Erica G. (Echoes)

Non credo mi sia veramente mai capitato. Spesso lancio delle frecciatine che lasciano a bocca aperta, ma non al punto di rimanere senza parole. Recentemente, per esempio, un amico non mi aveva detto una cosa per non farmi "venire strane idee" e, parlando di tutt'altro, l'altra sera gli ho detto "Ah, già, tu sei molto ferrato nel nascondere le cose per non ferire la gente." Al che è rimasto completamente in silenzio, facendo poi una risatina colpevole.
Altra storia, con la professoressa di Arte, giusto questa mattina. Sono stata a casa 7 giorni da scuola poiché ho avuto una tonsillite con ascesso che mi ha portata ad avere la febbre a più di 39 per diversi giorni, saltando così tre delle sue preziosissime lezioni. All'ultima aveva commentato alla classe dicendo: "Ma Erica dov'è sparita?" e i miei compagni: "Ha la tonsillite." E lei, in tutto la sua acidità, ha ribadito: "Ma come la tonsillite, è da un mese oramai che non la vedo! Mio nipote ha avuto la tonsillite e dopo due giorni era già a scuola!" Insinuando poi come io fossi rimasta a casa solo ed esclusivamente per saltare le sue ore ed evitare un'interrogazione che mi aveva promesso. Oggi sono andata lì, l'ho incontrata in corridoio e, furiosa, l'ho fermata, dicendole: "Buongiorno, professoressa, sono tornata. Ho avuto la febbre a 39, cosa che magari suo nipote non aveva, e un ascesso che mi rischiava il drenaggio in ospedale. Sono l'unica persona che da quando è arrivata non ha mai saltato nessun compito e nessuna interrogazione, mentre tanti miei compagni sono stati presenti sì e no a un terzo delle sue lezioni. Mi sembra particolarmente ingiusto fare insinuazioni sulla mia assenza, quando ci sono alcuni compagni che hanno saltato l'ultimo compito e non sono stati interrogati e non verranno più chiamati, poiché loro evidentemente sono più giustificabili di me per il cognome che portano. Volevo solo sapesse che sono ancora sotto cortisone e antibiotici e non ho intenzione di fare la sua interrogazione perché voglio avere lo stesso trattamento degli altri, dato che loro non hanno recuperato nulla. Mi porti pure con l'insufficienza al consiglio, arrivederci."
Lo so, dovevo risparmiarmelo. Ma all'esame lei non c'è e io non sopporto certi trattamenti.

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Secondo me le parole sono da sempre l'arma più potente per ferire una persona. Le parole, infatti, hanno questo terribile potere di contenere i sentimenti: l'odio, il disprezzo, il risentimento per qualcuno può veramente essere trasmesso solo con le parole. I gesti, beh, quelli possono essere dimenticati molto più facilmente: una ferita fisica guarisce, tutto si sistema, lentamente. Ma le parole possono insinuarsi nella mente e non uscirne più. Le parole si ricordano continuamente e si infilano dove meno te l'aspetti: sotto le unghie di una mano, sulla cute, tra una ciglia e l'altra di un occhio. Secondo me sono davvero potenti, queste parole.
Premesso questo, "impegnarsi tanto per ferire qualcuno a parole" ritengo sia una cosa orribile, ma se uno proprio vuole farlo può farlo. Non credo che la persona che ti ha davanti dimentichi effettivamente tutto dopo 5 minuti, a meno che non ti sia particolarmente indifferente - ma in quel caso qualsiasi cosa fatta per "far male" non lo ferirebbe minimamente.
Non credo che sia possibile schermarsi da ogni attacco, altrimenti saremmo tutti forti e invulnerabili, persone senza talloni d'Achille. Bisogna solo saper andare avanti e accettare le ferite che subiamo con più determinazione possibile.

