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Leggere...
La leggenda irlandese del soffione

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Secondo un'antica leggenda irlandese la corolla del soffione è la dimora delle fate, un tempo libere di scorrazzare nei verdi prati.
Quando la Terra era abitata soltanto da gnomi, elfi e fate, queste creature vivevano libere e felici in simbiosi con la Natura. L'avvento dell’uomo li costrinse purtroppo a nascondersi nei boschi.
Le fate avevano degli abiti sgargianti e troppo colorati per riuscire a mimetizzarsi. Furono così costrette a trasformarsi in soffioni, mantenendo però la loro fierezza. Anche se calpestato il soffione torna sempre in posizione eretta incarnando la possibilità di rinascita, l’idea del cambiamento e della resilienza. Da sempre associato all’idea del desiderio, si dice che soffiando sul pappo del fiore, se si riesce in un colpo solo a disperderne tutti i semi… il desiderio espresso si realizzerà!
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abbastanza attraente. Con la sua usuale nonchalance, gli si avvinghiò al braccio sulla strada del ritorno verso i dormitori. ‹‹ L'importante è che tu resti cosciente. Sarebbe un peccato se ti dimenticassi di una tale esperienza, non credi? ( ... ) Manca ancora molto? ›› ❫

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Avrei dovuto avere più fiducia in me stesso. Era una cosa che mi ripetevano spesso Noam, Ramona, Taylor, Rachel, e altre persone importanti che facevano parte della mia vita. Peccato che fosse più semplice sentir dire certe cose che metterle in pratica. Trattenni il respiro quando mi strinse il braccio e la guardai, sorridendo impacciatamente. « Come fai ad avere tutta questa self-confidence? » domandai, estraendo con la mano libera le chiavi dalla tasca. « Siamo quasi arrivati. » dopo altri cinque minuti, raggiungemmo i dormitori della Warner. Aprii la porta e senza perdere ulteriore tempo, feci sgattaiolare la bionda dentro la stanza. Eravamo lì per un motivo, no? Così mi feci coraggio, tirai giù un bel sospiro, e finalmente mi fiondai sulle sue labbra.

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giudicarlo. Almeno lui, a differenza di qualcun altro, ha avuto il pensiero di tentare di ricucire l'amicizia che li ha legati in quei mesi estivi. Ride a quella bonaria presa in giro, non sentendosi offesa per così poco. ‹ Sempre! Ma in verità non mi piacciono granché le creme o la panna. In generale i dolci non mi ingolosiscono molto. Preferisco il salato. › spiega mettendo già mano al portafoglio, ma Tate la precede, proponendosi lui stesso di pagare. ‹ Ma Tate... › bofonchia, roteando le pupille. Le fa piacere quel gesto di cortesia, certo, ma al tempo stesso non vuole che sprechi soldi per lei. Anche se ormai ha poco da borbottare. Mormora dei ringraziamenti, stringendo il cono nella mancina e annuisce, dirigendosi verso la panchina. ‹ Dai su! Non tenermi sulle spine! › ❫

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« Mhmh, capisco. Ma poi sbaglio o per te certi gusti, come ad esempio il cioccolato, sono veleno? » domandai, curioso di saperne di più. Taylor era un cane, ma aveva anche una forma umana, per questo mi chiedevo se mangiare alcuni alimenti dannosi per la sua natura ferina, potesse o meno avere un impatto negativo su di lei. Ci sedemmo su quella panchina e iniziammo a mangiare i nostri coni gelato. Dalla sua esortazione capii che voleva davvero sapere di Rachel e che non si stava comportando in quel modo per semplice cortesia. Le sorrisi, sentendomi già in imbarazzo: mi faceva strano parlare alla mia ex crush di una mia crush corrente. « Ci siamo conosciuti a Los Angeles quando io avevo diciassette anni e lei quindici. Era solare e un po' pazza, dunque non poteva non attirare subito la mia attenzione. Abbiamo fatto sēsso e siamo rimasti in buoni rapporti per qualche mese prima di perderci completamente di vista. Al college ci siamo ritrovati, precisamente da quando io e te abbiamo smesso di parlarci, e... non so, a me piace parecchio. Mi fa stare bene. Non c'è solo un'intesa fisica, ma anche mentale. Se solo non fosse libertina... potrei avere qualche chance. »

