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Sul frigo della cucina di Harry sono appese trenta polaroid. La metà di loro raffigurano i volti famigliari di sua madre, suo padre e sua sorella. Ci sono le feste di compleanno e quelle di Halloween, il matrimonio di sua madre e la laurea di Gemma, ci sono i musi dei gattini quando dormono sul divano e c'è una foto dove la famiglia è completa di zie e cugini e sono tutti insieme riuniti intorno a un tavolo.
Cinque di queste raffigurano gli scatti delle sue città preferite, una top 5 che ha stilato recentemente: Parigi - Vienna - New York - Roma - Londra, al primo posto.
Le ultime dieci rimaste, quelle posizionate più in alto, rappresentano la stessa persona in momenti diversi e sono le sue preferite.
Nella prima foto, quella più vecchia e stropicciata, c'è un campo da calcio e una porta vuota. Un ragazzo, i capelli chiari e sbarazzini e una divisa bianca e rossa addosso, si prepara a calciare un pallone. Non c'è nessun altro, se non uno scoiattolo che si intravede in lontananza e ha il furbo sguardo puntato proprio sulla palla.
La seconda foto è appesa accanto alla prima, seguendo una linea coerente. Lo stesso ragazzo cammina tranquillamente per le strade di Londra. Indossa una giacca di jeans e dei pantaloni stretti, ha le mani in tasca ed è girato verso il suo fotografo. Ha l'aria divertita, un sorriso sereno sul viso e gli occhi, di un azzurro intenso, sono luminosi e felici. Dietro di lui, un autobus rosso sfreccia velocemente tra le macchine.
Il ragazzo, sempre lo stesso, sta mangiando un panino di Mc Donald's nella terza polaroid. è presa di sfuggita, il soggetto è venuto mosso perché stava impedendo che la foto venisse scattata. Ha una mano verso la macchinetta e il panino nell'altra, sembra dire "smettila, sto mangiando" e non riuscire a fermare lo stesso il suo fotografo.
La foto numero quattro lo rappresenta su un palco. La canottiera larga gli lascia scoperte le braccia tatuate, un microfono tra le mani e lo sguardo concentrato. Sta cantando per un pubblico di milioni di persone ed è in pace con se stesso. Nel suo posto. Lì dove sarebbe dovuto sempre stare.
La quinta polaroid è una delle sue preferite. Il giovane dagli occhi azzurri è sdraiato in un letto matrimoniale dalle lenzuola bianche. Si copre il volto con le mani e non indossa nessuna maglietta. Un sorriso traspare limpido e un occhio sbircia tra le dita divertito. Il suo fotografo l'ha scattata dall'alto. La trova perfetta.
Nella sesta fotografia, il ragazzo è seduto in terra. Ha i capelli tirati su da del gel e un giubbotto dal pelo sul collo. Si sta riposando e scambia due parole con qualcuno che si intravede solo. Nessuno si è accorto di quando quella foto è stata scattata.
C'è una risata silenziosa, nella settima polaroid. Il ragazzo sta ridendo e alza il dito medio nella direzione del fotografo. Scalzo e in pigiama, ha lasciato cadere in terra un bicchiere ripieno di qualche liquido. Sono a casa ed è la scena più naturale di sempre.

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