Erica G. (Echoes)

Come ti chiami? Erica, purtroppo.
Data di nascita? 20 dicembre 1994.
Da dove vieni? Paesino sperduto in provincia di Treviso, ma tra quattro giorni mi trasferisco a Roma.
Colore preferito? BLU. VOGLIO TUTTO BLU.
Collezioni qualcosa? Penne blu. Colleziono penne blu rubate.
Hai pubblicato un libro? Due; un romanzo rosa per le scuole medie ("Solo per sognare") e una raccolta di poesie ("Fragmenta cordis").
Scrittori preferiti? J. K. Rowling, Nick Hornby e Stephen King.
Che gruppi ascolti? Toto, Bon Jovi, Pink Floyd, Metallica, Skid Row, Jeff Buckley, Pearl Jam, AC/DC, Deep Purple, Led Zeppelin, David Bowie, Billy Idol, Guns 'n' Roses, Foo Fighters, Marillion, Avenged Sevenfold, Megadeth, Dream Theater, Alter Bridge, Gary Moore, Dire Straits, Bryan Adams, Hardline, A Fine Frenzy, Queen, Sixx A. M., The Darkness, The Who, The Kiss, System of a Down, Alan Parson's Project, Porcupine Tree... and so on.
Canzone preferita? Nothing else matters dei Metallica.
Film preferito? Inception.
Libro preferito? Sette minuti dopo la mezzanotte di Patrick Ness (da un'idea di Siobhan Dowd).
Hai un blog/un sito? C'è il mio account efp: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=80325 dove potete leggere qualche mia storia, e il mio blog: http://ericagatti.blogspot.com
Perché ti trasferisci? Perché spero di poter riprendere in mano la mia vita, dopo averla lasciata in balia di tutti gli altri in tutto questo tempo. Ho scelto Roma perché il mio cuore le appartiene ormai da tempo immemore.
Suoni qualche strumento? Sì, so suonare più strumenti ma principalmente la batteria e sto imparando l'ukulele.
La tua vita? Un'apparente tragedia scritta in tono ironico e con risvolti inaspettati.
Le fobie più grandi? Paura di essere abbandonata e paura del fuoco.
C'è qualcosa che ti è mancato nella vita? Una famiglia.
Perché scrivi? Beh, è come se io ti chiedessi: perché hai un cuore?
Sogni nel cassetto? Diventare una scrittrice affermata, farmi una famiglia ed essere felice.
Attualmente stai scrivendo qualcosa? Ho appena concluso la stesura di un libro noir, e mi sto dedicando a una saga Young Adult.
Cosa pensi dei matrimoni tra gay? Penso che i matrimoni dovrebbero essere concessi, in quanto ogni persona dovrebbe avere gli stessi diritti degli altri a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
Ti autolesioni? No, mai fatto, mai farò. Non ho intenzione di ferirmi più di quanto mi feriscano altri.
Sei triste? Sono fermamente convinta che dopo il 2 luglio, una volta preso quel treno, non lo sarò più. Mai più.

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Come cantano i Foreigner, "I want to know what love is, I want you to show me."
https://www.youtube.com/watch?v=tUYGzZ0tQpA
Mi vengono in mente una marea di citazioni, te ne cito alcune:

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"Amare come scegli di amare, quello sì che richiede forza."
"Amare vuol dire distruggere ed essere amati vuol dire essere distrutti."
(Tratte da Shadowhunters di Cassandra Clare.)

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"Ma io credo nel vero amore, capisci? Non credo che a tutti sia concesso di tenersi i propri occhi o di non ammalarsi, ma tutti dovrebbero avere un vero amore, e dovrebbe durare almeno quanto dura la tua vita."
(da Colpa delle stelle di John Green.)

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"Credi che ci manchino le cose che amiamo... o che amiamo le cose che ci mancano?"
(dal telefilm Skins.)

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"E penso che sarebbe bello, se l'amore fosse solo questo, accarezzarsi i capelli. Farebbe meno male."
(da Ma le stelle quante sono? di Giulia Carcasi.)

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"Sono passati millenni ma gli uomini non sono mai riusciti a capire l'amore. Quanto dipende dal corpo e quanto dalla mente? Quanto dal caso e quanto dal destino? Perché certe coppie perfette falliscono, e altri abbinamenti per quanto improbabili prosperano? Non ne so più di quanto ne sapessero loro. L'amore, semplicemente, è dove è."
(da L'ospite di Stephanie Meyer.)

