#moro

Todo mundo é muita gente, me tira dessa!

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E tira a maioria da equipe do judiciária, o judiciário não tem culpa se o povo é manipulável e acredita em falácias.

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Se acreditaram na manipulação do sistema para tirar alguém da disputa eleitoral, usando todas as mídias para espalharem mentiras e queimar reputações, a culpa não é do judiciário!

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Toda pessoa que foi contra, foi chamada de " defensor de b4ndido".
Toda pessoa que leu o processo e não encontrava as provas, foi chamada de petista ( falácia ridíc4la usada por analf4beto político e jurídico)

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Eu vi mestre em processo penal, juízes sendo atacados e banidos das redes sociais por falarem a verdade.

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O Luiz Carlos Valois e o Aury Lopes Junior, mestres, para mim, os melhores, foram ridicularizados nas redes e chegou a perder o perfil um deles (o juiz Valois).

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Fui fortemente atacada no ask em 2018 por mostrar os erros do judiciário, especialmente do ex juiz Sérgio Moro e suas tramóias.

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Não culpe um órgão pelo povo medí0cre e m4nipulável de um país.

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ʜᴇʀᴍᴀɴ﹕ « Sei uscito con quella bella rossa dai guanti neri di velluto? »

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Non appena il collega ed amico fece la sua apparizione sulla porta dell'aula di ceramica con un sorrisetto stampato sul volto, Jean sobbalzò, posando il canovaccio sporco sul tavolo. Aveva appena finito di lavorare ad un vaso in vista di un esame, ed era molto soddisfatto del risultato. Si alzò dalla sedia, incrociando le braccia al petto; evitò volutamente di fronteggiare l'altrui sguardo. Dover parlare di certe cose lo metteva a disagio, ma non poteva fare altro che rispondere: aveva iniziato lui il discorso. Inoltre era abbastanza certo, stando a quello che lo stesso Herman aveva proferito (aveva menzionato i guanti), che l'altro seguisse la giovane McPherson su Toonoryx. Non sapeva né come né perché, e non era sua intenzione indagare.

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ᴊᴇᴀɴ : « La “bella rossa dai guanti neri di velluto” ha un nome: Celeste. Comunque, sì, alla fine siamo usciti insieme. È stata una serata piacevole. »

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ʜᴇʀᴍᴀɴ : « Buon per te, darling. ( ... ) Ti avrei proposto di fare qualcosa insieme noi due la notte di capodanno, ma non mi sembravi il tipo. »

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ᴊᴇᴀɴ : « Non lo sono, infatti. »

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ʜᴇʀᴍᴀɴ : « Allora perché hai accettato il suo invito? »

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Il tono di voce altrui risuonò più squillante, forse pure piccato, ma il gargoyle non ci fece caso. Si interrogò, piuttosto, sul perché avesse deciso di uscire con Celeste: per evadere dalla sua comfort zone? Perché l'aveva presa in simpatia? O per entrambe le cose. Le ragioni erano tante, in realtà, ma il francese scelse di fornire all'altro la spiegazione più semplice ed evasiva, ovvero:

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ᴊᴇᴀɴ : « Sei serio? Non sono affari tuoi. »

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ʜᴇʀᴍᴀɴ : « Tipica risposta che dai ogni volta che sei in difficoltà. D'accordo, Pierre: tieniti pure i tuoi segreti. »

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ᴊᴇᴀɴ : « Non ho capito, sei geloso? Sembra quasi che ti dia fastidio. »

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Questa volta, il moro non rispose. Si limitò ad osservare un'ultima volta i vasi e le sculture del gargoyle prima di andarsene.

