Erica G. (Echoes)

Secondo me il fine della vita è realizzarsi. Mi viene in mente una citazione di Skins:

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"Sai gli album da colorare dei piccoli, tu li hai presente, Jusy? Io li odiavo. Cioè, se proprio dovevo disegnare una casa non volevo che qualcun altro avesse già deciso come fosse."
(Chris Miles, Skins, 2x05)

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Ecco, io credo che il fine della vita sia quello di riuscire a progettare le cose che vogliamo da soli. Quando nasciamo ci sono le persone attorno a noi che ci indirizzano nelle cose e che ci guidano passo dopo passo, e noi ci limitiamo a seguire quello che gli altri ci dicono di fare. Crescendo dobbiamo acquisire le capacità necessarie per fare da soli ciò che prima facevano gli altri per noi e, spesso, siamo anche impazienti di raggiungere questa indipendenza, soffriamo l'essere continuamente seguiti da altri, nonostante sappiamo benissimo che da soli non riusciremmo mai a fare tanto.
Ecco, secondo me, lo scopo della vita, è arrivare a costruirci quella casa da soli, proprio come la abbiamo sempre desiderata da bambini, senza più il bisogno di qualcun altro che disegna per noi.

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Scusa se ci ho messo un po' a rispondere.

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Io non starei MAI con una persona uguale a me in tutto e per tutto. Ma per un semplice motivo, sai, non tanto il fatto che non mi piaccio caratterialmente, è che sarebbe praticamente impossibile. Cioè, non ci parleremmo. Magari finiremmo per guardarci da lontano, entrambi impazienti che sia l'altro a fare la prima mossa, e così passeranno le ore, i giorni, gli anni! Non potrei mai stare con me stessa perché non riuscirei nemmeno a conoscermi. Io faccio troppa fatica ad uscire con la gente, è la gente che deve farmi uscire.
Non sono tuttavia nemmeno dell'idea che gli opposti si attraggano. Insomma, non potrei allo stesso tempo mai stare con una persona troppo esuberante, magari amante delle discoteche e con un carattere che risalta troppo, sempre al centro dell'attenzione. Mi oscurerebbe, mi farebbe sentire completamente, totalmente inadeguata.
Io credo che due persone per stare bene assieme debbano avere dei caratteri complementari, di modo che si aiutino nei difetti, migliorandosi, sempre pur rimanendo su una stessa linea d'onda. Chi è troppo diverso non trova nulla in comune di cui parlare, con cui divertirsi, non credi?
Personalmente perché una persona mi interessi non deve avere grandissime caratteristiche particolari. Innanzitutto fisicamente mi piace un po' di più se ha i capelli scuri e gli occhi chiari, ma non è una condizione necessaria né sufficiente. Deve essere abbastanza espansivo, in modo da portermi aprire quando mi chiudo a riccio. Deve sapermi far ridere, sorridere, deve esserci. Mi piace molto la dolcezza, perché vivo di parole molto più che di persone, così tendo più ad affezionarmi molto a chi mi culla di frasi che hanno il sapore di abbracci e carezze. Deve avere qualcosa in comune. Musica, libri, arte, passioni. Non potrò mai innamorarmi di chi non ha mai letto un libro in vita sua se non per scuola. Con chi potrei condividere poi i miei saperi sulla letteratura? Deve ascoltarmi, essì, per sua grande disgrazia, deve ascoltarmi.
Come sono io? Io sono timida e chiusa, ma quando mi apro lo faccio con tutto il cuore. Non ho mezze misure: o non parlo o non sto mai zitta. Non ho mezze misure: amo come se non ci fosse un domani, eppure lo faccio sempre in silenzio, non rivelo mai i miei sentimenti, anzi, spesso li nego. Mi piace parlare d'arte, di libri, di musica; vorrei qualcuno con cui parlare, prima, e da abbracciare, poi. Sono dolce, tremendamente dolce, troppo dolce. Permalosa, anche, e spesso testarda. Mi piace sentirmi dire cento volte al giorno "Non ti lascerò", forse perché ne ho bisogno, perché ho paura, perché mi fido delle persone ma non mi fido del mondo e temo che prima o poi mi porti via tutti.
Vorrei qualcuno diverso da me, ma che possa comunque farmi sentire avvolta da braccia riconosciute.

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Ho sentito spesso e volentieri la mancanza di persone apparentemente appartenenti alla mia vita, realmente appartenenti solo ad un passato che cercavo in tutti i modi di incatenare a me per non lasciarlo andare via, per non affrontare ciò che mi attendeva nel presente.
Io credo ora, a distanza di tempo, senza mancanze alcune ormai, che la mancanza prima o poi si deve superare, non sopperire. Se hai un buco è perché qualcosa è stato tolto o se n'è andato. E se se n'è andato significava che non voleva rimanere, se è stato tolto ci sono stati sicuramente dei motivi molto validi. E per quanto questi vuoti possano fare male e a volte fare anche paura, al punto che si tenta disperatamente di riempirli in qualche modo, con qualunque cosa, è meglio che vengano lasciati andare. Quegli spazi vuoti sono semplicemente dei fogli bianchi dove si deve ricominciare a disegnare qualcosa. Magari con colori diversi. Ma non si può continuare a cercare sempre lo stesso quadro per tutta la vita, bisogna sperimentare, girare il mondo e, soprattutto, vivere.

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Penso che ci metterei dentro tutti quei "per sempre" che le persone a me care ora mi dicono, per rivedere poi se veramente sono ancora lì accanto o se sono fuggiti durante la corsa contro il tempo, contro il mondo.
Penso che ci metterei un foglio con tutti i miei progetti e i miei sogni, per poter poi verificare di averli realizzati tutti, uno ad uno, oppure fare in modo che nei prossimi anni si realizzano, se li avevo dimenticati.
Penso che ci metterei una copia del mio libro preferito, perché non voglio dimenticarlo, perché voglio rileggerlo quando sarò troppo grande per non averne trovato un altro nel frattempo.
Penso che ci metterei una fotografia di quando ero piccola, una dove dietro ci sono le parole "Prenditi cura di me", per ritrovarmi da grande e poter essere soddisfatta della persona che sono diventata.
Penso che ci metterei dentro molte lettere, piene di me, di quella me che prova emozioni e sentimenti in ogni attimo, che raccoglie amore da ogni singolo oggetto, per poter in un futuro rivivere tutte quelle sensazioni giovani.
Penso che ci metterei dentro un foglio con scritto "Sono felice" perché vorrei rileggerlo dopo cinquant'anni e sorridere, pensando che veramente lo ero, che ho vissuto col sorriso nonostante tutto, che sono riuscita veramente a prendermi cura di me stessa e ad amarmi, per ricordarmi felice.

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