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Cerco una persona sincera, ironica, disponibile e dolce. Cerco sempre queste caratteristiche in qualcuno perché possa veramente piacermi come persona, che sia amica o altro è indifferente. Inoltre richiedo anche che abbia una cultura, un interesse: musicale, artistico, letterario, cinematografico, politico, sportivo... non mi interessa di che genere, ma deve avere qualche predilezione, qualche cosa di cui può parlarmi per ore e io posso rimanere ad ascoltare sorridendo e imparare sempre di più. Credo che la cultura sia una delle cose che più mi attirino delle persone.
Inoltre devono sapere ascoltare. Ragazzi, è una dote rara. So che la maggior parte - se non la totale parte - della gente si ritiene un'ottima ascoltatrice ma davvero non è così. Ho incontrato persone che se ne vantavano chiedendomi addirittura di parlare con loro in ogni momento, per poi scoprire che appena raccontavi una cosa A loro ne approfittavano per parlare della loro cosa B dimenticandosi probabilmente il 99% di quello che avevi appena detto. Yeah.
E questo è un difetto che mi fa allontanare, decisamente. Mi fa allontanare anche la superficialità, soprattutto di alcune ragazze, chiuse nel mondo discoteca-tacchi-ballare-moda-selfie. Mi fa allontanare la superbia di alcune persone e l'arroganza. Chi ti tratta come se stesse comunque sempre uno scalino sopra di te. Chi ferisce, con parole e spade. Chi non porta rispetto né per le persone né per le cose. L'ipocrisia, chi parla alle spalle, chi chiede tanto e non dà nulla in cambio.

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Già: alla fine rimango sola. Con Tommy, il mio amico immaginario.

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Tradire se stessi è un istante
Invano cerchiamo coerenza
Ci assilla, spietato e incostante
Il disordine di ogni esperienza.

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Tradire in amor non è bello
Ma solo di tempo è questione
Un anno ancora e Otello
Avrebbe avuto ragione.

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Tradire tradurre tramare
Son trappole forse del male.

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Tradire la patria è da vile?
Non diteci che è un disonore
È solo questione di stile
Cambiare divisa e colore.

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Tradire un amico sincero
È forse peggio di tutto
Ma siamo sicuri davvero
Che lui non l'abbia già fatto?

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Tradire tradurre tramare
Son necessari all'amore.

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(Stefano Benni.)

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Ho voluto scrivere questa poesia perché la prima volta in cui l'ho letta m'ha lasciata un po' stupita, poi piano piano ho capito quanto ci sia di vero in queste parole. Mi chiedi quando si tradisce davvero in amore? E chi può dirlo se non chi è stato appena tradito? Intendo dire, purtroppo non ci sono dei concetti veramente oggettivi per questi termini. Per me un tradimento va dal bacio a qualsiasi manifestazione fisica "oltre". Per altri un tradimento può essere anche un semplice pensiero non casto nei confronti di qualcun altro che non siano loro. Altri ancora potrebbero considerare solo il sesso come tradimento vero e proprio.
Per me, ecco, il pensiero si può perdonare, il bacio e qualsiasi cosa oltre proprio no. Io proprio non apprezzo il tradimento perché non ritengo che sia consono da parte di una persona che dice di amarmi il ricercare qualcosa da parte di qualcun altro. Mi darebbe solo la sensazione di non essere abbastanza per lui. Ne "L'insostenibile leggerezza dell'essere", per esempio, Tomas tradisce continuamente Tereza con quelle che lui chiama le "amicizie erotiche", sostenendo quindi che non siano veri tradimenti: lui ama solo lei! Ma lei in tutto il libro soffre perché non sente abbastanza il suo corpo, la sua essenza. (Io gli avrei spaccato la faccia, al posto suo, non esiste una cosa del genere, ma vabbè.) Non è perdonabile, per me, l'atteggiamento di chi dimostra di volere di più oltre a te, ecco.
Perché si tradisce? Io credo che sia perché non si ama abbastanza. C'è gente che dice di farlo perché riceve poche attenzioni dal proprio partner o perché non è sessualmente appagato o per una propria inclinazione fisiologica. Io dico che dove c'è vero amore non sussistono questi problemi. E se sussistono, è opportuno farsi domande, darsi risposte, e prepararsi a una vita da single con qualcun altro.
Ricominciare con qualcun altro: non tradire.

