#liam

Interessante Frage! Ich denke, dass Soraya, dadurch dass sie eine lange Zeit in Amerika verbracht und sogar einen Muggel-Studiengang belegt hat, sehr mit der Kultur der Nicht-Magier vertraut ist.

---

Als Mutter gibt es auch eine Millionen Situation, in denen sie vermutlich gerne ein Auto nutzen würde, weshalb ich mich dafür entschieden habe, dass sie einen Führerschein gemacht hat.
Anstatt sich ein eigenes Auto zu besorgen, hat sie jedoch regelmäßig das Familienauto der Thordsens und ab und an auch mal das der Familie von Liam ausgeliehen.

---

Zurück in London ist Soraya hingegen 100% Team Öffis. Sie verpasst zwar regelmäßig ihren Anschluss, aber das Londoner Netz ist so gut ausgebaut, dass sie nie länger als 10 Minuten warten muss.

---

Mit Flohpulver hat sie kaum Erfahrungen gemacht, da sowohl ihre Mutter, als auch deren Zwilling, Sorayas Onkel, eine schwere Flohpulver-Allergie besitzen. (Ein nerviger Nebeneffekt, wenn man eine Hausstaub-Allergie hat).
Aufgrund dessen ist Soraya in ihrer Jugend auch sehr viel mit Muggel-Flugzeugen geflogen und muss zugeben, dass Fliegen für sie die komfortabelste Art zu reisen, ist.

View more

Il corpo è caldo. Famelico. Il desiderio carnale istiga la mente ad agire, a bramare, a impossessarsi di ogni centimetro di membra, a ristorare insaziabilmente su di un banchetto servito su d’una tavola d’argento, a incorniciare un quadro dipinto su tela, a render protagonisti una natura morta.
Nessuno dovrebbe - né potrebbe - assistere ad un amplessö contorto come il loro, due corpi che si fondono, che si divorano, bestie affamate: e non era il lupo che mangiava la pecorella, erano due dominatori in piena lotta, due divinità che si sfidano: Apollo e Venere.
Le mani di Katherine sfiorarono quel corpo idilliaco. Caldo e marmoreo. Lo sentiva cucirsi addosso, ogni parte di Liam le apparteneva e mai si era sentita protetta da due braccia che l’avvolgono, da due occhi che la desiderano, da una bocca affamata di lei. Una bramosia antica, scritta solo nei testi sacri degli dei, appartenuta solo alle fiamme dell’inferno.
Lui era la rappresentazione carnale delle sue voglie, dei primordiali istinti con cui era stata plasmata, vaso di ceramica, modellato a piacimento da mani esperte ma da menti illuse.
Il corpo della giovane mostrava una perfetta e sinuosa silhouette, sdraiata con la schiena sul materasso, le gambe leggermente piegate, il respiro affannoso mostrava i sënį gonfi e prosperosi, divenire l’ipnosi migliore a cui si possa assistere. Gli rivolse un dolce quanto appagato e malizioso sorriso, abbelliva il viso infantile, tutt’altro mondo rispetto a quegli occhi da donna matura: era il perfetto contrasto, confondeva le menti maschili, le soggiogava – e Liam era la preda migliore che potesse avere.
Schioccò genuinamente la lingua al palato, abbandonandosi in mosse fanciullesche, rotolando su quel grande letto fino a raggiungere il suo appoggio preferito: il corpo del biondo. Poggiò le braccia conserte sul suo petto e vi poggiò il capo, senza distogliere l’attenzione da lui.
⟪Sai.. stavo pensando che.. mmh∼⟫ il suo parlare era tutto un dire. Katherine non pensava, Katherine agiva. Se voleva una cosa se la prendeva – era proprio questo suo lato sbarazzino che andava in contrasto con la quotidiana genuinità ingenua della corvina, a rendere mistico il suo mix.
⟪Voglio conoscerti meglio!⟫ esordì decisa. Non vi era alcun significato nella sua richiesta, non andava alla ricerca di qualche scoperta matura, una risposta a domande che balenavano nella sua mente. Semplicemente, voleva vivere Liam in tutta la sua essenza, divenire parte integrante della sua vita, quella perseveranza umana da cui si era sempre sottratta – dando per certo che la sua esistenza fosse limite alla vita del padre. Aveva così tanto da scoprire e imparare, cose che nel tempo trascorso con lui aveva già iniziato a fare scorta. ⟪Voglio sapere cosa fai, cosa mangi, chi sono le persone che frequenti... cose così⟫ più che una scoperta, sembrava uno stalkeraggio – ma era ovvio che Kathe avesse tanto da imparare e Liam non poteva essere il tipo di persona da cambiare [...]

