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Erica G. (Echoes)

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Casa è dov'è cosa?

"La casa è dove c'è il tuo cuore, pensò svagatamente Eddie. Sono disposto a crederci. Il vecchio Bobby Frost diceva che la casa è quel posto dove, se devi andarci, non possono non accoglierti.
Purtroppo è anche il posto dove, quando ci sei, non vogliono mai che te ne vada. [...]
La casa era il posto dove, quando ci devi andare, ti devono mettere in catene. [...]
La mia casa è il posto dove, quando ci vai, devi finalmente affrontare la cosa nel buio."
(It, Stephen King.)
Quando ho letto queste frasi nel libro, le ho sentite particolarmente vere.
Credo che queste definizioni siano particolarmente sincere e mi ci rispecchio molto. Soprattutto nell'ultima frase.
La mia casa non è la mia casa. La mia casa è la scrittura, è la musica; sono quelle persone che mi cullano ogni giorno; sono i miei sogni e il mio passato.

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Per lasciare una persona,secondo gran parte della società, devi avere un motivo (è un alcolizzato,mi picchia,non vuole lavorare,sperpera il denaro),ma il giusto motivo ovvero "non l'amo più" non è accettato,perchè succede?

Alessia 會議 اجتماع
Secondo me è perché una volta si era abituati a stare con una persona per tutta la vita, nonostante il sentimento comunque sfocasse con il tempo.
Ora invece le relazioni durano pochissimo e molte famiglie si sfasciano dopo pochi anni di unione. Non è concepibile, nella nostra società, che due persone si impegnino per creare una famiglia e che dopo poco tempo vengano meno alle loro promesse.
Il "non l'amo più" viene inteso fin troppo spesso come "non l'ho mai amato, almeno non abbastanza". Le persone si aspettano che, una volta intrapresa un'unione che dovrebbe portarti avanti per tutta la vita, fai di tutto per coltivare il tuo amore e per farlo durare, anche nei momenti di crisi. Con troppe disgregazioni familiari, infatti, il matrimonio comincia a perdere di valore.
Allora per la società è facile "accusare" chi lascia le persone senza un motivo "valido", perché credere che l'amore stia diventando sempre più effimero è molto più doloroso da accettare.

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Secondo voi perché le ragazze tatuate/piene di piercing risultano agli occhi dei ragazzi più attraenti delle ragazze semplici?

Sinceramente non lo so. Non riesco a capirlo, perché personalmente a me piacciono più i ragazzi semplici che quelli tatuati o con i piercing.
Probabilmente è un simbolo di trasgressione, di ribellione che affascina inevitabilmente. Un simbolo di unicità e di fierezza, credo.
Cosa che, però, non condivido assolutamente.

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“Guarire la vita”; mentre studiavo Artaud mi sono imbattuta in questo termine in quanto lui vuole guarire la sua vita andando al di là del reale o costruendo un corpo nuovo. Tu invece come definiresti “guarire la vita”? Tu come guarisci la tua vita?

Che bell'espressione! Mi piace molto.
Io credo di guarire la mia vita quando scrivo e quando suono. Quando cioè do spazio all'immaginazione, ai miei pensieri e alla mia creatività per creare qualcosa che mi rende soddisfatta di me stessa e che mi allontana dai miei pensieri personali.
Guarisco la vita con i sorrisi, con le letture, con le canzoni. La rendo intensa e più personale possibile, cercando di impedirle di essere monotona e uguale in ogni giorno.

Parlami, se ti va, dei tuoi vicini di casa: se sono simpatici, se li conosci bene, se sono insopportabili..eccetera. Inoltre ti chiedo, come lo immagini il tuo vicino di casa ideale? Cosa vorresti che facesse, e come vorresti che fosse?

Meegara’s Profile PhotoMeg
I miei vicini di casa, purtroppo, sono tutti parenti!
Ho i miei nonni paterni e i miei zii. Con i miei nonni vado molto d'accordo, con gli zii un po' meno a causa di contrasti all'interno della mia famiglia e per questo il massimo che facciamo quando ci vediamo è salutarci distrattamente.
Vorrei che il mio vicino di casa fosse un uomo con una trentina d'anni, tipo. Un appassionato di musica, magari un musicista, proprio. Che mi ospitasse a casa sua - pienissima di cd - e che mi facesse ascoltare la buona musica di quando lui era piccolo. Mi piacerebbe avere un rapporto simile, l'ho sempre sognato.
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http://www.nickjr.it/files/2011/11/nonni-e-nipoti.jpeg I nonni. C'è chi dice che son le persone migliori, le più amorevoli. Per te, invece, cosa sono/sono stati i tuoi nonni? Hai avuto la possibilità di conoscerli tutti? Cosa ti hanno lasciato di così importante?

