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Erica G. (Echoes)

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Erica, son tornata. Ultimamente non ho avuto voglia di ritornare qui, ero arrabbiata. Come stai?

CarotaBOH’s Profile Photodany
Tranquilla. Come mai arrabbiata? Se vuoi parlarne.
Io sto. Mi ha chiamata, infine. E ho avuto altri casini. Però ora sto un po' meglio.

Stasera parliamo un po' su facebook?

Onioshi
Piccola, scusami ma è stata una giornata tremenda. Se vuoi domani puoi anche chiamarmi. Oppure mi scrivi su facebook ora. Come vuoi.

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Ma figurati, non me ne sono nemmeno accorta! E ovviamente anch'io adoro quell'album, anche se non è il mio preferito. Tu scrivi sempre troppo bene, quindi di niente, lo penso davvero.

Boh, io adoro The Wall. Per fortuna non te ne sei accorta!
E grazie mille, mi fanno davvero piacere le tue parole.

Oddio, Erica, ma la tua analisi di The Wall è stupenda, ci tenevo a dirtelo!

Oh, cara, grazie mille! Anche se ho fatto parecchi errori (ho scritto Young last anziché Young lust, che vergogna!) e non sono riuscita a dire tutto quello che volevo, ho provato a fare del mio meglio. Amo quell'album, è... geniale, non ci sono abbastanza parole per descriverlo.
Grazie comunque, sempre molto gentile.

E come sono andate, ieri? E oggi come va?

letterstoannie’s Profile PhotoAnnie.
Tutto a meraviglia! Anche se abbiamo passato più di un'ora a mangiare cioccolatini (la nuova canzone parla di un mondo di cioccolata).
Oggi abbastanza bene, dai. Ho ascoltato praticamente tutto The Wall fino ad ora e sono un po' stanca, ma a parte questo abbastanza bene, dai. Tu?
Liked by: Onioshi

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- continua - Si arriva perciò alla celeberrima Comfortably numb. Qui Pink si sente male e quando il medico gli fa qualche domanda riguardo alla sua infanzia, lui risponde in modo confuso. Isolato completamente dal resto del mondo, racconta di essere diventato, crescendo, "piacevolmente insensibile". Ormai è cresciuto, dietro a quel muro, e non può fare altro che ricordare il dolore come tramite un vetro spesso, come se ormai gli fosse talmente tanto amico da non rendersi quasi conto della sua presenza.
Si prosegue e arriva The show must go on. Qui viene evidenziato come, nonostante i suoi malori (fisici e psichici), Pink sia comunque costretto a continuare la sua vita, sia come rock star - obbligato dai suoi produttori - che come individuo: lo show deve continuare, che sia dentro o fuori del muro, non può permettersi di lasciarsi andare.
Ed ecco In the flesh, che ritrae una specie di concerto di Pink, dove impreca contro il pubblico, come se fosse impazzito, come se non riuscisse più a trovare una pace interiore e come se la sua unica soluzione sia prendersela con gli altri, cosa ripresa poi in Run like hell e in Waiting for the worms.
Capito di non poter più andare avanti a vivere dietro al suo Muro, in Stop, Pink esalta la sua volontà di cambiare le cose, immaginando di dover essere sottoposto ad un processo, che verrà trattato nella canzone successiva.
Infatti in The Trial viene eseguito un processo a Pink, colpevole di aver distrutto la sua vita riducendola a mera sopravvivenza, lontano dalle persone e dalla società. Vi entrano vari testimoni - gli stessi che aveva chiamato lui "mattoni", come gli insegnanti e la madre - e viene accusato di aver agito in maniera "quasi umana". Non ha quindi cercato di affrontare le sue sofferenze, ma le ha allontanate da lui procurandosi un dolore ancora più grande. Il giudice impone quindi a Pink di abbattere il muro - anche se non è spiegato come lo farà.
E l'album si conclude con Outside the wall, una riflessione sulla storia.
Nessuno può veramente isolarsi nel mondo perché tutti prima o poi sentiranno il bisogno dirompente di farne parte. La morale è che tutti riusciranno a uscirne, prima o poi. Eppure c'è anche un altro significato che può essere visto, secondo me: che chiudersi nel muro non ti aiuta, ma ti allontana. E nel momento stesso in cui sei pronto ad aprire quel muro, probabilmente le persone che ti aspettavi non saranno più lì per te. Un altro punto su cui riflettere, poi, secondo il mio chitarrista, è che l'ultima canzone conclude con le parole "Isn't this where..." e la prima inizia con "... we came in?" a significare che è comunque un circolo vizioso che non si chiuderà mai. Una volta uscito dal muro, qualcuno ci tornerà dentro al posto tuo.
Ecco, ti odio per questa domanda, ci ho perso un pomeriggio e non ho detto nemmeno tutto quello che volevo, per mancanza di spazio. Ti odio, ti odio, ti odio.