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Sim! Eu tinha nove anos e morava em apartamento, a janela do meu quarto ficava de frente para a janela desse "amor". Ele tinha uns 22 anos e se chamava Anderson. 😳
Eu ficava na janela escondida atrás da cortina para vê-lo toda manhã. ( Só ver mesmo, ele não me via)
Voltava para a cama e escrevia várias cartas, sem maldade nenhuma, só que, ele era o amor da minha vida e desenhava vários coraçõezinhos. Desenhava ele de mãos dadas comigo... Depois, as escondia debaixo do colchão. Um dia, minha mãe com a mania de limpeza ( sim, é doença) foi limpar debaixo do colchão e achou, riu muito de mim. 🥺
Pegou as cartas e as queimou. 😥
Eu mudei e nunca mais o vi. Hoje, eu moro na mesma rua que morei na infância. A minha infância inteira eu sonhei sentada na porta da minha casa, quando eu a ganhei, meus olhos encheram de lágrimas por lembrar dos meus sonhos. Era Deus me avisando que alí era o meu lugar.

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Henrix e Floyd erano dei fratelli atipici: anche nelle situazioni più complicate, erano sempre riusciti ad andare d'accordo. Era quindi un evento più unico che raro vederli sfociare nel litigio acceso. Sally gli aveva insegnato che reprimere le emozioni era sbagliato, che parlare era meglio di arrivare alle mani—cosa che poteva succedere facilmente a due uomini con il testosterone a palla come lo erano loro due. Tuttavia, c'erano cose che forse era meglio non rivelare. Uno dei motivi per cui Floyd si era sempre tenuto a debita distanza da Taylor, infatti, era proprio Hendrix: il giovanissimo McKnight era innamorato della cagnolina da quando era bambino. Floyd, da bravo fratello maggiore, aveva evitato di starle attorno—se non in qualità di amico. Peccato che la “musica” fosse cambiata nelle ultime settimane, precisamente dal momento in cui la Dyer-Doo aveva vuotato il sacco al moro, rivelando di provare qualcosa per lui e non per suo fratello minore.
« Floyd, non crederai mai a quello che è successo questo pomeriggio! » esclamò il riccio entrando nella stanza per poi sedersi accanto al più grande, sul letto. Floyd non batté ciglio: era concentrato sul display della Switch regalatale dalla madre per il suo ventitreesimo compleanno.
❝ Cosa? ❞ domandò distrattamente, premendo il tasto “home” della console; stava giocando a Mario Kart.
« Ho chiesto a Taylor se verrà alla festa di Halloween di domani e mi ha detto di sì; prima non era tanto convinta, poi le ho raccontato che ci sarebbe stata anche mamma e si è decisa. Sarò il suo cavaliere... più o meno. » in realtà no, non lo sarebbe stata, ma nella testa di Hendrix quello era un appuntamento a tutti gli effetti. Floyd, dal canto suo, non sapeva come reagire. Era un momento bello per Hendrix; avrebbe dovuto gioire per lui, ma non ci riusciva. C'era qualcosa che gli si stava agitando nello stomaco, facendolo quasi bruciare. Era / gelosia? /

