mela.

"Che cos'è, quello?" domanda, scoppiando a ridere nel suo solito modo ridicolo e piegandosi su se stesso, tenendo le braccia strette intorno alla pancia.
Harry storce il naso, "cosa ci trovi di divertente?" gli chiede e sembra davvero offeso, tornando a dargli le spalle e ignorandolo. Louis si asciuga teatralmente una lacrima e si avvicino dietro a Harry, sorridendogli attraverso lo specchio e incrociando i suoi occhi arrabbiati. Si morde un labbro e "stai indossando un costume da fata, Haz" tenta di dire, ovvio, sperando di non scoppiare a ridere ancora. Quando erano stati invitati da Liam a quella festa in maschera e Louis aveva detto entusiasta di voler indossare un costume da Peter Pan, Harry era sembrato altrettanto felice e "beh, potremmo fare una coppia famosa, allora" aveva proposto, illuminandosi. E ok, non aveva confessato da chi avesse intenzione di mascherarsi, ma Louis ha sperato fino all'ultimo che si trattasse di Capitan Uncino e non di Wendy. Le sue preghiere sono state accolte, così si può dire, se non fosse che Harry, stretto in un abitino luccicante e verde, abbia deciso di mascherarsi da Trilly. Certo, come non averci pensato prima.
"Te lo avevo detto che avremmo interpretato una coppia famosa, no?" risponde il riccio con ovvietà, sistemandosi il vestitino e movimentandosi i capelli. Louis ignora il fatto che quello straccetto che chiama maschera, gli sta deliberatamente lasciando nude le cosce sode, e annuisce. "E allora?" prosegue il più piccolo "cosa pensavi che avrei indossato, un abito da Wendy? Questo /luccica/ Louis!" si sfiora il corpo con le mani e fa un sorriso, che mette in evidenza le sue fossette. Louis alza gli occhi al cielo e deve comunque ammettere che Harry ci calza proprio bene dentro quell'abitino, e anche se lo preferisce come Santa Anne da Holmes Chapel lo ha fatto, non pensa che gli creerebbe problemi se se lo lasciasse addosso, /dopo/.
Harry ha capito i suoi pensieri e arrossisce, abbassando la testa. Louis gli accarezza una guancia, "allora sarai la mia fata, stasera?" gli chiede divertito.
Harry annuisce vivacemente e ritrova la sua vitalità. Gli stringe una mano e insieme escono per andare alla festa in maschera.
"Sarò la tua fata, Peter."

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Sappi che da oggi in poi inizierò ad ascoltare quest'artista francese :)

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Il respiro pesante. Spezzato. Tremolante.
Il buio ad oscurare la vista e ad obbligare le pupille degli occhi ad estendersi fino a nascondere il colore delle sue iridi, sporche di qualcosa di diverso del solito azzurro, una sfumatura del rosso del sangue e del verde degli occhi di lei.
La gola secca. La lingua alla ricerca spasmodica di acqua. Lo schioccare delle labbra rovinate. Neanche le lacrime che sgorgano incontrollate e bagnano il suo viso, riescono ad inumidirle. Un singhiozzo di troppo.
I passi silenziosi per la stanza, strascinanti e attenti a dosare il necessario scricchiolio terrificante e il rumore dei suoi stivali nel fango.
Lui sorride gelido e lei sente quel sorriso sul suo collo, nonostante non le sia davvero accanto, nonostante non l'abbia ancora trovata.
Una corda stretta tra le mani pronta a prendersi un'altra vita. La allunga, ne tira i fili, ne respira l'odore, la lecca avido immaginando la pelle di lei logorarsi fino a distruggersi, sanguinare, sgretolarsi. Sa che lei ha paura, l'aria è pesante e sembra schiacciare ogni essere vivente che si trovi loro vicino. Ridurli a brandelli senza pietà, senza quella pietà che neanche lui ha mai conosciuto.
No, lei non ha paura. Lei è terrorizzata. E il terrore la sta divorando internamente, uccidendola molto prima di quanto farebbe lui quando riuscirà a trovarla. Il terrore è un mostro che strappa la carne dei tuoi organi, affila le unghie e le incide sulle tue ossa, ti apre la testa e gioca con il tuo cervello, rendendolo più razionale di quanto si pensi. Per questo le tue gambe si bloccano, per questo il tuo respiro si ferma, perché il tuo cervello vuole morire, vuole mettere fine a quello che lo sta torturando, incapace di sopportarlo. E se ci fosse un pulsante di autodistruzione, di fronte al terrore lui lo azionerebbe. Boom. Tutto finito.
Lui lo sa bene cosa significa. Conosce la sensazione, quella delle mani viscide che ti accarezzano in piena notte, a cui tu sei troppo piccolo per reagire. La sensazione che il mondo sia un bastardo, perché mentre tu desideri che finisca, lui continua a vivere. Quella di chi ti prende senza ritegno, spacciandosi per tuo padre e diventando l'incubo peggiore che tu abbia mai vissuto e l'unico che dalla memoria non ha nessuna intenzione di andarsene, l'unico impossibile da cancellare. Lui lo sa bene cosa significa.
E lei urla, scalcia, piange, eppure non si muove, il suo cervello si sta già autodistruggendo. E mentre le stringe la gola e la guarda sgranare gli occhi, legge la gratitudine nel suo sguardo e lascia cadere una lacrima disperata.
Lui lo sa bene cosa significa essere terrorizzati. Lui conosce il terrore.
Lui /è/ il Terrore.

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