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- continua - La canzone finisce con il verso: "Why are you running away?": evidentemente anche la ragazza, presa alla sprovvista dai toni di Pink, è scappata via, lasciandolo solo.
Don't leave me now: Pink qui semplicemente implora la moglie di tornare da lui, di non lasciarlo, ed esprime tutto il bisogno che ha di lei. Continua a ripetere "Non lasciarmi", quasi come fosse un lamento: è evidente che Pink sta cadendo in uno stato di depressione e che la perdita della donna lo farebbe crollare completamente. Nonostante infatti tutto il suo Muro, ha comunque ancora bisogno di lei a cui aggrapparsi.
E si arriva al culmine del muro: Another brick in the wall, part III. Qui Pink ormai ha trasformato la sua delusione, la sua tristezza, il suo senso di perdita in pura rabbia: è arrivato al limite e non può più sopportare tutto il dolore che già gli hanno recato. Ormai non riesce più a distinguere chi gli ha fatto del bene e chi del male, perché riduce tutti quanti a soli mattoni. La cosa che gli rimane da fare è perciò concludere il Muro.
Ed ecco concludersi il primo disco: Goodbye cruel world è il saluto ufficiale di Pink a tutti quelli che ha conosciuto o potrebbe conoscere; è il suo addio, semplicemente, alla vita. Il suo muro è concluso, ormai è completamente separato dalla società e da tutti gli altri, non gli rimane che salutare in modo perentorio tutti, con una sola parola, ripetuta più volte, per enfasi: goodbye.
Inizia il secondo disco, Hey you. Beh, Pink si è reso conto di aver sbagliato ad alzare quell'enorme muro tra lui e il mondo, perché ora è solo. I suoi reclami d'aiuto non vengono percepiti, nessuno lo sente, nessuno può scavalcare quei mattoni, né tanto meno romperli. Ma continua a sperare di riuscire a essere sentito, continua a chiamare, implorando un aiuto, con disperazione. Questo è l'inizio del suo tentativo di redenzione.
Segue a questa richiesta Is there anybody out there?, che ripete questa domanda quattro volte in tutta la canzone senza una risposta. Il suo richiamo, la sua richiesta d'aiuto al di là del muro ancora nessuno riesce a sentirla e a raccoglierla. Un triste arpeggio di chitarra, segue poi, quasi come se volesse rendere partecipe delle sensazioni di solitudine e tristezza che ormai avvolgono completamente Pink.
In Nobody home quindi Pink si ritrova a descrivere la sua vita, dietro al muro che si è creato. Non gli manca niente, ha tutto ciò che può desiderare e probabilmente molti anche lo invidiano per ciò che ha, ma gli manca un posto. "I got nowhere to fly to," dice, ricordando che se chiamerà a casa non risponderà nessuno. Rimane solo, negli agi, dietro al muro, lontano da un affetto che tanto agogna.
In Vera, Pink ricorda il padre che non ha mai conosciuto a causa della sua morte durante la seconda guerra mondiale e finisce con una nota cupa: "Does anybody else here feel the way I do?", proprio per ribadire il suo senso di solitudine e vuoto, che viene poi ripresa in Bring the boys back home. - continua -

