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Erica G. (Echoes)

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Quando una citazione diventa "vostra"?quale sentite più affine in questo momento della vostra vita?

nikita982’s Profile PhotoAlessia 會議 اجتماع
Una citazione per colpirmi deve essere molto vicina ai miei pensieri. Diventa mia nello stesso momento in cui rispecchia i miei sentimenti, i miei stati d'animo e mi rattrista non averla scritta personalmente, essere stata l'autrice di quelle parole che sanno leggermi così bene.
Ce ne sono molte in cui attualmente mi rispecchio; prima di rispondere a questa domanda sono andata a controllare i miei diari ripieni di citazioni e ho dovuto fare una cernita tra quelle più usate, più scontate, a quelle più corte ed efficaci, finché è rimasta questa che, con poche parole, riassume tantissimo i miei attuali sentimenti, quelli di questi ultimi giorni.
"È malato, ah sì, su questo non ha dubbi, ma non è un virus o una febbre fantasma. È stato avvelenato dai suoi stessi ricordi."
- It, Stephen King.

Qual è la cosa più nonsense che tu abbia mai visto? E perché? Cos’è per te il nonsense puro?

Vogliamo parlare di Charlie The Unicorn? No, davvero. Non credo d'aver mai visto qualcosa di più nonsense.
http://www.youtube.com/watch?v=oJp2nMuyXw0echidiechi’s Video 34718468620 oJp2nMuyXw0echidiechi’s Video 34718468620 oJp2nMuyXw0
Soprattutto la seconda parte, quella della canzoncina del Re delle Banane. SPIEGATEMI.
Io muoio dal ridere ogni volta che lo vedo, giuro, ma non ha il benché minimo senso!
http://www.youtube.com/watch?v=Z-Pf6Ru5IAwechidiechi’s Video 34718468620 Z-Pf6Ru5IAwechidiechi’s Video 34718468620 Z-Pf6Ru5IAw
E vabbè, non linko anche la terza parte, ma sappiate che non ha più senso di queste due.
Cos'è il nonsense? Secondo me è caos. Sono parole, frasi, musica che non hanno senso, ma che insieme possono creare stupore o risate, come in Charlie The Unicorn. Non c'è significato: sono discorsi appesi lì, su un filo, che tu puoi leggere o non leggere, ma che essenzialmente sono solo frutto di confusione e libertà, senza - come dice la parola stessa - pretendere di avere un senso compiuto.

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echidiechi’s Video 34718468620 oJp2nMuyXw0echidiechi’s Video 34718468620 oJp2nMuyXw0

http://24.media.tumblr.com/tumblr_mbgkkfhUps1qmquwvo1_500.jpg l’immagine è l’interno di un violino. Tu quale strumento musicale vorresti visitare, e se potessi entrare in uno strumento, quale sarebbe?

Ahw.
Io vorrei entrare nella mia batteria, da sempre, ma in realtà ci sono altri strumenti che conosco meno e che vorrei esplorare.
Il basso, mi piacerebbe; il pianoforte, per saltare da un tasto all'altro e scoprire tutti quei martelli, le asticelle e i macchingegni che permettono di creare così tanti suoni. Ho visto una volta l'interno di un pianoforte e me ne sono innamorata, davvero.
Mi piacerebbe anche entrare nel flauto traverso di una persona in particolare, per fare parte di quell'amore che ha nei confronti di quello strumento... ma questa è un'altra storia.
Liked by: Elisabetta

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Sei credente?C'è una religione a cui ti avvicini di più?Perchè?Pensi che religione e fede siano la stessa cosa?C'è una religione che sopporti meno?perchè?

nikita982’s Profile PhotoAlessia 會議 اجتماع
Non sono credente.
Ho smesso di credere già a undici anni, anche se poi ho fatto la cresima per "far contenti i miei".
Non credo che religione e fede comunque siano la stessa cosa: la religione è una cosa che è stata istituita da altri e che tu, singolo individuo, decidi se seguire o meno; invece la fede è un processo personale che si sviluppa interiormente nel singolo e che segue la religione solo in determinati casi. Molte volte si può aver fede senza condividere affatto i precetti della religione.
Le religioni mi sono del tutto indifferenti, l'unica cosa che sopporto poco è l'istituzione della Chiesa e della sua ipocrisia, ma questo è un altro discorso.
Non credendo e non provando alcun interesse non posso dire altro, anche se da una parte ammiro chi è credente convinto e riesce a trovare nella sua religione un punto di forza. Non capirò mai come si possa credere, però da una parte invidio chi ci riesce, lo ammetto. Sembra che ti dia una sorta di felicità, magari effimera o falsa, magari solo sinonimo di stupidità e illusione, ma è già qualcosa.
Non so se il mio ragionamento ha senso, in caso contrario perdonami, è un argomento del quale non amo parlare.