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Ho iniziato a scrivere nel 2019 ed ho finito nel 2020, poi basta. Un anno intero di banalità, il resto, mediocrità. Mi è sempre piaciuto scrivere, sia chiaro, ma non lo facevo, ci pensavo e basta, senza mettere per iscritto quei pensieri, che poi si perdevano e sparivano nei meandri di una mente caotica. Non li scrivevo perché temevo diventassero reali, temevo di diventarlo io, ma esattamente cinque anni fa ho incontrato una persona, e me ne sono perdutamente innamorato. Era la persona giusta al momento sbagliato, nel posto sbagliato, in un amore sbagliato, in un casino sbagliato, tutto era maledettamente sbagliato. Ma questa è la magia dei vent'anni, uno sconsiderato ottimismo che rende tutto giusto, una lunga strada dritta in salita, per la curva di un sorriso. Non ho dimenticato quell'amore, semplicemente non lo provo più, da anni ormai, com'è giusto che sia. Vedo le ferite che ha lasciato, ma non ricordo il male che facevano quando sanguinavano. Mi ha reso più forte, forse, nessun altro amore, per quanto intenso, mi ha tormentato tanto, e forse è per questo che anche i miei versi sono addirittura peggiorati, manca quel agrodolce universale tormento, provato da tutti, almeno una volta nella vita. Stavo pensando a lei questa sera, con affetto, mi chiedo se stia bene, se stia vivendo l'avventurosa viva che cercava, con quel coraggio che le ho sempre invidiato. E la tua domanda mi è sembrata capitare a fagiolo, temo di non aver risposto però, perdonami. Con una così lunga (noia e inutile premessa) potresti pensare che quindi la risposta sia di si e che la persona in questione sia lei, ma non è così, il passato è passato e così deve restare, per questo non ricontatterei nessuno, altrimenti, l'avrei fatto già.

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Two is megl’ che one?

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Ascolto, decisamente.
Tante, troppe persone si sono “adagiate” su di me.
Ed io ci sono sempre stata con la mia sciocca “sindrome della crocerossina”.

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La tipica persona che doveva rincollare pezzo per pezzo il vaso rotto.
E sai come si dice «la gentilezza ripaga?»… mmh, no, non proprio.
Anche quando, oramai, non potevo più dare nulla - e forse il momento per aiutare me una volta nella vita stava arrivando -, sono scappati.
Anzi, no, bugia.
Un messaggio l’ho ricevuto: una compagna di scuola che piangeva perché il suo ragazzo l’aveva piantata e chiedeva consiglio… io ero a casa, passata da fare arrampicata sportiva alla sedia a rotelle. Ci intendiamo?
Da quella volta, ho allontanato tutti. Ero gelosa, invidiosa, arrabbiata e frustrata. Brutto mix, direi.

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Ho allontanato anche chi non se lo meritava, purtroppo. Ferendo loro e me.

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Ad oggi penso ancora tanto a quanto sarebbe stato tutto diverso se avessi avuto affianco a me una persona amica.

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Sarebbe stato egoista, però, no? Da parte mia intendo.
Non avevo vita, ne ho pochissima ancora adesso, ma all’epoca ero completamente rimossa dalla società. Chi ero io per boicottare l’esistenza di un altro? Nessuno.
Meglio che sia andata così, ho abbastanza senso di colpa quando penso alla mia famiglia. Basta e avanza.

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Passo e chiudo,
Notte. 💤🌻

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P.s. di amici ne incontrerò di nuovi e questa volta non me li farò sfuggire. ♥️

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L'unico modo che Rachel conosceva per anestetizzare il dolore, per sopprimerlo era attraverso il gusto amaro delle pästicche. Si assentava, lasciando la nave senza timone e senza rotta ad infrangersi ripetutamente contro gli scogli.
Le serviva per non pensarci, ma a volte succedeva l'esatto opposto.