Io li ho conosciuti tutti (ho conosciuto anche una bisnonna) e anche attualmente li ho ancora tutti e quattro in vita.
Devo dire che i miei nonni sono stati delle figure abbastanza importanti nella mia vita. Hanno aiutato la mia famiglia come potevano, mentre avevamo dei problemi in famiglia, o dopo l'incendio che ha distrutto la mia casa. Senza di loro, probabilmente saremmo stati persi.
Ci sono molto legata e ogni giorno li vedo tutti e quattro. Vado da tutti loro a chiedere se hanno bisogno di qualcosa e tento di ricambiare il loro amore come posso.
Mi hanno lasciato, di importante - soprattutto il mio nonno paterno - l'amore per la scrittura e per la musica. Credere nei miei sogni, aver speranza e fiducia. L'importanza di un sorriso.
Vorrei che rimanessero per sempre a farmi compagnia.
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Cosa rappresenta pr te il plenilunio? Che emozioni ti suscita? Cosa rende a tuo parere una notte meravigliosa? Amplia

Amo il plenilunio, davvero.
Sono molto legata alla notte, alla luna e alle stelle. Credo sia il momento della giornata che preferisco.
Guardando il cielo di sera, con la luna, ripenso spesso alle passeggiate notturne fatte in compagnia dei miei più grandi amici, risalenti ormai a un anno fa, quasi. Erano i momenti che più preferivo: camminare nel buio della notte, ridere e scherzare sentendo le nostri voci riecheggiare nel silenzio notturno.
Mi suscita tanti ricordi, tanti sorrisi nostalgici. Mi infonde anche sicurezza: mi sembra che la luna rappresenti i miei obiettivi e, guardandola, mi sento molto più vicina a realizzarli di quanto non sia. Mi conforta, sì.
Una notte meravigliosa è fatta di chiacchiere e sussurri con qualcuno accanto. Un amico, un ragazzo, un fratello; non importa chi. L'importante è poter parlare nel silenzio, con la sicurezza che il buio celerà ogni imbarazzo e ogni segreto; con la sicurezza che quella notte è lì solo per te.

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Liked by: Might Efp Michele D.

Janis Joplin canta "cambierei tutti i miei domani per un solo ieri". La pensi come lei? Rinunceresti quindi, a tutte le occasioni/delusioni/soddisfazioni che la vita potrebbe darti in futuro per uno, solamente uno, IERI speciale e ricco di emozioni? Se ti va, parlane!

Se mi avessi fatto questa domanda ieri, ti avrei risposto di sì.
"I'll trade all my tomorrows for a single yesterday": amo questo verso. E fino a ieri ti avrei risposto di sì, davvero: avrei cambiato ogni singolo momento futuro, ogni possibilità di sentirmi realizzata pur di rivivere un giorno del passato in cui mi sono sentita viva, amata, cercata, felice.
Avrei scambiato tutto, fino a ieri, ma oggi no. Non so cosa sia accaduto: forse il sole alto nel cielo, forse il nuovo cd dei Pink Floyd, forse una bellissima lettera che continuo a rileggere, forse un semplice messaggio arrivato stanotte nel cellulare, forse un nuovo sorriso, ma oggi non voglio ritornare a nessun momento del mio passato.
Ho trovato qualcosa di molto bello in questo presente e voglio poter credere di tenerlo stretto a me anche nel futuro. Finché avrò questa speranza, non vorrò più rivivere nulla dei miei ieri, ma solo fronteggiare ogni mio domani.

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http://www.loschermo.it/imagecache/articoli/foto1/giovane_anziana_800_800.jpg Noi oggi, noi domani. Hai paura di "invecchiare"? Di ritrovarti improvvisamente in età anziana e avere mille rimpianti? Sai già come vorresti sentirti, in quei giorni?