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"Non volevo innamorarmi di te. È successo e basta, perciò scusami."
(dal film di P.S. I Love You)

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Ne avrei innumerevoli altre, però non finirei più e risponderei solo di citazioni.
Direi che al momento non saprei che rapporto ho con l'amore. Per molto tempo sono stata attratta da qualcosa di bello e dannato, ma il sacrificio e l'amore che ho dato mi hanno un po' annullata; non vorrei che ricapitasse una cosa simile.
Mi viene in mente anche la scena di un film che mi piace molto, 500 giorni insieme, dove Sole, la protagonista, non crede nell'amore (purtroppo non ho trovato una qualità migliore della scena):
https://www.youtube.com/watch?v=vUBd64GvJ2A&feature=player_detailpage

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Inoltre consiglio l'ascolto di queste canzoni:
All that really matters di Richie Sambora
https://www.youtube.com/watch?v=9hKx5G2SRz8

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Perfect Day di Lou Reed
http://www.youtube.com/watch?v=QYEC4TZsy-Y

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I remember you degli Skid Row
https://www.youtube.com/watch?v=Uahy-ybKBZ0

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In my arms (All I ever wanted) dei Beecake
https://www.youtube.com/watch?v=d8hG-JsEVGw

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Ovviamente ce ne sarebbero innumerevoli altre, ma queste quattro sono le ultime che ho ascoltato secondo il mio cellulare.
L'amore? L'amore è la spinta e il motore dell'arte e di tutto il mondo.
Vi si può trovare ovunque. In ogni posto, basta lasciar spazio al cuore di vederlo.

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E concludo con questa immagine, che mi trasmette una serenità e una tenerezza infinita, proprio per la sua semplicità e sincerità.

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Dovresti leggere "Sette minuti dopo la mezzanotte" di Patrick Ness (da un'idea di Siobhan Dowd, già autrice di libri per ragazzi).
È un libro abbastanza breve e semplice, ma non sottovalutarlo e calcola che avrai bisogno di qualche minuto, o decina di minuti, per riprenderti quando avrai finito la lettura.
"Sette minuti dopo la mezzanotte" è uno di quei romanzi di formazione apparentemente destinati a un pubblico giovanile, ma in realtà capaci (o forse destinati) a scavare nell'animo degli adulti. Lo stile risulta essere semplice, scorrevole, con un lessico pulito e abbastanza elementare ma non per questo meno curato ed efficace, e con quei toni un po’ confidenziali che lo allacciano alla sua categoria "ufficiale"; c’è però in queste pagine un incredibile senso di empatia e una capacità fortemente affinata di sfogliare i sentimenti, a mio avviso.

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Gli ingredienti del romanzo sono semplici: c’è Conor, un ragazzino di tredici anni che vive con la mamma nella loro casetta dietro il cimitero e che ha un terribile incubo ricorrente; c’è la sua mamma, che è sempre stanca e che sta tentando di guarire da una malattia crudele; e c’è l’albero di tasso accanto a casa che, una notte, diventa un mostro deciso a tormentare il ragazzino. Il mostro si presenta sempre sette minuti dopo la mezzanotte e, pian piano, Conor scoprirà che non è lui il nemico da sconfiggere e che ci sono mostri peggiori con cui fare i conti, perché la verità non è mai semplice come sembra.

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Un libro meraviglioso e delicatissimo per raccontare la paura e la contraddizione più grandi di tutte.

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Perché è il mio libro preferito? Perché alla fine il mostro, che dovrebbe essere la paura, ti insegna ad affrontare e discernere quali invece debbano essere i reali timori nella vita e ti aiuta a ragionare e a vedere in maniera più ampia anche delle situazioni che sembrano essere chiare e palesi. Difatti il mostro racconta a Conor tre storie e ti porta a riflettere sui segreti più reconditi di esse, che ribaltano le situazioni e mostrano come non ci sia una vera distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male - o giusto e sbagliato - ma esistono diverse sfaccettature e interpretazioni.
Perché leggere Sette minuti dopo la mezzanotte? Perché se all'inizio sei poco convinta di leggere un libro per ragazzini, alla fine farai fatica a trattenere le lacrime.
Sarai commossa, stravolta, sconvolta.

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Poche pagine, emozioni intensissime e sconvolgenti. Ti assicuro che, una volta letto, non potrai più dimenticarlo o farne a meno.

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Diciamo che spesso i sogni condizionano ciò che faccio, ma non necessariamente nell'immediato giorno dopo. Mi succede sovente che abbiano dei riscontri "più in là".
Ad esempio, da un sogno fatto ormai quasi un mese fa, ho deciso di programmare una giornata a Roma: all'inizio avevo delle idee, poi dopo quella notte ho cambiato tutto in base a ciò che avevo sognato. Chissà che vada bene!
Molto tempo fa, invece, mi era successo di sognare che io e la mia migliore amica cominciavamo a tenere un album dove inserivamo tutte le nostre foto, ogni nostro ricordo. Impulsivamente appena sveglia ho avuto il bisogno di andare a comprare un album di foto e da allora lo tengo con tutte le foto di me e lei insieme e con altre persone.
Invece non mi capita di sognare persone che poi voglio cercare, forse perché sogno sempre chi è scomparso dalla mia vita - e da cui ho deciso di non tornare - oppure chi ho già accanto a me e quindi posso trovare ogni giorno.