View more

Zuerst habe ich überlegt, ob Nebencharaktere von der Webseite, denen man eine Lebensgeschichte andichtet (da wäre es bei mir Liam, jeder sollte einen Liam in seinem Leben haben. Er wird Eddys Golden Retriever Best Friend) oder komplett selbst erdachte und wollte mich dann darauf fokussieren.

---

Bis jetzt gibt es da drei in Eddys Leben, wären ihre Tochter Karina und ihre Eltern. Und dabei möchte ich ihren Vater lobend herausstellen (er hat sich stets bemüht im Rahmen seiner Möglichkeiten):

---

Benjamin Webster (hat der Name "Webster" etwas mit Webster Boot einem der Mitgründer von Ilvermorny zutun?Das ist gut möglich, man weiß es nicht, aber wird in seiner Familie trotzdem verbreitet. Reicht ja wenn es Leute glauben), seines Zeichens Ministeriumsangestellter im mittleren Dienst, wollte immer aufsteigen, hat viele Chancen verpasst, andere waren halt meistens besser oder hatten mehr Vitamin B als er. Hat nach 15 Jahren Beziehung, mehreren von nicht besonders hoher Fruchtbarkeit und zwei Fehlgeburten geprägt, endlich sein erstes (und einziges) Kind bekommen. Er wollte eigentlich mindestens 3 haben. Belastend, wenn das nicht klappt. Er wollte seiner Tochter die Welt zu Füßen legen und hat ihr trotzdem mit voller Wucht die Last seiner zerbrochenen Träume auf die Schultern gelegt, damit sie doch BITTE den amerikanischen Traum lebt und ihre Familie ENDLICH auf das Podest hebt, dass ihnen halt schon zusteht. Sagt er.
Eine Beziehung mit Orion Malfoy war natürlich ein Traum, er hatte Dollarzeichen in den Augen kaum hat er davon erfahren und wollte seine Tochter schon so ein bisschen in die Rolle Trophy Wife drängen.

---

Er klingt wahrscheinlich voll unsympathisch, aber er ist halt schon gerne Vater und wäre noch lieber Alleinverdiener seiner Familie, hat da nur die Rechnung ohne seine Frau gemacht, die noch eine Spur materialistischer ist als er und jeden Morgen, wenn sie aufwacht und ihn sieht ihre Lebensentscheidungen bereut.

---

Ich schreibe einfach echt gerne unnette Charaktere, die manchmal, vielleicht, noch die Kurve kriegen. Ob er das hinbekommt weiß ich ehrlicherweise nicht, 5 Seiten Charaktertext und so nett ist er bisher nicht. Also mal schauen.

---

Aber ich brauche glaubhafte Gründe für Eddys eher rebellische Natur und ihren Wunsch auszubrechen und ihren eigenen Weg zu finden und da sind ihre Eltern, die nicht mal boshaft handeln, also bewusst, so schön um sie für alles verantwortlich zu machen.