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Matrimonio: cosa pensi di questa istituzione? Quante probabilità ci sono che una coppia continui ad amarsi negli anni, convivendo insieme. Non ci si stufa a stare sempre con la stessa persona? il condividere tutto non potrebbe portare problemi?

Io non credo nel matrimonio cristiano, quindi per me il matrimonio è semplicemente un atto che si compie di fedeltà e lealtà.
Nella mia famiglia non è stato rispettato e l'unione dei miei genitori si è precocemente distrutta, senza tante remore. Nonostante questo però sono convinta che si possa amare per sempre una persona: non è il tempo a logorare l'amore, ma lo stesso uomo.

Cosa pensi dei bambini? Ti piacciono o li odi? Sono diversi da quelli del passato, meno innocenti e più svegli? Che pensi di loro?

A me i bambini piacciono molto.
Io guardo i bambini che vengono con i propri genitori dentro all'edicola di mia madre e non riesco mai a smettere di pensare a quanto siano belli, carini, dolci, e quanto mi piacerebbe averne sempre uno vicino.
Non so dirti se siano meglio o peggio del passato (non ho vissuto così tanto!) però per me sono comunque adorabili. Un po' viziati, forse, ma sempre adorabili nella loro innocenza e purezza, sì.
Liked by: Ilaria.

Quando parli con una persona, tendi a guardarla negli occhi continuamente o non riesci a sostenere gli sguardi? Assumi atteggiamenti particolari - come ad esempio sistemarsi i capelli, la maglia o semplicemente gesticolare - o riesci a stare fermo?

letterstoannie’s Profile PhotoAnnie.
Tendenzialmente non parlo, ahah. No, vabbè; se è uno sconosciuto, tendo a far fatica a parlare, e magari se ho un elastico per capelli comincio a giocherellare con quello - a volte anche a distruggerlo - oppure mi torturo le dita delle mani, perché sono a disagio.
Però se è qualcuno con cui già ho un minimo di confidenza il problema non si pone e riesco a guardare negli occhi e a parlare tranquillamente - a meno che non sia una persona per la quale provo qualcosa: in tal caso non riesco a tremare e a giocherellare con qualsiasi cosa che trovi sottomano guardandolo poco negli occhi.
Sono tendenzialmente insicura, quindi parlare con le persone mi mette sempre un po' a disagio, se non sono sicura al cento per cento che non sarò giudicata o che le cose che dirò avranno un senso per la persona che mi ascolta. Di solito l'unica persona con cui riesco a parlare di tutto senza problemi, guardandolo negli occhi, divertendomi e senza dover usare dei giochi antistress è il chitarrista con cui suono.

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Crollavano muri di carta mentre le lacrime scendevano sul suo volto. Le stelle esplodevano in cielo,quasi per farle sentire,anche se da lontano,anche se lei non poteva udirle,che anche loro soffrivano per lei. Il dolore più grande che tu abbia mai vissuto? Racconta se ti va.