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- continua - Qui ci sono i toni di ribellione, di ingiustizia, tipici anche dell'età adolescenziale, che gridano per cercare di farsi sentire ed essere ascoltati.
La canzone finisce, lasciando la parola ad un altro brano, Mother. Cosa ci si può aspettare dalla propria madre? Forse un po' di aiuto, di vicinanza, d'amore e affetto. Invece per Pink la presenza materna sarà un altro motivo per costruire il suo Muro, o meglio, un aiuto. Infatti la madre, nel tentativo di proteggere il figlio dalla società, dal male che può affliggerlo, è fin troppo protettiva e non farà altro che aiutarlo a nascondersi dietro alla facciata che già stava costruendo da solo, anziché aiutarlo ad uscirne. Il testo, crudelmente, recita: "Mother's gonna make all of your nightmares come true", per far evidenziare che gli incubi del ragazzo peggiorano e vanno realizzandosi proprio grazie alla figura materna. Alla conclusione del brano, Pink chiede se era davvero così necessario che diventasse così alto - il Muro. La mancanza di una figura paterna e l'ossessionante e assillante presenza di quella materna hanno fatto sì che il ragazzo si nascondesse ancora di più; una costante voglia di crescere ed essere indipendente contrastata ininterrottamente dal desiderio della madre di continuare a proteggerlo.
Si passa a Goodbye blue sky. La guerra è finalmente finita, ma non è motivo di gioia per Pink che, comunque, si ritrova ancora a dover vivere oppresso dalla mancanza paterna e dalla presenza materna. "The pain lingers on" si limita a dire, facendo intuire che il suo interiore comunque non accenna ad andarsene, ancora troppo vivido.
Altro brano che amo: Empty Space. Qui ormai Pink è cresciuto e si è sposato, ma purtroppo il matrimonio non sembra proseguire al meglio, anzi, è pieno di "empty space", spazi vuoti, silenzio. Probabilmente causati proprio per via del solido muro che si è creato durante gli anni. Mentre Pink si interroga però su come riempire quei vuoti, quei silenzi, non fa altro che trovare come soluzione il completamento del muro, anziché la sua disgregazione. Ormai è più semplice separarsi dagli altri mettendo un mattone sopra l'altro che far cadere quella solida protezione.
Si passa così a Young last. Qui Pink ormai è diventato una rock star e viene travolto dalla "lussuria giovane", ovvero le groupies che lo circondano. Si sta chiedendo se loro possano farlo sentire meglio, renderlo più forte, proprio quando la canzone viene interrotta dalla registrazione di una telefonata, dove si capisce che il suo matrimonio con la moglie ormai è completamente finito, perché lei sta con un altro.
One of my turns è la reazione di Pink a questa notizia: invita nel suo appartamento una ragazza che cerca di attirare la sua attenzione in tutti i modi, ma lui rimane impassibile, confuso, probabilmente perché ripensa al suo matrimonio che ormai è giunto al termine. Poi, i toni bassi e tristi diventano più forti, quasi aggressivi nei confronti della donna. - continua -

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The wall, dei Pink Floyd. Cosa ne pensi? Analizza l'evoluzione di Pink attraverso la storia.

somekindofmadness’s Profile PhotoVendo lattuga;
U know, io credo che The Wall sia un vero e proprio capolavoro.
Anche se mi dispiace che non ci sia Richard Wright e ritengo che Roger Waters abbia un po' monopolizzato la band, non posso che adorare quest'album.
Come ben sai tutte le canzoni ruotano attorno a The Wall, Il Muro che Pink, il protagonista, si ritrova a costruire dopo numerose vicende della sua vita.
Ma analizziamo la sua storia.
Nella prima canzone del primo cd, In the flesh?, inizia il suo racconto. Attraverso alcuni versi già ti anticipa che, per capire bene a fondo la sua storia, non bisogna limitarsi alle apparenze, ma andare oltre alle maschere che porta, oltre quindi al suo stesso muro. Il brano si chiude con un suono che ricorda uno sparo (che suggerisce la morte del padre) e poi un breve attimo di silenzio, prima del pianto di un bambino. Ecco: è nato Pink.
La seconda canzone, The thin ice, parla dei primi anni d'infanzia di Pink. Nei primi versi viene ricordato il bene di entrambi i genitori verso di lui - il che fa capire che ancora non ha compreso cos'è successo in realtà al padre - per poi concludere la canzone in una metafora connessa al ghiaccio: se si pattina sopra ad uno strato di ghiaccio sottile, non ci si può poi sorprendere della crepa che si crea e che ti porta in fondo agli abissi e alle più profonde paure. Questo secondo me significa che ciò che si fa contro qualcuno di fragile (in questo caso Pink, ancora bambino) può avere ripercussioni più gravi, nel corso del tempo. E in questa storia, la ripercussione inizia nel brano successivo, con l'inizio della costruzione del Muro.
Another brick in the wall, part I.: Pink sta crescendo e comincia a capire cosa è successo. Suo padre è morto in guerra e non tornerà più. Ma ha ancora una mente infantile e, invece di incolpare la guerra, tende a dare la responsabilità della cosa al padre stesso, come secondo me si capisce dai versi: "Daddy, what'd'ja leave behind for me? All in all it was just a brick in the wall." Cosa ha lasciato il padre, secondo Pink? Solamente un mattone nel muro, un mattone dal quale lui stesso comincerà a costruire il suo Muro. Sembra quasi che cada la responsabilità tutta al padre. (E il video a mostrare la sensazione di abbandono è stupendo, comunque.)
Altra traccia, altro pezzo di storia. Siamo a The happiest days of our lives. Pink comincia ad andare a scuola, ma si ritrova in mezzo a insegnanti molto severi, violenti e anche molto canzonatori. Cosa può esserci dopo quest'orribile oppressione scolastica, quindi? Cosa potrà accadere?
Mi sembra ovvio: il muro inizia a formarsi, con un altro mattone. Another brick in the wall, part II prende così largo, dando il via a una protesta contro l'istituzione scolastica. Adorabili i cori fatti da un gruppo di ragazzi, proprio come se fossero gli stessi studenti a lamentarsi di ciò di cui si fa portavoce Pink. - continua -