View more

Le mani di Liam divennero fuoco che ardevano la pelle di Katherine, marchiando ogni parte di lei che veniva sfiorata. Si sentiva sbrattare con la mente, un gioco funesto che non credeva possibile: aveva sottovalutato la preda, ignota creatura, l’essere umano che si trasformò in dio. Era il suo guerriero, la personificazione dei desideri reconditi e golosi che solo una mente - e un corpo - come quello di Katherine sapevano creare. Sentiva la gola fremere dalla fame, la lingua impastata voleva essere dissetata e in un batter d’occhio, la minore si ritrovò preda di colui che credeva sottomesso. Schioccò la lingua e il sorriso si incurvò in un gaio ghigno.
La gattina, a carponi sul pavimento, gattonò fino al suo padrone, strusciando il bel visino contro la coscia calda del biondo, così possente e muscolosa.. ma i suoi occhi famelici puntavano la virilità sorprendente, pronta per essere lambita. Si leccò le labbra, emettendo fusa. Ogni suo desiderio divenne limpido al maggiore e ciò gli permise di giocare / con / lei e / su / di lei. Il guinzaglio lo teneva lui.
Era chiaro chi fosse il dominatore.
Si ritrovò succube, ammaliata, incantata dalla sfrontatezza e dall’audacia con cui Liam si burlava di lei, stuzzicando ogni fantasia della minore, stremando la mente, l’anima ed il corpo che volevano unicamente essere sconquassati. Il viril mëmbrø delineava il bel visino della gattina, il suo profumo di uomo marchiava le gote arrossate, la boccuccia pulsante, e più ella schiudeva la bocca per accoglierlo, più lui tirava il guinzaglio, impartendo ordini che Kathe si divertiva ad ignorare e disubbidire. Ed era certa che questo suo comportamento ribelle divertiva Liam – lo intuì dal sorriso che le rivolse, dalla calda voce che la fece trasalire, dall’ęccitä.zïønë che sgorgò dalla sua femminilità. Il calore pervase tutto il suo corpo, e un caldo änsi.mö abbandonò la sua bocca, riempiendo l’aria viziata dei suoi ørmøni.
Fu lesto e incalzante il movimento del biondo, obbligandola a scontrare il musino contro il suo ventre, le mani adagiate sui fianchi e la brezza le si dipinse sulla pelle, sbocciando come gigli in primavera. Miagolò, docilmente. Strusciava il visino, giocava di fantasia, mentre Liam dava sfogo alle sue, percorrendo quel corpo divino ed afrodisiaco, sino a giungere ai giardini esotici, ricchi di prelibatezze e leccornie. Tastò frutto dopo frutto ma senza deliziarsene ancora, semplicemente sollevò la minore e i loro copri combaciarono perfettamente, incastonati come un puzzle, viso a viso.
Le gambe della giovane cingevano la vita dell’uomo, le braccia al di là del suo collo e la lingua lasciva che gustava la pelle del biondo, stuzzicando e solleticando la sua psiche. Lei lo desiderava più di lui, probabilmente, e gli condivise questa frenesia, dilettandosi in caute movenze, riversando l’ardente calore che la sua femminilità emanava, su quel viril mëmbrö, non ancora suo prigioniero.

---

[parte uno]

