Erica G. (Echoes)

Si sentiva piccola, Erica, seduta sul rialzo dell'Obelisco Flaminio: sola, in quella grande piazza, circondata da persone che scherzavano tra loro, che ridevano, qualcuno addirittura la guardava. E lei aspettava, teneva il telefono in mano e ogni tanto sbirciava lo schermo aspettando un messaggio o una chiamata, da quella persona che attendeva con tanta agitazione.
Erano passati dei mesi, ormai, dalla prima volta in cui aveva sognato quel momento ed ora le si presentava davanti agli occhi. Non riusciva a credere d'essere riuscita ad arrivare fino a lì per davvero - in quel posto, in quella notte, in quell'attesa. Vedeva i minuti scorrere lentamente e intanto il cuore le batteva forte: l'avrebbe incontrato.
Quanto poteva ritenersi fortunata non lo sapeva nemmeno lei. Aveva conosciuto questa persona speciale per caso, si erano trovati a chiacchierare per telefono per mesi, a messaggiare fino a notte fonda, a fare il conto alla rovescia che finalmente si era esaurito - perché era lì, lo stava per vedere, si sarebbero incontrati, abbracciati. Avrebbero potuto finalmente guardarsi negli occhi mentre sovrapponevano la risata di uno all'altra.
E i minuti scorrevano lenti, ed Erica temeva che non sarebbe mai arrivato, che avesse cambiato idea, che fosse stato tutto uno stupido scherzo. Rileggeva gli ultimi messaggi che si erano scritti, la descrizione di se stessa che gli aveva fatto - "Indosso le mie converse, la maglietta bianca di Nothing else matters, dei pantaloncini corti e ho una borsa nera con me." - perché la riconoscesse più in fretta, per cercare di tranquillizzarsi.
Teneva lo sguardo fisso a terra, nervosa. Si sarebbero incontrati, sì. Erica si fidava di lui, non l'avrebbe lasciata sola lì ad aspettare, mai. E, mentre provava l'impulso di fuggire, all'improvviso un paio di scarpe comparvero nella sua visuale e si fermarono di fronte a lei, in attesa.
Alzò lo sguardo, cercando di trovare qualcosa di intelligente da dire - perché al momento nel suo cervello non vi era nulla - e poi si fermò, guardando quel volto sorridente che le si parava davanti.
Si alzò in piedi, mentre il sorriso compariva anche tra le sue labbra e, senza dire nulla, lo abbracciò forte. Sentire quelle braccia, dopo tanto tempo, la riempì di gioia.
Lo abbracciò forte, e il tempo si perse con loro, all'interno di quella stretta.

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Mmh, per le persone che seguo di più su Ask, anche se sarebbero molte di più.

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A @micheledinichilo associo il blu. Perché è il mio colore preferito, perché secondo me nel blu risiedono i più grandi abbracci che possano esistere. Perché il blu accarezza e avvolge, il blu dona calore, come lui.
A @RosieRockOn associo il rosso, perché è la mia sis e il colore intenso del rosso rappresenta benissimo l'affetto intenso che provo per lei.
A @somekindofmadness associo il verde, spontaneamente. Perché il verde mi piace moltissimo; poi ogni volta che entro nel suo profilo vengo travolta da questo colore e ogni volta che penso a lui immagino il verde. Verde, speranza.
A @Giuggiuls associo il bianco panna. Perché la trovo una persona pura, semplice e piena di luce da donare al mondo: panna perché trasmette quel pizzico di dolcezza che la contraddistingue.

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Ci conserverei il mio sogno di scrivere e tutte le mie idee e i miei scritti, perché voglio poter continuare a scrivere in eterno - se perdessi questo, infatti, non esisterei più.
Ci conserverei un pezzo di cioccolato, probabilmente, perché lo adoro. E magari anche una penna blu, un peluche e un tulipano bianco: secondo me piccole caratteristiche di me stessa, che mi permetterebbero di non perdermi mai.
Ci conserverei la speranza, perché è solo per quella che lotto ogni giorno della mia vita.
Ci conserverei una persona speciale: un angelo, un tesoro che aspetto di abbracciare, perché non voglio rischiare di perderlo. E con questa persona metterei anche tutti gli abbracci e le carezze che voglio regalargli.
Infine ci conserverei il mio cuore, per evitare che possa sgretolarsi ancora e lasciarmi sola.

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Oh, quante volte m'è capitato! Mi faceva davvero innervosire, non riuscivo a sopportarlo; avrei avuto voglia di insultare le persone che mi rispondevano con "Eh?", "Boh", "Che vuoi dire?", "Ma che ne so!", "Chi sono io, un professore?" o "Ahahah" ecc ecc. Allora ho cominciato a fare Ask4Like solo a chi mi sembrava in grado di rispondere e, nonostante questo, continuavano ad arrivarmi risposte deludenti. Allora ho smesso di fare particolari Ask4Like - devo anche dire che non me ne sono stati più chiesti - e mi sono arresa al fatto che la maggior parte delle persone che sta su Ask non ha la benché minima intenzione di fare la persona seria e di sfruttare il sito per il motivo per cui è stato creato.
Anche perché, per fare le domande, io ci penso molto per non farle banali; trovo irritante - a dir poco - che chi me le chiede non ha poi neanche voglia di pensare per DUE minuti della propria vita e cercare di essere più serio possibile!
Ma ho capito che purtroppo c'è crisi per tutto, perfino per la materia grigia da utilizzare.

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