Erica G. (Echoes)

"Perché ci siamo lasciati" di Daniel Handler.
L'ho comprato perché Daniel Handler è Lemony Snicket, ovvero l'autore di Una serie di sfortunati eventi, che è una delle mie saghe preferite in assoluto. Ero curiosa di vedere il suo nuovo lavoro e, sfogliandolo, avevo notato che era anche illustrato, quindi non ci ho pensato due volte e l'ho comperato.
"Perché ci siamo lasciati" è una lettera scritta da Min, la protagonista, al suo ex ragazzo Ed e ripercorre ogni momento della loro storia in relazione ad alcuni oggetti che le sono rimasti (come il biglietto del cinema del loro primo appuntamento, i tappi delle bottiglie di birra che hanno bevuto assieme, le locandine di varie film, un bigliettino nell'armadietto, ect.) e che gli restituisce in una scatola insieme a questa lettera. Per ogni evento darà un motivo per cui sono finiti per spezzarsi il cuore a vicenda.
Sì, mi è piaciuto molto, perché il linguaggio semplice è stato utilizzato in maniera particolare e ha dato modo al lettore di immedesimarsi subito in Min e di vivere con lei questa tanto travolgente quanto sbagliata storia. La diversità tra i due ragazzi ha oltrepassato ogni ostacolo ma ha cambiato radicalmente anche lei, portandola a litigare anche con i suoi migliori amici, mentre Ed non si preoccupava di tutto questo.
Sconvolgente serie di promesse infrante, di parole senza significato, di persone che si intrecciano per qualche istante e poi si lasciano andare, di ferite non sanabili, di sbagli irreparabili.
Un racconto molto semplice, ma molto coinvolgente, a parer mio. Con alcune frasi che ti rimangono nel cuore, perché si sa, tutti una volta nella vita hanno avuto il cuore spezzato e sono stati bramosi di raccontarlo. Min lo fa e non ti puoi staccare dalle sue parole; non vedi l'ora di arrivare alla fine, una fine che ti porterà a detestare tutti i bei momenti trascorsi con Ed del quale ti sei cibato fino ad allora.
Inoltre ho adorato uno dei discorsi finali, in cui lei afferma di aver creduto di essere diventata più bella, più intelligente, più baciabile, più importante solo grazie alle attenzioni di lui, ma non era vero: rimaneva sempre la stessa persona invisibile di prima, senza particolarità né attrattive. Pagine veramente emozionanti, a parer mio.
Quindi, decisamente, sì, mi è piaciuto. Daniel Handler ha saputo riconfermarsi come uno dei scrittori più particolari che io abbia mai letto.

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"If I show you my dark side, will you still hold me tonight? And if I open my heart to you, and show you my weak side, what would you do?"
http://www.youtube.com/watch?v=564xkQxkXco

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Scusa, non ho potuto evitare, appena ho letto questa domanda mi son venute in mente queste parole di questa canzone.
Mi dispiace ma ritengo di non poter rivelare il mio lato nascosto: nessuno lo conosce perché voglio tenerlo segreto, per me. Oh, beh, in realtà una persona lo conosce ed è l'unica persona di cui ciecamente mi fido, perché, lui sì, mi ha stretto lo stesso, seppur conoscendo il mio "dark side"; non voglio però condividerlo con altri.
Posso accennare che ha a che fare con la mia Paura, con quella che mi sta accanto tutti i giorni per ogni cosa. Sono degli atteggiamenti e dei comportamenti che ho verso ciò che mi circonda e che non posso evitare.
È un lato oscuro e, come tale, deve rimanere. Buio, lontano dagli occhi degli altri.

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Quando penso al tempo, mi viene in mente questa canzone.
http://www.youtube.com/watch?v=tjSRY0kl61w
Il primo verso infatti recita: "Time ain't nothing but time," Il tempo non è nient'altro che tempo.
Il mio tempo è per lo più perso. Perché non riesco mai a fare ciò che voglio e, se lo faccio, è come se non fosse veramente ciò che voglio fare.
Magari ora voglio ascoltare musica e impiego il mio tempo così; però tra un'ora mi rimprovererò per non aver scritto, perché tra un'ora vorrò avere scritto.
Per me il tempo è qualcosa che scandisce il presente ma ti costringe a guardare al passato e al futuro. Quando guardi l'ora è sempre per vedere quanto è passato o quanto manca, mai per quanto è.
Il tempo scorre e noi scorriamo più veloci di lui, avanti e indietro, con i nostri pensieri. Vaghiamo in una dimensione esterna ad esso col pensiero, e solo il corpo è poi costretto a viverlo.
Sono d'accordo con i Bon Jovi: il tempo non è nient'altro che tempo.

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