View more

Che cos’è, qual è il lastro di luce che attraversa le finestre la mattina? Quel barlume che induce la mente a pensare, a interrogarsi sui dubbi della vita, quel senso di esistenza che obbliga una persona a trovare un significato nascosto a qualcosa che potrebbe tranquillamente essere semplice. E se così fosse, che senso avrebbe l’esistenza di un individuo?
È giusto essere chiamati tali se si finisce con vivere - almeno - in coppia? Esistenze colloidali che, fortunatamente, non avevano mai invaso la mente di Katherine, che sempre si era immaginata di vivere con suo padre, di giacere in eterno tra quelle braccia, di morire avvolta dal dio demone galattico, avendo come ultimo sussurro ‘’ti amo Katherine’’.
Eppure ora- come fatale il destino - le labbra su cui crogiolava erano quelle di Liam, labbra da cui poc’anzi erano uscite parole sulle quali ancorarsi, benché palesassero turbolenze. Parole ferree, lui aveva sempre pronunciato frasi che non si discostavano dalla sua persona, che non andavano al di là delle sue capacità – diversamente da lei, che come una bambina capricciosa e viziata si comportava da tale, pur definendosi donna la quale non era. Viveva in una campana di vetro ed ora si aspettava di poterne uscire da sola, in punta di piedi, come se nulla fosse. Era scontata la ricerca di qualcuno sul cui aggrapparsi, poiché consapevole - più che consapevole - che non sarebbe mai stata capace di viver da sola, perché Katherine forze non ne ha, perché la conoscenza sugli/degli altri è così limite da inorridire persino le tribù nascoste. Ma non voleva più vivere così, voleva poter condividere /con/ qualcuno e non condividersi /per/ qualcuno.
Liam l’aveva sempre tratta come un fiore, vista come tale, andava ben oltre il suo semplice corpo, oltre la sua ossessione. C’era troppa disparità per lui – e probabilmente era questo che aveva condotto la giovane Katherine a proferire quelle parole, a chiedere una visione celestiale del mondo che calpestava, a realizzare quelle cose belle che sicuramente Liam ha vissuto ma che lei ha sempre ignorato, ideandosi che l’unica cosa bella per lei fosse solo Jared.
E pregò, sperò, di non diventare così anche con e per lui.
Ma in quel bacio Katherine prese possesso di ogni suo istinto e non volendolo ignorare - poiché stufa di non voler più dare ascolto al proprio corpo - desiderò ben di più di un bacio.
Voleva?
Poteva?
⟪Vuoi... farlo con me?⟫ Kathe non aveva filtri, sapeva che sarebbe entrata in un campo che le apparteneva. Decantava i suoi sentimenti solo in quel modo e sapeva di essere brava, sapeva di essere costantemente affamata e sapeva che una volta inizato l’amplesso non si sarebbe fermata. Era succube, era ubriaca delle emozioni e delle sensazioni che si tatuavano dentro di lei, la marchiavano veementemente, invitando il demone ad uscire e a dare sfogo alle sue bramosie.
Lui era un mondo da scoprire, un’arte esotica che non conosceva. Il letto, il loro altare.

---

[parte uno]

View more

Talán ennyivel tudnám ezt megmagyarázni. *jelenti ki rezzenéstelen arccal a lány szemeibe pillantva ismét, ami természetesen nem igaz, hiszen millió dolog van még a háttérben, mind ez miért alakult így, amit egyelőre ő sem vesz biztosra vagy hisz el, hiszen rég érzett bármit is valaki iránt, így eléggé bizonytalan jelenleg ezekben az érzésekben, ez miatt is nem véletlenül próbálja minden egyes alkalommal Lanival való találkozása során elnyomni ezeket a dolgokat* Mint elmondtam aznap este is. Le szeretném tenni a kardot, főleg hogy már nincs is mivel nagyon fogni *jegyzi meg kínosan egy halk nevetéssel* És eszem ágában sincs tönkre tenni az életedet. *emeli meg kissé kezét egy apró vállrántással* Mindemellett azzal biztosan tisztában vagy, hogyha Masie és Liam ezt megtudja ... Nem biztos, hogy szó nélkül hagyják. És itt nem csak rólam van szó. Masie aggódik. Hanem arról is, hogy hónapokig a halott huguknak adtad ki magad.

