neanche un adulto dal punto di vista emotivo. Ho una mente da 40enne, in un corpo di 25enne e le emozioni di un adolescente. Una pessima combinazione di elementi, mentre prima ero in qualche modo bilanciato.
Non è come prima: è spiazzante, crea disturbo e non facilita le interazioni sociali. Mi sono scoperto più chiuso di quanto credessi, meno socievole e più ombroso; più razionale - fin troppo alle volte -, più egoista e tremendamente incapace di provare emozioni profonde verso gli altri.
Non sono una bella persona, ma nonostante tutto non mi dispiaccio.

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«No – rispose Kyoko fra i denti – Io non mi piango addosso. È inutile: so di aver fatto un errore, di aver sprecato il mio desiderio per qualcuno che non lo meritava, ma non ho rimpianti. Se li avessi, se anche solo arrivassi a pensare di avere rimpianti, crollerei. Ho fatto una scelta, per quanto alla fine mi si sia ritorta contro, ma se tornassi indietro so che la rifarei di nuovo».
Sayaka continuava a tenere lo sguardo basso, senza alzarlo né su di lei, né sulla chiesa in rovina che le circondava. Kyoko fu tentata dal tirarle un calcio, uno schiaffo… qualsiasi cosa potesse scuoterla da quell’apatia.
«Non volevi essere un’eroina? – continuò, beffarda. – Non volevi salvare delle vite? Salvare gli esseri umani? – rise, senza gioia. Con rancore, cattiveria. Perché la principessa dall’armatura scintillante si era arresa così presto? Perché non l’aveva ascoltata? – Non hai ottenuto quello che desideravi? Il prezzo è troppo alto, per te? O forse, se lo avessi saputo prima, non saresti stata così stup-»
«Smettila!»
La ragazza scattò in piedi, urlando; le mani strette a pugno tremavano, nel disperato tentativo di trattenersi dal colpire l’altra maga.
«Non ti permetto… Non ti permetto di giudicarmi così! A te non frega niente, vero? Non ti importa di essere solo uno zombie? Che con questo corpo, con questo involucro vuoto, non potrai mai amare, non potrai mai avere una vita normale?»
Kyoko osservò attentamente Sayaka. Studiò le lacrime che scendevano dagli occhi chiari, la postura rigida e rabbiosa. Desiderò, per un attimo, che si scatenasse e l’attaccasse; bramò di potersi confrontare ancora con la paladina della giustizia che lottava per i suoi ideali, per il suo desiderio, per ciò che credeva…
Cos’era quella sua pallida imitazione? Dov’era la Sayaka che la stimolava, che la sfidava, che la faceva sentire viva?
«E quindi? – replicò – Cosa speri di ottenere tagliandoti le gambe da sola? Hai fatto una scelta. Una fottutissima scelta, giusta o sbagliata che fosse. Abbi almeno la decenza e la dignità di non lamentartene e di combattere per essa. Anche questa è una scelta: persistere nel tuo obiettivo o lasciarti andare! È una scelta, lo capisci? Anche noi abbiamo delle scelte! Tutti le abbiamo!».
Non ottenne risposta. Sayaka restò in silenzio, come consumata dalle sue parole. O, forse, non ne aveva ascoltata neanche una, ma se le era fatte scivolare addosso. Intoccabile, Kyoko osservò la sua principessa dalla corazza splendente, la sua piccola paladina della giustizia, allontanarsi con passo lieve.
Prima che la pesante porta della chiesa si chiudesse alle sue spalle, l’unico sussurro che giunse alle orecchie della maga fu un flebile:
«Io no».

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Io ti odio. E non capisco se questa cosa mi piaccia o meno, ma amen. Non avevo voglia di impegnarmi sul finale, quindi te la becchi così e sappi che ho passato due giorni a scriverla e, per i miei gusti, ho sprecato anche troppo tempo appresso ai tuoi prompt sadici, maledetta bastarda <___<.
Ah, non è una drabble perché Kyoko ha preso il controllo.