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Sì, una mia amica era anoressica. Io non la vedevo da diversi anni quando me lo disse quindi non è che me ne sia accorta personalmente, è stata una sua confessione. Praticamente non usciva più con noi perché aveva paura di essere obbligata a mangiare qualcosa; anche io più volte, dopo averlo saputo, le proponevo di fare colazione assieme e lei disdegnava cordialmente ogni mia proposta. Vedevo comunque una persona che si stava pian piano distruggendo, era sempre più magra e faticava a fare le cose più semplici. Non poteva andare in gita con la scuola perché aveva paura che gli altri si accorgessero che non mangiava più, poi a casa il padre le comprava sempre dei dolci, cercando di invogliarla, ma lei li prendeva e li nascondeva in camera, per poi regalarli ad altre persone. Lei si confidò solo con me di tutto ciò e fu un periodo davvero molto difficile per cercare di aiutarla, ma alla fine ne è uscita e sono veramente contenta di questo, mi ha dato tanta speranza che ognuno possa farlo.
Da allora ogni persona che vedo fare troppa attenzione alle calorie che mangia, alle quantità e alla qualità del cibo mi fa suonare un campanellino d'allarme. Mi è ricapitato vedendo una persona qualche mese fa che cercava di dimagrire per la danza, quando aveva già un fisico molto magro. Ho avuto sinceramente paura per lei, spero che ora stia bene.

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Cara Hedvika,
il 17 agosto sono stato condannato a morte. La faccenda durerà ancora tre lunghi mesi. Se sarà mio destino morire, non c'è nulla da fare. Non c'è rosa senza spine. Ma nel tuo cuore e nel pensiero della « nera » Ostrava non morirò mai, poiché ho sempre fatto solo del bene e ovunque ho portato l'amore e la gioia. Oggi muoiono gli uomini migliori. Sembra che per l'amore verso la classe operaia e la nazione io debba pagare un tributo: la mia testa. Sembra che per un bene immortale io debba dare del sangue mortale. Le vie della resurrezione sono lastricate con i nostri corpi, le porte della nuova primavera sono costruite con le nostre teste. Cara nazione boema, caro papà Josef! Noi alla fine, malgrado tutto, vinceremo. E tu, Hedvika, e anche tu, terra di Ostrava, avrete nel cuore il mio monumento, con su incise queste parole: Ricordo eterno e gloria agli eroi! Noi due abbiamo intrapreso una strada spinosa, ma nobile. Tu arriverai fino alla fine di questa strada, io no. Io sarò caduto alcuni passi prima della mèta. Per l'idea muoiono, nell'Unione Sovietica, centinaia di migliaia di persone, muoiono anche per noi. Salutami tutta Ostrava e tutti i conoscenti, soprattutto la fedele Slezská Ostrava. Sono convinto che, così come ho fatto io, anche tu - moglie di un comunista trucidato - e anche tutte le altre donne alle quali la Gestapo ha preso gli uomini, vi porrete al posto dei vostri mariti e appoggerete il Partito Comunista e lavorerete per esso.
Hedvika, sulle nostre nozze d'argento è piombata una nube nera. Io, però, ringrazio il destino per i 25 anni trascorsi al tuo fianco. Questo è stato per me il più bel regalo. Questo è stato il mio più bel sogno, la favola della mia vita. È già svanita. Mi sembra non sia trascorso molto tempo dall'epoca in cui, a mezzogiorno, ti venivo incontro in via Josefská, quando andavi a pranzo. Mi sembra non sia trascorso molto tempo dall'epoca in cui, prima di sposarci, in maggio, sedevamo sulle rocce e la silenziosa notte ci portava, da Zárubek, il suono della canzone: « Quando il destino ti oporta il dolore e la malinconia t'entra nel cuore ». Canto quella canzone che cantavamo pulendo le piume, e anche quell'altra: « Arriva la primavera, arriva, di nuovo verrà maggio ». Sii coraggiosa, non piangere, soltanto l'uomo debole dispera di sé. In occasione delle nostre nozze d'argento ti ringrazio per il tuo amore verso di me, per tutto ciò che hai fatto per me. Che la vita ti dia ancora raggi di sole dorato e il profumo delle rose!
Sarò felice, Hedvika, di ricevere ancora i tuoi scritti.
Sii forte e coraggiosa.

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Tuo
Josef.

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