View more

I ricordi sembrano solo episodi di un lontano passato ma che rimangono vividi sulla pelle. Hanno il sapore salato del mare, all’olfatto quella brezza estenuante che permea nell’aria fino a nauseare. Un perenne infrangersi contro gli scogli, onde imperterrite che compiono le medesime azioni, ancora, ancora e ancora. Katherine non riusciva proprio ad accettare - con il cuore - quanto successo; che fosse vicino o lontano, aveva comunque raggiunto un punto di non ritorno e si chiese che fine avrebbe fatto se non fosse giaciuta a terra, come un mero fiore che viene calpestato. Il cuore le batteva forte nel petto, sentiva ogni minuziosa sensazione invadere il suo animo, insidiarsi nella sua coscienza e martellare perpetui e assordanti quesiti, che non troveranno risposta né pace. Tremava. Un tremolio che venne quietato dal gesto del maggiore, parole caldamente sussurrate, braccia forti che la stringevano, calmando ogni suo turbamento. Fu beatitudine, fu sollievo e piacere ciò che nacque dalla loro unione. Liam era un toccasana di cui aveva bisogno, un morso di normalità che alleggeriva e deliziava il suo palato. Nonostante tutto non aveva lasciato il suo fianco, nonostante tutto la guardava come l’aveva sempre guardata e nonostante tutto sarebbe rimasto lì. Era di questa maturità, questo senso di pienezza che Katherine necessitava. La presenza, la non_paura, il senso di abbandono che la seguiva da sempre, come se fosse la sua ombra. Era cresciuta nelle tenebre, nonostante i fasci di luce che la prendevano ogni tanto. Ma lui era diverso, una luce calda e accogliente, una luce che sa di vita e vicissitudine, che sa di costanza e di amore. Già, quel sentimento così fuori da ogni logica, che ti rapisce e ti trascina, scombussolando ogni angolo del corpo, smuovendo anche le profondità più remote di un’anima burbera e incompresa. La voce di Liam risuonava - eco amabile - nella sua mente, riscaldando il suo cuore; le sue parole erano una lanterna nel pieno della notte, in una giornata d’estate, tra boschi e montagne. Erano il faro che illuminavano il cammino, la strada di ritorno a casa. Katherine stava affondando tra quelle braccia, stava morendo tra quelle parole. Finalmente aveva conosciuto il senso di leggerezza, la beatitudine che ti invita a entrare e a gustare del suo sapore.
⟪Io ho bisogno di te⟫ e non c’era realtà più vera, non c’erano parole più sincere per esprimere quanto - in questo momento - stava provando. Liam era sempre stato il suo senso di appartenenza, una logica - non - logica che chiariva tutti i suoi artefatti, coniugando il suo spirito frizzante. Gli occhi della corvina lo scrutavano con sentimento diverso: un’emozione da sempre esistente - solo finora assopita - che si era risvegliata da un sonno eterno.
‘’Camminiamo con piedi di piombo. Baciamo il suolo su cui strisciamo, come minuscole formiche a confronto con questo mondo. Ma siamo vivi e vegeti, siamo il seme che contamina il suolo e lo agghinda della nostra superbia’’.

---

[🥀]