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La trovò seduta sulle scalinate della chiesa dove suo padre predicava.
«Che bella sorpresa – commentò, tra un morso ai suoi dango e l’altro – Non mi aspettavo di vederti qui, Sayaka».
Un piccolo ghigno si stese sulle sue labbra. La lingua guizzò per raccogliere le gocce della salsa di cui si era sporcata.
«Perché a noi?»
La domanda giunse inopportuna, invadente. Kyoko storse il naso, infastidita. Era da quando aveva scoperto che la Soul Gem nient’altro era che la forma concreta, solida e protetta della loro anima, che Sayaka aveva perso il suo fascino combattivo, quell’ardore che le illuminava gli occhi. Tutta quest’arrendevolezza, questo vittimismo, non faceva altro che indisporla.
«Ti stai ancora piangendo addosso?»
Replicò, seccata. Buttò alle proprie spalle il bastoncino dei dango e frugò nella busta della spesa che si portava appresso, alla ricerca di un altro dolce da sbafarsi.
«Aver sofferto la fame lascia il segno – pensò – tutto lascia dei segni».
Scosse il capo, non aveva voglia di concentrarsi su pensieri particolarmente profondi o malinconici. Lei stava bene. Anche se era da sola, anche se nessuno la voleva, era viva. Poco importava dove risiedesse la sua anima: finché aveva un corpo per mangiare, per muoversi, per parlare… finché aveva uno scopo nella propria vita, andava tutto bene. E lei ce lo aveva. Ce lo aveva perché non si era pentita, perché nonostante tutto, riteneva di aver pagato il giusto prezzo per ciò che aveva desiderato.
Per questo non riusciva a comprendere i crucci di Sayaka, le sue preoccupazioni. A parer suo, era stata una sciocca: aveva sprecato il suo desiderio per un ragazzo, per un motivo altruistico. Era una stupida, un’idiota…
«Allora? Non mi rispondi?»
Sbottò. Si era infuriata, senza neanche un motivo apparente. Osservava Sayaka e rivedeva se stessa anni prima: sola, scoraggiata, ferita… Quella debolezza e rassegnazione nello sguardo la facevano ribollire di rabbia.
«Perché proprio tu, fra tutte, devi essere come me?»
Pensò. Perché? Perché doveva avere la sua stessa debolezza negli occhi? Lei non era debole. Lei era forte. Poteva resistere a tutto, poteva…
«Io mi piango addosso? – la voce di Sayaka era un sussurro – Non è forse quello che facciamo tutte? Non ci piangiamo addosso ogni giorno, cercando di capire il motivo per cui siamo state trascinate in questo gioco sadico da Kyuubei?»
1/2

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Non sono esattamente un mostro di bravura in queste faccende. Personalmente, parto sempre predisposto al perdono e con la consapevolezza che, in amicizia come nella vita, le persone ci deluderanno e ci feriranno sempre. Di conseguenza, come io so che - volontariamente o meno - ferirò loro, so che loro feriranno me. Partendo con questo concetto di base, sono più portato a perdonare gli errori e gli sbagli che si commettono, purché con me venga fatto lo stesso. Se si riesce a capire che, in quanto esseri umani siamo tutti portati a fare errori e a non dimostrarci all'altezza delle aspettative, si vive meglio e l'amiciza resiste nonostante le turbolenze e i litigi che ci possono essere. L'importante è chiarirsi, alla fin fine, e arrivare a non aspettarsi dalle persone più di quello che possono dare.
Non pretenderò mai che un amico o un'amica siano sempre sinceri, onesti o ci siano sempre per me, perché io per primo non so se sarò in grado di farlo. Posso promettere un: "Proverò ad esserci nei momenti di difficoltà, a farti ridere, a farti piangere, a confidarmi e ad ascoltare le tue confessioni, ma non ti arrabbiare se alle volte non ci riuscirò".