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Hᴇʟᴘ﹐ I ʜᴀᴠᴇ ᴅᴏɴᴇ ɪᴛ ᴀɢᴀɪɴ
I ʜᴀᴠᴇ ʙᴇᴇɴ ʜᴇʀᴇ ᴍᴀɴʏ ᴛɪᴍᴇs ʙᴇғᴏʀᴇ
Hᴜʀᴛ ᴍʏsᴇʟғ ᴀɢᴀɪɴ ᴛᴏᴅᴀʏ
Aɴᴅ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀsᴛ ᴘᴀʀᴛ ɪs ᴛʜᴇʀᴇ·s ɴᴏ ᴏɴᴇ ᴇʟsᴇ ᴛᴏ ʙʟᴀᴍᴇ

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Si era seduta sul bordo del letto e svuotò la bustina con le pästicche sul comodino. Si fermò un secondo a chiedersi se ne valesse la pena buttando giù quello che restava di quella bottiglia di rhum che aveva aperto. Erano i suoi ultimi momenti di lucidità e chiuse gli occhi, raggomitolandosi sul letto. Sentiva il sudore scorrerle sul petto, sulle braccia, dietro le gambe. Chiuse gli occhi ed una voce lontana si faceva spazio nella sua testa come un lamento.

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❛ tic tac, tua madre se ne è andata. ❜
❛ tic tac, tua madre non ti cerca. ❜

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Cercò di schiacciare la testa contro il suo cuscino, ma continuava a sentirla. Veniva dal soffitto, dallo specchio. Urlavano, volevano essere ascoltate e Rachel voleva solo zittirle. Si tappò le orecchie, ma non bastava. Sentì le pareti stringersi e si sentì come paralizzata. Come poteva scappare da qualcosa che esisteva soltanto nella sua testa? Rotolò giù dal letto piombando sul pavimento.

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Bᴇ ᴍʏ ғʀɪᴇɴᴅ﹐ ʜᴏʟᴅ ᴍᴇ
Wʀᴀᴘ ᴍᴇ ᴜᴘ﹐ ᴜɴғᴏʟᴅ ᴍᴇ
I ᴀᴍ sᴍᴀʟʟ ᴀɴᴅ ɴᴇᴇᴅʏ
Wᴀʀᴍ ᴍᴇ ᴜᴘ ᴀɴᴅ ʙʀᴇᴀᴛʜᴇ ᴍᴇ

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Dal bagno uscì Nathan con la camicia già mezza sbottonata. Era un suo compagno di corso, più grande di lei di qualche anno ed indietro con gli esami. La guardò con lo sguardo perso e seduta per terra, rannicchiata come un animale ferito. Le si abbassò alla sua altezza, scostandole i capelli umidicci di lato e scendendo con le dita alla chiusura della sua camicetta, iniziando a sbottonarla.

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❛ Non dirmi che non hai voglia. ❜ sorrise leggermente irritato, prima di prendere una di quelle pästicche che la Bravo aveva diligentemente riposto sul comodino e che non aveva ancora toccato.
Il ragazzo la prese con le dita e l'avvicinò alla bocca della bravo, facendo una lieve pressione sulle labbra.
Rachel aprì leggermente la bocca e lui velocemente la posizionò sulla punta della sua lingua, chiudendole poi le labbra. Ingoiò e si lasciò spogliare, da lì a poco non avrebbe più sentito nessuna voce.

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È una fantasia molto più comune di quanto si pensi in realtà. Non esistono fantasie sbagliate o strane secondo me. Il problema sorge solo quando la fantasia che si porta nella realtà va a creare danni irreparabili o viene fuori senza il consenso informato di chi partecipa.

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In poche parole, nessuna persone che fantastica sullo stŭpro vuole essere stůprata realmente. La fantasia è un contesto "protetto", cosa che la realtà non è in molti casi. Per quello quando la vuoi realizzare con il partner devi renderla sicura (e da lì nasce il CNC -consensual non consensual-, le safeword, l'aftercare, e via dicendo).