View more

Il mio nome è Liam Allen, conosciuto negli ambienti loschi come "White Devil".
Sono un imprenditore newyorkese, 35 anni, presidente e fondatore della "Allen International Bank", capo della "Cosa Nostra" americana. 15 anni fa, ebbi un grave incidente, restai in coma per molti mesi, incontrai la morte più volte, e con ella raggiunsi un accordo: avrebbe ritardato la mia dipartita, in cambio avrei dovuto ripulire il più possibile la mia amata New York dalle creature sovrannaturali. Mi venne consegnata un'arma magica con la quale combatto spiriti, demoni, e tutto ciò che ha a che fare con il sovrannaturale. E fu in uno di questi scontri che conobbi Jared, e con lui una buona parte delle sue storie. Ma quanto sta accadendo oggi d'innanzi ai miei occhi, non solo è lontano anni luce dalla mia comprensione, è lontano anni luce da ogni racconto del corvino sulla sua famiglia, lontano anni luce dalle mie possibilità, insomma, un conto è combattere demoni e fantasmi, ma qui, andiamo al di fuori di ogni "giurisdizione".
Ciò che stavano scatenando quei soggetti, era di un magnetismo e di una potenza tale, che pur restandone isolato e nascosto, venivo letteralmente travolto e investito. L'ira di Katherine mi gelò il sangue nelle vene, mi paralizzò gli arti, e al contempo mi spezzò il cuore. Una ragazzina così giovane, solare, fragile, così piena d'amore per un uomo che ha la sola colpa di essere suo padre..tutto così puro e tutto così sbagliato? Perché? Sono creature..cosa cäzzø gliene frega delle questioni etiche e morali? Ma è solo col sopraggiungere dell'ennesima creatura /complimenti comunque, qui la legge della maniglia ci starebbe tutta/ che forse iniziai a comprendere che quanto stava accadendo, non era un atto rivolto alla separazione amorosa tra i due, in Katherine c'era celato qualcosa di più oscuro, tetro e malato, un qualcosa che probabilmente col tempo avrebbe innescato un'arma di distruzione di massa, spezzare il loro legame era l'equivalente del disinnescare quella bomba. Già, mi chiedo solo se fosse neccessario agire in questo modo.
Ripensandoci, forse agire in questo modo è ancora poco. Tipo idiota, che ne dici di fare qualcosa eh? Perché se tanto mi dà tanto, penso di essere la prima vittima designata dalla dark Kathe, e va bene che prima o poi moriamo tutti, ma non è questa la fine che mi merito.
JJ: zietta, così mi sottovaluti. Pensi davvero che attaccarmi direttamente o, minacciare di distruggere chiunque nel creato possa smuovermi?-
E qui, accadde qualcosa di davvero assurdo. Lo spazio/tempo attorno a noi crollò, era come essere rinchiusi in una stanza con le pareti in continuo movimento e mutazione. Faceva caldo e poi credo, c'era luce e poi buio, c'erano profumi e poi tanfo. E poi, poi improvvisamente l'albino si mosse, afferrando Jared con così tanta leggerezza ed eleganza da non sembrare nemmeno vero.
JJ: eccoti l'apocalisse zietta!-
Pt 1

View more

Il preludio di una tempesta son fulmini e saette, che si caricano nel cielo oscuro e immenso. Katherine era una forte turbolenza, sarebbe potuta esplodere lì da un momento all’altro, ma quel che pareva essere un terribile temporale altro non era che un turbamento passeggero. La voce, calda e amorevole di Jared la raggiunse così velocemente da ribaltare la situazione e far riaffiorare il sole splendente nel suo animo. Gli occhi si illuminarono d’immenso e lo scatto per raggiungerlo fu veloce. Finalmente il suo momento era arrivato.
Corpo contro corpo.
Braccia nelle braccia.
Labbra sulle labbra, a ricongiungere e rappellarsi della sua proprietà. Il corpo ardeva, che sensazione sublime; un erøtismø dimenticato, dannato. Quel supplizio che pervade le carni, che solletica la mente, la estirpa da ogni sofferenza, rammentando i giorni felici.
⟪Sei tornato da me⟫ incontenibile emozione. Anni di lontananza, anni di astinenza, anni di dolore e alcuna ammenda. Ma per Katherine non c’era più importanza; suo papà era lì, nuovamente tra le sue braccia, nuovamente / suo / – ed ora anche lei poteva tornare ad essere sua, a sentirlo dentro di lei, due corpi che si fondono in un solo, che desiderano coniugare l’amore.
⟪Oh daddy∼ sono così felice che non riesco più a trattenermi⟫ la sua è una capricciosa voracità, che si tuffa al limite del pudico, mentre divora - dopo tanto - quella bocca sottile, da tante donne gustata, ma solo lei aveva il privilegio assoluto di poter risucchiare il suo nettare, farlo sbocciare. Ah! Il suo Dady non era affatto cambiato. Bellissimo come sempre. Si perse a contemplarlo negli occhi: lei che si rifletteva e mai si era sentita più sënsualë come in quel momento.
⟪Sei venuto a prendermi per portarmi via?! Ti mancava la tua Kathe⟫ un pigolo, come una bambina viziata e capricciosa. Lo avrebbe perdonato, perché era questo che la sua mente voleva: ridurlo alle catene, intrappolarlo. ⟪Ci hai messo tanto daddy∼ ah ma non ti preoccupare, ti punirò solo un po’, poi potrai avermi tutta quanta per T.E. mh ❤︎⟫ sono solo loro, loro due, in quell’angolo di mondo, nel terreno americano, nella città di New Orleans, laddove tutto è concesso, tutti vedono ma nessuno sente. Tacito accordo della Morte. Eppure Katherine lo sentiva il disturbo, il ronzio di una mosca fastidiosa, che non le avrebbe permesso di fuggire via da lì con il suo daddy e recuperare la luna di miele che era stata interrotta. Non era Liam, era quell’altro: ah! Il suo nipotino, adorato Jay Junior. Che bello vederlo, sì sì proprio bello come suo papà – sperò che non fosse altrettanto invadente.
⟪Facciamo che recuperiamo i saluti a più tardi? Ho giusto delle / cosucce / da fare con il _mio_ Daddy∼⟫ gentile e amorevole, Kathe. Era ancora nella sua fase di controllo, mentre affondava le unghie nelle membra del corvino, assicurandosi di non farselo scivolare via. La giovane era con un piede nella fossa: ingenua, tonta, ma per nulla stupida! Sa bene come gira il mondo [...]