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Questa è una cagata, ti avviso. E' seriamente una cagata scritta in fretta dopo essermi rivisto alcuni pezzi del The End. Ma non avevo voglia di impegnarmici più di tanto.
E non è vero che mi vuoi bene. Tu mi odi.

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"Immerso nell’LCL, il liquido primordiale, Shinji sogna e si annulla nel suo stesso sogno.
La coscienza si fonde per alcuni, eterni ed infinitesimali istanti con quella di tutti gli altri esseri umani. Da essi si scinde, per poi fondersi di nuovo, in un’alternanza che non pare conoscere fine.
È questo ciò che lo aspetta per il resto dell’eternità? È per questo che è nato? Per essere un tutt’uno con gli esseri umani che lo hanno disprezzato? Per dover sentire i loro pensieri? Provare le loro emozioni? Condividere la loro sofferenza?
Shinji si ribella e si lascia cullare da quell’utero caldo. Ogni tanto è se stesso, ogni tanto è Rei, è Asuka, è la signorina Misato… è tutto e tutti e, allo stesso tempo, non è nessuno.
«Se ti fa soffrire così tanto, puoi smettere».
«Se ti disgusta così tanto, puoi scappare».
Voci gentili, sensuali. Shinji si aggrappa a loro, a quel barlume di volontà rimasta che gli si sgretola tra le dita.
«Dov’è… la mia realtà?»
«La tua realtà è alla fine del tuo sogno».
Tutto si sgretola. È un mondo senza mura invisibili che separano le persone. Gioia e sofferenza, felicità e dolore si mescolano in un’unica essenza. L’alfa e l’omega si toccano e si annullano in loro stesse.
Non c’è paura (davvero?). Non c’è tristezza (davvero?). Non c’è solitudine (davvero?).
Eppure Shinji ha paura. Ora che le mura sono crollate, ora che tutti sono uno, Shinji ha più paura che mai. Sente il terrore pervaderlo, sconvolgerlo.
Forse…
Forse…
Forse era meglio… quando nessuno poteva guardarti dentro."

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Infanzia:
- L'isola che non c'è (Edoardo Bennato)
http://www.youtube.com/watch?v=vrx5mwxMICg
- Fantasia (Edoardo Bennato)
http://www.youtube.com/watch?v=uXZ4Y1VDkWs
- Luna (Edoardo Bennato)
http://www.youtube.com/watch?v=L84aiYQULPg

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Adolescenza:
- A pugni con il mondo (Articolo 31)
http://www.youtube.com/watch?v=reOR40xq_xc
- E un giorno (F. Guccini)
http://www.youtube.com/watch?v=5z8GTKvHuQs
- Cirano (F. Guccini)
http://www.youtube.com/watch?v=0yYm2c4cPHk
- Il testamento di Tito (F. De André)
http://www.youtube.com/watch?v=jyL5pCtPr8w

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Dai 20 anni in poi
- Il vagabondo stanco (Modena city Ramblers)
http://www.youtube.com/watch?v=yFbd7bgIwRc
- Piccoli per sempre (J Ax)
http://www.youtube.com/watch?v=2H_Lr0dKYL8
- Sempre noi (Max Pezzali ft. J Ax)
http://www.youtube.com/watch?v=3BH1k9LB40E
- La mia banda suona il rap (Max Pezzali)
http://www.youtube.com/watch?v=k0jYBXq38BI
- Morte di un poeta (Modena City Ramblers)
http://www.youtube.com/watch?v=zcwSo0IYDQ4
- L'uomo delle pianure (Modena City Ramblers)
http://www.youtube.com/watch?v=vcnlSXlsbow
- Una canzone (F. Guccini)
http://www.youtube.com/watch?v=rxEu7VIQckM

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Potrei inserirne tante altre, ma queste sono le principali che caratterizzano a grandi linee la mia persona e la mia crescita.

