Il tuoi libro preferito di King? Perchè?
Joyland.
Perché ha delle citazioni stupende, è un libro che proprio non mi aspettavo; leggendolo mi sono innamorata subito del protagonista, Devin Jones.
Okay, non è il tipico horror che uno si aspetterebbe da King, ma, diciamocelo, il giovane King ormai non c'è più, qui c'è un altro modo di scrittura.
Niente mostri a turbare i nostri sogni o spargimenti gratuiti di sangue, ma solo poesia velata da una coltre di mistero. La cornice è perfetta: la provincia nostalgica dell’America degli anni settanta, i romanzi di Tolkien sul comodino della stanza da letto di quell’affittacamere che affaccia sul mare, la musica dei Doors e dei Pink Floyd ad accompagnare i sogni di Devin. Un mondo in cui la paura si mescola alla purezza di sentimenti quali l’altruismo, la bontà d’animo o l’onestà.
Una lettura d’evasione. Mi è bastato scorrere le prime pagine per farmi rapire dalle vicende di Dev, o per innamorarmi del piccolo Mike (il bambino costretto su una sedia a rotelle che saluta Devin ogni mattina insieme alla madre Anne Ross dalla casa sul mare). Sono rimasta per due giorni incollata alle pagine di questo che è uno di quei romanzi che vorresti non finisse mai. Un libro che diverte e fa riflettere sulla condizione dell’uomo, su ciò che siamo.
"Da ventunenne, la vita è come una cartina stradale. Solo quando arrivi ai venticinque o giù di lì, cominci a sospettare di averla guardata capovolta, per poi esserne certo intorno ai quaranta. Arrivato ai sessanta, fidatevi, capisci di esserti perso nella giungla."
(Joyland, Stephen King.)
Perché ha delle citazioni stupende, è un libro che proprio non mi aspettavo; leggendolo mi sono innamorata subito del protagonista, Devin Jones.
Okay, non è il tipico horror che uno si aspetterebbe da King, ma, diciamocelo, il giovane King ormai non c'è più, qui c'è un altro modo di scrittura.
Niente mostri a turbare i nostri sogni o spargimenti gratuiti di sangue, ma solo poesia velata da una coltre di mistero. La cornice è perfetta: la provincia nostalgica dell’America degli anni settanta, i romanzi di Tolkien sul comodino della stanza da letto di quell’affittacamere che affaccia sul mare, la musica dei Doors e dei Pink Floyd ad accompagnare i sogni di Devin. Un mondo in cui la paura si mescola alla purezza di sentimenti quali l’altruismo, la bontà d’animo o l’onestà.
Una lettura d’evasione. Mi è bastato scorrere le prime pagine per farmi rapire dalle vicende di Dev, o per innamorarmi del piccolo Mike (il bambino costretto su una sedia a rotelle che saluta Devin ogni mattina insieme alla madre Anne Ross dalla casa sul mare). Sono rimasta per due giorni incollata alle pagine di questo che è uno di quei romanzi che vorresti non finisse mai. Un libro che diverte e fa riflettere sulla condizione dell’uomo, su ciò che siamo.
"Da ventunenne, la vita è come una cartina stradale. Solo quando arrivi ai venticinque o giù di lì, cominci a sospettare di averla guardata capovolta, per poi esserne certo intorno ai quaranta. Arrivato ai sessanta, fidatevi, capisci di esserti perso nella giungla."
(Joyland, Stephen King.)
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Michele D.