View more

America.
New Orleans, il cuore della magia e del mistero, rituali voodoo, vampiri, licantropi. Perché mai Katherine era finita lì? Ovviamente perché come al suo solito si era lasciata ingannare - da una qualche strega da due soldi - convinta che avrebbe potuto creare l'elisir d’amore. Liam era andato a riprenderla - per l’ennesima volta - trascinandola via come un sacco di patate, mentre lei si dimenava, incolpandolo della sua astinenza, incolpandolo di volerla tenere lontana dal suo Daddy. La verità era tutt’altra. Katherine era solo una ragazzina influenzata, malata, intossicata. Nonostante fossero passati quasi due anni, Jared era un cancro per lei e Liam non sapeva più come curarla.
⟪È tutta colpa tua, questa volta ce l’avrei fatta se non ti fossi immischiato!⟫ nel profondo, lo sapeva. Sapeva che non avrebbe funzionato l’elisir, nel profondo sapeva che Liam non la stava imprigionando bensì proteggendo. Era amorevole con un tocco di brutalità mafiosa. Era intrigante e sarebbe stato perfetto per Katherine - quanti filmini si era fatta! - ma alla fine tutto riconduceva a Jared e la maledizione trasaliva, come un essere umano posseduto da Lucifero.
⟪Mettimi giù avanti, ci stanno guardando tutti⟫ il suo tono era mutato. La rabbia infantile e capricciosa con cui lo aveva aggredito scemò, lasciando la padronanza alla solita Kathe. Il problema, tuttavia, divenne la città. Il maggiore era entrato in un luogo più che sacro e sebbene lei potesse ancora salvarsi, lui? Gli sconosciuti non piacciono a nessuno, specialmente se quelle sono strade calpestate da creature sovrannaturali e Katherine puzzava di zolfo e putrefazione. Li avrebbe potuti annichilire con uno sguardo, ma quella non sarebbe Katherine quella sarebbe Isabel e Jane.
⟪Liam... mi sento strana⟫ l’inferno è potente, pullulano i dannati, urla di sofferenza e agonia, il medesimo patimento che sin dalla nascita tortura e sevizia la giovane ragazzina. Il re dell’inferno l’aveva accolta – come si può rifiutare un’anima tanto deliziosa? Il frutto ancestrale di una creatura come Jared, un tempo figlio di Satana, e Mio un tempo figlia di Belzebù; oggi due delle creature più potenti e onniscienti che le quattordici dimensioni abbiano mai avuto il privilegio di ospitare. Katherine altri non è che una bomba ad orologeria, l’Apocalisse, proprio quel lembo sradicato dalla profezia di San Giovanni. Una sua onda d’urto avrebbe devastato tutto. Era questo che emanava il suo corpo e chi poteva lo sentiva e sentirlo voleva dire / pericolo / e a New Orleans il pericolo non è accetto. ⟪Qualcosa non va..⟫ era lei, lei stessa. Un pericolo che però non percepiva – bizzarro! Non trovate, spettatori? Bizzarro è che una creatura caotica_ come lei, sorella del caos stesso, annichilisca di tutto fuorché sé stessa. Dunque ora le opzioni dell’oblio son due: liberare la bestia o ucciderla prima ch’essa prenda il sopravvento. Ma c’è chi, nell’ombra, attende solo / quel / momento e chi, nella luce, ghigna divertito.