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Perché le foibe, rispetto ai campi di sterminio, sono state meno "eclatanti" in numero di morti. Quindi è più facile cancellarle dalla memoria storica. Con i campi di concentramento, di cui recano testimonianza un intero popolo ed intere famiglie, non è stato possibile storicamente operare un'opera di "occultismo", altrimenti avremmo cancellato dalla memoria anche essi.
D'altronde, trovo la giornata della memoria e celebrazioni simili un'ipocrisia allucinante. Non ci si dovrebbe ricordare di determinate stragi un solo giorno all'anno per sentirsi la coscienza pulita. Sono episodi significativi della nostra storia che dovrebbero essere SEMPRE presenti nella coscienza di ognuno. E' inutile far passare centomila film/servizi/articoli/ecc sull'argomento un solo giorno all'anno, quando poi, per i restanti 364 giorni, ci si dimentica perfino perché e come è scoppiata la seconda guerra mondiale e le conseguenze che ha portato.

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Il romanticismo mi stucca, mi infastidisce, specie se eccessivo. Non riesco a definirmi una persona romantica, sebbene molti mi ci considerino. Mi ritengo un uomo galante, piuttosto, un po' vecchio stile, ma è tutto finalizzato al piacere di un'eventuale partner, per farla sentire speciale. Non mi piace il romanticismo classico, se non in determinate situazioni. La mia idea di serata romantica è una pizza mangiata sul divano a guardarsi un film che piaccia ad entrambi, passata a ridere e a scherzare assieme.
Penso che il romanticismo vero e proprio, sia sopravvalutato e superato come concetto: oggi ci si aspetta le rose rosse, i cioccolatini, poesie, ecc... Sempre dall'uomo, mentre la donna deve restare ferma, stile principessa da corteggiare e ammirare. Non si tiene mai presente che, ogni tanto, anche all'uomo piace essere corteggiato e piace sentirsi speciale in qualche modo. Insomma, non sono per il romanticismo unilaterale, né per il romanticismo "materialista". Non è con i regali che si diventa "degni" della persona che si ama; una risata assieme è molto più bella e duratura. L'amore da film romantici, da romanzi rosa, ecc... non esiste. Esiste invece la complicità, l'affetto, il rispetto e il confronto tra persone adulte e civili, anche se degenera in discussione.
In pratica, temo di avere un'ostilità verso il romanticismo che non mi rende una persona romantica. Perché chi vuole stare con me deve saper accettare l'ironia, il sarcasmo e anche un po' di cattiveria, in quanto la persona di cui mi innamorerò sarà, in automatico, anche colei che detesterò di più al mondo e, di conseguenza, finirò col seppellirla di frecciatine acide, per poi baciarla e dirle che per me è la persona più importante del mondo, che la detesto perché la gioia che provo in sua compagnia è tale che mi ci arrabbio.

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Il primo fandom su cui ho scritto qualcosa in assoluto è stato Saiyuki, ma non ho mai pubblicato le storie in merito, cosa che, invece, ho fatto col secondo fandom in cui sono approdato: Naruto. Qui mi sono scatenato per anni nell'analisi psichiatrica di Sasuke Uchiha, un personaggio che, nel bene o nel male, mi sono ritrovato ad analizzare profondamente.
Al momento non frequento molto EFP. Diciamo per niente. Sto trascurando anche il mio blog di fanfiction, in quanto non ho né tempo, né voglia di scriverne, ma mi sto dedicando a progetti un po' più seri.
http://efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=246872&i=1 Questa è una delle storie di cui vado più fiero, nonostante sia una fanfiction. Era il 2008 e l'Italia - allora come adesso - non si trovava in una bella situazione politica. In più, in quel periodo la mia migliore amica lavorava in una fabbrica ed era sottopagata, senza assicurazione sanitaria, nè ferie. Da questa combinazione, è nata Res Publica, una fanfiction AU distopica su Naruto che riprende via via la situazione politica italiana in un futuro neanche troppo lontano. E' stata l'unica fanfiction che doveva essere una storia originale, ma che ho scritto come tale per due motivi: il fandom di Naruto all'epoca era molto popolato e, inserendo la coppia SasuNaru, avrebbe ottenuto più visualizzazioni. Così facendo il messaggio che volevo trasmettere sarebbe arrivato a più persone, visto che, più che una storia vera e propria, è un racconto politico che vorrei spingesse alla riflessione.