Il dolore più grande che io ricordi è derivato da più cose.
So dirti il giorno: 20 giugno 2010. Non che fosse successo qualcosa di particolare, ma semplicemente un accumulo di precedenti eventi mi hanno fatta scoppiare.
Quei due eventi.
14 giugno 2010: l'incendio a casa. Le fiamme che hanno avvolto le mura in cui ero solita vivere e le hanno ridotte praticamente cenere. La mia camera, i miei ricordi di quei sedici anni svaniti in un'ora sotto ai miei occhi impotenti.
19 giugno 2010: l'incidente d'auto. Mio fratello investito, e io lontana da lui l'avevo saputo solo per telefono, con l'impossibilità di catapultarmi in quel luogo in quel preciso istante e, chissà, tenergli la mano.
Il giorno dopo, quel 20 giugno, andai a trovarlo in ospedale. Dormiva: un bambino di sette anni che dormiva con ancora gli occhi arrossati dalle lacrime per il dolore. Avevo quasi paura a tenergli la mano, a stringere quelle deboli dita tra le mie; temevo di fargli del male. "Tranquilla, Erica, è vivo," continuavo a ripetermi - ma era impossibile convincermi a tranquillizzarmi. Avevo rischiato di perderlo, lui, il mio fratellino, il sorriso più bello che abbia mai visto in vita mia. Lui, a cui avevo giurato di fare da angelo custode era scivolato via dalla mia protezione. Mi sentii impotente e continuavo a vedere dentro di me la scena, a immaginarla e sentivo il dolore della quasi-perdita impossessarsi di me. Era vivo, ma non mi capacitavo di aver rischiato di perderlo e di essere stata lontana in quel momento in cui aveva bisogno di me. Mi sentivo in colpa, sì.
Di ritorno dall'ospedale mi fermai a vedere i resti della casa incendiata, per la prima volta completamente - nei giorni prima mi ero rifiutata. E scoppiai a piangere tra i resti dei miei oggetti personali. I resti dei miei diari, dei miei libri, del mio computer, della mia vita mi guardavano anneriti, spezzati, distrutti, irriconoscibili e io avevo perso tutto. Voi vi ricordate i vostri cinque anni, no? O avrete delle foto, perlomeno, a testimoniare che c'eravate, lì, che avete vissuto in maniera pressapoco normale.
Io no. Non ho ricordi antecedenti quel 14 giugno, perché sono svaniti tra le fiamme.
Dolore. Mai più così forte, mai più così devastante.
Mi sentivo sola, senza una casa, senza una famiglia - si erano separati i miei il mese prima -, per poco senza un fratello, senza il mio migliore amico - avevamo litigato -, senza qualcuno da amare - ero appena stata lasciata -, senza futuro - erano svaniti nell'incendio anche tutti i libri a cui avevo lavorato fino allora.
Svanito tutto, mi sono sentita persa.
Incredibilmente sola.
Pienamente invasa da un dolore troppo grande.
E gli altri non capivano, né vedevano, cosa significasse tutto quello.
Era solo dolore. Solo fiamme, che bruciavano ogni parte di me.
Deve ancora passarmi completamente: a volte lo sogno e le lacrime scendono ancora nelle mie guance impotenti.

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"Ed è il pensiero della morte che, infine, aiuta vivere." - Umberto Saba. Cosa ne pensi?

Penso che dipenda da come uno vive il pensiero della morte: se una persona utilizza questo pensiero per convincersi a vivere intensamente ogni giorno della propria vita, in continuo "carpe diem", allora sì, il pensiero della morte ti aiuta a vivere.
Ma se invece una persona di fronte a questa prospettiva si abbatte, può lasciare scorrere i suoi giorni davanti a lei senza fare niente per afferrarli e viverli veramente.
Quindi, sì: il pensiero della morte ti potrebbe aiutare a vivere, ma dipende in primo luogo da come tu ti comporti; se ti metti semplicemente ad aspettare il suo arrivo o se raccogli in mano la tua vita e fai in modo che ogni giorno vivo diventi indimenticabile.

Prendo spunto da qualcosa che ho letto.Vi è mai capitato di provare a parlare con una persona magari "amica" e dopo esservi esposti con una riflessione,come risposta avete avuto:"sei depresso/a"?Cosa ha scaturito in voi quell'affermazione?

nikita982’s Profile PhotoAlessia 會議 اجتماع
Sì mi è capitato, ma non dai miei amici, bensì da mio padre.
All'inizio mi sono arrabbiata. Abbiamo litigato, continuavo a dire: "Tu non capisci," ignorando che fossi io, in realtà, l'unica a non capire.
E poi con gli anni ho accettato che avesse ragione fino a quando gli ho detto che condividevo la sua idea e che forse era il caso di fare qualcosa, dato che non volevo più stare così male.
Ignorando com'è andata a finire la cosa, nel mio caso è stata un'affermazione fondata, però non mi piace quando la gente dà come sentenza "sei depressa" senza neanche, magari, soffermarsi a pensare o ad aiutare quella determinata persona. Troppo facile buttare lì quelle due parole e non fare niente, invece, per fare uscire le persone da quel tunnel scuro che potrebbe diventare la depressione.