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Lasciami. Ma regalami un giorno.
Lasciami. Quando poi farà buio e vai via di nascosto.
Lasciami. Solo un po' di profumo e un bicchiere con dentro un ricordo, mettici un bacio e veleno con ghiaccio.
Lasciami. Ma fallo in silenzio.
Lasciami. Ma ti prego fai in modo che non me ne accorga.
Lasciami. Ma regalami un sogno.
Lasciami. Con la nostra canzone e un bicchiere con dentro un tramonto, mettici un bacio e veleno con ghiaccio.
Lasciami. Ma non farmi capire.
Lasciami. Col pudore di chi vuole piangere ore.
Ma che giorno è? È il primo giorno senza te, ho bevuto il veleno e ho capito la parte peggiore di me.
Ma che giorno è? È il primo giorno senza te, ho bevuto il tuo bacio e ho sentito la parte migliore di te.
Quella che mi mancherà, quella che non scorderò..mai.
Non fu un vero bacio, fu più un sussulto di labbra, un bagnarsi le labbra di un nettare preziosi e prelibato, così unico e raro da dare alla testa senza nemmeno berlo. E in quello sfiorarsi, in quel sussulto, il moro percepì un potere mai provato prima, una sensazione unica e inebriante, lui, che aveva assaggiato e gustato ogni tipo di bacio, mai in tutta la sua vita si beò di così tanta purezza..una purezza che apprese non potergli appartenere mai. Ma non ebbe il tempo né di poterne chiedere di più, né di scusarsi per il gesto che, improvviso come un fulmine a ciel sereno in una giornata d'estate, la porta di spalancò, gli occhi severi di Cloud andarono a posarsi sui due, a fare eco, uno sguardo più divertito di una giovane sconosciuta, e mentre Astrid sprofondò in uno stato di panico ed imbarazzo, Zack scoppiò in una risata divertita dalle sfumature isteriche.
Z: non potrò mai competere con te eh!-
Astrid panic time e parole sconnesse a caso *pat pat*
A ristabilire l'ordine ci pensò la giovane mora, che con passo deciso si diresse verso la castana.
T: ahi ahi, voi maschi non ne fate mai una giusta-
Giunta a ridosso di Astrid, allungò la mano verso di lei, tanto per presentarsi quanto per aiutarla ad alzarsi.
T: io sono Tifa, la sorella di quell'odiota e..l'amore mai corrisposto di Cloud-
Giusto per non aggiungere pressione ad una situazione che sembrava già tesa.
Z: lo so lo so, forse ho un po' esagerato, ma volevo capire cos'avesse di così speciale il fiorellino-
-Ora ti senti soddisfatto?-
Z: quasi..se aveste tardato di altri dieci minuti magari avrei potuto..-
Ma non finì la frase, fu un lasso di tempo breve e imprevedibile quello che passò tra l'ultima parola pronunciata da Zack e, il colpo che il biondo gli sferrò in pieno stomaco.
-Ti avevo avvisato di non esagerare Zack!-
Z: ahi..tch! E io ti avevo detto che non puoi permetterti di lasciare da sola un fiorellino indifeso come lei!-
-Tu fai l'idiota con lei, e la colpa sarebbe mia?-
Z: si cretino! È palese che tra voi ci sia qualcosa di forte, ma sei troppo vigliacco per dichiararlo!-
-Adesso mi hai stufato! Vieni fuori che ti tappo quella bocca per sempre!-
Pt.1