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Una persona può fantasticare sulle cose più moralmente discutibili, ma finché è in grado di distinguere la fantasia dalla realtà (e finché è in grado di realizzarle seguendo le "regole"), non c'è nulla di male.

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1) Sono fidanzata da due anni
2) Il Nick di telegram che ho in bio non è per fare amicizia, non sono interessata minimamente a conoscere gente.
3) Telegram lo uso per vendere contenuti, quindi non scrivetemi se non siete interessati, non voglio perdere tempo e bloccare la gente.
4) Non rilascio info personali di nessun tipo, ne tanto meno mostro il viso (privacy)
5) Non tradisco il mio partner
6) Non facciamo incontri
7) Non contrattiamo sui prezzi, ecc...
Se diciamo di no è no, non insistete.
8) Il pagamento venire effettuato solo tramite PayPal, se non lo avete o insorgono dei problemi, si può fare tranquillamente un buono Amazon o Shein.
9) Non sono interessata a divertirmi e ad assecondarvi Gratis, se volete pagate, altrimenti ciao.
10) Ho il blocco e la denuncia facile, quindi evitate di salvare le nostre/mie foto, vietato pubblicarle senza il nostro consenso, vietato mandare foto del vostro membro, non mi interessa, guardo solo quello del mio tipo.
11) Non vi voto ne il fisco , ne il membro ne nient'altro.
12) Se mi molestate, vi denuncio.
13) Non metto like/fuochi così a random se non ve li meritate.
14) Leggete la bio, sempre.
15) PayPal è in comune con il mio ragazzo, ma non per questo vuol dire che io sia fake.
16) Non rispondo a domande che ho già risposto più volte, scorrete sotto e le troverete.

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Se hai letto fino a qua bene, ti meriti un biscotto 🍪.
Se avete altre domande, scrivetemi.

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proprio nello stesso modo, ma quantomeno ad avere un rapporto amichevole. Si sono dati appuntamento al parco per il pomeriggio per mangiare il famoso gelato di cui avevano parlato per messaggio, dunque è lì che Taylor si è diretta. Lo avvisa con un breve messaggio per dirgli che è lì e lo attende, contenta di poterlo rivedere dopo tanto tempo. ❫

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Ero nervosissimo al pensiero di rivedere Taylor. E non perché mi piacesse ancora (avevo una certa hippie fattonä per la testa), bensì per l'infinità di cose che avremmo avuto da dirci. Uscire dopo così tanto tempo noi due, da soli, insieme... era strano. Chissà se saremmo morti dall'imbarazzo. Non risposi al messaggio che mi mandò: tanto ero quasi arrivato. La vidi in lontananza e non appena la raggiunsi, la strinsi in un forte abbraccio. « Mi sei mancata tanto. » sussurrai, accarezzandole la schiena prima di prendere le distanze. « Come stai? Spero bene! »

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@beogradskisindikatttt Bio nekada jedan Sindikat koji voli da laje da pljuje da vredja i umisljaju su neki pravoslavci i patriote Srpske a tu imamo i jednog Gorana Bregovica koji u Bosnu Hrvacku SAD I EU zemlje nesme da udje da ne bude deportovan u Hrvacku da mu se sudi za mnogo toga a sto se tice tog imena laznog Nikola ne ja sam 👹al posto vase zene obozavaju da se jebu sa nasim ljudima jer ste vi nesposobni za zivot al opet koliko vam je potrebmo autotune da repujete ? Il mozda pokazemo publici 22 i 23 Juna u Niskoj Tvrdjavi sise sex bay Serbian grupe BS and 🇦🇱 hot sexy dencers u latexu sa velikim strepom sa 🇦🇱 grbom ili mozda kako Goran moli da ima uslugu mafije 🇦🇱 za koku i lutke da ga jebu ili mozda sex vasih zena kako pricaju ko su najbolji u krevetu i sexu ! A Jerkija Dafina Krasniqi i Dora Krasniqi pozdravljaju i 🇦🇱🇽🇰 striptizete

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