Pensa a un personaggio di fantasia, che hai incontrato in libri, fumetti, film, cartoni di qualsiasi tipo. Hai mai esclamato ‘Sono io! È uguale a me!’? Perchè? (La somiglianza può essere anche solo fisica) Io ad esempio sono molto simile a Lucy amica di Snoopy e Charlie Brown, siamo acide entrambe:)

Meegara’s Profile PhotoMeg
Ti pentirai di avermi fatto questa domanda, perché ora scriverò un papiro.
Allora, io sono uguale, spiaccicata, identica, sputata ad Alec Lightwood della saga di Shadowhunters (The mortal instruments).
Lui ha gli occhi azzurri come me. Ha i capelli neri; io ce li ho biondo sporco - o, quando sono tinti, mogano - e quindi qui ci differenziamo, se non per il fatto che ho sempre sognato i capelli neri. Inoltre è molto timido, e questa timidezza la nasconde anche attraverso una rabbia verso il mondo, rabbia causata in gran parte dalla sua gelosia, come succede a me. Nonostante sia un cacciatore di demoni, non è mai riuscito a ucciderne veramente uno, perché la sua bontà glielo impedisce. Ha talento in quel che fa, ma l'incertezza lo mette sempre a dura prova. Solo nel corso della saga acquisisce più sicurezza e comincia a combattere veramente, sfoderando tutte le sue capacità. Anche io sono così: buona e insicura, sebbene probabilmente abbia i miei talenti da dare al mondo. Ma il campo in cui è più imbranato, ahimè, è proprio l'amore, che continua a nascondere, a reprimere dentro di sé e, quando finalmente trova qualcuno che lo ricambia, è impacciato e non sa comportarsi correttamente. Ha paura di perdere questa persona e, nel goffo tentativo di tenerla con sé, la perde.
Ma fosse finita qui! Proprio ciò che gli succede è quello che capita a me.
Lui è stato per tutta la vita (18 anni da quando inizia il primo libro: toh, l'età che ho io!) innamorato del suo migliore amico. Io sono stata fino a 18 anni innamorata del mio migliore amico. Lui ha conosciuto un nuovo amore, poi, Magnus, a cui affidare il cuore, nonostante mille difficoltà e titubanze. Io ho conosciuto una nuova persona e mi sono messa insieme a lui.
Magnus ha lasciato Alec per un suo stupido errore, dettato dall'intenzione di fare in modo di stare sempre insieme. Christian ha lasciato me per un mio stupido errore.
Alec rimane sempre legato al suo migliore amico, io sono sempre legata al mio.
Non possono essere coincidenze: ALEC SONO IO.
Manca l'ultimo libro della saga, non vedo l'ora di leggerlo per scoprire che cosa succederà nella mia vita.

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Liked by: Might Efp Meg

Sei una persona superstiziosa? Se sì,quali sono i tuoi piccoli 'riti' personali oppure le cose in cui credi? (es. se un gatto nero attraversa la strada lascio passare prima qualcun'altro).

valentinaamandal’s Profile PhotoValentinaL
Non sono superstiziosa. L'unica cosa che mi "concedo" è portare sempre e comunque la mia collana con la lettera D. Io so che, senza di essa, le cose vanno male o io le vedo peggio di quel che sono. Mi sembra che sia una specie di portafortuna per certi versi, però in effetti è solo una rassicurazione personale.
Liked by: ValentinaL

Se fossi un’arma quale saresti? Perché? e da chi vorresti essere brandito/a?

Vorrei essere una delle tre lame perdute di Gulfingahr!
Ovvero: Sbrachella, Nunfus o Sympa. Sono meravigliose!
E vorrei essere impugnata da Katy, una delle protagoniste del fumetto da cui sono tratte.
(Sì, faccio pubblicità: "Drizzit", http://www.facebook.com/Drizzit.by.Bigio è il miglior fumetto underground esistente al mondo e lo consiglio a tutti! Ogni giorno viene pubblicata una striscia su questa pagina o sul blog a esso dedicato.)
Ti lascio pure la spiegazione delle tre armi, così capisci perché sono così belline e simpatiche. ;)
- So che forse volevi un'arma "vera", ma sinceramente trovo molto migliori queste, lol. -

“sono nato per essere solo” (Taxi Driver)- ti sei mai sentito in questo modo? Solo e senza speranza di non trovare mai nessuno nella tua vita che ti potesse amare? Come si può essere sicuri di trovare qualcuno?