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Certo, l'idea di dormire con lei, di potersi beare del suo profumo, del suo corpo vicino al suo, e chissà, magari potersi ancora concedere ad atti così libidinosi gli facevano esplodere il cuore e la mente, ma era davvero una cosa giusta? Era una cosa fattibile? A lei sarebbe andato bene? Troppe domande, troppi pensieri..aveva bisogno di prendere aria.
-Tu, sistemati pure Astrid, se vuoi fatti pure un bel bagno, io..io esco un po', vado a procurare del cibo-
E lasciando quindi la giovane alla sua privacy, uscì, scappò in realtà, troppo il desiderio di sentirla ancora sua, di assaporare quei dolci baci e, quel frutto prelibato nel fare l'amore con lei..aveva bisogno di distrarre la mente, di ritrovare un po' di calma.
Alcune ore dopo, qualcuno bussò alla porta della dimora, e quando Astrid andò ad aprire rimase sorpresa nel vedere che non fu il biondo ad entrare con le provviste, bensì quello strano tipo di nome Zack.
Z: noto che la tua espressione di compiacimento nel vedermi supera di gran lunga ogni mia aspettativa. Ne son lieto-
Eh no caro Zack, è giusta l'espressione che hai notato, è solo sbagliato il soggetto, non è per te il compiacimento, ma per il quantitativo di provviste che hai portato, e la giovane che non perse tempo a palesarlo, fece scoppiare il moro in una grossa risata divertita.
Z: penso di iniziare a capire perché Cloud si sia fatto avvicinare da te, aveva bisogno di qualcuno che gli facesse ridere il cuore-
Asserì guardando la giovane con compiacimento e ammirazione. Trovava assurdo pensare che Cloud finalmente avesse permesso a qualcuno di entrare nella sua vita, trovava meno assurdo che tale persona fosse Astrid, al di là di ogni ragionevole dubbio era innegabile la sua bellezza, la sua solarità, quella sua lingua tagliente, era un perfetto mix agrodolce, impossible non rimanerne affascinati.
Z: parlami un po' di te mentre ti preparo la cena, Cloud è stato rapito da mia sorella quindi mi ha chiesto di venire a tenerti compagnia, e se tanto mi dà tanto, non credo che sopravviverà alla punzione che lei ha in serbo. È pericolosa mia sorella quando si arrabbia-
Disse ridendo, anche se era più una risata nevrotica che divertita, sua sorella, faceva davvero paura, così tanta paura da essere stata nominata in poco tempo vice capo villaggio, quindi un po' temeva per Cloud, ma al contempo era contento di essere solo con la nuova arrivata, da tanto non vedeva una figura femminile così attraente.
Z: mia sorella è sempre stata legata a Cloud, per molti anni siamo stati noi tre soli contro il mondo, e quando Cloud ci lasciò lei accusò un po' il colpo, normale che ora voglia un po' punirlo-
Il tempo passò, Astrid parlò del più e del meno, Zack poco e nulla, ma apprese quante più nozioni possibili, nozioni una più meravigliosa dell'altra. Già il suo essere di un altro pianeta di per sé era una motivo più che plausibile per spiegare la sua rara bellezza.
Pt.2

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《Farò in modo che tu possa tornare qui.》

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Gli avevi riservato un sorriso, ti piacevano le creature come Fenrir: loro non dimenticavano, ma soprattutto non lasciavano indietro le persone a loro care.Forse uno -se non l'unico- dei pregi del lupo.Di sicuro adesso avevi la sua completa attenzione. Era divertente stuzzicarlo, lasciarlo sulle spine, soprattutto quando ti regalava certe espressioni. Ti era forse cresciuta una seconda testa mentre parlavate?A giudicare dall'espressione avresti detto di sì

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《Fenrir, cosi mi offendi! Dovresti sapere che i miei poteri non hanno limiti e il fatto che non vada a "sfornare" figli non implica il fatto che possa farlo.》

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Avevi usato un finto tono offeso. Non ti piaceva usare i tuoi poteri solo per il gusto di farlo, ci doveva essere sempre una ragione specifica o una situazione particolare. Le creature come te dovevano stabilire l'equilibrio del mondo, non potevano permettersi certe libertà!

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《Questa volta saremo rapidi, niente salti tra spazio e tempo. Andremo nella mia dimensione.》

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Avevi sorriso ancora di più alle tue stesse parole:la tua dimensione non era accessibile come tutte le altre e non ci si poteva arrivare se non con il tuo consenso. Non a caso era il tuo luogo sicuro, nessuna creatura -con cattive intenzioni o non- avrebbe mai potuto mettere piede lì, era come un livello nascosto di un videogioco: sai che esiste, ma non è accessibile a tutti.Prendesti la mano del moro, intrecciando le dita con le sue prima di cambiare dimensione in un battito di ciglia.

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《Benvenuto nel mio regno!》

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Avevi lasciato la presa solo per poter allargare in modo teatrale le braccia, il tuo aspetto era tornato al suo stato originale: con i capelli più corti e una veste meno sfarzosa.Lo spettacolo che gli stavi offrendo era sicuramente unico nel suo genere, circondati da una natura insolita e da creature che la Terra non avrebbe mai visto.

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《È la prima volta che porto qualcuno qui ...

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[Pt.1]

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