View more

Several types of media in terms of entertainment were able to tear me up completeley, yes. It usually tends to happen very fast because I am a sensitive and emotional person. I remember a movie night with former friends where we watched "When I Look At You" (the one with Miley Cyrus and Liam Hemsworth). Even though I had already watched the movie several times, I completely lost it at a specific event of the movie again and while I was hardcore sobbing, my friends looked at me very confused because yes, the scene was sad but not sad enough to cry like a baby but hey, that's just me and it's okay. xd Book-wise: The Book Thief, game-wise: Life Is Strange, To The Moon, BioShock: Infinite, show? Nearly every show I watched, for example Scrubs, The Vampire Diaries, Breaking Bad, The Handmaid's Tale, Game of Thrones (that was possibly the worst in terms of emotional damage xd) ...

View more

Die Frau im Kostüm saß unweit von ihm auf einem Stuhl. Keines ihrer Haare hatte man die Entscheidung überlassen wo es heute liegen wollte. Sie waren alle perfekt zu einer Frisur zusammengefasst um gepflegt und passend zu ihrem teuren Outfit perfekt auszusehen.
Kameras und Augenpaare verschiedener Menschen waren auf sie und ihn gerichtet.
William E. J. Hawkins war dafür bekannt perfekt zu wirken. Es wurde ihm in die Wiege gelegt und er hatte es verinnerlicht. Mitsamt dem Stylingteam dass genauso im Hintergrund immer mal wieder hervorpreschte, noch einmal an seiner Kleidung zupfte oder ein Barthaar zurecht legte.
"Schön dass Sie hier sind, Mister Hawkins." meinte die Frau mit einer versucht ruhigen Stimmfarbe aber man hörte die Aufregung daraus.
"Die Freude ist ganz auf meiner Seite." antwortete Liam mit einem sanften Zahnpastalächeln dass in den letzten Wochen wieder massiver durch die Zeitungen gegangen war.
Man hatte dem Erben eine Schonfrist gegeben in der man seine Privatsphäre so gut es ging niccht in der Öffentlichkeit breitetete. Aber auch dort gab es Medien die sich nicht um eine faire Behandlung bemühten und Verleger die dem Erben nach dem schlimmen Verlust seiner Tochter und seiner Frau Zeit geben wollten.
"In den letzten Wochen hat man Sie vermehrt in der Öffentlichkeitsarbeit gesehen, man bemerkt Ihr Engagmenet für soziale Projekte. Würden Sie das als Einfluss Ihrer verstorbenen Frau sehen?"
Liam atmete ein, für einen Augenblick schwieg er. "Durchaus, ja."
(...)
"Eine Frage zum Schluss die sich wohl alle in New York stellen: Wird der begehrteste Witwer New York's wieder heiraten?"
Liam betrachtete lange diese Frau.
Er wusste was man von ihm erwartete. Er wusste, der Druck würde immer weiter steigen, die Frauen die auf sein Geld aus waren, würden sich ohnehin ominöserweise um ihn scharren und auch seine Mutter würde ihm das Messer an die Kehle drücken, denn sie würde sich eher im Grab umdrehen als zuzusehen wie das was sie mit Blut, Lügen und vorrangiger Außenwirkung aufgebaut hatte wieder fallen zu sehen.
"Nein." antwortete Liam ruhig und wusste dass die Frau ihm gegenüber verwirrt einatmete.

View more