La domanda nel giorno giusto al momento giusto!
Sì, mi sento proprio come esprime questa frase, al momento: nata per essere sola.
Nata incompresa, nata per rimanere separata dagli altri attraverso uno spesso vetro opaco, nata per essere, in qualche modo, nascosta. Sola, semplicemente sola.
Non sono più sicura di trovare quel qualcuno, perché la gente fin troppo spesso se ne va dalla mia vita. In questo periodo, poi, sono così nervosa e affranta che sto allontanando tutti io, con freddezza e rabbia repressa. Mi dispiace, ma non riesco a farne a meno. Così la gente non mi capisce, si allontana ancora di più da me e io non so dare spiegazioni, so solo rimanere sola, convincermi che sarà quello il mio destino.
Non so come si possa essere sicuri di trovare qualcuno perché io non lo sono affatto.
Si può credere nell'idea che ognuno di noi abbia quell'anima gemella lì fuori che aspetta solo di essere trovata, ma in questo momento ci credo poco.
In questo momento, mi sento nata per essere sola e, la cosa più triste, è che non riesco a fare nulla per cambiare le cose. Anzi: in ogni mia parola non faccio che peggiorare la situazione, allontanando con la mia rabbia, tristezza e delusione anche chi, magari, cerca di starmi vicino.

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Oggi è iniziata la primavera, prova a fare un elogio ad essa, non so, scrivendo una poesia, frase, qualcosa che ti faccia pensare alla primavera. Improvvisa!

Primavera.
Sembrava quasi ieri sera
l'ultima volta che tho salutata.
Arrivano i fiori, i profumi, gli odori,
Dovrebbero con te scaldarsi i cuori
ora che sei arrivata.
Primavera.
Forse però la tua è mera
illusione.
Porti colori sgargianti,
le foglie, i sorrisi, gli amanti
E ancora nuove buone.
Primavera,
forse prima questa finzione non c'era,
senza te.
Porti la gente a comportarsi
come se dovesse per forza amarsi,
senza chiedere perché.
Primavera,
La notte or non è più così nera:
l'hai resa chiara e bella
e sicura.
Hai distrutto queste mura
che rinchiudevano l'amor in cella.
Primavera.
Forse però sei la più sincera
tra tutte le stagioni.
Ci dai occasione di ricominciare,
ci costringi a riconsiderare
i colori con giudizi più buoni.
So che non ha molto senso. Dovrebbe essere una riflessione che porta a pensare se la primavera sia una cosa bella perché con il sole e i suoi colori riporta un po' di allegria alle persone o se invece sia semplicemente una finzione, perché ci rende più spensierati quando in realtà non lo saremmo.
Non ha molto senso, ma è questo quel che penso. E l'ho scritta di getto, quindi perdonami!

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Cosa preferisci: camminare o andare in bicicletta?

Camminare, con il vento tra i capelli; rilassarmi e respirare, in tutta tranquillità.
Liked by: Onioshi

..ma quella determinata esperienza influisce nel risultato..esempio se prendo una persona e la rinchiudo per 5anni in una stanza e quindi l'esperienza è minima,ridotta a mangiare,bere,dormire,questa persona sarà diversa dopo 5 anni..Mi sto confondendo a spiegarmi.

nikita982’s Profile PhotoAlessia 會議 اجتماع
Credo di aver più o meno capito cosa intendi: Il cambiamento è sicuramente insito nell'uomo, ma è influito e dipende anche dalle situazioni che vive.
Prendendo il tuo esempio: sicuramente troverai quella persona diversa. Potendo fare un ipotesi, dopo quei cinque anni avrà un'insicurezza nell'aprirsi al mondo, cercherà sempre di tornare alla situazione di isolamento alla quale è stato sottoposto per così tanto tempo. Oppure, al contrario, diventerà ribelle e scontroso, proprio per essere stato costretto a vivere rinchiuso e lontano da tutto. Ovviamente se tu non l'avessi rinchiuso non avrebbe subito questi cambiamenti. Se si cambia è in relazione a tutto ciò che ci circonda, perché se fosse tutto uguale giorno per giorno, dubito che le persone subirebbero delle grandi trasformazioni caratteriali e/o di pensiero.

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Prendo spunto dalla tua risposta alla domanda sull'amore.Il risultato di un cambiamento è dato di certo dall'esperienze,ma il cambiamento in se è una condizione naturale è ovvia dell'essere,non credi? Cioè non credo che si cambi per quella determinata esperienza..continua

nikita982’s Profile PhotoAlessia 會議 اجتماع
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L'amore non è altro che il bisogno di essere amati. Un sogno oltre che un bisogno. Si può sopravvivere sai, si sopravvive.Il problema è quando vuoi tornare a vivere, solo allora ti rendi conto che una parte di te è morta per sempre. Senti di aver perso una parte di te dopo una delusione d'amore?