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Non so se sono il più adatto a rispondere a questa domanda, ma ci provo.
Nel periodo in cui giravo con gli abiti del mio sesso biologico (femminile), non ho mai avuto problemi di sorta - se non esclusivamente "miei" a livello mentale - che mi potessero far desiderare di essere nato uomo. Tranne per il ciclo, ma lì entrava un disagio differente dal rapportarmi socialmente. Ho sempre fatto gli sport che desideravo, né ho riscontrato altre tipologie di problemi sessisti.
Ora che sto vivendo la mia vita da uomo, invece, alle volte mi vedo costretto a dover indossare nuovamente i panni femminili, in special modo nella ricerca di lavoro: le donne vengono assunte più facilmente rispetto agli uomini (specie se, come me, quando riesci a passare da uomo sembri un ragazzino di 16 anni). Quindi sì: lavorativamente credo che - strano a dirsi - risulto privilegiato a livello lavorativo, perlomeno per quanto riguarda i lavori part-time che solitamente si ricercano quando si è occupati ancora con gli studi.
Sembra un paradosso, lo so.

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Intanto, Ask è un MEZZO, non si può incriminare un sito, ma solo l'uso sbagliato che ne viene fatto. Lo stesso vale per televisione, libri, giornali, ecc... i mezzi di comunicazione sono un'arma potente, ma neutrale: se si usano consapevolmente risultano avere effetti positivi, altrimenti risultano negativi. Questo è un assioma semplice e di facile comprensione. La chiusura di un sito che, quando ti iscrivi, ti avvisa che: 1) l'anonimato è sempre garantito; 2) persone non iscritte al sito possono farti domande in anonimo; 3) se non vuoi ricevere domande in anonimo puoi togliere la possibilità di portele, offre i mezzi per tutelarsi da certe cose. Infatti, basta togliere la possibilità di domandare in anonimo per startene tranquill* e non avere problemi. Se la persona che ti insulta decide di metterci la faccia, ti basta bloccare l'utente e passare oltre.
Ask non è un sito violento: sono alcune persone che ne fanno un utilizzo sbagliato. Certo, per alcune cose necessiterebbe di un maggior controllo, ma d'altronde lo scopo del sito è permettere di parlare tramite domande e risposte di vari argomenti in anonimo, se lo si desidera. E' questa la parte "divertente" della faccenda; se si togliesse questa sua caratteristica, perderebbe d'interesse.
Passando al caso specifico della ragazza, mi dispiace, ma probabilmente avrò un'opinione controversa su questo argomento: se hai dei problemi, non cerchi aiuto su un sito dove basta sfogliare qualche pagina per capire la tipologia di persone che solitamente lo frequenta. Specie in un momento sociale come questo, dove tutti si spacciano per drogati, autolesionisti, depressi, ecc... Le persone sono "stufe" di questi "attention whore" e, di conseguenza - non dico giustamente, perché giusto non è, ma il meccanismo mentale che li porta a farlo è lineare - arriva ad insultarli. Non si può distinguere caso per caso tramite un social network.
Lì, la "colpa" del suicidio è da imputare solo a lei stessa, al massimo si può affermare che i genitori non avevano un controllo molto stretto (ma se il padre leggeva il diario, il cellulare, ecc... mi sembra che sia tutto il contrario), tuttavia è inutile incolpare genitori, società, social network, ecc... Il problema di fondo è che questa ragazza era depressa e non ha cercato aiuto nella maniera giusta. Non si tratta neanche di cercare un colpevole, ma solo di un modo sbagliato di affrontare i suoi problemi.

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