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ask4like- TEST: 5 oggetti a cui sei legato sentimentalmente? 4 oggetti che ti ricordano persone a te care e quali persone? 3 oggetti che reputi strani e che trovi simpatici? 2 oggetti della tua infanzia? Un oggetto che ti porti sempre dietro? Spiega i perché delle tue scelte!!!

Oggetti a cui sono legata sentimentalmente:
1. Un peluche a forma di cuore con cui dormo sempre.;
2. I cd delle canzoni del musical "La magnolia bianca".;
3. Le mie prime bacchette della batteria che ormai sono passate a miglior vita.;
4. La Smemoranda del 1998 di mia zia che mi ha regalato e dove scrivo tutte le mie idee per le mie storie.;
5. La mia penna stilografica con cui ho firmato il mio primo contratto di pubblicazione, ahw.
Oggetti che mi ricordano persone care e quali persone:
1. La fascia del concerto dei Bon Jovi, mi ricorda Arianna e Chiara.;
2. Il pennino del telefono, mi ricorda Stefano.;
3. Una collana con la lettera D e un cuore spezzato che mi è stata regalata da Sara, una delle mie ex migliori amiche (che porto sempre).;
4. Un portafoto con un collage di scatti miei, del mio migliore amico, Davide, e della mia migliore amica, Anna Maria.
Oggetti che reputo strani/che trovo simpatici:
1. Lo scacciapensieri.;
2. La pinzatrice (dai, non è "normale"!).;
3. Il ventaglio (sì, mi fa ridere).
Oggetti della mia infanzia:
1. Il mio primo diario.;
2. Un paio di orecchini che non porto più ma non riesco a buttare via.
Oggetto che porto sempre con me:
1. Un minerale blu "portafortuna", senza di esso non esco mai di casa.

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Io come al solito, tutto bene.. tu suoni? quale strumento in particolare? il tuo amore per la musica dove e come è nato? ti è stato trasmesso da qualcuno? cosa provi quando suoni? cos'è veramente la musica per te? quanto conta? (scusa per l'interrogatorio XD)

IdeologyACAB’s Profile Photoidk
Yep.
Il mio strumento è la batteria, ma so suonare anche il basso, abbastanza la chitarra e il pianoforte, so qualcosa di flauto traverso e sto imparando bene l'ukulele.
Mio padre era un bravissimo chitarrista, ama la musica come credo non abbia mai amato nient'altro - né nessun altro - in vita sua. Io adoravo ascoltare, durante i viaggi in macchina, i suoi cd Anni Ottanta; a casa mi drogavo delle sue cassette tutto il giorno. Mio padre, vedendo quanto mi piacevano gruppi che per una bambina di otto anni non dovevano neanche esistere (come Toto, Led Zeppelin, Rory Gallagher, Deep Purple, ect.), iniziò a portarmi con sé alle sue prove. Rimanevo lì e cantavo, ridevo, ascoltavo; amavo quel mondo di musica, di canzoni, di suoni. Mi insegnò qualcosa di chitarra.
Mia sorella più grande aveva appena iniziato a studiare pianoforte. Ne comprammo uno e lei cominciò a studiare da privato; io le chiedevo di insegnarmi le cose più semplici e di nascosto provavo a suonare i suoi spartiti e studiavo anche i suoi manuali di teoria quando lei non c'era (era molto gelosa).
Alle medie si era istituita una settimana interamente dedicata alla musica, dove ognuno doveva scegliere uno strumento da approfondire. Volevo andare nel gruppo di violino ma, per mancanza di posti, mi hanno trasferito a batteria. Non ero molto contenta - ero l'unica femmina! - ma l'insegnante, scegliendo a caso uno tra di noi, mi chiese di andare a provare. Nel momento stesso in cui ho preso le bacchette in mano e senza saperlo - copiavo semplicemente ciò che avevo visto fare dai batteristi con cui aveva suonato mio padre - suonai subito uno dei tempi basi delle canzoni, senza sbagliare. In quel momento mi sono sentita estremamente libera. Sarebbero passati altri sei mesi prima che mio padre si convincesse a comprarmi la batteria e a mandarmi a scuola di musica.
Fu bellissimo e il mio insegnante subito si complimentò con me per il mio "talento naturale" e per le conoscenze musicali che avevo appreso, nonché per i gusti che avevo acquisito in quegli anni. Cominciò a farmi lezioni supplementari non previste per propormi a un livello più avanzato. Un giorno, mentre aspettavo che arrivasse, sentii un ragazzo suonare il basso. Chiesi quindi al mio insegnante se era possibile avere qualche nozione base di quello - che mio padre definiva lo strumento ritmico "in coppia" con la batteria. Presto detto, mi insegnò a suonare anche il basso (mantenendo sempre come prima scelta la batteria, però, e concentrandomi su quella).
L'ukulele invece, ho iniziato a suonarlo poco fa (a dicembre) perché me l'hanno regalato per il compleanno "per scherzo"; invece io l'ho amato e lo sto imparando da autodidatta.
Tutt'ora suono la batteria con due gruppi (uno cover, uno canzoni nostre).
La musica è parte integrante di me. Un dono, una salvezza. Non è la più importante - rimarrà sempre la scrittura - ma senza sarei completamente persa. In momenti bui mi mostra sempre dov'è la luce e mi sprona a inseguire i miei sogni.