Non ho paura di invecchiare, almeno non ancora. Però sì, ho molto timore dei rimpianti, e sono sicura che inevitabilmente ne avrò.
Io vorrei sentirmi più possibile realizzata, con la consapevolezza di aver cercato di fare il possibile per realizzare i miei sogni e che ogni mio errore, seppur abbia portato a conseguenze poco piacevoli, mi ha insegnata a crescere e mi ha portata ad essere la persona che sarò. C'è una semplice parola per descrivere come vorrei sentirmi: serena.
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L'ansia da palcoscenico è in effetti la paura di mettersi in mostra, di fare una cattiva figura di fronte a qualcuno che ti osserva e aspetta che tu faccia qualcosa. Tu ne soffri? Ti sei mai messo/a in mostra volontariamente o anche contro la tua volontà? Com'è andata? Lo rifaresti?

Dorian Gray.
Mi ricordo un paio d'anni fa, a teatro, quando mi chiesero di inventare un personaggio che facesse ridere e rappresentarlo. Dovevo crearlo dal nulla e rispondere alle domande che mi faceva l'insegnante di teatro in modo intelligente. Avevo una paura matta, volevo scappare via.
Però quella è l'unica volta in cui ho avuto una specie di "ansia da palcoscenico". Tutte le altre volte in cui ho recitato, suonato, ballato, letto in pubblico, invece, non ero molto ansiosa. Un pizzico nervosa, per paura di sbagliare, ma tutto nella norma.
Lo rifarei. Non perché ami mettermi in mostra - anzi, in realtà mi mette sempre un po' a disagio - ma perché sono esperienze che mi hanno dato moltissimo e che alla fine, nonostante l'imbarazzo e la paura, mi regalano sempre un sorriso sincero. Uno di quei pochi che riesco a far uscire.

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Quando definisci falsa una persona?

La definisco falsa quando mi dice cose che non corrispondono alla verità. Quando fa di tutto per attirare la mia attenzione, anche tessendo ragnatele di grandi menzogne. Quando mi fa preoccupare inutilmente per problemi che in realtà non esistono.
Insomma, alla base di una persona falsa, c'è la falsità. Le bugie. Le storie inventate. Una menzogna dietro l'altra.
Non biasimo una bugia ogni tanto, soprattutto se motivata; ma se una persona mi dimostra a più riprese di non saper raccontare la verità ma di vivere in falsi allori, per me è una persona falsa.

Fai finta di parlare col genio della lampada, esprimi tre desideri.

1) Desidero diventare una grande scrittrice;
2) Desidero andarmene da qui e trasferirmi a Roma con Mich;
3) Desidero che le persone a cui tengo siano felici.
Liked by: Might Efp Michele D.

Che fine fa il sogno quando muore il sognatore? E che fine fa il sognatore quando muore il sogno?

Quando muore il sognatore, il sogno rimane vivo e cerca qualche altra anima da riempire. I sogni infatti non finiscono con noi, ma proseguono la loro vita indipendentemente dalla nostra morte.
Invece, se muore il sogno, muore anche il sognatore. Non può esistere infatti un sognatore senza sogno; la sua esistenza è finita con lui, perché l'amore che lo legava ad esso era troppo potente per poter permettere una vita senza la sua presenza.

La musica, oltre a trasmettere emozioni e talvolta sentimenti, spesso cambia la vita. Anche solo per pochi minuti. Ti è mai capitato di sentirti bene, come se tutti i problemi fossero svaniti, ascoltando una canzone? Se sì, quale? E qual è l'artista/band che ha avuto maggiore influenza su di te?

Alessia.
La mia vita è stata cambiata in diverse situazioni da differenti canzoni. Ti elencherò le principali.
La prima è stata senza dubbio "Only the children" dei Toto. Infatti il ritornello dice: "Only the children, only the children cry" e, quando ero piccola, la ascoltavo sempre nei momenti in cui piangevo, in cui accadevano cose brutte o situazioni spiacevoli. La ascoltavo e mi ripetevo di stare tranquilla perché, come dicevano loro, solo i bambini piangevano e, una volta cresciuta, avrei dimenticato. Avrei sorriso.
Quella canzone mi ha fatta credere nel futuro durante le più brutte giornate.
Poi, arrivata in terza media, ascoltai per la prima volta "Nothing else matters" dei Metallica, che è attualmente la mia canzone preferita. Mi cambiò perché, ascoltandola, mi sentii libera. Potente. In grado di combattere il mondo con un dito solo, senza protezioni. E da allora, ogni volta che il suo dolce arpeggio giunge alle mie orecchie, mi sento libera da tutti i problemi e da tutte le mie preoccupazioni.
Molto più recente, infine, è stata "Coming back to life" dei Pink Floyd. L'anno scorso l'ho sentita in macchina con un ragazzo, ero in lacrime. Lui mi cantò, insieme a Gilmour: "I knew the moment had arrived for killing the past and coming back to life," per incitarmi a lasciare indietro ciò che mi stava spezzando il cuore e ricominciare a vivere. Mi legai tantissimo a quella canzone e, decisa, presi in mano la mia esistenza e feci di tutto per tornare alla vita.
Ci sono molte altre canzoni che mi hanno cambiato, ma queste tre in particolare.
Come gruppo, invece, credo che l'influenza maggiore l'abbiano avuta i Toto. Mi hanno cresciuta e cullata per diciotto anni e permetterò loro di rinfrancarmi il cuore per tutto il resto della mia vita.