Prima di lui.
C'era una parte di me, una volta, che sentiva il bisogno di sorridere a ogni giorno della vita.
C'era una parte di me, tempo fa, che credeva che stare con i propri amici fosse la cosa più bella del mondo, prima a tutte le altre, prima a un semplice ragazzo.
C'era una parte di me, anni or sono, che ancora sognava l'arrivo di un principe azzurro in groppa ad un bel cavallo bianco.
C'era una parte di me, che ora non c'è più, alla quale piaceva il mondo, piacevano le persone e sapeva andare avanti da sola in mezzo a tutto.
Dopo di lui.
C'è una parte di me, ora, che teme di sorridere perché ha paura che ne usciranno solo lacrime.
C'è una parte di me, qui, che crede che non ci potrà mai essere momento migliore di quello speso nelle braccia dell'amore - prima trovandolo, l'amore.
C'è una parte di me, ormai, che non sogna più quel principe, ma desidera semplicemente un ragazzo normale, uno come lo era lui, magari proprio lui.
C'è una parte di me, che spero se ne vada, che ha una visione pessimistica della vita, della società, di tutto ciò che la circonda.
Una parte di me è morta e ne è nata una diversa al suo posto. Spero sempre che, dopo la delusione, ci sia una soddisfazione; magari allora morirà questa nuova parte di me e nascerà un'anima migliore di ogni altra parte che io abbia mai avuto.

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Puoi dirmi un'applicazione per scaricare libri gratis su uno smartphone?

Mi spiace, il mio cellulare risale ai tempi degli dèi dell'Olimpo e non conosco le applicazioni dello smartphone.
Liked by: progettopuntocom

Non ci sarebbe stata delusione visto che è una cosa strettamente personale e niente da dimostrare a me o a chiunque altro.comunque sei stata davvero particolare..

nikita982’s Profile PhotoAlessia 會議 اجتماع
Non sapevo bene cosa potevo scrivere, mi sono lasciata un po' cullare dalle sensazioni, chiudevo gli occhi e scrivevo la prima immagine di stanza che veniva fuori.
Ora che so anche il loro significato, non so proprio cosa dire. Mi sembra di farmi un po' paura, in alcune circostanze. Del nero, poi, lo temevo.
Particolare; spero in senso... positivo.
Tu avresti aperto tutte le porte?

credo proprio che tornerò a trovarti,mi hai dato delle risposte che mi hanno fatta pensare,ricambio l'offerta.Io ci sono.Anche se probabilmente,anche se l'età per me è solo un numero,se sapessi qual'è la mia non so se saresti così disponibile a parlare con una persona così inferiore.

Euphrasya’s Profile PhotoGiuliet.
Inferiore? Oh, cara, non mi interessa qual è l'età. Potresti avere dieci anni oppure centodue, e a me non cambierebbe assolutamente niente. Quello che conta è quello che hai dentro.
E poi io non ho trent'anni, ne ho poco più di diciotto.
Torna a trovarmi e io ti aspetto. Chissà, forse parlando con te anche io riuscirò a trovare un colore. E capirai cosa succede a me.

portata qui? troppe cose.Un mix letale.Troppo complicato persino da spiegare.Mi dispiace di non essere riuscita a rispondere esaurientemente a tutte le domande,ma non voglio parlare troppo di me.Solitamente,come dicevo,questo porta più male che bene.

Euphrasya’s Profile PhotoGiuliet.
Tranquilla, posso capire cosa significa, non voler parlare di sé. Ma se un giorno vorrai farlo, potrai sempre trovarmi, sai?
Perché comunque io non sono in una situazione migliore e quindi potrai sempre trovare qualcuno che ti capisce, che più o meno si trova o si è trovata in certe situazioni che potrebbero ricordare le tue. E quindi sarei qui ad ascoltare, volentieri.
Chissà, forse un giorno troverai un giusto equilibrio e troverai una persona che, invece di cadere nel tuo circolo di discussioni che poni, ti aiuterà ad uscire da questa tua distruzione.
Comunque in ogni caso se hai bisogno io sono qui.
Liked by: Giuliet.

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