https://ask.fm/HumanJudar/answers/173663112766
Katherine si ritrovò genuinamente divertita di fronte ai comportamenti sbizzarrini dell’individuo. Sembrava essere uscito da un qualche disegno storico e come idea non la trovò nemmeno tanto assurda considerando come viaggia la sua mente e quante cose al di fuori della norma succedono – lei in primis ne era un esempio. Ma quante probabilità poteva avere di incontrare un soggetto uscito da un disegno?
Forse poteva esserci un barlume di verità nel suo pensiero ma anziché indagare, preferì accantonare l’immaginazione per poterne tenere integra la fantasia.
Tuttavia, lo sconosciuto non aiutò affatto lo sforzo che Katherine ripose nel cercare di vederlo come una persona comune: estrarre dai propri indumenti una bacchetta magica che puntando al cielo compì una magia... cosa mai doveva pensare? Fu subito un’etichettare farfalloso quello di Kathe, la quale come una bambina, iniziò a saltellare, credendo di avere a che fare con qualche fata dei boschi – aveva sbagliato, sotto ogni fronte, ma finché rimane tutto nella sua campana di vetro, perché scoraggiarsi? Optò al divertimento.
⟪wooow∼ Tu sei una fata!⟫ esclamò sorniona e cinguettante, puntando infantilmente gli occhi sulla bacchetta.
In aggiunta, le parole che lo sconosciuto pronunciò a seguire, alimentarono ancor di più l’immagine - sfasata - ch’ella si era fatta di lui. E ingenuamente, Katherine confermava le sue parole – non che avesse mai nascosto la sua natura ma non andava nemmeno a sbandierarla ai quattro venti.
Di tutto petto - ma solo per essere accettata da lui - gli diede al cento per cento la conferma: non è una comune mortale.
⟪In effetti io... sono diversi dagli altri.
Ma non sono una fata come te!⟫ e ciò la rammaricava moltissimo, tanto che dai suoi occhi plumbei sgorgava la tristezza ed il rammarico per non essere speciale come lui. Oh povera Kathe, quando si ficca in testa qualcosa, non esiste nulla che la possa smuovere.
⟪Judar? Che bel nome! Dà l’idea di essere molto importante. Sei una fata importante? Che tipo di fata sei?⟫ ed ecco il via alle mille mila domande no-sense – nemmeno avessi cinque anni che ti riduci a porre domande che non stanno né in cielo né in terra. ⟪Io sono Katherine Isabel Jane, ma puoi chiamarmi semplicemente Kathe⟫ pigolò dolcemente, rivolgendogli un educato quanto amichevole sorriso.
Era fortunata da questo punto di vista, la sua natura socievole la rendeva cristallina e inevitabilmente le persone attorno a lei si sentivano attratte – nonostante la sua natura.
Tutt’al più Kathe, desiderava veramente diventare amica di Judar e scoprire il mondo fatato di cui mai è stata messa a conoscenza; le fate sono un po’ come Dio... mistiche creature.
⟪Come mai sei nel mondo degli umani? Ti sei perso? O hai una missione da fata super importante da svolgere?⟫ mi spiace per te caro Judar, ormai il danno è fatto!
Forse poteva esserci un barlume di verità nel suo pensiero ma anziché indagare, preferì accantonare l’immaginazione per poterne tenere integra la fantasia.
Tuttavia, lo sconosciuto non aiutò affatto lo sforzo che Katherine ripose nel cercare di vederlo come una persona comune: estrarre dai propri indumenti una bacchetta magica che puntando al cielo compì una magia... cosa mai doveva pensare? Fu subito un’etichettare farfalloso quello di Kathe, la quale come una bambina, iniziò a saltellare, credendo di avere a che fare con qualche fata dei boschi – aveva sbagliato, sotto ogni fronte, ma finché rimane tutto nella sua campana di vetro, perché scoraggiarsi? Optò al divertimento.
⟪wooow∼ Tu sei una fata!⟫ esclamò sorniona e cinguettante, puntando infantilmente gli occhi sulla bacchetta.
In aggiunta, le parole che lo sconosciuto pronunciò a seguire, alimentarono ancor di più l’immagine - sfasata - ch’ella si era fatta di lui. E ingenuamente, Katherine confermava le sue parole – non che avesse mai nascosto la sua natura ma non andava nemmeno a sbandierarla ai quattro venti.
Di tutto petto - ma solo per essere accettata da lui - gli diede al cento per cento la conferma: non è una comune mortale.
⟪In effetti io... sono diversi dagli altri.
Ma non sono una fata come te!⟫ e ciò la rammaricava moltissimo, tanto che dai suoi occhi plumbei sgorgava la tristezza ed il rammarico per non essere speciale come lui. Oh povera Kathe, quando si ficca in testa qualcosa, non esiste nulla che la possa smuovere.
⟪Judar? Che bel nome! Dà l’idea di essere molto importante. Sei una fata importante? Che tipo di fata sei?⟫ ed ecco il via alle mille mila domande no-sense – nemmeno avessi cinque anni che ti riduci a porre domande che non stanno né in cielo né in terra. ⟪Io sono Katherine Isabel Jane, ma puoi chiamarmi semplicemente Kathe⟫ pigolò dolcemente, rivolgendogli un educato quanto amichevole sorriso.
Era fortunata da questo punto di vista, la sua natura socievole la rendeva cristallina e inevitabilmente le persone attorno a lei si sentivano attratte – nonostante la sua natura.
Tutt’al più Kathe, desiderava veramente diventare amica di Judar e scoprire il mondo fatato di cui mai è stata messa a conoscenza; le fate sono un po’ come Dio... mistiche creature.
⟪Come mai sei nel mondo degli umani? Ti sei perso? O hai una missione da fata super importante da svolgere?⟫ mi spiace per te caro Judar, ormai il danno è fatto!