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Pensi che si possa sul serio placare se stessi ? è veramente possibile nascondere un nostro aspetto per troppo tempo ? In tal caso perché si arriva a voler nascondere qualcosa che fa parte di noi (oltre la paura del giudizio, parlo più di una cosa verso noi stessi)?

Io credo che sia possibile, ma non per sempre.
Ci sono parti di noi che nascondiamo senza nemmeno accorgercene, poiché cerchiamo di presentarci al meglio per alcune persone e di evitare quei lati che invece rappresentano le nostre debolezze e i nostri difetti.
"If I show you my dark side, will you still hold me tonight?
And if I open my heart to you and show you my weak side, what would you do?", cantavano i Pink Floyd. Secondo me questi due versi rappresentano benissimo il motivo per cui una persona cerca di nascondere una parte di sé. Si teme di venir abbandonati, di non essere più abbracciati, che qualcuno vada a raccontare a tutti ciò che nascondi.
Nei confronti di se stessi, credo che sia un modo anche per autoconvincerci che siamo migliori di quel che sembriamo, che possiamo essere come tutti gli altri, che nascondere qualcosa ci permetta di proseguire meglio la nostra vita. Molte volte, però, tenersi tutto dentro, mascherarsi, peggiora solo la situazione.
Io mi sono accorta di farlo molto spesso. Di nascondere quella parte di me che ha paura di farsi vedere agli altri, perché temo di deludere qualcuno. C'è chi mi idealizza: se mostrassi loro certi lati del mio carattere, li deluderei. E non lo potrei sopportare.

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Liked by: Might Efp Michele D.

E scrivi su fogli a righe o "vuoti"?

Se sto studiando sui fogli a righe, altrimenti tutto il resto sui fogli bianchi, vuoti.
Non riesco quasi mai ad andare dritta, ma credo che anche questa imperfezione sia parte di me.

Se la letteratura non dovesse esistere nel mondo che viviamo, come sarebbe diventata la tua vita? Non potresti ne' leggere ne' scrivere nulla... -Apo

Vuoi spezzarmi il cuore, vero?
La mia vita non avrebbe senso. Non so cosa potrei essere diventata: forse propaggine incancrenita del mio dolore, perché l'unico modo che ho per farlo uscire è proprio scrivere e leggere.
Probabilmente avrei suonato, come faccio ora.
Ma non riesco a immaginarmi senza parole, poiché le mie vene sono d'inchiostro.

"Cos'è per te più importante di tutto il resto? Scrivere." Leggere?

Per me è molto importante la lettura e sicuramente essenziale.
Ma se devo scegliere una cosa tra le due, credo sarei quasi obbligata a scegliere la scrittura, perché mi permette di stare serena, di essere me stessa; di vivere.
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Pensa alla tua città: se fosse una persona, come sarebbe di carattere, aspetto, particolarità, hobby ecc.? quindi ti chiedo di descrivere la personificazione della tua città natale. (il riferimento ad Hetalia è puramente casuale).

Hetalia è tipo una delle cose più geniali del mondo. *-*
Comunque e-ehm.
La mia città sarebbe una persona triste e scorbutica. Estremamente bigotta, rigida, permalosa, impicciona, pettegola. Sarebbe una di quelle persone da cui la maggior parte della gente cercherebbe di stare alla larga.
Andrebbe ogni domenica in Chiesa, ma allo stesso tempo andrebbe assolutamente contro corrente dei suoi principali precetti. Non sarebbe curata, ma trasandata, abbandonata a se stessa. Apparentemente gioiosa, in realtà sola.
Non avrebbe hobby, passerebbe le giornate nella monotonia esistenziale, guardando ciò che fanno gli altri.
Sì, sarò cinica, ma la mia città è proprio così.
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