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Poco chiara? No, muffin, la tua risposta è PIU' che chiara. E anche stupenda. Spero davvero per te che sarà come dici tu, perché te lo meriti, perché sei fantastica.

escapethereality’s Profile PhotoAlessia.
Lo sarà, setolagrill, se quel giorno mi verrai a prendere per portarmi via con te.

Sì, lo spero pure io! Mi dispiace per questa cosa, ma cerca di non pensarci e continua a star bene! L'ukulele è uno strumento fantastico, uno dei prossimi che comprerò, voglio impararlo :3 So che non è molto difficile se si sa suonare la chitarra, giusto?

letterstoannie’s Profile PhotoAnnie.
Sì, imparalo, mette allegria!
No, non è molto difficile, basta mettersi un po' lì e poi diventa automatico!
Scusa il ritardo, ero ancora a prove, ovviamente.

Dipendenza dalla tecnologia, tu quanta ne hai? Preferisci passare una giornata davanti al pc o all'esterno correndo il rischio di vedere prutti cerffi? http://www.youtube.com/watch?v=vuFsx3LZqEE

Non ho potuto guardare il link perché in questi giorni la connessione a YouTube mi dà problemi, lo guarderò con calma appena si risistema.
Well: io ho un po' di dipendenza tecnologica, forse anche molta. Però personalmente preferisco uscire.
Intendo dire: sono molto attaccata alla tecnologia perché molte volte non ho la possibilità di andare fuori di casa e stare con altri, quindi mi metto davanti al computer e ci passo anche molto tempo. Se però mi chiedono di andare via, sono subito con la borsa, il giubbotto e le chiavi in mano, perché respirare un po' è bellissimo, per me.
Quindi, tutto sommato, mi ritengo ancora "dipendente a metà".
(Tranquillo per l'errore, avevo capito che intendevi "brutti ceffi".)
Liked by: marco

- creazione di un genere più particolare. Mi ha fatto ascoltare qualche cosa inventata da lui e io qualcosa inventata da me, ci siamo confrontati e poi abbiamo parlato molto della situazione. Ci siamo divertiti tanto, comunque. Come stai oggi?

letterstoannie’s Profile PhotoAnnie.
Ciao, cara Annie! :)
Che bello, non hai idea di quanto mi faccia piacere! Spero vivamente che questo sia l'inizio di una maggiore unità tra di voi e che prosegua per il meglio.
Che genere vorreste fare?
Andava tutto bene fino a un'ora fa, ora mi sento "messa da parte" da una persona. Cerco di non pensarci. No matter. Essenzialmente comunque sto bene, sì, sto suonando un po' l'ukulele, per imparare meglio un arpeggio e rilassarmi e canticchio un po' quindi son proprio di buon umore. (Devi sapere che sono un disastro a cantare e quindi lo evito sempre.)
Liked by: marco Annie.

Sono davvero contenta che tu stia bene, oggi! *W* Comunque, anche a noi è andata bene. Mi ha sorpreso perché abbiamo parlato di come ci sentiamo nel gruppo, sembra non esserci unità ecc. e invece io e lui siamo sempre disposti a creare e suonare. Abbiamo ascoltato un po' di musica per ispirarci alla

letterstoannie’s Profile PhotoAnnie.
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