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Io credo che non sia una scelta, la paura. Ci sono delle situazioni che non dipendono da te e, se ne sei spaventato, non puoi essere biasimato. A volte alcune cose possono farti davvero male: chi non ne proverebbe paura? Seguendo questa frase, una persona dovrebbe scegliere di rimanere indifferente al proprio dolore e, sinceramente, lo ritengo abbastanza improbabile.
Le mie paure sono principalmente quella del fuoco e quella dell'abbandono. Sono le mie fobie più grandi.
Poi ce n'è una che è derivata da una persona che mi è molto vicino: temo le sue reazioni e i suoi gesti più d'ogni altra cosa.
Inoltre spesso ho paura di deludere le persone che mi idealizzano - e, di conseguenza, di perderle perché da me si aspettavano "di più".
Forse queste ultime sono più "scelte", ma le prime tre che ho elencato sono paure che ho e che non posso togliere, né decidere di ignorarle.

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Per una persona come me che ha vissuto gran parte degli ultimi anni immersa nelle piaghe del passato, devo dire che i ricordi sono importantissimi. A volte sono malinconici, perché ti riportano ad un tempo che se n'è andato e che non potrai mai riavere con te, ma spesso sono stati anche motivo di grandi sorrisi.
Un amico recentemente mi ha detto che siamo noi a decidere se i ricordi sono cose che abbiamo o cose che abbiamo perso e, di conseguenza, dipende da noi se per loro portiamo tristezza oppure un sorriso dolce nel viso
Un ricordo che voglio condividere: ritorno, ora, con la mente al mio primissimo soggiorno a Roma. Ero in gita con la scuola e, nonostante odiassi la mia classe e passare del tempo con i miei compagni fosse una tortura di giorno in giorno, partii molto entusiasta. Roma mi aveva sempre particolarmente affascinata.
Gli insegnanti avevano assegnato a ognuno di noi un posto da presentare a tutti gli altri, in modo da risparmiare sulle guide varie e conoscere il più possibile la storia dei luoghi - inoltre a ogni presentazione veniva dato un voto in Storia dell'Arte, così il prof non doveva più interrogare, poi.
A me toccò Piazza Navona. Avevo approfondito il più possibile, in ansia per il voto in Arte, temendo che mi avrebbe, in qualche modo, rovinato la media (poiché in gita, a giudicare, era la prof di inglese, molto più severa di lui). Mi ricordo che continuavo a torturare i fogli stampati da Wikipedia e da altri siti, nella speranza di ricordare il più possibile.
Roma già mi aveva affascinata moltissimo per quel poco che avevamo visto, ma, una volta che arrivai a Piazza Navona, il mio cuore smise di battere. Certo, avevo visto le foto in internet mentre ne studiavo la storia, ma vederla davanti a me, in tutto quel splendore... mi spiazzò completamente. Mi incantai ad ammirare quella piazza, e cominciai a raccontare tutta la sua storia senza nemmeno pensare più al voto, allo studio, ma semplicemente lasciando che parlasse l'intera gamma di emozioni che mi avevano devastata a quella meravigliosa visione.
Lì, quel giorno, è rimasto un pezzo del mio cuore e ho trascorso gli ultimi anni solo aspettando di raggiungerlo. Amo quel posto, è parte di me, e presto lo raggiungerò.
Forse è un ricordo banale, ma è quello che in questi giorni più mi scalda il cuore.
Ho sempre sentito di non appartenere a nessun luogo, ma quel giorno mi sono sentita come se ci fosse un posto, al mondo, per me.

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Per me le parole sono tutto. Io vivo un po', di parole. Di quelle che mi dicono le persone che magari non posso vedere ogni giorno, di quelle che scrivo io per creare dei racconti - nei quali metto l'anima.
Io personalmente credo che le parole siano importantissime: è ciò che abbiamo per descrivere la nostra anima, per rendere la nostra fantasia visibile agli altri. Se sfruttiamo le parole, abbiamo modo di descrivere ciò che vediamo a chi non ha i nostri stessi occhi e quindi si può condividere la parte più segreta che nessuno altrimenti potrebbe realmente conoscere.
Per me sono importantissime, hanno un valore enorme. Dovrebbero sempre essere sincere e rispecchiare poi i gesti delle persone, chiaramente, altrimenti le si sfrutta nel modo sbagliato.
Le parole sono l'arma più potente che si ha: si può conquistare, confortare, ferire, amare, rimproverare, incoraggiare, distruggere, condannare una persona grazie ad esse. Andrebbero usate con cautela.
Soppesate.
Pensate.

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